29.7.09

Piano casa = cementificazione

Proposta di legge n. 52/09 (Piano-Casa): la Regione Abruzzo sceglie la cementificazione anche nei Parchi e nelle Riserve. Le associazioni ambientaliste chiedono audizione alle Commissioni regionaliQuesta mattina le Associazioni WWF, Legambiente e Italia Nostra, venuti a conoscenza della proposta di Legge denominata "Intervento regionale a sostegno del settore edilizio" (DL 52/09), hanno inviato richiesta urgente di audizione alla Commissione Bilancio e Affari Generali e a quella del Governo del Territorio che in giornata si riuniranno per licenziare il provvedimento. Le Associazioni esprimono forte preoccupazione per le pesanti ricadute che questa Legge potrebbe avere dal punto di vista della ulteriore cementificazione del territorio, quindi riguardo l'aspetto paesaggistico e di consumo di suolo, della sicurezza dei cittadini in relazione ai vincoli idrogeologici e ambientali in genere, dal punto di vista della riqualificazione architettonica, energetica e turistico-ricettiva. Ritengono inoltre gravissimo che un disegno di Legge di tale portata sia stato elaborato senza alcuna forma di partecipazione e di consultazione delle Associazioni (non solo ambientaliste) che rappresentano i molteplici e diversi interessi collettivi.

AGGIORNAMENTO: E' stata momentanamente sospesa l'approvazione della legge. WWF, Italia Nostra e Legambiente dovrebbero essere sentite dalle Commissioni competenti lunedì 3 agosto.

27.7.09

+ Bici - SUV a Pineto

Il Coordinamento delle ciclabili dell'Abruzzo teramano organizza la sesta edizione di + Bici - SUV a Pineto i prossimi venerdì 31 luglio e sabato 1° agosto.
Il programma:
Venerdì 31 luglio, ore 21: Tavola rotonda I nuovi turismi: bicicletta ed aree protette alla Villa Filiani di Pineto.
Sabato 1° agosto, ore 18: Biciclettata Pineto-Scerne e risalita del tratto pinetese del Fiume Vomano.

22.7.09

Scomparsa della spiaggia ed inquinamento del mare a Pineto: si paga la gestione sconsiderata del Fiume Vomano

In queste settimane sono state da più parti evidenziate una serie di problematiche ambientali nel territorio del Comune di Pineto.
Ci troviamo di fronte alla natura che presenta il suo conto: la gestione sconsiderata del bacino del Fiume Vomano da anni determina problemi non solo all’ambiente, ma alle stesse attività umane, mettendo a rischio il turismo, principale attività economica locale.
È noto che il fiume Vomano è interessato ogni giorno da due piene (che solitamente dovrebbero verificarsi con cadenza annuale) a causa del rilascio dell’acqua da parte dell’ENEL dai bacini utilizzati per la produzione idroelettrica.
Ciò ha comportato e continua a comportare una pesantissima erosione lungo il fiume, tanto che il basso corso del Vomano è oggi caratterizzato da canyon alti oltre 10 metri. È così scomparso lo strato di sabbia presente nell’alveo e l’acqua scorre ormai sullo strato argilloso.
La conseguenza è, da un lato una velocizzazione dell’acqua, e dall’altra la perdita di apporto solido dal fiume con successiva mancanza di ripascimento naturale della linea di costa.
Ma non solo. Attualmente le prime arcate, lato Roseto, del ponte ferroviario sono state occupate da depositi di inerti, mentre le protezioni per il porticciolo di Roseto degli Abruzzi realizzate alla foce del Vomano hanno occluso la foce e fanno “rimbalzare” le acque di piena verso sud, determinando così forti problemi di erosione ed inquinamento nel territorio di Pineto.
Come se tutto questo non bastasse, è stato progettato un muro in cemento sempre a protezione del porto che non farà altro che alterare il libero deflusso del fiume accelerando i fenomeni sopradescritti.
Allo stesso modo, la costruzione negli anni scorsi di pennelli nel tratto litorale tra Pineto e Scerne, realizzati allo scopo di fermare il trasporto di ghiaia, hanno di fatto ulteriormente ridotto l’apporto di materiale solido sulla spiaggia aumentando i fenomeni erosivi.
Il Fiume Vomano risulta poi essere molto inquinato: il corso d’acqua, infatti, attraversa nuclei industriali ed artigianali, centri abitati e campagne a coltivazione intensiva. Il tutto determina un carico inquinante fortissimo che si riversa in mare.
Il WWF da sempre sostiene la necessità di affrontare la questione del Vomano in termini complessivi a livello di bacino idrografico. Il procedere attraverso interventi episodici a spot ha determinato esclusivamente l’aggravamento della situazione.
È necessario un coordinamento generale (Autorità di bacino) che lavori per il ripristino naturale del bacino, per risolvere una volta per tutte il problema delle piene giornaliere, per aumentare i controlli e la repressione degli inquinamenti puntuali e diffusi e per rendere la foce del fiume libera attraverso la delocalizzazione del porticciolo.

La mancanza di senso del ridicolo

Ormai sparare a specie protette non interessa più i cacciatori più estremisti.
La nuova campagna di Federcaccia spara sulla serenità dei bambini e la loro capacità di vivere in armonia con la natura.
Crediamo che sia vergognoso il tentativo di Federcaccia di sfruttare l’immagine di un bambino e la sua serenità nella natura per “svecchiare” la caccia.
È ormai noto infatti che di anno in anno i cacciatori diminuiscono anche per l’età matura della maggioranza. E dunque oggi Federcaccia non solo chiede a gran voce la licenza di caccia ai sedicenni, ma addirittura sfrutta la foto di un bimbo di non più di 4 anni con tanto di fucile accanto.
Per il WWF è incredibile e pericoloso prevedere l’abbassamento dell’età della licenza di caccia quando la caccia è considerata, ovviamente, uno sport pericoloso, motivo per cui è obbligatoria l’assicurazione civile. Ogni anno sono decine i morti per incidente di caccia, e solo in ultimo all’inizio di luglio un bambino con un fucile da caccia del padre ha ucciso accidentalmente l’amichetto.
La proposta riforma del disegno di legge del Sen. Orsi in discussione in Senato sta spingendo a un rigurgito di violenza del mondo venatorio più retrivo ed estremista. Un disegno di legge che è anche diseducativo proprio quando prevede la caccia a 16 anni e contro la sicurezza dei cittadini quando liberalizza i periodi di caccia.
(Peraltro dalla foto della campagna pubblicitaria non si capisce se il bambino stia utilizzando un richiamo o si stia facendo un grappino per dimenticare la sfortuna di avere un padre che lo ha vestito da scemo e lo ha portato a caccia).

20.7.09

No oil

Sabato mattina si è svolta a Pescara, sul lungomare davanti la “Nave di Cascella”, la manifestazione "Abruzzo libero dal petrolio per un futuro sostenibile" con la partecipazione di tanti cittadini abruzzesi, associazioni e comitati della Rete EmergenzAmbienteAbruzzo, alcuni sindaci ed alcuni consiglieri delle amministrazioni regionali e provinciali che hanno ribadito la loro netta contrarietà al progetto del Governo di trasformare la regione Abruzzo in distretto petrolifero.
Un presidio per informare, raccogliere firme sulla petizione che chiede la revoca delle concessioni a terra e mare, e per ribadire, anche con azioni creative, che il destino della nostra regione non può essere deciso “dall'alto” senza tener conto del parere della popolazione, né tanto meno della vocazione naturale del territorio.
Due artisti di strada hanno inscenato una divertente pantomima tra una donna vestita con abito tipico abruzzese ed il cane a sei zampe simbolo dell'ENI.
Circa 200 partecipanti si sono spostati poi a Piazza Salotto per scrivere NO OIL usando i propri corpi.
Erano presenti al presidio il sindaco di Miglianico, De Marco, il vice-sindaco di Fara Filiorum Petri, Simone, l'Assessore all'Ambiente di Fossacesia, Natale, il consigliere regionale del PRC, Acerbo, il sindaco di Pineto, Monticelli, l'assessore all'Ambiente di Casalbordino, Galante, il consigliere della Provincia di Pescara del PRC, Di Minco. Ma il fronte del "no istituzionale" si allarga sempre più: molti altri sindaci, pur non potendo essere presenti, hanno aderito.
Grande assente la Regione: si avvicina la scadenza della moratoria votata l'anno scorso riguardante il Centro Oli di Ortona ed il commento è stato unanime: a parte le dichiarazioni fatte in campagna elettorale, gli amministratori regionali fino ad oggi sono stati latitanti.
Intanto cresce la preoccupazione per la legge nazionale in prossima discussione alla Camera dei Deputati (già passata al Senato) che di fatto esautora gli Enti Locali da qualunque decisione in materia energetica. Per questo le Associazioni hanno preparato una lettera indirizzata ai parlamentari abruzzesi che li richiama ad esprimersi pubblicamente sul tema ed a dichiarare chiaramente quali azioni sono disposti a mettere in campo per contrastare la deriva petrolifera regionale.

Segue il testo della lettera inviata ai parlamentari abruzzesi.

La politica abruzzese non può più tacere
Lettera aperta ai Parlamentari eletti dagli Abruzzesi


Al Senato
Fabrizio Di Stefano
Giovanni Legnini
Franco Marini
Alfonso Mascitelli
Andrea Pastore
Filippo Piccone
Paolo Tancredi

Alla Camera dei Deputati
Ferdinando Adornato
Sabatino Aracu
Carla Castellani
Marcello De Angelis
Giovanni Dell’Elce
Vittoria D’Incecco
Augusto Di Stanislao
Tommaso Ginoble
Giovanni Lolli
Paola Pelino
Maurizio Scelli
Lanfranco Tenaglia
Daniele Toto
Livia Turco

I Comitati locali ed il movimento ambientalista hanno per primi evidenziato i pericoli derivanti dalla realizzazione del Centro Oli ad Ortona.
Da quel primo allarme, il movimento è cresciuto ed ha continuato a lavorare, evidenziando come – secondo i dati ufficiali forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico – il territorio di 221 comuni abruzzesi su 305 sono oggi interessati dalla ricerca e dalla coltivazione di gas e petrolio (quest’ultimo “amaro”, altamente corrosivo e di bassa qualità).
Oltre il 49% dell’Abruzzo (compresi i parchi nazionali) e 5.600 kmq di mare antistante le nostre coste sono interessati da tali attività che saranno accompagnate dalla creazione di oleodotti, raffinerie (Centri Oli) e desolforatori in mare.
In maniera assolutamente casuale siamo così venuti a conoscenza che l’Abruzzo è destinato a diventare un distretto minerario.
Di punto in bianco, qualcuno, senza preoccuparsi minimamente di confrontarsi con la società abruzzese, ha deciso di modificare per sempre la storia e le vocazioni della nostra regione.
Purtroppo dobbiamo osservare come da parte della maggior parte di Voi non vi sia stata alcuna presa di posizione tesa, se non a contrastare, perlomeno ad illustrare e giustificare tali scelte.
Il movimento per un Abruzzo libero dal petrolio ha avviato una campagna informativa in tutte le piazze dei comuni abruzzesi anche attraverso una petizione che chiede a chiare lettere di fermare la deriva petrolifera che sembra poter investire la nostra regione.
Siamo fortemente preoccupati per il Vostro silenzio e per la poca operosità su questo tema ed è per questo che chiediamo pubblicamente le Vostre singole posizioni e le azioni concrete che avete realizzato e che intendete realizzare, affinché venga fermata quella che noi riteniamo un’autentica devastazione dell'intero territorio per i seguenti motivi:
L’Abruzzo è la regione verde d'Europa e le estrazioni petrolifere non sono compatibili con questa particolare e straordinaria specificità che attraverso anni di fatica e impegni economici si è voluto potenziare.
L’Abruzzo è una regione ricca di falde acquifere sotterranee (preziosa riserva d'acqua per noi e le generazioni future) e come voi saprete esiste una vasta bibliografia, in cui si spiega come le perforazioni per idrocarburi possano essere un potenziale e terribile rischio di inquinamento delle stesse.
Per la nostra regione le royalties delle attività estrattive di idrocarburi sono assolutamente insignificanti, sia sotto il profilo occupazionale che economico, mentre i danni alla salute, all’ambiente e alle attività agricole,vitivinicole e turistiche fondanti la nostra economia sarebbero devastanti, come ci insegna la vasta bibliografia sui distretti minerari italiani e stranieri, così come sarà devastante l’impatto sul patrimonio immobiliare dei singoli cittadini e degli enti nelle aree strettamente interessate.
L’Abruzzo, proprio per le sue caratteristiche ambientali si presta a sviluppare le fonti energetiche alternative ed investire sull’ottimizzazione e sul risparmio energetico: una scelta, peraltro, che tutti i Paesi dovranno compiere anche per rispondere agli impegni presi a livello internazionale sulla riduzione delle emissioni di gas climalteranti in atmosfera.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nello studio inerente le ricerche petrolifere in Val D’Agri, il cui territorio è a rischio sismogenetico come il nostro, spiega chiaramente come le perforazioni legate alla ricerca ed alla coltivazione degli idrocarburi aumentino l’incidenza del suddetto rischio (R = valore x vulnerabilità x pericolosità).
Restiamo in attesa di un Vs. riscontro che crediamo un atto dovuto ai cittadini che siete stati chiamati a rappresentare.

Maria Rita D'Orsogna, docente Fisica Università Columbia Los Angeles
Dante Caserta, Consigliere nazionale WWF
Angelo Di Matteo, Presidente regionale Legambiente

Libriamoci a Giulianova

17.7.09

Abruzzo libero dal petrolio per un futuro sostenibile

Sabato 18 luglio, a Pescara, nella spiaggia antistante la Fontana della Nave di Cascella dalle ore 10:30, si terrà la manifestazione “Abruzzo libero dal petrolio per un futuro sostenibile”.
Sarà una giornata per sensibilizzare tutti i cittadini abruzzesi ed i turisti ad iniziare dai bagnanti che non sanno delle 16 piattaforme già operanti nel nostro mare e delle numerose altre in arrivo.
Le piattaforme stanno per essere installate anche a pochi chilometri dalla costa e rimarranno attive per decenni.
Una giornata per ricordare al Presidente della Regione ed a tutto il Consiglio regionale che non basta dire "no al centro oli di Ortona" sotto campagna elettorale perché TUTTO l'Abruzzo é in pericolo.
Il 50% del territorio abruzzese e l'80% della popolazione saranno infatti interessati dalle attività estrattive di gas e petrolio e dalle infrastrutture ad esse connesse.
L'Abruzzo sarà di fatto trasformato in distretto minerario con la distruzione di interi comparti economici e la svalutazione del patrimonio immobiliare nelle zone direttamente interessate.
Non vogliamo che l'Abruzzo diventi come Falconara, la Val D'Agri, Sarroch, Taranto, Priolo o Gela.
Emergenza Ambiente Abruzzo ha predisposto una lettera per i sindaci dei comuni abruzzesi interessati dalle ricerche ed etrazioni petrolifere ed una lettera ai Deputati e Senatori eletti in questa regione affinché si impegnino nella difesa del loro territorio. Sarà inoltre presentata la petizione con cui comuni, associazioni e cantine chiedono di fermare la follia del petrolio in Abruzzo. Una follia, ricordiamo, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello economico.
Alla manifestazione hanno aderito, oltre alle 70 associazioni e comitati che costituiscono Emergenza Ambiente Abruzzo, anche numerosi sindaci, in particolare della Costa Teatina, la Federpesca, Cantine vinicole e tanti cittadini.
In provincia di Teramo sono 40 i Comuni interessati da ricerche o richieste attinenti agli idrocarburi: Alba Adriatica, Ancorano, Atri, Basciano, Bellante, Campli, Canzano, Castellalto, Castiglione M. R., Castilenti, Cellino Attanasio, Cermignano, Civitella del Tronto, Colledara, Colonnella, Controguerra, Corropoli, Cortino, Crognaleto, Giulianova, Montefino, Montorio al Vomano, Morro d’Oro, Martinsicuro, Mosciano Sant’Angelo, Nereto, Notaresco, Penna Sant’Andrea, Pineto, Rocca Santa Maria, Roseto degli Abruzzi, Sant’Egidio alla Vibrata, Sant’Omero, Silvi, Teramo, Torano Nuovo, Torricella Sicura, Tortoreto, Tossicia, Valle Castellana.
La popolazione che vive nei comuni interessati ammonta a 276.720 su 306.067 degli abitanti complessivi della provincia di Teramo (il 90,4%).

15.7.09

Gravissimo atto contro il WWF nella nostra regione

Questa notte l'Oasi WWF del Lago di Alanno, in Provincia di Pescara, è stata oggetto di un grave atto contro il patrimonio. Ignoti hanno completamente bruciato quella che doveva essere da settembre l'aula didattica dell'oasi, un edificio in legno che era stata appena terminato e di cui la ditta stava completando la recinzione. Anche un piccolo escavatore della Coop. Cogecstre, che era parcheggiato ad una certa distanza, è stato incendiato deliberatamente ed è andato completamente distrutto.
L'aula didattica era stata finanziata dall'Amministrazione Provinciale di Pescara con 40000 euro messi a disposizione del Comune di Alanno, che stava realizzando l'opera. La struttura sarebbe servita per ospitare le classi scolastiche in visita alla locale stazione di inanellamento scientifico degli uccelli, attiva da anni con grandi risultati scientifici per lo studio degli uccelli migratori.
Dichiara Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF Italia: “Questo incendio doloso è un gravissimo atto di intimidazione nei confronti dell'associazione e rappresenta un danno per l'intera collettività. In questi ultimi due anni avevamo segnalato alle autorità divcersi epidosi intimidatori e di vandalismo. Mai avremmo pensato che questi delinquenti sarebbero arrivati a premeditare e mettere in pratica l'incendio di un'edificio, con tetto e stanze, con un sistema mafioso. Quello di stanotte è il più grave danno mai arrecato deliberatamente ad una struttura di un'area protetta in Abruzzo. Ci preoccupa questo livello di imbarbarimento e chiediamo alle amministrazioni pubbliche una risposta ferma per ribadire che il territorio non è nelle mani di bande di violenti ma luogo dove deve regnare la legalità”.
Dichiara Enisio Tocco, sindaco del Comune di Alanno: “L'aula didattica sarebbe stata inaugurata a settembre dagli gli studenti delle nostre scuole che così perdono una struttura che sarebbe stata a loro disposizione tutto l'anno per studiare la natura all'aperto insieme con i ricercatori del WWF che da anni fanno ricerca ornitologica nell'area. E' un atto odioso che mina i valori fondamentali del vivere comune e che la comunità che guido vuole rifiutare nel modo più categorico. Ho chiesto ai Carabinieri il massimo sforzo per assicurare alla giustizia l'autore o gli autori di questi reati. Ritengo, inoltre, che dovremo presto ricostruire le opere distrutte per far sì che quanto le istituzioni avevano programmato sia realizzato nonostante tutto, dando un segnale forte di ripristino della legalità ai violenti. Questo è il messaggio che dobbiamo e vogliamo dare e ci adoperermo per questo”.

14.7.09

Oggi sciopero!

Oggi il nostro blog sciopera contro la legge bavaglio: tutte le info su http://dirittoallarete.ning.com/ .

10.7.09

G8 L'Aquila: terza ed ultima giornata

Si è chiuso oggi il G8 a L'Aquila.
"In questo G8 abbiamo visto alcuni progressi, ma i leader delle nazioni benestanti non si sono assunti la responsabilità del cambiamento climatico. Le nazioni ricche e povere non sono state in grado di superare le divisioni e le diffidenze nel corso del Major Economies Forum (MEF) e del G8. E' stato come la cartolina di un amico ricco che scrive da un albergo a cinque stelle: vorrei che tu fossi qui! I Paesi ricchi stanno dando a quelli in via di sviluppo ogni cosa: il loro tempo, i loro pensieri e i loro cuori, ma non i loro soldi" sottolinea Kim Carsensten, leader della Global Climate Initiative del WWF. "I progressi non stanno avvenendo abbastanza rapidamente, ma i buoni passi avanti contenuti nella dichiarazione sulla tecnologia e la finanza del MEF così come l’accordo sui 2 gradi indicano che Copenhagen è ancora un traguardo raggiungibile".
"Alcune buone novità per la biodiversità, anche se dettate da una visione utilitaristica, funzionale alle necessità dell’uomo. Il G8 ha riconosciuto il ruolo dei servizi ecosistemici nella lotta alla povertà, ha richiamato la sempre sottovalutata Convenzione sulla Biodiversità e gli impegni assunti per il 2010, così come la necessità di tutelare le foreste per contrastare i cambiamenti climatici” ha detto Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia.
"Il G8 ha anche dato un segnale positivo sul fronte dello sviluppo, iniziando a integrare lotta alla povertà, crisi alimentare mondiale e cambiamenti climatici, che sono legati indissolubilmente tra loro", ha aggiunto Leoni. "Vanno in questo senso gli interventi per la crisi alimentare, l’impegno verso un partenariato Europa-Africa per l’acqua e la tutela delle foreste del Bacino del Congo. Ma è totalmente insufficiente la risposta dei grandi sulle politiche per la salute, l’aiuto allo sviluppo e la fame, che non danno speranze al miliardo di persone che vive ancora sotto la soglia di povertà".

9.7.09

G8 L'Aquila: seconda giornata

Permangono profonde divisioni e mancanza di fiducia tra le nazioni ricche e quelle povere: è questo il tratto comune degli incontri del G8 e del Forum delle Maggiori Economie (MEF) che si chiudono oggi pomeriggio.
Certo, qualche progresso è stato fatto, ma i leader delle nazioni industrializzate non hanno ancora fatto il passo sostanziale, quello che avrebbe e deve fare la differenza: stabilire con chiarezza l’obiettivo di riduzione delle emissioni a medio termine (2020), assieme a seri, inequivocabili impegni finanziari.
Il G8 e il MEF hanno tuttavia registrato alcuni sviluppi ed avanzamenti positivi, non ultimo la condivisione dell’obiettivo globale comune di mantenere l’aumento della temperatura media terrestre al di sotto dei 2°C, ritenuto il minimo indispensabile per evitare i peggiori impatti del riscaldamento globale.
“Fatta finalmente chiarezza su alcuni punti fondamentali, una sostanziale questione che rimane insoluta è quella dei soldi – ha detto Stefano Leoni, presidente del WWF Italia, presente a L’Aquila – I paesi ricchi dicono alle nazioni povere: ‘poveri voi’, siamo preoccupati, ma non si impegnano a dare o perlomeno a quantificare il loro sostegno concreto. Il tempo delle dichiarazioni rassicuranti da parte delle nazioni industrializzate è finito, bisogna cambiare marcia ed imboccare senza esitazioni la strada della solidarietà, dell’equità, della sincera empatia, di una convinta leadership e di concreti impegni finanziari. Il fatto che il MEF non abbia dichiarato esplicitamente l'intenzione di dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2050 è il segno di un “attendismo” e di una mancanza di fiducia reciproca tra i Paesi industrializzati e i Paesi emergenti che non può più essere accettata”.
Durante l’incontro delle maggiori economie (MEF), che ha riunito i Paesi responsabili per circa l’80% delle emissioni globali, alcune nazioni industrializzate hanno accusato le economie emergenti di non aver fatto progressi sufficienti. “Basta con lo scarica-barile. Per raggiungere un compromesso le nazioni industrializzate devono essere le prime a prendere impegni responsabili e credibili” - ha aggiunto Leoni.
Il WWF ha accolto favorevolmente le dichiarazioni del MEF sul limite dei 2°C all’aumento delle temperature globali e sul raddoppio dei fondi pubblici per la ricerca sulle tecnologie verdi. Questo dimostra che c’è ancora della buona volontà oltre che una possibilità di accordo a Copenhagen. “Ci sono dei segnali positivi che se portati avanti potrebbero trasformarsi in un accordo. Siamo convinti che un accordo a Copenhagen sia possibile, ci sono tutti gli elementi per ottenerlo, ma a condizione che vi sia una decisa volontà politica per raggiungerlo.” Ha concluso Leoni.

G8 L'Aquila: prima giornata

I leader del G8 hanno concordato di mantenere l'aumento delle temperature globali al di sotto dei 2 gradi dimostrando di essersi finalmente risvegliati dopo una lunga fase di negazione. Ma hanno completamente omesso di dire come intendono raggiungere l'obiettivo.
Senza una strategia chiara per la riduzione delle emissioni, questo impegno si aggiungerà alla lunga lista delle promesse non mantenute, dice il WWF. L’Associazione apprezza l'iniziativa dei leader, ma la mancanza di un accordo su obiettivi di riduzione delle emissioni di medio periodo, di chiari impegni finanziari e di una scadenza per il picco e declino delle emissioni potrebbe trasformare l'obiettivo dei 2 gradi in una dichiarazione vuota.
"Abbiamo alcune buone notizie oggi: i leader del mondo sono tornati con i piedi per terra. Gli diamo il benvenuto tra noi, ma ci domandiamo perché non abbiano detto come intendono mantenere le loro promesse", commenta Kim Carsensten, leader della Global Climate Initiative. "Cosa faranno tra oggi e il 2020? Se non elaborano un percorso per raggiungere l'obiettivo dichiarato, l'impegno si andrà ad aggiungere a una lunga lista di promesse non mantenute".
È necessario un ambizioso obiettivo di medio periodo da parte dei Paesi sviluppati per assicurare un'azione immediata, altrimenti gli impegni assunti dai Paesi verranno ridimensionati e rimandati a un futuro lontano e imprevedibile. Fino a oggi le dichiarazioni di riduzione delle emissioni da parte dei Paesi industrializzati non aggiungono nulla alle misure necessarie entro il 2020: il G8 ha perso l'opportunità di colmare il divario.
"Da questo e dai prossimi Summit capiremo se i Capi di Stato sono davvero coscienti che siamo di fronte alla più grande sfida che l'umanità abbia mai affrontato e saranno capaci di essere leader davvero, e non solo a parole", aggiunge Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia. "Abbiamo bisogno di sapere quale sarà l'obiettivo di riduzione delle emissioni tra oggi e il 2020 per due motivi vitali: prima di tutto perché le emissioni devono cominciare a declinare rapidamente da subito, massimo entro 10 anni, secondo le indicazioni della comunità scientifica; secondariamente perché dagli altri Paesi non verranno impegni se chi ha causato il cambiamento climatico non farà il primo passo".
Il WWF crede che il gruppo dei Paesi industrializzati dovrebbe tagliare le emissioni del 40% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, e gli USA dovrebbero assumere un impegno equivalente da un punto di vita concreto, legale e di sforzo compiuto. Chiede inoltre che i Paesi sviluppati si impegnino con circa 160 miliardi di dollari all'anno per la riduzione delle emissioni e l’adattamento ai cambiamenti climatici da parte dei Paesi in via di sviluppo.

7.7.09

Balestrucci in pericolo

Da alcuni giorni il WWF è impegnato nel salvare una colonia di balestrucci presente a Teramo presso lo stabilimento dell'ex-Villeroy & Boch, attualmente in fase di demolozione.
Dopo una prima segnalazione inviata venerdì scorso alle Guardie Provinciali ed al Corpo Forestale dello Stato, il WWF ha organizzato un sit-in di protesta sabato mattina, quando si era sparsa la notizia che in mattinata sarebbe stato abbattuto il muro dove erano presenti decine di nidi di balestruccio.
Di seguito riportamo l'articolo di Maurizio Di Biagio, pubblicato sulla cronaca di Teramo del Messaggero che descrive il sit-in di sabato mattina.

Solo un nutrito drappello di animalisti del Wwf e della Lipu è riuscito a salvare i nidi di alcune rondini a rischio estinzione che stanno nidificando tra le vecchie colonne dell’ex fabbrica “Villeroy & Boch” in via di liquidazione e di abbattimento. Nella mattinata di ieri, la ditta incaricata dal tribunale di Teramo, alla luce dello smantellamento delle mura pericolanti che incombono sull’area, aveva già posizionato la gru per censire i nidi e per “trasferirli in un istituto di Roma”. Azione che a detta degli animalisti «avrebbe comportato la sicura morte degli uccelli migratori», da qui la protesta e il conseguente ritorno sui propri passi della ditta. Il “balestruccio” è un uccello che si nutre di insetti volanti e gode di uno status protettivo. Momenti di tensione si sono quindi registrati tra il presidente Wwf di Teramo Pino Furia, assieme a tutto il popolo ambientalista, e il condirettore dei lavori nominato dal Tribunale, per la redazione di un verbale che poi non è stato firmato dal presidente. Altro imbarazzo è giunto da una sorta di spaccatura interna alla Lipu: una fazione del Circolo teramano infatti appoggiava l’operazione di trasferimento, anzi la curava, mentre l’altra, presente sul posto, la osteggiava. E’ dovuto intervenire da Francavilla il coordinatore regionale Stefano Allavena che ha in pratica smentito la Lipu teramana di fatto bloccando l’iniziativa. Ora come afferma il comandante della polizia provinciale, Nadia Carletti, la patata bollente passa al sindaco Brucchi che dovrà valutare il da farsi: se abbattere le vecchie mura che rappresentano un pericolo pubblico e trasferire quindi i balestrucci o assumere altre iniziative. «Dovrà scegliere lui la priorità». Ma il Comune sembra non possa far nulla. E se il contributo della Lipu con l’intervento di Allavena è venuto meno «si potrà sempre ricorrere ad un veterinario». Finora quattro nidi sui 28 esistenti nella struttura, a suo tempo bonificata da amianto e rifiuti speciali, sono stati già abbattuti perché interessati da un crollo ora anche al centro dell’attenzione per via di un esposto presentato dal Wwf. «L’ipotesi del trasferimento dei piccoli nidi all’Istituto nazionale di fauna selvatica di Roma – dichiara Stefano Allavena – si presenta come un’operazione rischiosissima. Chiediamo che Comune e Tribunale di attendere almeno il 15 settembre quando terminano le tre covate, così da non perdere l’intera colonia». Per la verità, il termine potrebbe essere quello del 20 luglio, termine della prima nidiata, venendo così incontro alle esigenze di liquidazione che incombono sull’area.

Oggi, il WWF ha inviato la nota che segue, al Sindaco di Teramo e, per conoscenza all'Assessore all'ambiente del comune di Teramo, alle Guardie Provinciali ed al Corpo Forestale dello Stato.

Risulta alla scrivente Associazione che il Sig. Sindaco di Teramo avrebbe firmato un’ordinanza di demolizione di un muro appartenete agli edifici dell’ex stabilimento Villeroy & Boch. Qualora ciò corrispondesse al vero, si chiede la sospensione dell’ordinanza al fine di consentire una migliore valutazione della situazione.
Come è noto, il muro in questione ospita una delle più importanti colonie di balestrucci presenti nella città di Teramo: questa specie è in forte diminuzione a causa della diffusione di insetticidi e della distruzione dei nidi.
La demolizione del muro comporterebbe la conseguente perdita di tutti i piccoli che attualmente sono ospitati nei nidi e che sono stati recentemente censiti in due occasioni da un veterinario.
Peraltro una parte dei nidi occupati dai pulli sono stati già distrutti. Su tale episodio la scrivente Associazione ha inoltrato una segnalazione alla Polizia Provinciale ed al Corpo Forestale dello Stato e si riserva ogni ulteriore azione nelle sedi opportune: i nidi ed i piccoli di balestrucci sono infatti protetti da leggi dello Stato e non possono essere rimossi (se non da soggetti riconosciuti ed autorizzati), né tanto meno distrutti.
L’edificio di cui si discute è nello stato attuale ormai da moltissimi anni e francamente non si comprende il motivo per cui non sia possibile attendere le poche settimane che ci separano dall’involo dei piccoli.
Non si conoscono le perizie che sarebbero alla base dell’ordinanza di abbattimento per la tutela della pubblica incolumità. Si fa però notare che se si fosse effettivamente determinata una situazione di pericolo, questa sarebbe dovuta ai lavori effettuati fino ad oggi, dato che l’edificio in questione prima dell’inizio di detti lavori non risulta abbia mai dato problemi da questo punto di vista. Si aggiunge, inoltre, che se vi fosse realmente il pericolo di crollo del muro non si comprende perché il transennamento effettuato nell’area si sia limitato a pochi metri dalla base del muro e non ad uno spazio corrispondente a tutta l’altezza del muro stesso come invece si dovrebbe.
Si evidenzia, peraltro, che l’intenzione di asportare i piccoli presenti e di trasportarli presso il Bioparco di Roma, intenzione illustrata sabato scorso dal personale della ditta che sta procedendo all’abbattimento dell’edificio nel corso di un sit-in organizzato dal WWF e da alcuni cittadini, non costituirebbe un’ipotesi percorribile ed è stata ampiamente criticata anche dal responsabile regionale della Lega Italiana Protezione Uccelli, dott. Stefano Allavena, proprio per la quasi certezza di non recupero dei piccoli una volta giunti a destinazione.Alla luce di quanto esposto, si chiede al sig. Sindaco di Teramo, qualora abbia provveduto alla predisposizione dell’ordinanza di abbattimento, di sospenderne l’efficacia e di farsi promotore di un incontro volto alla ricerca di una soluzione alternativa nel rispetto della normativa vigente sulla tutela della fauna, contemperando tutte le diverse esigenze.

Nei prossimi giorni il WWF continuerà a seguire la vicenda.

Il WWF al G8 de L'Aquila

Da domani e fino a venerdì, una delegazione composta da rappresentanti del WWF Internazionale e del WWF Italia, della quale faranno parte, tra gli altri, Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia, e Dante Caserta, abruzzese, Consigliere nazionale del WWF Italia, sarà – tra le Organizzazione Non Governative – al G8 de L’Aquila.
Anche in questa occasione le attività del WWF saranno incentrate principalmente sul tema dei cambiamenti climatici che costituiscono uno dei sintomi più evidenti del fatto che i Paesi ricchi stanno vivendo al di sopra delle possibilità del Pianeta. Sia la crisi economica che quella ambientale ci insegnano che c’è un margine di consumo oltre il quale le conseguenze diventano catastrofiche. E se il Pianeta va in bancarotta, non c’è prestito che possa salvarlo.
Mancano poco più di 5 mesi alla Conferenza sul Clima dell’ONU che avrà luogo a Copenhagen a dicembre, e che dovrà produrre un accordo per affrontare la sfida del cambiamento climatico. Nel momento in cui il mondo si confronta con una crisi economica senza precedenti, i leader dei Paesi più ricchi non devono dimenticare la loro responsabilità nel garantire a Copenhagen un accordo globale (Global Deal) equo, ambizioso e fondato su basi scientifiche. E devono cogliere l’opportunità di assicurare che la ripresa economica contribuisca positivamente alla tutela del clima.
I vertici del G8 e del MEF (Major Economies Forum) de L’Aquila offrono ai leader mondiali l’occasione per concordare iniziative comuni che risolvano le crisi che stiamo affrontando: quella climatica, quella economica e quella della povertà, tra loro collegate. Tutte queste crisi devono essere risolte: un forte impegno sui cambiamenti climatici costituirà un contributo fondamentale sia alla protezione di milioni di persone (in particolare i più poveri del Pianeta, prime vittime di cicloni, siccità e inondazioni), sia alla creazione di nuovi posti di lavoro “verdi” attraverso investimenti in settori produttivi sostenibili che rappresentano la vera via d’uscita dalla crisi economica.
In particolare i Paesi del G8 devono sentire la propria responsabilità e mostrare capacità di leadership. A tale scopo il comunicato finale del vertice dovrà chiarire che sono pronti a procedere con le necessarie riduzioni delle emissioni nel medio e lungo termine e a sostenere con nuovi finanziamenti l’adattamento e lo sviluppo a bassa emissione di carbonio.
Il WWF auspica che dalle vette del Gran Sasso d’Italia, il Ghiacciaio del Calderone, il ghiacciaio più meridionale d’Europa, ormai quasi scomparso a causa dell’innalzamento delle temperature, sia da monito a chi può prendere decisioni importanti per i sei miliardi di abitanti di questo Pianeta.

3.7.09

Vacanze natura a Pineto

Prendono oggi il via i Campi Natura del WWF nel Parco marino della Torre di Cerrano a Pineto, unica area marina protetta della nostra regione.
Con base in un agricampeggio a pochi metri dalla pineta e dal mare il campo sarà diviso in due turni da 9 giorni ciascuno ed andranno avanti da oggi fino al 22 di luglio. Il campo ospiterà ragazzi dai 15 ai 17 anni provenienti da tutta Italia.
Conoscere la natura e divertirsi saranno gli obiettivi di questa vacanza. Le attività saranno: gite in barca a vela, costruzione di aquiloni acrobatici, lezioni sul patrimonio dunale e costiero. Si faranno poi escursioni naturalistiche a piedi ed in bicicletta, bagni al mare, immersioni, attività di sensibilizzazione dei turisti e pulizia della spiaggia, visite dei paesi vicini, il tutto sempre con l’obiettivo di offrire una vacanza densa di attività, ma senza la fretta di tutti i giorni.
Sono ormai molti anni che i campi WWF si svolgono anche a Pineto, ma quest’anno c’è un motivo in più per festeggiare questa vacanza verde: sembra, infatti, che sia finalmente arrivata la firma del Ministro dell’Ambiente sull’ultimo atto necessario per far partire definitivamente questa importante area marina protetta. Si tratta di una firma attesa da anni che consentirà di proteggere e valorizzare uno dei tratti di mare e di costa meglio conservati del medio ed alto Adriatico.
Tutte le informazioni sulle Vacanze Natura WWF si trovano sul sito http://www.campiavventura.it/.