26.4.13

Assemblea soci WWF Teramo

Ai sensi dello Statuto, è convocata l’Assemblea dell'Associazione WWF Teramo in prima convocazione per il giorno Domenica 28/04/2013 alle ore 8.00 a Teramo presso la sede dell’Associazione in Via De Vincentiis e, all'occorrenza, in seconda convocazione per il giorno Lunedì 29 Aprile 2013 alle ore 20.30 presso lo stesso luogo con il seguente ordine del giorno:
1. Presentazione bilancio consuntivo 2012 e bilancio preventivo 2013
2. Relazione del Presidente sulle attività del 2012
3. Presentazione attività previste per il 2013
4. Dimissioni del Presidente
5. Rinnovo cariche sociali
6. Varie ed eventuali

Giuseppe Furia - Presidente WWF Teramo

Fondi FAS per la mobilità ciclistica


In relazione ai circa 5 milioni di euro di fondi FAS stanziati dalla Regione Abruzzo per opere di infrastrutturazione per la mobilità ciclistica in Provincia di Teramo, il Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano (CCiclAT) prende posizione e chiede a Regione e Provincia di investire tale somma per il completamento del cosiddetto “Corridoio Verde Adriatico”, percorso costiero ricadente all'interno dell'itinerario n. 6 di BicItalia (www.bicitalia.org), che congiunge Ravenna con Santa Maria di Leuca (LE).
“Disperdere tale somma per altre opere – dichiara il Coordinamento – impedirebbe il completamento della pista ciclabile costiera che, una volta ultimata, da Martinsicuro a Silvi Marina, costituirebbe un percorso continuo di oltre 44 km, con notevoli vantaggi sia per la mobilità sostenibile che per il turismo”.
Il tratto di ciclabile costiero abruzzese, attualmente, non ha collegamento con le Marche: la corsia ciclabile realizzata sul nuovo ponte sulla SS16, che scavalca il fiume Tronto, è infatti chiusa per la sua pericolosità al transito. Inoltre andrebbero migliorati i percorsi ciclabili di Martinsicuro e Giulianova e completati quelli di Roseto degli Abruzzi, Pineto e Silvi.
Il percorso della ciclovia adriatica è stato oggetto, nell'ultimo anno, di un progetto dell'Università di Teramo, denominato VE.LE., e di numerosi incontri sia in regione che fuori regione. L'itinerario, che unirebbe la provincia di Lecce con quella di Venezia, attraversa 6 regioni (Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia), 20 province e oltre 113 comuni, incontrando tre aree marine protette, un parco nazionale e numerosi parchi regionali e riserve statali e regionali, oltre a zone umide, aree SIC e luoghi di interesse naturalistico, paesaggistico, storico e culturale.
Sull'itinerario si sovrappongono vie di pellegrinaggio, antichi tratturi, strade storiche che incontrano città d'arte, santuari, eremi, monumenti e paesaggi che vanno dalle lagune venete ed emiliane alle spiagge sabbiose del medio adriatico ai promontori marchigiani e pugliesi.
Il percorso ciclabile può contare, da Ravenna a Lecce, della linea ferroviaria con ben 118 stazioni e incontra ben 45 porti turistici oltre a numerosi porti commerciali.
“L'importanza del tracciato – conclude il Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano – è di rilevanza europea, come dimostra anche la richiesta, da parte della FIAB, di inserimento tra i percorsi della rete Eurovelo. Chiediamo quindi a Regione e Provincia di concentrarsi sul completamento di un'opera che, da subito, potrebbe portare vantaggi enormi all'economia dell'intero Abruzzo”.

Ombrina Mare va avanti: aumentare la mobilitazione!


Il Ministero dell'Ambiente conferma la sua linea sul contestatissimo progetto petrolifero "Ombrina mare".
Lo scorso 3 aprile la Commissione VIA nazionale ha emesso un nuovo parere positivo. Sul sito del ministero, al link http://www.va.minambiente.it/Ricerca/SchedaProgetto.aspx?ID_Progetto=306 si può leggere, infatti: “Con l'entrata in vigore dell’art.35 della Legge n.134/2012 è stata riavviata in data 22/11/2012 la procedura di VIA ed è stato successivamente espresso parere positivo con prescrizioni n.1154 del 25/01/2013 dalla Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale. A seguito del parere inviato dalla regione Abruzzo in data 04/03/2013 la Commissione ha svolto un supplemento istruttorio conclusosi con il parere n.1192 del 03/04/2013 che conferma il precedente parere espresso in data 25/01/2013 e precisa il quadro prescrittivo in merito alle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera”.
E per fortuna che il Governatore Chiodi, due giorni prima della grande manifestazione di Pescara del 13 aprile, aveva dichiarato che la procedura era stata bloccata!
Ora è in fase di redazione il Decreto ministeriale che darà seguito alla decisione della Commissione VIA.
Per il WWF è veramente sconcertante che la mobilitazione scattata in Abruzzo, che ha portato lo scorso 13 aprile in piazza decine di migliaia di persone nella più grande manifestazione mai svolta nella regione, non sia tenuta in alcuna considerazione dal Ministero dell'Ambiente, che si dimostra totalmente refrattario rispetto alla volontà dei cittadini e delle istituzioni abruzzesi. Viene minato alla base il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale che dovrebbe vedere al centro delle decisioni la partecipazione dei cittadini. E' veramente grave non ascoltare la voce di una comunità che si vede piovere addosso un progetto che non vuole, allarmante non solo per l'ambiente abruzzese ma per la sua economia.
Il WWF ritiene necessaria una mobilitazione permanente da parte di cittadini, associazioni ed enti locali per bloccare l'iniziativa mettendo in campo immediatamente ogni possibile soluzione, dal ricorso al TAR alle iniziative parlamentari.

Pizzica e bici


Da Bologna a Martano (Lecce) passando per Marche, Abruzzo e Molise. L'avventura in bicicletta di due ragazze sulla ciclovia adriatica.
Da Bologna a Lecce, percorrendo la Ciclovia Adriatica, percorso ciclabile che collega Ravenna con Santa Maria di Leuca (www.bicitalia.org), questa è l'avventura che ha avuto inizio il 21 aprile per concludersi il 1° maggio a Martano (Lecce), che vede protagoniste due ragazze marsicane, Nunzia Fina di Luco dei Marsi e Lucia Bruni di Avezzano, bolognesi di adozione.
Le due amiche invitano tutti gli appassionati della bicicletta che incontreranno lungo il percorso ad unirsi a loro, pedalando anche solo per un breve tratto, per accompagnarle in un'avventura che vuole valorizzare quella che potrebbe essere uno dei percorsi ciclabili continui più lunghi d'Italia.
Le due cicliste mapperanno, con il gps, il tracciato per contribuire alla definizione del progetto VE.LE. - per la ciclovia adriatica Venezia Lecce - nato all'interno dell'Università di Teramo, ma già diventato patrimonio di associazioni e Enti che vedono, in un itinerario ciclabile lungo l'Adriatico, una grande opportunità di sviluppo.
“Faremo il viaggio in bicicletta perché siamo un po’ matte, ci piace la bici e la pizzica darà il ritmo alle nostre pedalate”, scrivono Nunzia e Lucia, “attraverseremo numerosi paesi della futura pista ciclabile Ve-Le Venezia Lecce sul Corridoio Verde Adriatico, fino ad arrivare nella località di Kurumuny per la festa del Primo Maggio all’insegna dei canti e dei balli della tradizione popolare”.
Il lungo tour delle due marsicane, toccherà Bologna – Imola – Faenza – Forlì – Cesena – Rimini – Riccione – Pesaro – Fano – Senigallia – Ancona – Civitanova Marche – San Benedetto del Tronto – Giulianova – Roseto degli Abruzzi – Montesilvano – Pescara – Ortona – Vasto – Termoli – Lesina – San Severo – Barletta – Trani – Molfetta – Bari – Monopoli – Brindisi – Torre dell’orso – Martano.
“L’Italia dovrebbe sfruttare le sue bellezze”, hanno concluso le due ragazze, “e offrire a chi vuole far un viaggio come il nostro strutture ricettive che purtroppo ancora mancano”.
Appello a cui si associa il Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano, che seguirà il cammino delle due marsicane sul web, aiutandole lungo il percorso con consigli di viaggio e supporto logistico.

14.4.13

Clandestini in città

Grande successo della manifestazione contro la petrolizzazione d'Abruzzo

Decine di migliaia di abruzzesi hanno marciato ieri a Pescara contro la petrolizzazione della nostra regione in quella che viene considerata la più grande manifestazione mai organizzata in Abruzzo.
Un no chiaro alla piattaforma "Ombrina Mare" ed alla deriva petrolifera che sta interessando il nostro territorio ed il nostro mare. Un no di cui si dovrà tenere conto sia a livello regionale che nazionale.




11.4.13

La bicicletta: regina delle vacanze verdi


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Il WWF Teramo a Pescara contro la deriva petrolifera

Sabato 13 aprile si terrà a Pescara, con partenza alle ore 15:30, dal Ponte del Mare in area Madonnina, una grande manifestazione regionale contro il progetto petrolifero “Ombrina mare”, contro la petrolizzazione dell’Abruzzo e del mare antistante la sua costa e per uno sviluppo sostenibile.
Il WWF Teramo aderisce a questa manifestazione in difesa di tutto il territorio abruzzese, ad iniziare da quello della provincia teramana, una delle più colpite dalle istanze di ricerca ed estrazioni di idrocarburi.
Attualmente oltre il 60% del territorio teramano è infatti ricompreso all’interno del perimetro di istanze e permessi di ricerca ed estrazione. I comuni interessati sono 40 su 47 dove risiede circa il 90% dell’intera popolazione provinciale.
“La manifestazione di sabato 13 aprile”, dichiara Pino Furia, Presidente del WWF Teramo, “rappresenta un momento centrale della battaglia per la difesa del nostro territorio contro il progetto di trasformare l’intero Abruzzo in distretto minerario dove promuovere la ricerca di idrocarburi. Realizzare un impianto come “Ombrina Mare” rappresenterebbe un passo avanti senza ritorno verso la petrolizzazione della nostra regione. Al di là degli aspetti ambientali, vi sono ragioni economiche e sociali che spingono ad opporsi all’estrazione petrolifera. Come teramani siamo fortemente interessati a contrastare questa scelta che va contro quello sviluppo sostenibile attento all’ambiente che auspichiamo per la nostra costa e per tutto l’Abruzzo”.
IL PROGETTO “OMBRINA MARE”
Il progetto “Ombrina Mare” prevede la realizzazione in mare, a 6 km dalla costa dei Trabocchi, in provincia di Chieti, di una piattaforma di estrazione di 35 m x 24 m e 43,50 m di altezza sul livello medio marino (come un palazzo di 10 piani). Essa  sarà collegata ai 4/6 pozzi che dovrebbero essere perforati in un periodo di avvio del progetto della durata di 6/9 mesi.
Solo in questa fase verrebbero prodotti oltre 14 mila tonnellate di rifiuti, soprattutto fanghi di perforazione. La piattaforma sarà collegata ad una grande nave riadattata per diventare una vera e propria raffineria galleggiante, definita Floating Production Storage and Offloading (FPSO), posizionata con ancoraggi a 10 km di distanza dalla costa. La nave avrebbe le seguenti dimensioni: 320 m di lunghezza per 33 di larghezza e 54 m di altezza massima (per paragone: l’ingombro dello Stadio Adriatico di Pescara da curva a curva è 220 metri). La nave è destinata alle operazioni di separazione dell’olio dal gas, dissalazione ed al delicato processo di desolforazione del gas: tre fasi normalmente considerate negli schemi dei petrolieri proprie della raffinazione (che, poi, ne comprende anche altre).
Ogni mese, per 25 anni, la FPSO verrà avvicinata da un'altra nave che caricherà l’olio per trasportarlo verso altre destinazioni.

7.4.13

13 aprile: tutti a Pescara contro la deriva petrolifera!


“No alla deriva petrolifera, Sì all'Abruzzo sostenibile e alla tutela del suo mare” decine di organizzazioni, comitati e movimenti hanno lanciato l'appello per la partecipazione alla manifestazione regionale che si terrà il prossimo sabato 13 aprile 2013 a Pescara con partenza alle ore 15:30 dalla Madonnina al Porto. La scelta del luogo di partenza è altamente simbolica perché sotto attacco è il Mare Adriatico.
Tantissimi, come detto, i promotori dell'evento. Tra questi, le principali associazioni del commercio e ambientaliste, assieme ad importanti sindacati, movimenti, comitati e organizzazioni che da anni si battono sul territorio per un futuro sostenibile per la nostra regione, basato sulla qualità della vita e su un'economia veramente responsabile e durevole. Il turismo legato al mare e al territorio, le produzioni alimentari di qualità; la tutela dei beni culturali; le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica; il comparto industriale all'avanguardia nella gestione dei processi tecnologici a basso impatto ambientale; questo costituisce già il presente per il nostro territorio. Le fonti rinnovabili nel 2011 contribuivano per oltre il 40% al fabbisogno di energia elettrica regionale. Decine di migliaia di persone vivono grazie all'uso delle risorse ambientali del territorio, dalle spiagge ai prodotti agricoli di qualità. L'Abruzzo sta già dimostrando nei fatti che una società più sostenibile non è solo possibile ma necessaria, accettando, nel suo piccolo, la sfida imposta dai cambiamenti climatici in atto a scala globale a causa dell'uso del petrolio e delle altre fonti fossili di energia. Gli abruzzesi, a partire dal loro Statuto regionale, hanno già deciso quale strada perseguire per vivere il presente e costruire il futuro.
La mobilitazione è scattata dopo l'approvazione del progetto Ombrina mare della Medoilgas ma è la vera e propria deriva petrolifera contenuta nella Strategia Energetica Nazionale varata dal Governo Monti a preoccupare associazioni, sindacati e movimenti. In questo documento, inopinatamente varato da un Governo dimissionario, sono contenute scelte che dovrebbero incidere sul futuro della regione almeno fino al 2020, Tra queste, la destinazione a vero e proprio distretto minerario per gli idrocarburi dell'intero territorio abruzzese e del suo mare.
Il presente e il futuro della regione e del suo territorio non possono essere ostaggio di scelte calate dall'alto volte a promuovere gli interessi di pochi su quelli dei cittadini. L'Abruzzo sta già scontando pesantemente attività ambientalmente devastanti: il caso di Bussi pesa come una spada di Damocle sul futuro dell'intera Valpescara, con il depauperamento della qualità di una risorsa strategica per la vita e il territorio come l'acqua, con danni stimati miliardi di euro. Ora è il momento di impegnarsi per cancellare queste emergenze e per tutelare orgogliosamente la meravigliosa natura e gli struggenti paesaggi che il nostro territorio può ancora offrire, a partire dalla Costa dei Trabocchi che il Parlamento italiano fin dal 2001 ha destinato a Parco nazionale. Chi promuove i progetti petroliferi, come accaduto in altri campi, promette sempre la massima compatibilità; puntualmente la realtà mostra una faccia diversa di queste industrie, con incidenti che minano intere economie. Cosa accadrebbe all'Adriatico e alle sue spiagge in caso di sversamento di 40.000 barili di petrolio, la quantità rilasciata in mare nel 2011 in un unico incidente da una nave raffineria simile a quella che vogliono installare di fronte a San Vito Chietino? I rilasci in mare di sostanze inquinanti sono fatto ordinario nell'industria petrolifera e il Mediterraneo ha già oggi una concentrazione di idrocarburi dieci volte più alta rispetto agli altri mari.
Per questo i promotori invitano la comunità abruzzese ad aderire alla manifestazione e a partecipare al corteo che sfilerà colorato per le vie di Pescara. Un modello sociale, ambientale ed economico basato sulla qualità della vita e sulla sua durevolezza: questo vogliono i cittadini che manifesteranno. Alle organizzazioni che fanno politica e alla istituzioni chiediamo di aderire alla lotta con iniziative e scelte concrete. Atti che devono contribuire a risolvere con successo questa vertenza, a partire dall'imporre il divieto di sfruttamento degli idrocarburi in Adriatico e all'impegno ad avversare con sollecitudine e accortezza tutti i progetti petroliferi che ormai quotidianamente cercano di assalire il nostro territorio.

6.4.13

Un pomeriggio di riflessione sul bene acqua


Si è svolto ieri, presso il Centro socio-religioso della Parrocchia di San Gabriele dell’Addolorata a Colleparco di Teramo, un partecipato incontro pubblico dal titolo “Noi, l’acqua, la vita”. L'iniziativa, organizzata dal WWF Teramo e dall'Associazione Laus Perennis, si è aperta con l’inaugurazione della Mostra fotografica “Acqua, fonte di vita” con foto dei maggiori fotografi internazionali sul tema dell'acqua. Una parte della mostra è stata dedicata anche ad alcune foto realizzate dal fotografo teramano Mario Miranda.
Alle 17 ha preso il via una interessante tavola rotonda con Pierlisa Di Felice, Direttore dell’Oasi WWF Riserva regionale Sorgenti del Pescara, che ha evidenziato l'importanza della tutela del bene "acqua" e Renato Di Nicola, della Campagna “Acqua Bene Comune”, che ha ricordato l'impegno del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua negli ultimi anni in Abruzzo e in Italia.
Molto suggestivo ed intenso l'intervento di Don Giovanni Bruni che ha letto un passo della Bibbia sempre dedicato all'acqua.
Sono poi seguiti vari contributi da parte del pubblico e tutto si è concluso con una proiezione di belle foto e la lettura di alcune poesie di Lucio Cancellieri.
La Mostra fotografica “Acqua, fonte di vita” potrà essere visitata nei locali del Centro socio-religioso della Parrocchia di San Gabriele dell’Addolorata dal 5 al 14 aprile, tutti i giorni dalle ore 17 alle ore 19.

Chi ha mangiato sull'acqua?

Il momento della firma dell'esposto durante la conferenza stampa di WWF ed Abruzzo Social Forum
“Intervengano immediatamente Corte dei Conti e Magistratura ordinaria per verificare i danni per la collettività ed accertare le responsabilità sulla malagestione dell’acqua in Abruzzo”: così i rappresentanti del WWF e del Forum Acqua dell’Abruzzo Social Forum commentano i dati diffusi dal Commissario Straordinario Pierluigi Caputi sullo stato del servizio idrico integrato (http://ricerca.gelocal.it/ilcentro/archivio/ilcentro/2013/04/04/CH_01_09.html).
Le due organizzazioni hanno firmato un esposto poi inviato alla Corte dei Conti e alle procure abruzzesi competenti.
L’indignazione che deve giustamente provocare la lettura del dossier del Commissario sulla gestione attuale non deve risolversi in un mero scontro di potere. I cittadini rischiano di subire e pagare una riorganizzazione del servizio idrico realizzato dall'alto, dove al clientelismo ed alla lotta tribale tra fazioni partitiche che hanno spolpato il sistema e di conseguenza i cittadini, si rischia di sostituire un potere verticistico e, nel medio e lungo periodo, altrettanto opaco, inefficiente ed inefficace in assenza di una radicale svolta che permetta la reale partecipazione dei cittadini alle scelte e una forte iniezione di trasparenza.
Il Commissario Caputi in 5 anni non ha promosso, ma, anzi, ha ostacolato ogni forma di partecipazione dei cittadini che hanno dovuto, tra l’altro, promuovere ben due ricorsi al TAR su altrettanti piani d’ambito elaborati dal Commissario senza alcuna forma di partecipazione, né formale, attraverso la Valutazione Ambientale Strategica, né sostanziale, attraverso la promozione di incontri pubblici. Anche il principale strumento di programmazione e pianificazione del settore, il Piano di Tutela delle Acque, avviato nel 2001 dall’assessorato diretto da Caputi, per quasi un decennio è stato tenuto nel cassetto con la partecipazione ridotta a pochi incontri realizzati alla fine del processo di adozione e a scelte già fatte, peraltro fortemente criticabili e dilatorie rispetto agli obblighi comunitari in materia di gestione e qualità delle acque.
Per Renato Di Nicola, portavoce del Forum Acqua dell’Abruzzo Social Forum, “il movimento per l’acqua pubblica denuncia da anni, assieme al WWF, il completo fallimento della gestione del servizio idrico integrato in Abruzzo. Il tutto senza essere commissari né dirigenti di lungo corso del settore competente della Regione, che pure aveva da decenni il compito di coordinare e sorvegliare il sistema idrico abruzzese. Per anni le nostre fondate e circostanziate analisi circa le criticità del sistema non sono state tenute in considerazione e non possiamo dimenticare che nello scandalo dell'acqua contaminata di Bussi, così come in tante altre vicende problematiche collegate alla gestione, dal tentativo di vendita dell'acqua alla Puglia ai potabilizzatori, dal Piano di Tutela delle Acque alle tariffe, la Regione stessa ha giocato un ruolo non marginale che solo l’azione dei cittadini dal basso ha fatto emergere e rintuzzato. I cittadini rischiano di rimanere vittime per la seconda volta se si apre esclusivamente uno scontro di potere invece di ripensare il servizio basandolo sulla trasparenza e sulle forme di democrazia partecipata che da anni propugniamo. Le stesse norme europee, come la Direttiva “Acque” 2000/60/CE, obbligano gli stati membri ad assicurare un costante coinvolgimento del pubblico nella gestione dell'acqua perché solo così si possono raggiungere risultati concreti e positivi. La grande partecipazione al referendum dimostra che i cittadini vogliono incidere costantemente sulle scelte che riguardano il loro futuro; sarebbe l’ennesima occasione persa non tener conto di questa grande forza democratica. Purtroppo dobbiamo constatare che la nostra proposta di legge regionale di riordino, promossa dal basso proprio dalle forze sociali che in questi anni hanno dimostrato di avere veramente a cuore le sorti del servizio idrico, non sta ricevendo l’adeguata attenzione”.
Una gestione veramente pubblica, trasparente ed efficiente dell’acqua è possibile come dimostrano tanti casi in Europa e nel mondo: la partecipazione dei cittadini è l’elemento chiave senza il quale non si ottengono risultati.
Aggiunge Luciano Di Tizio, presidente del WWF Abruzzo: “Abbiamo inviato alla Corte dei Conti ed alle 6 procure interessate il comunicato stampa del Commissario Caputi assieme agli altri atti ufficiali che ha prodotto relativi alla situazione economica-finanziaria e gestionale delle società e degli ex ATO. Auspichiamo che tutte le forze responsabili facciano altrettanto. Qualche amministratore dovrà pagare e rispondere di queste situazione e faremo di tutto affinché non siano le tasche dei cittadini a dover rimettere le cose a posto. Non è più rinviabile il riordino delle società di gestione che può essere realizzato in pochi mesi; da subito, però, ci attendiamo l’avvio di azioni di responsabilità da parte dei Sindaci attuali nei confronti di tutti coloro che hanno predisposto ed approvato i bilanci che presentano tali criticità. Il WWF è estremamente preoccupato per l’impatto di questa situazione su reti e depuratori. I tassi di perdita sono incredibili (circa il 45%). Senza investimenti, per tappare questi buchi, si pensano “soluzioni” che seguono solo la logica dell’emergenza con nuove e diffuse captazioni. Tutte iniziative che non fanno altro che aumentare la pressione sull’ambiente, facendo perdere ancora più acqua dalle reti colabrodo lungo il viaggio verso le nostre case. I fiumi abruzzesi già oggi non rispettano gli obiettivi di qualità fissati dall’Unione Europea, visto che ben il 65% delle stazioni di monitoraggio dell'ARTA non è nella classe “buono”. L’assenza di investimenti sulla depurazione non farà che peggiorare tale disastro”.

Strage di volpi


Con una delibera di Giunta del 26 marzo, la Provincia di Teramo ha autorizzato fino al 15 aprile, su tutto il territorio provinciale, squadre con fino a 30 cacciatori che, con il metodo della braccata, potranno abbattere le volpi che in questo periodo allevano la propria prole.
Una scelta incivile, sostanzialmente inutile e illegittima.
Tra l’altro l’autorizzazione non è stata preceduta dalla valutazione di incidenza, indispensabile visto che la volpe è una specie preda dell’aquila reale. Non c’è stata inoltre, né poteva esserci alcuna approvazione da parte dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che, per legge, è l’unico ente scientifico autorizzato a rilasciare pareri alle amministrazioni locali in merito alle scelte di gestione faunistica.
Il WWF ha sentito i dirigenti dell’ISPRA che confermano come in questi casi le Amministrazioni provinciali non vengano mai autorizzate ad effettuare la caccia alla volpe in territorio libero (ossia in aree non sottoposte a gestione venatoria programmata) in braccata, vale a dire con orde di cacciatori che circondano vaste porzioni di territorio spaventando tutto quello che incontrano e con il rischio di abbattere accidentalmente altre specie animali e arrecando comunque un notevole disturbo proprio in un periodo particolarmente delicato qual è quello riproduttivo.
Dichiara Luciano di Tizio, presidente del WWF Abruzzo: “Si tratta di una scelta deprecabile non solo per il danno che viene arrecato alle altre specie animali, ma anche perché simili interventi vengono spacciati per “riequilibri degli ecosistemi naturali” quando invece hanno il solo obiettivo di favorire l’espansione di altre specie di interesse venatorio come lepri e fagiani, artificialmente reintrodotti in natura e artificialmente tutelati perseguitando il loro predatore naturale. La volpe tra l’altro preda grandi quantità di roditori ed è per questo utile all’agricoltura e persino alla sanità umana. L’interesse venatorio nel Teramano viene tuttavia privilegiato a danno di quello della collettività tutta, alla quale viene comunque sottratto un ecosistema sano ed equilibrato”.
Il WWF ha inviato un esposto al Corpo Forestale dello Stato chiedendo di verificare eventuali responsabilità nella infelice scelta operata dall’ente locale ed auspica che vengano immediatamente interrotte le battute di caccia nelle campagne del teramano.

ATTIVATI!
Scrivi una email al Presidente della Provincia di Teramo, all’Assessore alla Caccia e al Dirigente del Settore Caccia ed ai giornali locali, manifestando la tua contrarietà all’abbattimento delle volpi e chiedendo di fermare la caccia in un periodo in cui non si dovrebbe andare a caccia!

Indirizzi email:
g.castiglione@provincia.teramo.it, presidenza@provincia.teramo.it, g.dimichele@provincia.teramo.it, red.teramo@ilcentro.it, redazione@lacittaquotidiano.it, info@teramonews.com, redazione@primadanoi.it,