31.3.21

WWF Italia e Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga insieme per la natura


Promozione di attività di educazione ambientale e di sensibilizzazione sui temi connessi alla tutela ambientale, alla ricerca scientifica, al rispetto della legalità; promozione e realizzazione di attività ricreative, turistiche ed economiche tradizionali, compatibili con la conservazione, la tutela e la valorizzazione della biodiversità del Parco; realizzazione di eventi comuni di comunicazione, informazione e formazione per cittadini, turisti, visitatori, ma anche azioni dirette di conservazione e l’attivazione di specifici progetti di conservazione e relativi finanziamenti, pubblici o privati. Infine lo scambio di attività di formazione reciproche per il personale, sia in organico che volontario del WWF e del Parco.
Queste, in sintesi le finalità principali del Protocollo d’intesa firmato oggi nella sede del parco ad Assergi (AQ) da Tommaso Navarra, Presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, e Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia.
Il Protocollo siglato oggi attiverà anche collaborazioni tra scuole dei Comuni ricadenti nel territorio dell’Ente Parco e la Rete Educazione del WWF Italia, attraverso la realizzazione di progetti di educazione ambientale.
"Abbiamo fortemente voluto la sottoscrizione di questa importante convenzione al fine di poter aprire concretamente l’istituzione Parco ad una tra le più importanti associazioni operanti a livello internazionale per la tutela dell’ambiente e delle nostre straordinarie matrici. Si tratta di un primo inizio che sono sicuro sapremo ben presto declinare nelle migliori azioni possibili a tutela del nostro straordinario patrimonio di biodiversità a partire immediatamente dall’orso marsicano, oggi presente stabilmente anche nel nostro territorio" ha detto Tommaso Navarra, Presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Per il WWF i gruppi montuosi del Gran Sasso e dei Monti della Laga, Parco dal 1991, sono da sempre luoghi di grandi attività, fin dalle battaglie per la nascita del Parco e poi per la tutela dell’acquifero del Gran Sasso che fornisce ottima acqua ad oltre 700.000 abruzzesi. Qui il WWF negli anni ’70 organizzò alcuni tra i suoi primi campi di volontariato e trekking e qui è nato, prima ancora dell’istituzione dell’ente parco, il Centro di Educazione all’Ambiente “Monti della Laga” che ancora oggi è operativo nel comune di Cortino (TE), piccolo centro montano del Parco. All’interno del Parco è poi è presente l’Oasi WWF del Lago Secco nel comune di Accumuli (RI), nel versante laziale, mentre appena fuori dai confini sul versante pescarese si trova l’Oasi WWF del Lago di Penne (PE), una delle porte del parco.
“Siamo felici di questa collaborazione che stimolerà, ne siamo certi, iniziative comuni nel campo della conservazione e della sensibilizzazione del pubblico. Il Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga, una delle aree protette più estese del Belpaese, ospita specie straordinarie della nostra fauna, come il lupo e il camoscio d’Abruzzo, e insieme sapremo raccontare meglio alle nuove generazioni perché è importante impegnarsi con le aree naturali protette affinché specie e habitat a rischio abbiano un futuro” ha detto Donatella Bianchi, Presidente WWF Italia.

L'Osservatorio Indipendente sull'Acqua del Gran Sasso incontra il Commissario Gisonni

Nel pomeriggio di ieri, martedì 30 marzo, i rappresentanti dell’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso, promosso da WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia - GADIT, FIAB, CAI e Italia Nostra, hanno incontrato il Commissario straordinario per la messa in sicurezza del sistema Gran Sasso, Corrado Gisonni, nei suoi uffici a L’Aquila.
L’incontro è servito per fare il punto in merito alle attività commissariali.
  • Il Commissario ha comunicato che sono quasi terminate le attività di ricerca tramite videoispezione finalizzate alla definizione di tutto il sistema di captazione delle acque del Gran Sasso e del suo stato di manutenzione. Il quadro conoscitivo, che secondo le precedenti indicazioni doveva essere pronto per la fine del 2020, dovrebbe essere completato entro due o tre settimane. Il ritardo accumulato è stato dovuto – a detta del Commissario – alle problematiche legate all’emergenza CoViD-19, nonché ad alcune difficoltà tecniche incontrate in particolare sul versante aquilano. È comunque emerso un quadro anche più complesso di quanto si ipotizzasse con elementi fino ad oggi non conosciuti.
  • Una volta completato il quadro conoscitivo si procederà alla progettazione. La prima fase, relativa al progetto di fattibilità tecnica ed economica, sarà gestita direttamente dalla struttura commissariale. La seconda fase della progettazione definitiva, che richiederà un bando europeo, non è ipotizzabile che possa concludersi prima del 31/12/2021: a quel punto si aprirà la strada al progetto esecutivo e all’esecuzione dei lavori per la messa in sicurezza definitiva.
  • Per quanto riguarda l’allontanamento delle sostanze pericolose dai Laboratori INFN, legato principalmente alla prevista dismissione degli apparati sperimentali LVD e Borexino, si devono registrare ulteriori ritardi. La scadenza per lo smantellamento era stata fissata al 31/12/2020, dopo una prima ipotesti al 31/12/2019, ma ad oggi la rimozione è ferma. Venerdì 2 aprile si terrà una nuova riunione della Commissione tecnica che dovrà esaminare la procedura delle operazioni propedeutiche alla rimozione che prevedono delle verifiche sulla stabilità dei serbatoi con l’utilizzo di sostanze di cui deve essere garantita la non pericolosità per l’acquifero.
  • Infine è stata affrontata la questione della presenza di ben tre commissari di governo relativamente agli interventi che attengono al sito del Gran Sasso. Oltre al Commissario Gisonni, esiste un Commissario straordinario per l’espletamento dell’attività di programmazione, progettazione, affidamento ed esecuzione di interventi per la sicurezza antisismica delle autostrade A24 e A25, nella persona di Maurizio Gentile, e un commissario ad acta nominato dal Consiglio di Stato l’attuazione del piano economico finanziario cui è legata la messa in sicurezza strutturale antisismica delle autostrade A24 e A25, nella persona di Maria Barillà. Una situazione paradossale che si sarebbe dovuto evitare e che comunque ora impone un coordinamento degli interventi al fine di evitare doppie spese e ulteriori ritardi.
Come sempre, l’Osservatorio apprezza la disponibilità del Commissario Gisonni, ma il quadro emerso non è soddisfacente. Il fatto che si siano dovuti attendere 20 anni da quando le associazioni ambientaliste denunciarono lo stato di pericolo in cui versa la più grande risorsa idrica d’Abruzzo per avere un quadro conoscitivo del sistema di captazione e distribuzione del Gran Sasso è vergognoso. Ad oggi nessuna istituzione ha smentito il Commissario affermando che il quadro in realtà già esisteva: siamo pertanto di fronte ad una gravissima responsabilità in capo a tutti gli organi nazionali e regionali, compresa la precedente esperienza commissariale, susseguitisi in questi due decenni.
Altrettanto grave è che l’allontanamento delle sostanze pericolose, dopo essere stato rinviato per consentire la conclusione degli esperimenti, sia oggi ulteriormente ritardato.
L’Osservatorio ribadisce ancora una volta che è necessario agire in fretta e bene. La ricostruzione del sistema di captazione e del suo stato di manutenzione è fondamentale per pianificare e attuare una messa in sicurezza definitiva dell’acquifero, così come è altrettanto fondamentale che l’INFN sia obbligato a portare via tutte le sostanze pericolose per l’acquifero nel più breve tempo possibile. Perché ciò avvenga tutte le istituzioni devono collaborare negli appositi tavoli di confronto istituiti. La sicurezza dell’acquifero deve essere finalmente garantita, ma sempre nel pieno rispetto delle normative poste a tutela della salute e dell’ambiente.

27.3.21

Benvenuti nell'Antropocene!


Oggi i volontari del WWF Teramo e delle Guide del Borsacchio, nell’ambito del Progetto Salvafratino Abruzzo, hanno organizzato una tradizionale mattinata di monitoraggio del Fratino sul tratto costiero della Riserva del Borsacchio e del comune di Roseto degli Abruzzi.
Nel corso del monitoraggio i volontari, prestando ovviamente la massima attenzione a non disturbare i fratini in fase di nidificazione, hanno raccolto rifiuti di ogni genere.
E come sempre accade quando si organizzano pulizie a mano della costa ne è emerso un quadro drammatico: la costa è invasa da tantissimi rifiuti di plastica abbandonati in natura, trasportati dai fiumi al mare e poi rigettati sulle spiagge dalle mareggiate.
Questi rifiuti in plastica sono destinati a rimanere in natura per centinaia di anni: una bottiglietta di plastica o uno spazzolino da denti necessitano di 4/500 anni per decomporsi per cui sopravvivono ai pronipoti dei pronipoti di chi li ha buttati.
Come si vede nella foto allegata, in mezz’ora sono stati raccolti: pezzi di cassette di polistirolo e di recipienti in plastica colorata, retine di plastica utilizzate nell’acquacoltura, corde, una confezione di esche per pesca sportiva, cartucce per fucili da caccia, bottiglie di plastica, contenitori per detersivi e per alimenti, un accendino, uno spazzolino da denti, tappi di plastica di ogni tipo…
Tutta “roba nostra”: materiale utilizzato e non raccolto in maniera differenziata, ma addirittura abbandonato in natura e destinato a frammentarsi in pezzi sempre più piccoli, finendo per uccidere pesci e soffocare tartarughe o persino entrare nella catena alimentare e arrivare così sulle nostre tavole.
Oggi il WWF in tutto il mondo festeggia l’Ora della Terra – Earth Hour per chiedere ai governi politiche più incisive contro i cambiamenti climatici e l’inquinamento e per la tutela della biodiversità: a vedere cosa si trova sulle nostre spiagge è necessario che anche tutti noi cittadini iniziamo ad adottare comportamenti più responsabili e sostenibili.

26.3.21

Sabato 27 marzo: torna l'Ora della Terra


Domani, sabato 27 marzo, dalle ore 20:30 alle ore 21:30 in tutto il mondo di celebrerà l’Ora della Terra – Earth Hour. La più grande mobilitazione mondiale per il clima e contro i cambiamenti climatici promossa dal WWF Internazionale: il gesto simbolico di spegnere le luci di un monumento, una piazza, un’abitazione percorrerà tutto il mondo come ormai avviene dal 2007 quando il WWF lanciò la prima edizione dell’Ora della Terra a Sidney in Australia. Di anno in anno la mobilitazione è andata crescendo: lo scorso anno, nonostante le gravissime difficoltà derivanti dalle restrizioni adottate da molti Stati a causa della diffusione della pandemia da Covid-19, sono stati ben 190 i Paesi coinvolti e oltre 2 milioni i monumenti, le strade, le piazze, gli edifici istituzionali e privati che si sono spenti per un’ora.
“Anche quest’anno invitiamo a spegnere le luci per un’ora e a riflettere sull’importanza delle nostre scelte per la salvaguardia della natura e la lotta alla crisi climatica”, dichiara Filomena Ricci, delegato regionale del WWF Abruzzo. “La nostra salute dipende da quella del Pianeta. Lo sapevamo già, ma in questo ultimo anno di pandemia e emergenze ambientali lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle. Un Pianeta in salute garantisce tutela alle future generazioni, alle altre specie e contribuisce a combattere il cambiamento climatico, ma la natura non può fare tutto da sola. Oggi più che mai sono fondamentali le scelte di comportamento di ognuno di noi. Per questo serve una mobilitazione globale da parte di tutti per spingere le istituzioni nazionali e internazionali a compiere le scelte necessarie e non più rinviabili per un impegno concreto per la salvaguardia del nostro Pianeta. Ringrazio tutti gli enti e le istituzioni che hanno aderito, e pure i ristoratori, le guide, i rifugi che hanno sempre partecipato all'iniziativa, ma che quest'anno hanno le attività chiuse, un pensiero anche per loro”.
L’Abruzzo ha dato, come sempre, una bella risposta in termini di adesione. Spegneranno le luci di monumenti, strade e piazze i comuni di Alba Adriatica, Altino, Anversa degli Abruzzi, Atri, Casoli, Chieti, Città Sant’Angelo, Colonnella, Corropoli, Cortino, Fossacesia, Isola del Gran Sasso, L'Aquila, Lanciano, Martinsicuro, Montorio al Vomano, Mosciano Sant’Angelo, Ocre, Orsogna, Ortona, Penna Sant’Andrea, Pescara, Pineto, Rapino, San Giovanni Teatino, San Martino sulla Marrucina, Sant’Eusanio del Sangro, Spoltore, Teramo, Tollo, Torricella Sicura, Torre de’ Passeri, Tortoreto e Vasto.
Si spegneranno luoghi simbolo della nostra regione dalla Torre di Cerrano a Pineto al Castello Caldoresco di Vasto, dalla piazza Duchi di Acquaviva ad Atri alla Torre civica di Pescara e tanti altri ancora…
Molto significativa è la partecipazione di tutte le principali aree naturali protette presenti nella nostra regione, dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise al Parco Nazionale della Maiella, dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga all’Area Marina Protetta Torre di Cerrano fino al Parco Regionale Sirente-Velino.
I due Istituti Comprensivi “G. D’Annunzio” e “Don Milani” di Lanciano hanno promosso momenti di sensibilizzazione per studenti e genitori sul tema dei cambiamenti climatici, mentre il Comune di Tollo ha anticipato l’Ora della Terra organizzando per le ore 19 di oggi, venerdì 26 marzo, una diretta Facebook sul sito del comune sul tema dei “Cambiamenti climatici e le opportunità del Next Generation EU”. E la mobilitazione arriverà anche al Museo Universitario di Chieti, così come nei piccoli centri di Fagnano Alto grazie alla locale Pro-loco, che farà sensibilizzazione sul risparmio energetico, e di Cortino con il Centro di Educazione all’Ambiente “Monti della Laga”.

14.3.21

Volontari al lavoro per il Progetto Salvafratino Abruzzo 2021


Anche quest’anno tanti volontari sono pronti a prendersi cura del Fratino, il piccolo trampoliere che nidifica anche sulle spiagge della nostra regione. Sta infatti partendo l’edizione 2021 del Progetto Salvafratino Abruzzo, promosso dall’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” e dal WWF, che vedrà decine di volontari di tante associazioni impegnati nella salvaguardia di questa specie purtroppo in netta diminuzione in tutta Italia. Le iniziative per l’anno in corso sono state presentate questa mattina a Pescara in una conferenza stampa tenuta presso la sede della Lega Navale Italiana.
Il Fratino è specie protetta a livello internazionale (Convenzione di Berna e Convezione di Bonn), europeo (Direttiva Habitat e Direttiva Uccelli), nazionale (Legge n. 157/92 sulla tutela della fauna omeoterma) e regionale (Ordinanze balneari e Piano Faunistico Venatorio); la sua tutela è stata inoltre inserita dalla FEE tra i criteri di aggiudicazione della “Bandiera Blu”.
Il Progetto Salvafratino Abruzzo prevede una campagna di monitoraggio dei nidi presenti sulle nostre spiagge, cui si aggiungono giornate di pulizia del litorale, attività di comunicazione, programmi di educazione ambientale con le scuole e la creazione di tratti di spiaggia dedicati alla tutela come la “Spiaggia del Fratino e del Giglio di mare” ad Alba Adriatica, l’“Oasi del Fratino e della Camomilla di mare” a Giulianova o la “Spiaggia del Fratino e della duna” a Roseto degli Abruzzi.
Negli ultimi anni sono stati censiti non più di 50 nidi a stagione: un numero al di sotto delle potenzialità del territorio e un dato che deve spingere a un maggiore impegno tutti gli enti competenti. Recentemente è stato pubblicato il dossier “Analisi dei dati di nidificazione del Fratino Charadrius alexandrinus lungo la costa abruzzese. Anni 2018-2019-2020” realizzato dal WWF Abruzzo per l’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano”. Il dossier riporta i dati dei censimenti e dei monitoraggi condotti negli ultimi tre anni e li sistematizza per individuare problemi e potenzialità dei vari tratti di costa. L’impegno di tutti è fondamentale: «Ringraziamo – ha dichiarato questa mattina Fabiano Aretusi, neo Presidente dell’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” - volontari, associazioni, enti e Guardia Costiera perché negli anni hanno permesso le azioni di tutela e monitoraggio della specie. Allo stesso tempo rivolgiamo un appello affinché si presti la massima attenzione durante le giornate trascorse in spiaggia: avvicinarsi o interagire con un nido potrebbe compromettere la cova del fratino, una specie in forte diminuzione in tutta Italia e che anche in Abruzzo vive una situazione di difficoltà».
La tutela non può comunque limitarsi all’impegno dei volontari. «Il Fratino – ha aggiunto Filomena Ricci, delegato WWF Abruzzo - è un bene collettivo e ognuno deve contribuire a salvaguardarlo. Chiunque voglia dedicare anche poche ore a questo progetto di conservazione dal basso sarà prezioso. Da alcuni anni possiamo contare sulla collaborazione della Guardia costiera che ci sta affiancando nella nostra opera consentendo ai volontari di effettuare i monitoraggi in sicurezza durante le fasi di lockdown. Fondamentale è anche la collaborazione che possono dare i balneatori e tutti coloro che lavorano sulla costa: negli anni notiamo una crescita di sensibilità da parte di questi operatori che possono veramente fare la differenza per la tutela della specie. Le amministrazioni comunali poi devono adottare semplici accorgimenti che non pregiudicano la loro offerta turistica, ma anzi la migliorano perché la presenza del Fratino è sintomo di un territorio sano e di un ambiente pulito».
L’edizione 2021 del Progetto Salvafratino ha già avuto dei primi “assaggi” con alcune giornate di pulizia a mano delle spiagge e con la diffusione a tutte le amministrazioni comunali e le riserve naturali costiere delle “Linee guida in merito alla gestione del Fratino (Charadrius alexandrinus)” nel quale sono fornite le indicazioni relative alla pulizia delle spiagge, al controllo dei cani vaganti, alla tutela della vegetazione spontanea, ecc. al fine di non arrecare danni o disturbo alla specie. Nelle scorse settimane sono stati inoltre organizzati incontri formativi on line e una diretta webinar con ricercatori dell’ISPRA, del Comitato Nazionale per la Conservazione del Fratino, della LIPU e del WWF .
La conferenza stampa è servita anche a ribadire che chiunque voglia svolgere attività di volontariato in favore del fratino può prendere contatto attraverso la pagina Facebook Salvafratino Abruzzo o scrivendo a abruzzo@wwf.it.

10.3.21

Cemento sul fosso alle porte del Giardino dell'AMP Torre del Cerrano


Il 6 marzo il WWF era intervenuto con una segnalazione ai vari enti competenti per evidenziare i danni che si stavano arrecando ad un fosso alle porte del Giardino della Torre di Cerrano durante la lavorazione del locale tratto della Ciclovia Adriatica. Il tipo di intervento aveva comportato la cementificazione del tratto naturale interessato e appariva assolutamente inadatto al luogo finendo per compromettere un fosso che è segnalato, proprio dall’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano”, per la presenza del rospo smeraldino.
Si sono così attivati dei controlli da parte del Comune di Pineto e dell'Area Marina Protetta che hanno portato nel giro di alcuni giorni prima alla sospensione dei lavori e poi alla dichiarazione da parte del Comune, responsabile dell'intervento, di voler rivedere l'intervento smantellando quanto realizzato.
Il WWF ha preso atto positivamente della decisione annunciata dal Comune di Pineto: riconoscere l’errore fatto e manifestare la volontà di tornare indietro è stato sicuramente un passo importante, anche se andrà verificato come sia stato possibile arrivare a tanto all’interno di un’area protetta e se l’intervento sia stato realizzato come era stato progettato e autorizzato, considerato che lo stesso è stato sottoposto a valutazione di incidenza ambientale.
Subito dopo la demolizione dovranno essere ripresi i lavori per completare la pista ciclabile che è un intervento importante per la mobilità sostenibile e per l’offerta turistica. Sul tipo di intervento alternativo da fare sarebbe utile che si aprisse un confronto preventivo anche perché sarà necessario mettere in atto tutte le possibili misure compensative per cercare in qualche modo di recuperare il danno che è stato comunque arrecato alla popolazione di rospo smeraldino proprio nella fase di avvio della stagione riproduttiva.
Il WWF si è dichiarato disponibile a fornire supporto, invitando il Presidente dell’Area Marina Protetta, cui va riconosciuto il merito di essersi subito attivato non appena contattato, a farsi promotore di tale confronto.