24.6.12

Facciamo pace con le montagne

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In Abruzzo Mountain Wilderness, WWF, LIPU ed ALTURA, unitamente ad altre associazioni, hanno scelto il Gran Sasso d’Italia e il Monte Sirente per la manifestazione nazionale del 1° luglio “Facciamo pace cone le montagne”.
Le associazioni promotrici, dalle vette del Corno Grande del Gran Sasso d'Italia e del Monte Sirente, affermeranno un deciso NO al degrado ed alla violenza nei confronti delle montagne ed un altrettanto deciso SI alla tutela del paesaggio ed al coinvolgimento diretto delle persone che vivono e operano in maniera sostenibile nei territori di montagna.

Perché il Gran Sasso d’Italia
La montagna più alta della dorsale appenninica, dalla Liguria alla Calabria, è oggetto di aggressioni nonostante sia diventata Parco Nazionale nel 1995.
Una gestione precaria dell’Ente Parco negli ultimi anni non ha consentito di avviare un vero piano di tutela e il coinvolgimento concreto dei residenti legati alle attività sostenibili tradizionali della pastorizia, dell’agricoltura, dell’artigianato e dell’attività contemporanea del turismo.
Oggi il Gran Sasso è in pericolo per:
1. le frequenti esercitazioni militari che disturbano i camosci, le aquile, i fringuelli alpini, gli escursionisti, gli alpinisti e i pastori;
2. la realizzazione di nuove funivie e impianti di sci in località dove la neve dura pochi mesi;
3. l’installazione di impianti eolici industriali;
4. l’inquinamento delle acque di superficie e nelle cavità carsiche da parte di alberghi, rifugi, camping, centri abitati privi di rete fognante e di sistemi depurativi;
5. il possibile danneggiamento di una flora unica a causa dell’attività antropica;
6. l’alta velocità e rumorosità delle auto e delle moto sulle strade di media e alta quota;
7. l’accumulo di rifiuti solidi nelle valli, nei boschi, sugli altipiani e sulle vette;
8. l’abbandono dei borghi storici da parte degli enti pubblici preposti.

Perché il Monte Sirente
La montagna, che unitamente al Velino forma il Parco regionale omonimo, è in pericolo per:
1. la prevista riduzione dell’attuale perimetro del Parco da parte della Regione Abruzzo finalizzata al rilancio della speculazione turistica a danno del paesaggio, della flora, della fauna e della nobile storia dei locali;
2. il rinnovato tentativo di collegamento sciistico tra Campo Felice ed Ovindoli nonostante periodi di innevamento sempre più scarsi e saltuari;
3. progetti di grande impatto ambientale e paesaggistico quali la realizzazione di campi da golf a Rovere;
4. il mancato coinvolgimento della popolazione locale in progetti di vera valorizzazione dell’ambiente, della storia e dell’arte;
5. la mancata progettualità dell’Ente Parco nel recupero dei magnifici borghi dell’Altopiano delle Rocche, della Valle Subequana e dei territori limitrofi
6. la mancata valorizzazione delle peculiarità agricole e pastorali degli altipiani.
Per la salita al Corno Grande (vetta occidentale): ritrovo dei partecipanti nei pressi del Giardino Botanico Alpino di Campo Imperatore alle ore 8.00 e conseguente inizio dell’escursione, per la via normale. Ritrovo in vetta di tutti alle ore 12.00.
Per la salita al monte Sirente: ritrovo a Rovere (Altopiano delle Rocche) alle ore 8.00, nella piazza all’entrata del paese venendo da Ovindoli (sul retro del ceppo marmoreo “Robur Marsorum”) e conseguente inizio dell’escursione. Ritrovo in vetta di tutti alle ore 12.00.

Ogni partecipante (abbigliamento da trekking) è invitato a raccogliere i rifiuti solidi abbandonati da escursionisti incivili e riportarli a valle.
Le adesioni dovranno pervenire entro e non oltre mercoledì 27 giugno ai seguenti numeri:
Massimo Fraticelli (MW): cell. 348.3717423
Marano Mario Viola (MW): cell. 339.4188967
Stefano Allavena (Lipu): cell. 348.8121787
Luciano Di Tizio (WWF): cell. 348.8130092
Sefora Inzaghi (WWF MARSICA) cell 3381651021

Come si distrugge un fiume (con i soldi nostri!)

Per l'ennesima volta il Fiume Tordino, nei pressi della foce, subisce un trattamento di taglio di tutta la vegetazione spondale.
Migliaia e migliaia di euro delle nostre tasse vengono spesi per interventi inutili e dannosi che diminuiscono la capacità depurativa del fiume e distruggono la biodiversità.
Dal punto di vista della sicurezza è curioso notare come si consenta di costruire palazzi e strade a ridosso dei corsi d'acqua, ma poi si taglino le piante che rappresentano invece un elemento naturale.






16.6.12

Riserva del Borsacchio: lettera aperta al Presidente Chiodi

Sig. Presidente,
la Deliberazione Legislativa n. 113/5 dell’8 maggio 2012 per ridurre la Riserva Naturale del Borsacchio, tagliandone addirittura 2/3 di fascia costiera ed una parte della pineta litoranea Mazzarosa, con le foci del Tordino e del Borsacchio, è tornata all’ordine del giorno del Consiglio Regionale di martedì 19 giugno 2012.
Tornerà così all’esame del Consiglio, dopo le tante bugie di chi ha negato che quella proposta costituisse una riduzione dell’area protetta di 40 ettari (da 1.187,67 a 1.148), sostenendo di averla addirittura “ampliata di 50 ettari” e dopo la bocciatura della stessa Legge da parte del Collegio Regionale per le Garanzie Statutarie (bocciatura mai ricordata nella storia legislativa abruzzese).
Tutti ormai sanno che la popolazione abruzzese non vuole la riperimetrazione. Non la vogliono le associazioni ambientaliste ed i comitati locali. Non la vogliono gli studenti. Non la chiedono le associazioni di categoria. Eppure nel corso della seduta dell’8 maggio scorso anche Lei, Presidente, ha votato per far ridurre l’unica riserva regionale presente sulla costa teramana.
Perché tanta ostinazione nel far passare la riduzione/devastazione di una Riserva naturale? Chi ha interesse a distruggere un bene comune?
Non vi è una sola ragione, di interesse generale, che giustifichi la scelta di stravolgere la Riserva del Borsacchio. La riperimetrazione sarebbe frutto solo della pressione di pochi e ben identificati personaggi, visti costantemente presenti tra il pubblico durante i lavori del Consiglio Regionale e nei corridoi della II Commissione, quando si discutevano le varie proposte Rabbuffo-Ruffini-Venturoni.
Il buon Politico ed il saggio Amministratore devono agire con giustizia ed equità, dando prova di coraggio e, soprattutto, di rispetto degli interessi e delle aspirazioni dei propri rappresentati. Sulla Riserva del Borsacchio, Lei è certo di aver fatto gli interessi della Collettività?
Batta un colpo Presidente! È ancora in tempo per recuperare, pronunciando una parola decisiva in proposito. Da mercoledì prossimo non sarà più possibile. E nessuno potrà pensare che Lei non sia fortemente e consapevolmente corresponsabile.

Italia Nostra
Legambiente
LIPU
WWF
Comitato Abruzzese Per La Difesa Dei Beni Comuni
Comitato Riserva Naturale Regionale Guidata Borsacchio

15.6.12

Ad 1 anno dal referendum: a che punto siamo?


Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa organizzata davanti la sede della Ruzzo Reti SpA in via Nicola Dati a Teramo, i rappresentanti del Comitato teramano “Acqua Bene Comune” – prosecuzione del comitato provinciale promotore del referendum contro la privatizzazione dell’acqua – hanno illustrato la situazione in provincia di Teramo per quanto riguarda la gestione del servizio idrico integrato.
È passato un anno dal 12 e 13 giugno 2011 quando, al termine di una campagna referendaria esaltante, una schiacciante maggioranza di oltre 26 milioni di italiani si espressero (oltre il 95% dei votanti) contro la privatizzazione del servizio idrico che sarebbe stata obbligatoria dal 1° gennaio 2012 e per l’abolizione della “remunerazione del capitale investito”, un vero e proprio privilegio introdotto nel passato che pesa sulle bollette degli italiani per almeno il 7% (ma in alcune province arrivata al 20%) al fine di creare profitti sulla gestione dell’acqua ed aprire così la strada alla privatizzazione di questo bene.
Gli italiani scelsero in maniera chiarissima di considerare l’acqua come un bene comune da gestire lontano dalle logiche del mercato e dalle spartizioni partitocratiche.
Ma come purtroppo accade in Italia, anche le vittorie più chiare della democrazia vengono messe in discussione.
Ad oggi la “remunerazione del capitale investito” non è stata eliminata dalle tariffe, nonostante si dovesse farlo – come ha stabilito la Corte Costituzionale nella sentenza n. 26/2011 – fin dal giorno dopo la proclamazione della vittoria referendaria.
Al contempo, l’abrogazione del cd Decreto Ronchi ha comportato la cancellazione dell’obbligo di privatizzare il servizio idrico, ma in molte città (ad iniziare da Roma) si sta ugualmente procedendo, contro la volontà popolare, alla privatizzazione del servizio. Solo nella città di Napoli si è proceduto alla costituzione di un nuovo gestore del servizio pubblico nella forma dell’Azienda Speciale cancellando la precedente Società per Azioni.
Del tutto simile alla situazione italiana è quella del teramano.
Ad oggi nei comuni della Provincia di Teramo non si è data attuazione alla volontà popolare, anzi la remunerazione del capitale investito è stata prevista anche nella pianificazione tariffaria fino al 2030!
Nella Deliberazione dell’Assemblea dei Sindaci per il Servizio Idrico Integrato (ASSI) n. 4 del 12 dicembre 2011, i Sindaci della Provincia di Teramo ed il Presidente della Provincia di Teramo (in qualità di coordinatore dell’Assemblea) hanno deliberato di approvare il documento conclusivo dei risultati della revisione straordinaria relativa agli anni 2006/07 e 2008 e dello sviluppo della tariffa reale media per il periodo 2009/2030, continuando a prevedere la “remunerazione del capitale investito”.
In poche parole questi sindaci, invece di applicare la chiarissima volontà popolare, hanno fatto finta di nulla approvando non la riduzione delle tariffe, ma il loro aumento!
Contro questa decisione il Comitato “Acqua Bene Comune” per ben due volte ha richiesto un incontro a tutti i sindaci della provincia di Teramo ed al Presidente dell’Amministrazione Provinciale. Una richiesta che è rimasta priva di risposte, testimoniando la distanza ormai abissale di una certa classe politica dai cittadini.
La gestione del servizio idrico continua ad essere un modo per spartirsi poltrone.
La vicenda delle dimissioni del Presidente della Ruzzo Reti SpA e della sua sostituzione lo hanno ampiamente dimostrato.
Quello che conta non è cosa si vuole fare e con quali competenze, ma l’occupazione dei posti nei consigli di amministrazione. Non vi è neppure più la guerra tra bande tra i vari schieramenti politici: ora la guerra tra bande si svolge tra le correnti degli stessi partiti.
A livello regionale il Consiglio regionale approvò lo scorso anno, un mese prima del referendum, una legge-farsa di riforma che è stata subito impugnata dal Governo nazionale.
Oggi si torna a parlare di una nuova legge di riforma senza nessun confronto pubblico, sperando di poter decidere, per l’ennesima volta, lontano dagli occhi dei cittadini.
Nel frattempo tutti gli Ambiti Territoriali Ottimali del servizio idrico abruzzese sono stati commissariati senza che questo abbia portato alcun reale vantaggio: e non si è trovato di meglio che scegliere come commissario il dirigente regionale che si occupa del settore da decenni!
Sembra quasi che si voglia fare andare tutto di male in peggio, così da poter presentare poi una soluzione preconfezionata: chiamare un soggetto privato a gestire il servizio idrico intergrato della regione Abruzzo, visto il fallimento del pubblico!
Ma la gestione che abbiamo avuto fino ad oggi non ha niente di “pubblico”: è stata, e continua ad essere, una gestione partitocratica dove i partiti scelgono chi mettere a capo delle aziende di gestione senza nessuna attenzione alle competenze ed alle esigenze dei territori.
La strada da percorrere è quella di trasformare la Ruzzo Reti da Società per Azioni, il cui fine è fare comunque profitti sull’acqua, in Azienda Speciale sul modello di quanto è stato fatto a Napoli e di quanto ha recentemente deliberato di voler fare l’Assemblea dei Sindaci per il Servizio Idrico Integrato della provincia di Pescara.
Si devono trovare nuove forme di gestione capaci di assicurare una partecipazione vera ed effettiva dei cittadini che non possono essere degradati a meri utenti di un servizio in una logica privatistica e contrattualistica.
Il Comitato “Acqua Bene Comune”, più che mai deciso a far rispettare il risultato del referendum di cui è il custode, torna a chiedere il rispetto del voto nell’ambito della campagna nazionale di obbedienza civile “Il mio voto va rispettato” e ribadisce la richiesta di incontro con il Presidente della Provincia e con i Sindaci dei Comuni teramani per avviare un confronto sul modello di gestione del servizio idrico integrato nella nostra provincia.

WWF Teramo: eletto nuovo consiglio direttivo

Pino Furia, Presidente WWF Teramo
L’Assemblea dei soci del WWF Teramo ha proceduto al rinnovo dei cinque componenti del Consiglio Direttivo che resterà in carica per i prossimi 3 anni.
I soci hanno scelto come consiglieri Piero Angelini, Adriano Di Michele, Fausta Filippelli, Pino Furia e Donatella Policreti. I consiglieri hanno poi riconfermato come Presidente Pino Furia, al suo secondo mandato. Vicepresidente è stato eletto Piero Angelini.
“Gli obiettivi che ci poniamo come WWF Teramo”, ha dichiarato Pino Furia, “sono la sensibilizzazione attraverso attività ed iniziative di educazione ambientale ed il monitoraggio del territorio al fine di mantenere alta l’attenzione nei confronti di scelte ed interventi che possano danneggiare l’ambiente. In un momento difficile per la conservazione e la tutela ambientale bisogna tristemente registrare come le recenti calamità naturali, purtroppo in aumento anche nella nostra provincia, non rappresentano un deterrente alla cementificazione ed alla distruzione del territorio. Continuamente vengono effettuate scelte progettuali e pianificatorie che vanno nella direzione opposta alla corretta gestione ambientale: è il caso delle proposte di realizzare un nuovo polo scolastico sul lungofiume Tordino a Teramo, oppure dei continui distruttivi interventi negli alvei fluviali finalizzati a rimuovere tutta la vegetazione spondale, per non parlare della volontà di tagliare la Riserva regionale del Borsacchio, unica area protetta costiera della nostra provincia”.
Il WWF è presente in provincia di Teramo dagli Anni ’70 ed ha operato ed opera in tutti i settori della tutela ambientale: dall’educazione ambientale alla promozione delle aree naturali protette, dalle attività legali per la tutela ambientale al recupero della fauna selvatica in difficoltà.
Attualmente il WWF è presente nella nostra provincia con il Centro di Documentazione Ambientale a Teramo, sede anche dell’associazione provinciale, e con l’Oasi dei Calanchi di Atri dove gestisce un centro-visita ed un centro di educazione ambientale. Un ulteriore centro di educazione ambientale sta invece sorgendo a Cortino nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

13.6.12

Nordic Walking all'Oasi WWF dei Calanchi di Atri


Iniziano le attività del programma estivo 2012 dell’Oasi WWF Calanchi di Atri con una novità: domenica 17 giugno, alle ore 17:00, appuntamento presso il centro visite della Riserva Naturale Regionale Oasi WWF “Calanchi di Atri”, in località Colle della Giustizia, per una lezione dimostrativa di Nordic Walking organizzata dall’Associazione Nordic Walking di Giulianova.
Il team dell’associazione ci condurrà gratuitamente dalla sede del Centro Visite verso il centro del paese di Atri, per una passeggiata di circa un’ora, durante la quale i partecipanti apprenderanno la funzionalità tecnica del Nordic Walking, curando aspetti legati alla corretta postura del corpo, alla coordinazione motoria, alla tonificazione muscolare e al consumo di calorie.
Abbiamo chiesto al presidente dell’associazione, Sandro Brandimarte, in cosa consista questa disciplina, piuttosto nuova dalle nostre parti: “Il Nordic Walking è uno sport nato in Finlandia, che favorisce benessere e resistenza. Esso ha un’efficacia del 40-50% superiore a quella di una normale camminata senza bastoncini, quindi ci permette di bruciare circa il doppio delle calorie che consumeremmo durante un’ora di camminata normale. Con il Nordic Walking si verifica un allenamento completo del corpo, infatti viene coinvolto circa il 90% della muscolatura: spalle, pettorali, dorsali, cosce, glutei, addominali. I benefici per la colonna vertebrale sono veramente importanti, e ricerche svolte in Finlandia nel 1999 hanno dimostrato gli straordinari risultati che il Nordic Walking ha avuto sulle condizioni fisiche di persone con danni alla schiena causati da errori di postura”.
Date le premesse, non resta altro da fare che provare, per verificare sul nostro corpo i benefici effetti di questo sport. Per l’occasione l’associazione si prenderà cura di fornire gratuitamente gli appositi bastoncini da camminata. Si consiglia di indossare scarpe basse da corsa e abbigliamento sportivo.

Un anno dal referendum


Sull’energia e sull’acqua le istituzioni devono rispondere alle richieste della società civile dal momento che la strategia energetica nazionale è ancora assente e la quota per i gestori privati dell'acqua ancora presente in bolletta.
Il WWF Italia scatta la fotografia dello stato dell’arte ad un anno dalla vittoria dei sì al referendum su nucleare e acqua del 12 e 13 giugno 2011.
Il referendum sul nucleare del 2011 - spiega l’associazione - ha creato i presupposti per la definizione di una nuova strategia energetica nazionale basata su rinnovabili, risparmio ed efficienza energetica.
Per quanto riguarda invece il servizio idrico, aver bloccato l’obbligatorietà della privatizzazione, riconoscendo l’acqua come bene comune, è stata una delle più importanti manifestazioni della volontà popolare nel nostro Paese.
Purtroppo a distanza di 1 anno dalla straordinaria vittoria referendaria, se abbiamo evitato la privatizzazione obbligatoria del servizio idrico, dobbiamo però registrare che nelle nostre bollette continua a comparire la remunerazione del capitale investito, abrogata dal referendum, e che solo a Napoli la Società per Azione di gestione del servizio idrico è stata trasformata in Azienda Speciale, strumento fondamentale per giungere ad una gestione trasparente e partecipata, lontana dalla ricerca del profitto e dalle spartizioni politiche clientelari.
Ma il WWF, all’interno dell’ampio movimento che ha promosso il referendum, continuerà ad operare fino a quando non si darà piena attuazione a quanto stabilito dalla volontà popolare.

6.6.12

Riserva del Borsacchio: punita l'arroganza!


Il Collegio per le Garanzie Statutarie della Regione Abruzzo boccia la legge di riperimetrazione della Riserva del Borsacchio.
Il Collegio per le Garanzie Statutarie della Regione Abruzzo (a cui avevano fatto ricorso i consiglieri regionali di Italia dei Valori, Partito della Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Sinistra Ecologia e Libertà e Verdi) ha bocciato la legge di revisione dei confini della Riserva Naturale Guidata del Borsacchio.
Il trio Rabbuffo, Venturoni e Ruffini hanno fatto rimediare una pessima figura al Consiglio Regionale d’Abruzzo ed al Presidente della Regione, Gianni Chiodi, che ha votato la legge. È veramente triste vedere mortificare in questo modo il massimo organo decisionale regionale: ad una scelta sbagliata ha fatto da cornice una incredibile sciatteria legislativa.
Eppure durante le ore di interventi nel consiglio regionale dell’8 maggio scorso i consiglieri di opposizione (ad esclusione di quelli del PD) avevano evidenziato le gravi mancanze e contraddittorietà della legge. Nonostante questo encomiabile lavoro, una maggioranza trasversale ha voluto andare avanti.
Nei giorni successivi abbiamo assistito ad entusiastiche conferenze stampa e dichiarazioni roboanti! Oggi il tutto suona come una presa in giro dei cittadini da parte di consiglieri regionali, profumatamente pagati, ma incapaci di fare una legge corretta dal punto di vista procedurale. Ed è chiaro che i ritardi che continuano ad accumularsi sono esclusivamente colpa di quei consiglieri regionali che invece di seguire i consigli della società civile hanno scelto di seguire l’interesse di qualcuno.
Ora la discussione torna in Consiglio regionale.
Sarebbe auspicabile che i consiglieri regionali vogliano affrontare seriamente la questione, mettendo da parte la discussione sul perimetro della riserva (che va avanti inutilmente da 3 anni!) e dotando finalmente l’area protetta del Borsacchio di un comitato di gestione e di un piano di assetto naturalistico che da un lato salvaguardi l’ambiente ed i legittimi interessi dei residenti e dall’altro respinga le mira speculative di pochi.

3.6.12

Biciclettata Adriatica: che successo!


Oltre 600 persone hanno partecipato, questa mattina, alla biciclettata adriatica, partendo da San Benedetto del Tronto e da Francavilla al Mare con destinazione Pineto. La carovana dei ciclisti si è andata via via ingrossando, occupando, con una festosa processione di adulti e bambini su due ruote, le piste ciclabili del litorale marchigiano e abruzzese e invadendo, per alcuni tratti, la statale 16.
Un modo educato e civile di riappropriarsi di qualcosa che dovrebbe essere di tutti: il territorio e il tempo. Il territorio perché le decine di ciclisti hanno attraversato angoli ancora incontaminati di litorale, purtroppo assediati dal triste e brutto cemento, ritenuto, a torto, strumento di sviluppo, e rivelatosi la peggiore malattia che potesse contaminare il nostro paese. Il tempo perché i ritmi frenetici della vita quotidiana, che ci portano a dimenticare i rapporti umani e le cose veramente importanti della vita, sono stati per una giornata dimenticati, dedicando i minuti passati pedalando lentamente alla scoperta di nuovi rapporti umani e di gruppo.
L'arrivo, festoso, a Pineto, è stato accolto dagli stand gastronomici dell'associazione commercianti pinetesi, e dalle porte aperte della Torre di Cerrano, uno dei monumenti più suggestivi del litorale teramano, dove i partecipanti hanno potuto ritemprare corpo e spirito.
"Un grazie a tutti gli organizzatori - ha dichiarato Raffaele Di Marcello, del Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano - alle associazioni ma anche ad ogni singolo partecipante. Grazie alle forze dell'ordine che ci hanno scortato, alla CRI che ha assicurato l'assistenza medica con pattuglie in bici, alle amministrazioni dei Comuni interessati, all'Area Marina Protetta Torre di Cerrano. Dimenticherò sicuramente qualcuno, ma ogni partecipante sa di essere stato importante, perché uniti riusciamo a superare ogni difficoltà".
L'edizione odierna è stata caratterizzata dalla partecipazione di gruppi provenienti dalla Marsica e da Fano, rappresentanti di altrettante associazioni di amanti della bici, uniti idealmente e fisicamente agli altri "pedalatori" del litorale adriatico, tutti con la consapevolezza che, dall'alto della bicicletta, il mondo è diverso, e forse è migliore.


2 giugno: la parata che ci piace!


Ieri, sabato 2 giugno, abbiamo marciato ancora una volta per le vie di Roma.
Eravamo tanti, allegri e colorati per ricordare che la Repubblica siamo noi! Che siamo stanchi di megaprogetti che devastono il nostro territorio e non portano nulla. Che vogliamo che il nostro Paese sia messo in sicurezza. Che vogliamo politiche energetiche sostenibili. Che vogliamo l'acqua pubblica e la sua gestione trasparente e partecipata. Che vogliamo il rispetto del voto referendario del 12 e 13 giugno 2011. E, soprattutto, che non abbiamo nessuna intenzione di dargliela vinta!

1.6.12

Un sistema che fa acqua

Le recenti dimissioni del Presidente della Ruzzo Reti SpA hanno evidenziato ancora una volta quanto i partiti siano lontani dalle esigenze dei cittadini.
Le dimissioni, le discussioni nate immediatamente dopo e la scelta del nuovo presidente mostrano come tutto si riduca semplicemente ad una mera occupazione di poltrone. Tra i partiti si litiga per un posto nel consiglio di amministrazione e poi all’interno degli stessi partiti si litiga tra le varie correnti!
Nel frattempo in Provincia di Teramo non si dà seguito a quanto espresso dai cittadini con oltre il 95% dei voti, confermando la volontà della maggioranza degli italiani che il 12 e 13 giugno 2011 hanno detto no alla privatizzazione dell’acqua e hanno chiesto la cancellazione dalla tariffa del servizio idrico della cosiddetta “remunerazione del capitale investito”, un privilegio introdotto nel passato al fine di creare un profitto sulla gestione dell’acqua ed aprire così la strada alla privatizzazione di questo bene. L’eliminazione di questa quota della bolletta (stabilita in almeno il 7%) comporterebbe una diminuzione immediata delle bollette dell’acqua. Ad oggi non si è data attuazione alla volontà popolare, anzi la remunerazione del capitale investito è stata prevista anche nella pianificazione tariffaria fino al 2030!
Né tanto meno si è avviata una riflessione sulla possibilità di trasformare la Ruzzo Reti da Società per Azioni, il cui fine è fare comunque profitti sull’acqua, in Azienda Speciale come invece è stato già fatto dall’Assemblea dei Sindaci del pescarese.
Il Comitato “Acqua Bene Comune”, prosecuzione del Comitato promotore del referendum “2 sì per l’acqua bene comune” torna a chiedere il rispetto del voto referendario nell’ambito della campagna nazionale di obbedienza civile “Il mio voto va rispettato”.
Lo scorso 17 marzo il Comitato ha avanzato una richiesta ai Sindaci dei Comuni della Provincia di Teramo, al Presidente della Provincia di Teramo (in qualità di coordinatore dell’Assemblea dei Sindaci per il Servizio Idrico Integrato), all’Ente d’Ambito Territoriale Ottimale Teramano ed alla Ruzzo Reti SpA per un incontro: una richiesta che è rimasta senza alcuna risposta!
Oggi il Comitato “Acqua Bene Comune” ribadisce questa richiesta ed è più che mai deciso a far rispettare il risultato del referendum di cui è il custode.
Anche per questo il Comitato sarà a Roma il prossimo 2 giugno per la grande manifestazione nazionale “La Repubblica siamo noi!”, lanciata dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua in difesa dei referendum per l’acqua, i beni comuni e la democrazia.

Luciano Di Tizio, nuovo Presidente del WWF Abruzzo

Il giornalista Luciano Di Tizio eletto nuovo presidente del WWF Abruzzo. Sarà affiancato da due vice presidenti : Camilla Crisante, presidente uscente, e Herbert Simone, giovane avvocato di Avezzano. Chiudono la compagine altre due consigliere: Fabrizia Arduini di Ortona e Moira Luciani di Teramo.
“La mia - ha dichiarato il nuovo presidente - sarà una gestione collegiale nel segno della continuità. Da molti anni il WWF svolge in Abruzzo una importante funzione in difesa dell’ambiente e quindi degli interessi generali della collettività contro le speculazioni e il malaffare, ed è questa la linea che continueremo a perseguire, con l’appoggio dei nostri sempre più numerosi soci. Il Consiglio regionale, affiancato dal consigliere nazionale Dante Caserta e dai presidenti delle strutture territoriali locali, sarà in prima linea anche nella fase propositiva. Nel momento dell’insediamento ci tengo a ringraziare chi mi ha preceduto e in particolare Camilla Crisante, che ha purtroppo scelto di lasciare la presidenza per i suoi personali impegni ma ha accettato di restare con un ruolo di vertice nel consiglio: la sua presenza sarà preziosa per dare forza alla squadra che gestirà per il prossimo triennio il WWF in Abruzzo”.
“Per quanto riguarda la situazione dal punto di vista della tutela ambientale - ha proseguito il neo presidente - in Abruzzo le emergenze sono tantissime, e via via le affronteremo tutte. Le dieci più urgenti:
1) Rifiuti. La nostra Regione è lontanissima dall’obiettivo del 65% di raccolta differenziata che, a questo punto, dovrebbe già essere raggiunto, e sono poche le realtà territoriali che promuovono efficacemente la riduzione dei rifiuti, il riuso e il recupero. Le discariche e gli inceneritori sono “soluzioni” del passato e non del futuro.
2) Macro inquinamento. I SIN di Bussi e quello del Saline-Alento rappresentano una emergenza di livello nazionale, che dovrebbe essere ogni giorno il primo pensiero di chi amministra per le enormi conseguenze negative a danno delle popolazioni di quei territori.
3) Micro inquinamento. In Abruzzo sono censiti circa mille siti inquinati, tra grandi e piccoli. Le istituzioni si devono fare carico di un problema così diffuso; è necessaria un' approfondita opera di sensibilizzazione ambientale, a partire dalle scuole.
4) Consumo del suolo. In Abruzzo continua a prevalere la vecchia politica del cemento: favorire le costruzioni per rilanciare l’economia; l'effetto è che le case aumentano mentre la popolazione diminuisce.
5) Aree protette. Possono rappresentare un formidabile volano per lo sviluppo anche economico e invece in troppi continuano a ostacolarle in nome di assurde, superate e miopi logiche da cementificatori, penso ad esempio al Parco Regionale Velino-Sirente e alla Riserva del Borsacchio.
6) Parco Nazionale della Costa Teatina. È una opportunità irripetibile per un territorio in profonda crisi, ma ci vorrebbero politici capaci di guardare davvero al futuro e non soltanto a piccoli interessi immediati.
7) Qualità dell’aria. Il caso più clamoroso è quello dell’area metropolitana Chieti-Pescara che da anni è esposta a tassi di inquinamento record ma nessuna azione efficace viene posta in campo per tutelare la salute dei cittadini.
8) Traffico. L’Abruzzo è la regione con la più alta quota di emissioni pro-capite. Occorrerebbe una politica di rilancio del trasporto pubblico, attraverso mezzi non o poco inquinanti, corsie preferenziali, ecc. Invece si pensa solo ai parcheggi, peraltro sempre più costosi, per le auto private.
9) Rete idrica colabrodo. In Abruzzo, nonostante qualche lodevole tentativo di riparare le falle da parte di pochi Comuni virtuosi, , una cospicua parte dell’acqua captata dalla sorgenti si disperde, mentre la gestione del servizio idrico continua a essere affidata a inefficaci e vergognosi carrozzoni clientelari
10) Fiumi. L’Europa ci ha chiesto politiche di risanamento, con un graduale miglioramento della qualità delle acque dei nostri fiumi. Finora siamo riusciti, nel migliore dei casi, a non peggiorare mentre spesso il livello di inquinamento è aumentato.
“Quello che manca in Abruzzo, e non da oggi, è la capacità di programmare e di operare a lungo termine. – conclude Di Tizio. “Ci si limita a rincorrere le emergenze, ma così non si riuscirà mai a migliorare la situazione per l’ambiente e per la qualità della vita degli abruzzesi. Il WWF si batterà anche con la mia presidenza perché questo stato di cose finalmente cambi”.