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L’hanno urlato in 40mila nel 2013 a Pescara, l’hanno ripetuto in 60mila pochi mesi fa a Lanciano: il grido “No Ombrina” è diventato il simbolo della protesta degli abruzzesi contro la petrolizzazione del Mare Adriatico e in favore di una economia diversa basata sullo sfruttamento sostenibile delle risorse e sulla piena valorizzazione delle potenzialità del territorio, a cominciare dall’atteso e ormai imminente varo del Parco Nazionale della Costa Teatina.
Da oggi quel grido, sotto forma di una scritta rossa, campeggia evidentissima sul Ponte del Mare per una iniziativa dell’artista Massimo Desiato subito sposata dal WWF e positivamente accolta dal Comune di Pescara che ha autorizzato l’opera.
Desiato, che si è distinto negli ultimi anni per le sue interessanti e qualificate installazioni, si è messo al lavoro questa mattina. In poche ore, con l’assistenza di Martina Romanelli, ha realizzato la scritta utilizzando un filo rosso sapientemente annodato tra le griglie di protezione del ponte, lato mare, perché la sua opera sia rivolta a quell’amatissimo Adriatico che si vuole proteggere e perché il grido risulti ben visibile a chi si avvicina all’Abruzzo navigando verso uno dei simboli della regione, quel ponte che vuole unire e non dividere e che segna una porta d’ingresso per un territorio che vuole poter scegliere da solo il proprio futuro, nel quale i combustibili fossili non avranno spazio.
Massimo Desiato, insieme alla presidente del WWF Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco, ha completato la scritta inserendo tra le parole No e Ombrina una bandiera del WWF, simbolo dell’impegno della più grande associazione ambientalista del mondo verso la natura e il benessere di tutti i suoi abitanti, uomo compreso.