28.6.17

Ma come è possibile utilizzare l'asfalto anche qui?


Siamo alla Torre di Cerrano, in un'Area Marina Protetta.
Come è possibile che il Comune abbia utilizzato lo stesso asfalto di una qualsiasi strada comunale o provinciale, per un sentiero largo pochi metri che porta alla Torre e che è la prima cosa che i turisti vedono quando si avvicinano all'Area Marina?
Si potevano (anzi si dovevano) trovare soluzioni alternative... 

L'Osservatorio sull'Acqua incontra il Prefetto di Teramo

Il Prefetto di Teramo, Graziella Patrizi
Nel pomeriggio di lunedì 26 giugno si è svolto un incontro tra una rappresentanza dell’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso con il Prefetto di Teramo, la dott.ssa Graziella Patrizi.
Il Prefetto è stato informato sull’attività dell’Osservatorio, entità composta da varie associazioni di protezione ambientale, associazioni di consumatori e circoli culturali, tutti  fortemente preoccupati per la situazione dell’acquifero del Gran Sasso alla luce degli episodi degli ultimi mesi.
“Anche se l’emergenza al momento sembra rientrata - hanno dichiarato i portavoce dell’Osservatorio - la vulnerabilità della risorsa idrica resta molto elevata fino a quando non verranno risolti i problemi strutturali derivanti dalle potenziali fonti di inquinamento, Laboratori dell’INFN e gallerie autostradali, che sono a stretto contatto con le sorgenti sotterranee”.
Al Prefetto è stata evidenziata l’urgenza di conoscere l’effettiva entità e qualità dei lavori svolti dalla struttura commissariale nominata dal Governo Italiano nel 2003 e diretta da Angelo Balducci dal 2004 al 2008 per mettere in sicurezza le captazioni idropotabili, visto che “i fattori di rischio insistono tuttora, persino più gravi, nel cuore stesso del Gran Sasso e non sono serviti quei lavori costati oltre 80 milioni di euro, di cui la Regione Abruzzo, l’INFN e la stessa Ruzzo Reti SpA dichiarano di non conoscere totalmente progetti e collaudi”, ha aggiunto l’Osservatorio.
Dal canto suo il Prefetto Patrizi ha ricordato che la situazione del rischio idrico del Gran Sasso è sotto esame del Comitato tecnico istituito presso la Regione Abruzzo, a cui la Prefettura partecipa attraverso il corpo specializzato dei Vigili del Fuoco. Tale Comitato ha appena iniziato la sua attività e, secondo il Prefetto, saprà prendere le opportune decisioni. Il Prefetto ha anche aggiunto che: “Il problema è importante e ha un rilievo nazionale”.
L'Osservatorio, che ha anche lasciato un documento al Rappresentante di Governo, ha segnalato l’importanza che tutto il processo decisionale sugli interventi da fare sotto il Gran Sasso, a differenza di quanto avvenuto nel passato, sia svolto in maniera partecipata, informando costantemente la cittadinanza. Le normative vigenti in materia ambientale, del resto, impongono la massima trasparenza in tema di tutela dell’ambiente e della salute pubblica, mentre la legge n. 244/2007 (art. 2, comma 461) prevede l’obbligo per gli enti concedenti di coinvolgere le associazioni dei consumatori in vari aspetti della gestione dei servizi erogati. E l’Osservatorio intende far valere le prerogative di valutazione e controllo presso le istituzioni locali da parte dei cittadini e delle loro espressioni associative, come previsto dalla legge, ancor più nel caso dei servizio idrico.
 
Nel frattempo l’Osservatorio continua la sua azione di informazione sul territorio.
Le date dei prossimi incontri sono le seguenti:
  • Venerdì 30 giugno alle ore 18 a Nereto presso la sala Allende;
  • Sabato 1° luglio alle ore 18 a Bellante presso la sala Palazzo Arengo;
  • Venerdì 7 luglio alle ore 20 a Castelnuovo Vomano presso la sala polifunzionale in via Mulano.
 
L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso è costituito da: WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura Laga, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia, FIAB, CAI e Italia Nostra.
L’adesione è aperta a tutte le associazioni interessate e a tutti i cittadini che vogliono impegnarsi su questa problematica.

27.6.17

Incendio Richetti: prevenzione e tutela sanitaria in coda alle decisioni

L’incendio verificatosi questa notte presso lo stabilimento della Richetti in località Sant’Atto di Teramo ancora una volta ha messo in evidenza grossi problemi dal punto di vista della tutela sanitaria dei cittadini, in particolare dei lavoratori.
La presenza di amianto, ormai accertata, avrebbe suggerito misure d’emergenza immediate, compresa un’ordinanza di chiusura delle aziende presenti nel nucleo industriale per il tempo necessario a svolgere tutte le opportune analisi.
Non si comprende perché il Sindaco, da una parte, inviti i cittadini a tenere le finestre chiuse e dall’altra non si preoccupi di quanti lavorano nei capannoni vicini all’incendio.
Ci chiediamo come mai, in attesa di avere dati certi sulla presenza di amianto o di diossine in atmosfera, non si sia optato per la chiusura delle aziende del nucleo industriale quantomeno quelle localizzate nelle immediate vicinanze, individuando così una fascia di rispetto.
La tutela della salute di tutti i cittadini, lavoratori e residenti, deve essere un’assoluta priorità.
Va poi assicurata la massima trasparenza su tutti i dati relativi allo stato dei luoghi man mano che questi saranno acquisiti – si auspica celermente – e al contempo vanno fornite norme cautelative di comportamento a tutti.
Passata questa fase d’emergenza si dovrà anche verificare l’impatto ambientale di questo incendio sul quale auspichiamo che vengano svolte indagini rapide che arrivino ad accertare la dinamica degli eventi.

26.6.17

Cosa fare se incontri un orso?

Orso bruno marsicano (Foto di Sefora Inzaghi)
Capita, in estate in Abruzzo, che ci si possa imbattere in un orso e l’evento ha spesso enorme risalto sui mass media e sul web. L’orso marsicano (Ursus arctos marsicanus ALTOBELLO, 1921), sottospecie unica al mondo e preziosissima per la biodiversità, sopravvive infatti con una cinquantina di individui concentrati prevalentemente in Abruzzo (e in piccola parte in Lazio, Molise e Marche). Un numero molto basso che porta la sottospecie sull’orlo dell’estinzione e rende necessarie eccezionali misure di protezione. Ciò nonostante la possibilità di un incontro ravvicinato è tutt’altro che remota visto che una femmina d’orso, per trovare le risorse necessarie a vivere, copre un’area ampia fino a 140 kmq mentre i maschi arrivano addirittura fino a 300 kmq. Questo vagare rende probabili occasionali incontri con l’uomo soprattutto durante l’estate e l’autunno, quando il plantigrado è alla costante ricerca di cibo (periodo di iperfagia) per prepararsi ad affrontare il letargo invernale. L’habitat dell’orso in Appennino è infatti quello montano, dove dominano bosco ampio d'alto fusto, radure e praterie, e sono presenti cavità dove svernare e riprodursi. In questo stesso ambiente si snoda una più o meno fitta rete di sentieri escursionistici, piste forestali e mulattiere percorse sia da turisti che da gente che lavora in quegli ambienti.
La tranquilla compresenza di uomini e orsi è tuttavia senz’altro possibile: basta avere alcune informazioni di base e rispettare poche e semplici regole che il WWF, con la collaborazione di alcuni dei suoi esperti, ha condensato in otto cose da sapere e altrettante regole da rispettare.
 
8 cose da sapere
1. L’orso naturalmente teme l’uomo e se ne mantiene a distanza.
2. Ad oggi non è noto alcun caso di aggressione all’uomo da parte di un orso marsicano.
3. Incontri ravvicinati sono stati più volte documentati, ma non sono mai state raccolte evidenze o atteggiamenti di aggressione.
4. Un orso che si solleva sulle zampe posteriori non vuole minacciare ma sta semplicemente valutando la situazione.
5. Gli orsi non hanno un’ottima vista, ma sanno arrampicarsi sugli alberi e corrono veloci quanto un cavallo.
6. Come accade per tutti gli animali selvatici, certe situazioni possono essere più pericolose di altre perché stimolano l’istinto di difesa. In particolare:
- una femmina d’orso insieme ai suoi piccoli fa il possibile per difenderli da un potenziale pericolo;
- un orso che si sta nutrendo può anche cercare di difendere il suo pasto;
- un orso ferito è più pericoloso;
- un orso che si sente minacciato da un cane può diventare pericoloso.
7. Eccezionalmente un orso potrebbe simulare un attacco, ma senza entrare in contatto fisico, solo per spaventare e farci allontanare: è una possibile normale reazione di fronte a una presenza non gradita.
8. Può capitare che vi siano orsi che per varie ragioni frequentano ambienti di vita e di lavoro dell’uomo. In questo caso non è improbabile che qualche orso diventi un osservato speciale, per danni o preoccupazioni che può generare a carico di una comunità. La gestione di simili situazioni fa capo al Parco con il coinvolgimento dei residenti e di esperti. È bene che frequentatori occasionali si affidino alle raccomandazioni date volta per volta in questi casi dalle autorità competenti.

8 cose da fare e da non fare
1. Se volete evitare di incontrare un orso sul vostro cammino, è sufficiente parlare o produrre rumori in modo che l’animale percepisca la vostra presenza con largo anticipo e si allontani.
2. Se avete la fortuna di intravedere l’orso in lontananza, arrestatevi e rimanete fermi ad osservarlo. Non avvicinatevi mai a meno di 100 metri di distanza.
3. In particolare non avvicinatevi mai a cuccioli di orso, ma anzi allontanatevene subito perché la loro madre dovrebbe essere vicina e può reagire se immagina i suoi piccoli in pericolo, come farebbe qualsiasi madre anche della nostra specie.
4. Non avvicinatevi mai a una tana di orso e tantomeno tentate di entrarvi.
5. Se vi doveste imbattere improvvisamente in un orso a distanza ridotta, mantenete la calma e non urlate, ma parlate per farvi riconoscere. Se l’orso rimane fermo, allontanatevi con calma, indietreggiando o muovendovi lateralmente. Se l’orso dovesse seguirvi, fermatevi e mantenete la vostra posizione. Non lanciate contro l’animale pietre o bastoni, non scappate di corsa e non arrampicatevi su un albero.
6. È molto improbabile che l’orso vi attacchi ma se nonostante tutto dovesse farlo, rimanete immobili: con grande probabilità l’orso si fermerà vicino a voi senza alcun contatto fisico. Se l’attacco dovesse arrivare al contatto, distendetevi a terra a faccia in giù, coprendovi il collo con le mani. Rialzatevi solo quando l’orso non sarà più nei paraggi e segnalate l’accaduto al Parco e ai Carabinieri-Forestali.
7. Se passeggiate con il vostro cane nell’habitat del plantigrado, tenetelo al guinzaglio per evitare che si avvicini a un orso, disturbandolo o attaccandolo, ma anche che lo conduca verso di voi se dovesse tornare indietro in cerca di protezione.
8. Non date mai da mangiare ad animali selvatici e non abbandonate mai cibo e altri rifiuti organici nel bosco e nelle sue vicinanze, né nei pressi di rifugi. Tutti i rifiuti devono essere riportati a casa, oppure depositati in bidoni della spazzatura non accessibili alla fauna. È molto importante che gli orsi non associno fonti alimentari con la presenza umana, perché questo accentuerebbe i conflitti tra le due specie.

21.6.17

Una contro-riforma che snatura i parchi!

Enrico Borghi, relatore alla Camera
sulla riforma della legge quadro sulle aree protette
Con il voto di ieri la Camera, non solo ha scelto di snaturare i Parchi Nazionali, ma ha portato indietro di quarant’anni la legislazione di salvaguardia della Natura: le nomine di presidenti e direttori saranno condizionate da logiche politiche e interessi locali; sarà più facile l’ingresso di cacciatori nei parchi; si introduce un sistema di royalty una tantum per cui non solo «se paghi, puoi inquinare», ma se inquini lo fai a prezzo di saldo; si introduce il rischio di aprire un varco alle trivellazioni anche in aree protette.
Questa legge è riuscita, in un periodo di grande instabilità politica, nell’impossibile compito di mettere d’accordo gran parte delle forze politiche; quelle stesse forze politiche che hanno fatto abortire la legge elettorale ai primissimi emendamenti: evidentemente le aree protette sono considerate così irrilevanti da non meritare i necessari approfondimenti e l’attenzione che si dovrebbe ai tesori di natura italiani.
Con 249, 115 no e 32 astenuti la Camera ha deciso di considerare il Capitale Naturale, che le nostre Aree Protette custodiscono, come una merce di scambio da mettere in mano ai poteri di parte e locali invece che un bene comune che appartiene a tutti i cittadini.
Ha considerato le Aree Marine Protette che proteggono il mare di un Paese con 8mila chilometri di costa come delle “cenerentole” che non hanno diritto né alle risorse né ad un’organizzazione lontanamente paragonabile a quelle dei Parchi terrestri.
Ha precluso la strada, in modo pressoché definitivo, all’istituzione del Parco Nazionale del Delta del Po, nonostante quest’area nel 2015 abbia ricevuto il riconoscimento internazionale quale Area MaB (Man and the Biosphere Programme) UNESCO.
Per mesi il WWF ha chiesto alla Camera di correggere o abbandonare una legge cucita su misura dei portatori di interessi locali, con proposte di assoluto buonsenso come i concorsi per titoli ed esami per i direttori dei parchi.
Per mesi il WWF ha chiesto un progetto di visione per le Aree Protette: un progetto per i prossimi 30 anni, invece di una contro-riforma contestata da tutte le associazioni ambientaliste e da numerosi esponenti della scienza e della società civile.
Quella a cui la Camera ha dato il via libera è una legge che peggiora la situazione delle nostre aree protette: non solo lo Stato fa un passo indietro nella conservazione, ma si apre la strada a una miriade di interessi localistici. Per questa ragione la mobilitazione contro lo snatura Parchi per il WWF continuerà al Senato dove questo provvedimento dovrà avere il via libera definitivo.

Nuovo calendario venatorio, solita (pessima) musica!

 
Domani il Comitato VIA regionale esaminerà il calendario venatorio regionale 2017/18.
Dopo aver inviato nei mesi scorsi documenti all’Assessore Pepe e ai funzionari regionali, il WWF ha prodotto delle osservazioni che ha trasmesso ai componenti del Comitato. L’Assessorato di Pepe, infatti, continua a ripetere gli errori del passato, tutti e sempre tesi a favorire i cacciatori. Errori che, è bene ricordare, negli anni scorsi, grazie ai ricorsi amministrativi del WWF, sono stati sempre censurati dal Tribunale Amministrativo Regionale.
I problemi sono gli stessi degli anni passati: mancanza di censimenti su cui effettuare le valutazioni in merito alla possibilità di cacciare determinate specie (ad esempio: la beccaccia), allungamenti ingiustificati dei periodi di caccia (ad esempio: tordo bottaccio, tordo sassello e cesena, oltre la stessa beccaccia), inapplicabilità e parzialità per quanto riguarda il divieto di utilizzo dei pallini di piombo (pericolosi per l’ambiente, la fauna e lo stesso uomo), deregulation totale nella caccia al cinghiale che praticamente potrà essere cacciato tutto l’anno con conseguenti problemi anche su tutte le altre specie ad iniziare dall’Orso bruno marsicano (specie a concreto rischio di estinzione), nessuna attenzione ad aree ad alto valore ambientale e con concentrazione di rapaci in migrazione come la Piana delle Cinquemiglia e i colli limitrofi, ecc.
“In pratica, la Regione Abruzzo fa finta di non capire”, evidenzia Luciano Di Tizio, Delegato del WWF Abruzzo. “Ogni anno “l’Assessorato dei cacciatori” prova a far passare pratiche di caccia non consentite al solo scopo di accontentare la parte più retrograda del mondo venatorio, rinunciando al proprio mandato di gestire la fauna nell’interesse della collettività e non di una minoranza armata. E ogni anno questi tentativi vengono inesorabilmente bocciati! Ci chiediamo come fa un organismo che dovrebbe essere tecnico come il Comitato VIA a non prendere atto dell’evidenza dei fatti, sia dal punto di vista scientifico che non normativo. È ovvio che se la Regione dovesse insistere su questa strada, ci troveremo costretti a fare nuovamente ricorso al TAR per l’annullamento. Nell’attesa che, prima o poi, anche la magistratura contabile si decida a valutare tali comportamenti”.

25 giugno a Bellante: incontro sull'acqua

ATTENZIONE: INCONTRO RINVIATO, STIAMO LAVORANDO SU NUOVA DATA.
 
Dopo i due incontri di Teramo del 20 maggio e del 17 giugno, dove, per la prima volta, è stato possibile un confronto pubblico sulla situazione dell’acquifero del Gran Sasso con tutti i protagonisti della vicenda (Laboratori di Fisica Nucleare, Strada dei Parchi SpA, Regione Abruzzo, Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, ASL, ARTA e Ruzzo Reti), l’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso avvia una serie di incontri sul territorio di informazione e confronto con i cittadini.
Si inizia domenica 25 giugno a Bellante alle ore 18 presso la sala consiliare con un incontro promosso dall’Associazione culturale Nove Sintesi.
Nel corso dell’incontro si descriverà la situazione dell’acquifero del Gran Sasso che rifornisce più della metà degli abruzzesi. Nel cuore dell’acquifero sono presenti due realtà potenzialmente inquinanti: i Laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e i trafori autostradali A24. Per la messa in sicurezza del sistema sono stati spesi milioni di euro (più di 80 solo attraverso la struttura commissariale), eppure sono gli stessi enti che utilizzano e controllano l’acqua del Gran Sasso ad attestare che continuano ad esserci molteplici problemi sui punti di captazione.
È importante che i cittadini siano consapevoli delle condizioni in cui si trova l’acquifero e comprendano i potenziali pericoli che ci sono. Ed è altrettanto importante che si mantenga alta l’attenzione manifestatasi al momento della dichiarazione di non potabilità dell’acqua erogata in gran parte della provincia teramana: quanto è accaduto all’inizio di maggio potrebbe verificarsi ancora e fino ad ora vi sono stati solo annunci di interventi da fare a cui devono seguire fatti concreti.
 
L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso è costituito da: WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura Laga, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia, FIAB, CAI e Italia Nostra.
L’adesione è aperta a tutte le associazioni interessate e a tutti i cittadini che vogliono impegnarsi su questa problematica.

Martinsicuro: lavorare insieme persicurezza idraulica e tutela di habitat naturali

Il WWF Teramo ha scritto al Sindaco di Martinsicuro e ad altri enti per segnalare una problematica che attiene la “pulizia” del Fosso Ottone e più in generale delle aree di pregio.
Il Sindaco del comune costiero, infatti, riprendendo una precedente disposizione comunale, ha emesso un’ordinanza nei confronti di una serie di soggetti privati affinché procedano a eliminare la vegetazione presente in determinate aree, compresa quella adiacente al Fosse Ottone che riveste una certa importanza dal punto di vista naturalistico.
Il Fosso in questione costituisce un habitat naturale per la riproduzione dell’avifauna, sia stanziale che migratoria, e un corridoio ecologico per il passaggio e il riparo di specie animali, anche protette, tra cui l’istrice, il capriolo, il tasso, ecc.. I periodi di sfalcio indicati dall’Ordinanza (da maggio a settembre), peraltro, sono i meno adatti in quanto coincidono con i periodi riproduttivi della fauna e con la maggiore presenza di uccelli migratori e di animali selvatici, compresi cuccioli che necessitano di luoghi di ricovero con vegetazione naturale dove sostare in sicurezza.
Inoltre, alcune delle aziende destinatarie dell’Ordinanza, sono aziende biologiche certificate che devono utilizzare metodi di coltivazione rispettosi dell’equilibrio ambientale, sia dei terreni strettamente utilizzati per la produzione agricola, sia dei terreni confinanti, in modo da conservare il più possibile i cicli naturali della produzione agricola, cicli dove la presenza di avifauna e di fauna locale riveste un’importanza fondamentale.
Il WWF comprende bene l’esigenza del Comune di garantire la sicurezza idraulica del Fosso, ma questa può essere assicurata senza compromettere la conservazione di habitat naturali.
Per questo il WWF ha offerto la propria collaborazione gratuita al Comune per rivedere tempi e modalità di pulizia, suggerendo che per le aree che costituiscono un corridoio ecologico collegato al biotopo di Martinsicuro si potrebbero ipotizzare interventi mirati. Si potrebbe così predisporre in tempi rapidi un disciplinare che consenta di tutelare l’ambiente collinare e i corridoi ecologici, garantendo al contempo la sicurezza del territorio.

19.6.17

Parchi in pericolo! Attivati!

 
La votazione sulla riforma della Legge Quadro sulle Aree Protette (legge n. 394/1991) è ormai vicina e molto probabilmente la Camera dei Deputati nella seduta di domani esprimerà il voto finale su una legge che il WWF, insieme a tutte le altre associazioni ambientaliste, giudica profondamente sbagliata e che porta indietro di 40 anni la legislazione sulle aree protette.
Questa riforma viola due principi fondamentali: il principio per cui la funzione primaria dei Parchi è quello della tutela e della conservazione, da cui solo dopo può discendere qualsiasi valorizzazione legata allo sviluppo sostenibile, e il principio dell’intangibilità del territorio delle aree protette nei confronti di opere e attività impattanti, principio leso, tra l’atro, da una modulazione delle royalty che rischia di introdurre la logica del «se paghi, puoi impattare».
Siamo difronte ad una vera e propria controriforma che peraltro manca la grande occasione di dare alle Aree Marine Protette la stessa dignità, in termini di organizzazione e dotazione, dei Parchi Nazionali terrestri (un vero e proprio paradosso se si pensa che il motivo per cui si pensò di rivedere la Legge n. 394/1991 era l’esigenza di intervenire sulle AMP).
Si tratta di un testo scritto su misura per i portatori di interessi locali.
La Natura d’Italia aveva bisogno d’altro: le nostre Aree Protette meritano di più, meritano un progetto alto e visionario che rafforzi e rilanci davvero i nostri Parchi Nazionali, le Aree Marine Protette alla stregua delle migliori esperienze internazionali.
In questi mesi l'abbiamo tentate tutte per fermare questa controriforma.
E continuiamo a provarci fino alla fine, lanciando una mobilitazione attraverso i canali social.
Abbiamo bisogno della vostra attivazione!

Da stasera comincia un Tweet Storm sulla Camera dei Deputati.
Come funziona?
Dalle 18 alle 21 di lunedì 19 giugno (oggi) cominceremo ad inviare tweet che devono avere sempre come parola chiave (hashtag) #sosnaturaditalia e l’account @montecitorio.
Inoltre inserendo delle foto potrete taggare anche l’account della presidente della Camera @lauraboldrini e dei capogruppo dei gruppi presenti in Parlamento che sono:
1. Laura Boldrini (pres Camera) @lauraboldrini
2. Ettore Rosato (PD) @Ettore_Rosato
3. Renato Brunetta (Forza Italia) @renatobrunetta
4. Andrea Cecconi (M5S) @andreacecconi84
5. Massimiliano Fedriga (Lega Nord) @M_Fedriga
6. Maurizio Lupi (Alternativa Popolare) @Maurizio_Lupi
7. Francesco Laforgia (Articolo 1) @fralaforgia
8. Giulio Marcon (Sinistra Italiana) @GiulioMarcon1
9. Lorenzo Dellai (Democrazia Solidale) @lorenzodellai
10. Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia) @fabiorampelli

QUESTI I MESSAGGI DA TWITTARE LUNEDI’ 19 GIUGNO (oggi) DALLE 18 ALLE 21 (potete sceglierne uno o più tra i seguenti):
Al voto domani la legge contro i Parchi, @montecitorio contro Natura. Se passa torniamo indietro di 40 anni #sosnaturaditalia
La legge che @Montecitorio approverà domani SNATURA i parchi nazionali. #sosnaturaditalia
Con la legge sui Parchi che si sta approvando a @Montecitorio le poltrone vengono prima della Natura. #sosnaturaditalia
Quella che @Montecitorio sta approvando è una legge contro i parchi. Stop alla svendita, #sosnaturaditalia
Con la legge che @montecitorio approverà domani lo stato cede i Parchi nazionali ai poteri locali. #sosnaturaditalia

MOLTO IMPORTANTE: MARTEDI’ 20 GIUGNO DALLE ORE 8 SI REPLICA
Dalle 8 alle 11 di martedì 20 giugno bisogna inviare Tweet che devono avere sempre come parola chiave (hashtag) #sosnaturaditalia e l’account @Montecitorio.
Come nella mobilitazione di lunedì pomeriggio si possono inserire immagini in cui taggare anche l’account della presidente della Camera @lauraboldrini e dei capogruppo dei gruppi presenti in Parlamento (quelli che hanno un account twitter)

QUESTI I MESSAGGI DA TWITTARE MARTEDI’ DALLE 8 ALLE 11:
Oggi @montecitorio contro Natura: si approva la legge contro i parchi. Se passa torniamo indietro di 40 anni #sosnaturaditalia
Quella che @Montecitorio sta approvando è una legge contro i parchi. Stop alla svendita, #sosnaturaditalia
Con la legge sui Parchi che si sta approvando a @Montecitorio le poltrone vengono prima della Natura. #sosnaturaditalia
Quella che @Montecitorio sta approvando è una legge contro i parchi. Stop alla svendita, #sosnaturaditalia
Con la legge sui Parchi che si sta approvando a @Montecitorio le poltrone vengono prima della Natura. #sosnaturaditalia
Votando la legge sui Parchi @Montecitorio ci porta indietro di 40 anni! Addio tutela #sosnaturaditalia
Con la nuova legge sui parchi @Montecitorio non c’è futuro per Aree Marine Protette. Addio mare, #sosnaturaditalia

18.6.17

Un'opportunità per la Riserva del Borsacchio

Una delle tante iniziative di pulizia della Riserva del Borsacchio organizzate dalle Associazioni ambientalsite
Da quando è stata istituita nel febbraio 2005, la Riserva regionale del Borsacchio non è mai stata gestita dall’Amministrazione Comunale di Roseto degli Abruzzi, tanto da essere ancora oggi priva del Piano di gestione. Le uniche iniziative condotte nella riserva sono il risultato della collaborazione fra associazioni ambientaliste, organizzazioni locali e volontari: in questi dodici anni WWF, Legambiente, Italia Nostra, Comitato per la Riserva Borsacchio, associazioni locali e centinaia di volontari hanno garantito, senza nessun contributo pubblico, attività, eventi e perfino interventi di piccola manutenzione.
Nel febbraio 2016 l’Istituto Abruzzese Aree Protette e il WWF – che già gestiscono altre 6 riserve regionali in Abruzzo – avevano indirizzato al Comune di Roseto una manifestazione d’interesse a collaborare nella gestione della Riserva naturale del Borsacchio.
Una proposta di collaborazione purtroppo non presa in considerazione dall’Amministrazione del tempo che scelse, nonostante la nomina del Commissario da parte della Regione per le manifeste inadempienze del Comune, di affidare la gestione ad altri soggetti. Questo affidamento si è concluso lo scorso mese di marzo.
L’Amministrazione nel frattempo ha cambiato segno, ma non sembra che vi sia stato alcun miglioramento da parte della gestione comunale. Al contrario in quest’anno e mezzo il commissariamento ha dato ottimi risultati: nomina del Comitato di Gestione, definizione degli strumenti operativi di accesso a fondi per sviluppo e tutela del territorio, elaborazione di un progetto di gestione pilota e avvio del Corso delle Guide del Borsacchio.
Sempre in questo anno e mezzo le Associazioni hanno continuato, sempre senza alcun contributo da parte delle Istituzioni, a lavorare per attività e iniziative, coinvolgendo organizzazioni di varia natura, comitati locali e migliaia di cittadini e turisti: “Spiaggia Pulita”, “Tutti insieme per il Borsacchio”, “Sulle tracce dell’Elmo Ostrogoto”, “Camminiamo nel Borsacchio”, “Passeggiate in Riserva”, “Cori alla Luna nella Riserva Borsacchio”, “Tutti i colori per il Borsacchio”, “Tutti i colori del gusto”, “Riserva del Borsacchio, Oasi WWF per un giorno” sono solo alcune delle tantissime iniziative organizzate. Giornate di pulizia del litorale, osservazioni e censimenti floro-faunistici, serate enogastronomiche e incontri musicali: la Riserva del Borsacchio, pur essendo nei fatti priva di qualsiasi tipo di gestione e pianificazione, è così riuscita ad avere un calendario di eventi pari di tante altre riserve regionali finanziate con fondi pubblici.
A Roseto si è così costruito un bagaglio di esperienze e conoscenze non replicabili che non deve essere buttato via.
Il 12 giugno 2017 WWF, Legambiente, Italia Nostra, Comitato del Borsacchio, con l’appoggio delle neonate Guide del Borsacchio, costituite principalmente da giovani rosetani, hanno rinnovato al Sindaco di Roseto la disponibilità a gestire la Riserva, fornendo capacità, competenze e voglia di collaborare con quanti vogliono rendere quest’area protetta un vero parco naturale e un volano di sviluppo locale.
Le Associazioni hanno invitato il Sindaco ad un incontro per discutere la proposta di collaborazione nella gestione: il futuro del Borsacchio passa inevitabilmente per quanti a Roseto si sono impegnati da sempre per la nascita e la difesa di questo tratto di costa.
Attendiamo la convocazione del Sindaco di Roseto per discuterne: se merito, competenza e capacità sono ancora un parametro di giudizio in questa città la risposta dell’Amministrazione sarà certamente positiva.

15.6.17

Sabato 17 giugno: confronto sull'acqua con Regione, Parchi, Laboratori e Autostrada

 
Oggi il più grande acquifero del centro Italia, dal quale si riforniscono d’acqua più della metà degli abruzzesi, è posto a contatto con due realtà potenzialmente inquinanti: i Laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e i trafori autostradali A24. Per la loro messa in sicurezza sono stati spesi milioni di euro (più di 80 solo attraverso la struttura commissariale). Eppure gli stessi enti che utilizzano e controllano l’acqua del Gran Sasso attestano che il sistema oggi non è sicuro.
Sabato 17 giugno alle ore 17, presso la sala polifunzionale della Provincia di Teramo, in via Comi n. 11, si svolgerà un secondo incontro pubblico organizzato dall’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso.
E questa volta a confrontarsi pubblicamente con i rappresentanti delle associazioni che compongono l’Osservatorio, saranno:
  • Igino Lai, Direttore Generale Strada dei Parchi SpA;
  • Giovanni Lolli, Vicepresidente Regione Abruzzo;
  • Tommaso Navarra, Presidente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga;
  • Stefano Ragazzi, Direttore Laboratori Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Il dibattito prenderà le mosse dalle domande che tutti si sono posti in questi ultimi mesi:
  • qual è l’attuale situazione dell’acquifero e delle interferenze delle gallerie autostradali e dei Laboratori con esso;
  • quali sono stati gli interventi di messa in sicurezza fatti fino ad oggi;
  • qual è il rischio effettivo che al 31 dicembre 2017 gli abruzzesi debbano rinunciare all’acqua del Gran Sasso;
  • quali sono i programmi per la messa in sicurezza definitiva, considerato che da mesi sono in corso delle riunioni a livello regionale dove si stanno ipotizzando nuovi interventi.
Quanto accaduto dal 2002 ad oggi mette in discussione la relazione di fiducia tra cittadini e organizzazioni sociali intermedie, da un lato, e Istituzioni preposte a controllare e garantire la potabilità dell’acqua, dall’altro.
Per questa ragione l’Osservatorio ritiene fondamentale modificare l’attuale sistema decisionale costruendo le basi per una maggiore partecipazione e condivisione delle scelte da compiere riguardo a beni universali come l’acqua, l’ambiente naturale e la salute pubblica. Il coinvolgimento di cittadini e associazioni, peraltro previsto da normative poste a tutela sia dell’ambiente che dei consumatori (ad iniziare dal coinvolgimento delle associazioni consumeristiche nella determinazione dei parametri qualitativi e nella loro verifica durante l’erogazione del servizio), non è più rinviabile!
Così come non sono rinviabili alcune scelte che pongano la sicurezza dell’acquifero al primo posto rispetto a qualsiasi altro interesse sul territorio.
Del resto la tutela di quanti bevono l’acqua del Gran Sasso e l’impatto sul sistema sanitario nazionale di eventuali inquinamenti non possono essere trascurati.
Come è stato più volte ribadito dall’Osservatorio, confronto, trasparenza e coinvolgimento delle comunità nei processi decisionali sono gli elementi che devono caratterizzare la gestione del bene comune per eccellenza, l’acqua.
L’Osservatorio sta anche continuando ad acquisire documentazione dagli organismi competenti sulla gestione dell’acqua ed ha chiesto un incontro al Prefetto di Teramo per metterlo al corrente delle iniziative intraprese e da intraprendere.
 
L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso è costituito da: WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura Laga, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia, FIAB, CAI e Italia Nostra.
L’adesione è aperta a tutte le associazioni interessate e a tutti i cittadini che vogliono impegnarsi su questa problematica.

Oasi WWF dei Calanchi: un'estate a tutta natura!


Si apre la stagione estiva 2017 della Riserva Naturale Regionale Oasi WWF “Calanchi di Atri”, tra natura, geologia, storia, sport e divertimento.
La riserva naturale nata nel 1995, preserva circa 600 ettari di meravigliosi ambienti naturali ricchi di flora e fauna, a cui si unisce un “Sito di Interesse Comunitario” della Rete Natura 2000 dell’Unione Europea con un patrimonio unico di biodiversità. L’area protetta fa parte del sistema delle 100 Oasi del WWF Italia dove conservazione della natura e promozione del territorio sono di casa.
L’affascinante fenomeno calanchivo attrae da sempre tantissimi visitatori. Si tratta di antichi fondali marini di origine plio-pleistocenica, risalenti a due milioni di anni fa, che hanno dato origine a queste suggestive “sculture” naturali che si potranno ammirare lungo il percorso naturalistico grazie ad un servizio guida gratuito organizzato dall’Oasi nelle giornate del calendario estivo. Immerso nel verde della natura, il percorso ripercorre un tratto dell’antica strada romana Hadria-Pinna segnalata dalla Tabula Peutingeriana, dove storia, fede e leggenda si intrecciano fino a confondersi nel misterioso monolite custodito nella cosiddetta “cappella di San Paolo”. Nell’area panoramica spiccano le cosiddette “Piramidi di terra”, particolari strutture di circa 10 metri inserite dall’ISPRA tra i Geositi di Interesse Nazionale.
Le viste guidate partiranno dal 16 giugno e termineranno l’8 settembre, avranno cadenza settimanale e una durata di circa 2 ore (difficoltà medio-facile, lunghezza e km). Oltre alle escursioni diurne, come ogni anno sono previste le passeggiate con la luna piena nei giorni di plenilunio de 9 luglio e del 7 e 8 agosto, durante le quali sarà possibile osservare uno dei fenomeni più suggestivi della costa adriatica, i calanchi al chiaro di luna, ben visibili grazie ai minerali presenti nelle argille che renderanno ancor più affascinante il paesaggio formato da queste imponenti architetture naturali.
Per vivere ancora esperienze uniche in Oasi, si possono effettuare passeggiate a cavallo, a cura di Cavalcando l’Abruzzo, o in mountain-bike. a cura di Cerrano.Bike.
Per i più piccoli sono previsti laboratori di educazione ambientale e archeologia, insieme ad altre attività ludo-didattiche che permetteranno di coniugare divertimento e ricerca naturalistica.
Dal 30 giugno al 1 settembre si svolgerà anche un programma di “Passeggiate Ecologiche” a cura di AVIS di Atri con le guide dell’Oasi che illustreranno le peculiarità storico-naturalistiche del territorio.
Domenica 20 agosto si terrà la consueta “Passeggiata alle fontane archeologiche di Atri” dove, ripercorrendo la storia degli insediamenti dell’antica Hatria, verranno illustrate le tecniche di ingegneria idraulica che hanno permesso lo sviluppo delle prime civiltà. La passeggiata sarà animata da canti e balli popolari.
Novità in esclusiva dell’estate 2017 l’itinerario “Le Vie di Adriano”, dedicato all’imperatore Publio Elio Adriano e frutto di ricerche storiche dello staff dell’Oasi sulle “origo Hadriae” della famiglia dell’imperatore. L’itinerario è parte di un più progetto europeo sulla mobilità sostenibile e green economy che, grazie all’organizzazione di Hidden Italy Tours, permetterà di percorrere le vie del centro storico di Atri accompagnando i turisti in un viaggio nel tempo attraverso visite in abiti d’epoca e cene tematiche, con degustazione del tanto decantato “vinum hadrianum” presente persino in antiche pergamene egiziane.
Sono altresì previsti percorsi legati al gusto “L’Oasi dei Sapori” che toccheranno i punti salienti della millenaria tradizione enogastronomica locale, tra storia, tradizione e innovazione!
Tutte le attività sono su prenotazione anticipata di almeno 24 ore.
Per rimanere aggiornati è possibile consultate il sito www.riservacalanchidiatri.it.
 

12.6.17

Sabato 17 giugno: Confronto sull'acqua con Regione, Parco, Laboratori e Autostrada

 
Se vuoi conoscere la situazione dell’acquifero del Gran Sasso da cui proviene l’acqua che bevi…
Se vuoi sapere cosa è stato fatto per la messa in sicurezza dei Laboratori e della gallerie autostradali sotto il Gran Sasso...
Se vuoi sapere cosa si deve ancora fare per non correre il rischio di compromettere una risorsa fondamentale come l’acqua del Gran Sasso...
PARTECIPA ALL’INCONTRO!

GenerAzioneMare a Roseto degli Abruzzi!

GenerAzioneMare: volontari WWF in Azione a Roseto degli Abruzzi! In difesa del Fratino e della Riserva naturale regionale del Borsacchio, insieme agli alunni degli Istituti Comprensivi della cittadina adriatica.
Un centinaio di disegni hanno "invaso" il lungomare, mentre all'interno dello stabilimento "Celommi" Fabiola Carusi, responsabile per il WWF Abruzzo del Progetto Salvafratino, Pierluigi Ricci, educatore ambientale del WWF Teramo, e Franco Sacchetti, autore del libro "Fratini d'Italia", tenevano una lezione sul mondo del Fratino.
A fine serata una passeggiata verso la Riserva del Borsacchio con due guide d'eccezione: Adriano De Ascentiis, Direttore dell'Oasi WWF dei Calanchi di Atri, e Marco Borgatti, ambientalista e direttore del Corso delle Guide del Borsacchio.
 





 





 

8.6.17

GenerAzioneMare: quattro eventi in Abruzzo

 
GenerAzioneMare è la nuova campagna del WWF Italia in difesa del mare e delle coste.
La storia e la vita del nostro Paese, ponte nel Mediterraneo tra due continenti, sono profondamente legate al mare. Dal mare è nata una delle civiltà più antiche del Pianeta e lungo gli 8.000 km di costa si è sviluppata una ricca economia fatta di pesca, scambi commerciali e, in tempi più recenti, turismo.
Eppure questa risorsa così importante è sotto assedio: l’inquinamento dai corsi d’acqua interni, la cementificazione della costa, la ricerca e l’estrazione di idrocarburi, la distruzione delle aree umide di transito, l’eccessivo sfruttamento degli stock ittici, l’abbandono di plastiche con il loro pericoloso rilascio di sostanze chimiche nell’ambiente mettono a serio rischio l’ecosistema marino.
Un ecosistema che è ancora ricco di biodiversità. L’Italia, infatti, è uno dei Paesi più ricchi in Europa e nel Mediterraneo in termini di biodiversità marina: delle 8.750 specie elencate nelle checklist del Mediterraneo il 10% è nota esclusivamente per i mari italiani, delle 10 specie di Cetacei presenti nel Mar Mediterraneo ben 8 sono presenti nelle acque italiane, i sistemi dunali ancora intatti occupano 3.000 km di costa.
Il WWF ha così lanciato una campagna di informazione e mobilitazione in difesa del mare e delle coste che, dopo un convegno nazionale svoltosi a Napoli il 7 giugno, avrà una prima attivazione con decine di iniziative di volontariato domenica 11 giugno.
Anche in Abruzzo sono previste varie iniziative.
Si inizia sabato 10 giugno alle ore 10 con l’incontro pubblico “GenerAzioneMare” a Pescara nella Sala della Figlia di Iorio della Provincia in piazza Italia. Un’occasione di confronto sulla tutela del mare e sugli effetti dell’inquinamento sull’ambiente marino, ma anche su quello che, tramite il pescato, arriva sulle nostre tavole. Dopo i saluti di Antonio Di Marco, Presidente della Provincia, del Contrammiraglio Enrico Moretti, direttore della Capitaneria di Porto di Pescara, e di Marina De Ascentiis, consigliere dell’Area Marina Protetta “Torre di Cerrano”, i lavori, coordinati dal giornalista Roberto Mingardi, proseguiranno con gli interventi di Dante Caserta, Vicepresidente WWF Italia, Vincenzo Olivieri, Presidente del Centro Studi Cetacei, e Antonio Canu, Presidente di WWF Oasi.
Domenica 11 giugno sono invece previsti tre diversi eventi a Vasto, Pescara e Roseto degli Abruzzi.
A Vasto un’esperienza di citizen science con appuntamento alle ore 9.15 presso l’ingresso nord della Riserva regionale “Marina di Vasto”, nuova Oasi WWF regionale, per una giornata di censimento sulla fauna vertebrata presente nella Riserva e la presentazione del progetto “Fra onde e sabbia” presso il Giardino botanico mediterraneo di San Salvo.
A Pescara appuntamento alle ore 15.30 presso il porto turistico per la liberazione di una tartaruga Caretta caretta recuperata dal Centro Studi Cetacei che potrà essere restituita al suo ambiente naturale.
A Roseto degli Abruzzi appuntamento alle ore 17.30 presso il Lido Celommi sul lungomare per conoscere il “Mondo del Fratino” con una mostra di disegni degli alunni degli Istituti comprensivi rosetani, la presentazione del libro “Fratini d’Italia“ con l’autore Franco Sacchetti e una passeggiata verso la Riserva naturale del Borsacchio.
“Il mare della nostra regione merita una maggiore attenzione”, dichiara Luciano Di Tizio, Delegato regionale del WWF. “Anche noi abruzzesi, infatti, conosciamo fin troppo bene, purtroppo, i problemi evidenziati a scala planetaria dal WWF Internazionale: dall’inquinamento dei fiumi che si ripercuotono puntualmente nel mare con problemi ingigantiti durante la stagione balneare alla cementificazione della costa, dalle ricerche petrolifere alla pesca invasiva e all’avvio di grandi impianti di acquacoltura senza alcuna pianificazione. Anche noi siamo chiamati a fare la nostra parte. La difesa del mare è anche una difesa di un modello di sviluppo sostenibile che dovrà essere necessariamente più attento alla tutela delle risorse naturali, pena la perdita della capacità rigenerativa del mare e il conseguente danneggiamento delle economie sviluppatesi nel mare e lungo la costa”.

Acqua Gran Sasso: nuovo incontro per trasparenza e partecipazione

Le recenti notizie di stampa alimentano due sentimenti contrastanti: amarezza e soddisfazione.
L’amarezza nel constatare che gli Enti continuano a trattare la questione dell’acquifero del Gran Sasso d’Italia senza un vero coinvolgimento dei cittadini. L’incontro nel Laboratorio di Fisica Nucleare del Gran Sasso, caratterizzato da una scarsa partecipazione da parte dei Sindaci, dimostra ancora una volta che si rinuncia a mettere in campo veri strumenti di partecipazione e informazione che sono invece indispensabili per individuare e condividere vere soluzioni.
La soddisfazione nel vedere che, nei fatti, le Istituzioni sembrano essersi rese conto della fondatezza delle argomentazioni poste e delle soluzioni proposte dalle Associazioni: le recenti affermazioni del Direttore Generale della ASL sulla necessità di un nuovo protocollo di gestione dell’emergenza con obbligo per Autostrada dei parchi e Laboratori di chiedere autorizzazioni per qualunque lavoro da svolgere che possa mettere a rischio l’acquifero, riprendono esattamente quanto richiesto durante il primo incontro pubblico organizzato dall’Osservatorio il 20 maggio scorso.
L’Osservatorio è convinto che trasparenza e partecipazione siano due elementi indispensabile per ricostruire la fiducia dei cittadini verso tutti gli enti che hanno a che fare con l’acquifero del Gran Sasso. Per questo promuove un nuovo incontro pubblico per sabato 17 giugno alle ore 17 presso la sala polifunzionale della Provincia di Teramo in via Comi n. 11, invitando cittadini, istituzioni e associazioni con l’obiettivo di comprendere il grado di sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso, ponendo l’attenzione su cosa è stato fatto e cosa si dovrà fare per la tutela dell’acqua considerata la permeabilità di due siti potenzialmente inquinanti: i Laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e i trafori autostradali dell’A24.
All’incontro parteciperanno rappresentanti della Regione Abruzzo, del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’Autostrada dei Parchi, chiamati a confrontarsi tra di loro e con i cittadini.
E sarà l’occasione per comprendere e valutare la reale disponibilità degli enti al confronto e alla trasparenza nei processi decisionali.
L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso è costituito da: WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura Laga, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia, FIAB, CAI e Italia Nostra. L’adesione è aperta a tutte le associazioni interessate e a tutti i cittadini che vogliono impegnarsi su questa problematica.

7.6.17

Lupo e allevamenti: la convivenza è possibile!

 
Le notizie di stampa diffuse nella giornata di ieri in merito alla predazione su un gregge di pecore da parte di lupi in un’area del teramano contengono numerose inesattezze che di certo non aiutano né il lupo, né gli allevatori.
In primo luogo va ribadito che Italia non è mai stato realizzato alcun intervento di reintroduzione di lupi, tanto meno di lupi provenienti dalla Romania o da altri Paesi dell’est Europa. Il lupo, ridotto a solo 100 esemplari e sull’orlo dell’estinzione all’inizio degli Anni ’70, è aumentato di numero a seguito dell’introduzione del divieto di caccia riconquistando naturalmente territori dove era sempre vissuto.
La convivenza tra lupo e attività zootecniche è possibile e ampiamente dimostrata. È necessario però adottare sistemi di prevenzione basati su recinti e cani pastore abruzzesi perfettamente in grado di tutelare le greggi come dimostrano centinaia di esempi nella nostra regione e nel resto d’Italia.
Quando, nonostante i sistemi di protezione messi in atto, si verificano delle predazioni va assicurato un tempestivo esame (anche attraverso analisi genetiche) al fine accertare se ci si trova in presenza di lupi o di cani rinselvatichiti. Accertata l’origine della predazione, agli allevatori danneggiati devono essere riconosciuti rapidi e adeguati indennizzi. Seguendo questi accorgimenti si tutelano sia gli allevatori che il lupo, specie protetta a livello europeo e di cui in Italia ancora oggi vengono uccisi circa 300 esemplari per bracconaggio e incidenti stradali.
La gestione faunistica non si improvvisa e deve essere condotta attraverso esperti.
A Teramo abbiamo la fortuna di avere organismi che lavorano da anni su questo tema. L’Osservatorio di Ecologia Appenninica e il Project Wolf Ethology dell’Università di Teramo, attraverso uno studio di monitoraggio sul territorio a sud-ovest del comprensorio teramano, già dal 2015 hanno potuto verificare la presenza del lupo, anche se gli ultimi monitoraggi condotti dimostrano che non sono presenti in zona branchi stabili di lupi con un numero elevato di soggetti. Nella stessa zona, invece, è stata documentata la presenza costante di un numeroso branco di cani rinselvatichiti che più volte hanno evidenziato comportamenti di predazione del tutto simili a quello degli animali selvatici.
Tenuto conto del potenziale danno per il comparto zootecnico, della necessità di tutelare il lupo e di garantirne la purezza genetica, del rischio di trasmissione di malattie potenzialmente pericolose non solo per gli animali, da anni gli studiosi del Project Wolf Ethology hanno evidenziato che, sono necessari, da parte di tutti i settori competenti in materia, una puntuale azione informativa nei confronti degli allevatori, una maggiore assistenza pratica e burocratica per l’azione di prevenzione, un tempestivo approfondimento diagnostico in caso nei predazioni al fine di rilevare con veridicità i responsabili dei danni. Per quanto concerne quest’ultimo punto in particolare è scientificamente dimostrata la necessità di indagini genetiche approfondite in tempi brevissimi in quanto l’attribuzione della predazione affidata unicamente all’analisi delle lacerazioni ricevute dagli animali può risultare forviante e non esaustiva.
La ricerca ci suggerisce quindi maggiore attenzione e una serie di azioni concrete a vantaggio degli allevatori: si tratta di un reale contributo alla risoluzione dei problemi che affliggono il comporto zootecnico al fine di migliorare la convivenza tra uomo e selvatici con soluzioni efficaci.
Creare invece allarmismi ingiustificati va nella direzione di aumentare la conflittualità con effetti devastanti sulle popolazioni di lupi e sugli allevamenti.

4.6.17

GenerAzioneMare in Abruzzo

In occasione di GenerAzioneMare, campagna per la tutela del mare e delle coste del WWF Italia, il WWF Abruzzo ha lanciato 4 iniziative.
Si inizia sabato 10 giugno dalle ore 10 con un incontro pubblico a Pescara sulla tutela del mare e sugli effetti dell'inquinamento sull'ambiente marino, ma anche su quello che, tramite il pescato, arriva sulle nostre tavole. Vi invitiamo ad essere presenti anche per fare il punto sulle prossime iniziative per la tutela del mare.
Domenica 11 giugno si prosegue con tre diversi eventi a Vasto, Pescara e Roseto degli Abruzzi: andremo alla ricerca della fauna presente nella Riserva naturale di Vasto Marina, libereremo tartarughe a largo di Pescara e parleremo di Fratini a Roseto degli Abruzzi.
Non mancate!
Su Facebook abbiamo creato un evento e vi invitiamo ad aderire:





In tanti sul corridoio verde!