29.4.19

Acqua del Gran Sasso: tra chiusure e commissariamento


Questa mattina a Teramo, l’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso, promosso dalle Associazioni WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia, FIAB, CAI, Italia Nostra e FAI, ha tenuto una conferenza stampa per fare il punto sugli ultimi sviluppi sulla vicenda dell’emergenza Gran Sasso.
Ovviamente si è partiti dalla paventata chiusura delle gallerie autostradali dell’A24 programmata per il prossimo 19 maggio da parte di Strada dei Parchi SpA. Per l’Osservatorio è singolare che una scelta del genere arrivi ora dopo circa 20 anni da quando si è evidenziata la situazione di pericolo per l’acquifero del Gran Sasso a causa della presenza nella montagna di gallerie prive di una impermeabilizzazione rispetto alla principale risorsa idrica per gli abruzzesi. Ancora più singolare che questa arrivi dopo 2 anni dall’avvio dell’inchiesta della magistratura seguita all’ultimo incidente dell’8 e 9 maggio 2017 e che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per i vertici della Strada dei Parchi SpA, ma anche dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e della Ruzzo Reti SpA.
Sembra di assistere ad una partita a scacchi fatta a danno dell’ambiente e della salute degli abruzzesi. I vari giocatori muovono le loro pedine, non per trovare una soluzione ad un problema conosciuto da almeno due decenni, ma per cercare di evitare di trovarsi in difficoltà.
È paradossale poi che Strada dei Parchi voglia in qualche modo tirarsi fuori da questa situazione annunciando la chiusura di un collegamento autostradale definito “strategico” dopo aver presentato, su richiesta della Regione, il progetto di messa in sicurezza per la parte che la riguarda. Progetto che è stato acquisito nella Delibera di Giunta regionale n. 33 del 25 gennaio 2019 recante “Gestione del rischio nel sistema idrico del Gran Sasso - DGR n. 643 del 7.11.2017. Definizione attività urgenti ed indifferibili”.
Questo annuncio della chiusura ha peraltro offerto l’opportunità alla Regione Abruzzo di avanzare la proposta di un commissariamento per la messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso.
Non è la prima volta che si arriva alla nomina di un commissario da parte del Governo. Già il 27 giugno 2003 fu dichiarato lo stato di emergenza socio-ambientale nel territorio delle province di L’Aquila e Teramo interessato dagli interventi di messa in sicurezza del sistema Gran Sasso. A quella dichiarazione seguì nel luglio del 2003 la nomina di Angelo Balducci come Commissario straordinario, poi prorogata per anni, con gli effetti che tutti conosciamo: oltre 80 milioni di euro spesi senza che il problema fosse risolto. Come ha recentemente attestato anche la perizia dei consulenti tecnici nominati dalla Procura di Teramo nell’ambito del processo seguito all’incidente dell’8 e 9 maggio 2017, gli interventi effettuati durante il commissariamento non hanno, se non in minima parte, affrontato la mancanza di sistemi di impermeabilizzazione nelle gallerie autostradali e nei Laboratori sotterranei dell’INFN.
Il commissariamento, oltretutto, se conferito con poteri di deroga dalle normative vigenti, specialmente in materia ambientale, comporterebbe una deresponsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti, a partire dalla Regione e dagli enti locali, nonché delle strutture di controllo come l’ARTA e l’ASL che, come è accaduto con il commissariamento Balducci, avranno la “scusa” per interrompere qualsiasi attività di programmazione e reale controllo su quanto accade nel Gran Sasso.
Quello di cui c’è bisogno, a giudizio dell’Osservatorio, è procedere rapidamente a mettere in atto le azioni necessarie per la messa in sicurezza definitiva dell’acquifero e dell’intero sistema Gran Sasso, prendendo le mosse dalle conclusioni della Delibera regionale n. 33/2018. Le proposte progettuali avanzate devono ora essere definite nel dettaglio e soprattutto realizzate.
Per questo, a giudizio dell’Osservatorio, qualsiasi ipotesi di accelerazione delle procedure dovrà:
garantire il pieno rispetto delle normative a difesa dell’ambiente e della salute umana;
far allontanare le migliaia di tonnellate di sostanze pericolose per l’acqua che ancora oggi sono stoccate all’interno dei Laboratori, ristabilendo così il rispetto della normativa Seveso sulle strutture a rischio di incidente rilevante, come sono classificati i Laboratori dell’INFN fin dal 2002, e della normativa a protezione degli acquiferi;
assicurare partecipazione e trasparenza: l’acqua non può essere gestita con procedure opache che vietino ai cittadini di sapere cosa sta succedendo ad un bene fondamentale per la loro vita e per l’economia di un territorio;
individuare immediatamente le fonti finanziarie per far svolgere i lavori necessari che, secondo i calcoli effettuati dalla Regione, ammontano a circa 170 milioni di euro. Una cifra enorme che, trattandosi della messa in sicurezza di due opere nazionali dovrà essere messa a disposizione dallo Stato il più rapidamente possibile affinché i lavori necessari possano partire subito.
Nel corso della conferenza stampa è stato anche annunciato che le Associazioni WWF Italia, Cittadinanzattiva e Legambiente, tra i promotori dell’Osservatorio, hanno dato incarico all’Avv. Prof. Domenico Giordano per la costituzione di parte civile nel procedimento penale davanti al Tribunale di Teramo a carico dei vertici di Strada dei Parchi SpA, INFN e Ruzzo Reti SpA a seguito all’incidente dell’8 e 9 maggio 2017. La costituzione sarebbe già avvenuta se alla prima udienza del 10 aprile scorso il Giudice dell’Udienza Preliminare non avesse dichiarato la propria “non competenza” rispetto alle ipotesi contestate agli indagati decidendo di rinviare tutto nelle mani della Procura. La costituzione di parte civile delle Associazioni rappresenta la prosecuzione della ricerca della verità che da sempre queste perseguono con lo scopo finale di giungere alla messa in sicurezza permanente dell’acquifero e del territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga nato proprio per tutelare il Gran Sasso e il suo ecosistema.
Il quadro che emerge ad oggi è quindi estremamente complesso. A distanza di quasi 2 anni dall’incidente dell’8 e 9 maggio non è stato impermeabilizzato neppure un metro quadro né dei Laboratori, né delle gallerie, così come non è stato portato via neppure un kg delle sostanze pericolose stoccate nei Laboratori. Quanto è accaduto due anni fa potrebbe verificarsi anche oggi, nonostante sia trascorso tanto tempo e la Procura di Teramo abbia trasmesso da tempo a tutte le istituzioni locali, regionali e nazionali le conclusioni della consulenza dei tre esperti incaricati durante le indagini, richiamando ciascun Ente alle proprie responsabilità.
Per questo l’Osservatorio convocherà un nuovo incontro pubblico il prossimo 18 maggio a Teramo per un confronto con le istituzioni e i cittadini su quanto (non) è stato fatto e su quanto si dovrà fare.

27.4.19

Ma chi ha incontrato il Sottosegretario Vacca?


L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso ha appreso con stupore che questa mattina l’On. Gianluca Vacca, Sottosegretario al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ha incontrato a Pescara le associazioni ambientaliste sul tema dell’emergenza Gran Sasso.
Lo stupore nasce dal fatto che a questo incontro non è stata invitata nessuna delle associazioni che compongono l’Osservatorio: WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia, FIAB, CAI, Italia Nostra e FAI.
Non sappiamo quali associazioni ambientaliste abbia incontrato l’On. Vacca, che ovviamente può incontrare chi vuole, ma sembra francamente strano che sul tema della salvaguardia dell’acquifero del Gran Sasso un rappresentante politico con incarichi di governo non abbia sentito il bisogno di confrontarsi con le rappresentanze abruzzesi delle principali associazioni ambientaliste (e non solo) nazionali che poi sono quelle che da sempre portano avanti le battaglie per la difesa dell’acqua del Gran Sasso.
L’Osservatorio auspica che tutte le forze politiche, in particolare quelle che in questo momento siedono al Governo, vogliano affrontare questa tematica in maniera trasparente, aprendosi ad un serio confronto con la società civile.
L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso conferma che lunedì 29 aprile alle ore 10.30 terrà una conferenza stampa a Teramo presso la sede del WWF Teramo in via De Vincentiis n. 1.

24.4.19

25 aprile: escursione sui sentieri della Liberazione

Per informazioni e prenotazioni, telefonare a 3666691912.

Assemblea dei soci del WWF Teramo

 
Ai sensi dello Statuto è convocata l’Assemblea dell'Associazione WWF Teramo in prima convocazione per il giorno domenica 28 aprile 2019 alle ore 7:00 a Teramo, presso la sede dell’Associazione in Via De Vincentiis e, all'occorrenza, in seconda convocazione per lo stesso giorno domenica 28 aprile 2019 alle ore 10:00 presso la stessa sede in Via De Vincentiis con il seguente ordine del giorno:
  1. Relazione del Presidente sulle attività del 2018;
  2. Presentazione ed approvazione bilancio consuntivo 2018;
  3. Presentazione ed approvazione programma e bilancio preventivo 2019;
  4. Varie ed eventuali.
Cordiali saluti
 
Il Presidente Claudio Calisti
 
Se impossibilitati a partecipare, ai sensi dello Statuto, è possibile delegare altro socio (non è ammessa più di una delega per ciascun socio partecipante).

20.4.19

Con la distruzione delle spiagge il Fratino sempre più a rischio


Il Fratino, piccolo trampoliere che nidifica sulle spiagge abruzzesi, sta scomparendo. Non c’è altro modo per dirlo. Come ogni anno i volontari impegnati nel Progetto Salvafratino Abruzzo, portato avanti dall’Area Marina Protetta di Torre del Cerrano e dal WWF Abruzzo, stanno monitorando i nidi e purtroppo finora ne hanno riscontrato un numero molto basso, in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Si conferma così, almeno in questa prima parte della stagione, il dato molto problematico del 2018. Ormai il numero di coppie presenti in Abruzzo è di poche decine: un trend negativo comune al resto d’Italia dove negli ultimi 10 anni la popolazione di Fratino è diminuita del 50%.
In questi giorni, fondamentali per la riproduzione della specie perché si costituiscono le coppie e si predispongono i nidi, tutta la costa abruzzese viene percorsa da ruspe che “arano” la spiaggia per la pulizia meccanica. Anche dove la spiaggia non è sporca o nei pochi tratti di spiaggia libera dove non devono essere posizionati gli ombrelloni, si effettua una pulizia con mezzi pesanti che distruggono nidi e uova e fanno scappare i Fratini che saltano così la riproduzione. Trasformare la spiaggia in una uniforme e livellata distesa di sabbia vuol dire distruggere un ecosistema complesso dove trovano posto specie animali e vegetali ormai rare e per questo tutelate dalla legge.
Il WWF Abruzzo ha scritto a fine febbraio a tutte le amministrazioni comunali affinché la pulizia della spiaggia venisse pianificata in modo da non creare eccessivo disturbo a questa specie. Stiamo anche collaborando con quanti ce lo chiedono per la pulizia di tratti di spiaggia a mano, ma purtroppo i nostri appelli alla collaborazione, salvo qualche eccezione, non vengono raccolti. E sono ancora rari i balneatori che si impegnano con noi per la tutela del Fratino con pochi e semplici accorgimenti che non compromettono minimamente la loro offerta turistica, anzi la migliorano e la qualificano.
I pochi nidi che riescono a scampare alle ruspe devono poi fare i conti con predatori naturali come le cornacchie o con i cani lasciati senza guinzaglio. In altri casi i nidi vengono vandalizzati dall’uomo che distrugge o ruba le uova.
Rivolgiamo l’ennesimo invito ai balneatori e agli amministratori e funzionari dei Comuni costieri: per non far scomparire il Fratino dalla costa abruzzese, per continuare a vederlo correre lungo le spiagge come siamo abituati a fare da sempre, è necessario soprattutto il loro impegno.
I volontari del Progetto Salvafratino sono al lavoro su tutta la costa (anche oggi c’è una giornata di formazione e monitoraggio nella Riserva del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi), ma non possono essere ovunque. Se non vi sarà una presa di coscienza da parte di tutti sul reale pericolo che corre questa specie, simbolo della nostra costa, non ci sarà nulla da fare e il numero dei Fratino continuerà a scendere fino a scomparire.
Chiunque voglia svolgere attività di volontariato nel Progetto Salvafratino Abruzzo su tutti i comuni costieri della nostra regione può chiedere informazioni scrivendo a teramo@wwf.it.

17.4.19

È ora di chiudere definitivamente la discarica Santa Lucia di Atri

 
“Il WWF Teramo esprime la sua contrarietà all’ennesimo ampliamento della discarica Santa Lucia di Atri. La proposta di creare un terzo invaso destinato ad accogliere altri 300.000 m3 di immondizia è irricevibile perché il livello di aggressione al territorio e alla pazienza dei cittadini dell’area ha superato ogni ragionevole limite”, così Claudio Calisti, Presidente del WWF Teramo, commenta la proposta di ampliamento recentemente rilanciata dal Consorzio Piomba-Fino con l’ultima deliberazione del 20 marzo scorso.
La storia della discarica Santa Lucia è iniziata moltissimi anni fa. La proposta di un nuovo ampliamento risale a oltre dieci anni fa, passando per conferenze di servizi, varie versioni del piano regionale dei rifiuti, pronunciamenti del consiglio regionale, prese di posizione dell’amministrazione comunale. Nel frattempo il territorio interessato subisce gli effetti dell’inquinamento del vecchio invaso ancora non bonificato ed è in corso un’inchiesta della magistratura.
In quello stesso territorio amministrazione comunale, Regione, Ministero dell’Ambiente e Unione Europea hanno fatto scelte diverse puntando sull’ambiente attraverso la creazione di una riserva naturale regionale, l’Oasi WWF dei Calanchi di Atri, e un sito di interesse comunitario ricompreso nella Rete Natura 2000 attraverso la quale la Commissione Europea tutela la biodiversità europea.
Ciò ha portato ad una crescita di attività turistiche sostenibili e di agricoltura di qualità.
Mentre il territorio fa scelte diverse, il tempo per il Consorzio Piomba-Fino sembra essersi fermato e il vecchio progetto viene puntualmente ripresentato senza che la Regione assuma una posizione chiara e contraria.
Per il WWF Teramo l’area merita una gestione totalmente diversa che deve prendere le mosse dal superamento delle emergenze ambientali segnalate nel corso degli anni: gli inclinometri oggi presenti per monitorare la situazione della discarica indicano una situazione preoccupante tale da far ipotizzare che i due invasi attualmente esistenti non reggerebbero il peso di un terzo. E al tempo stesso andrebbero intensificati i controlli sullo stato del Fosso Portella che attraversa l’attuale discarica e confluisce nel sito di interesse comunitario con rischio di caricarlo di inquinanti.
Già nel settembre del 2018 sia il Comune di Atri che la ASL di Teramo rispetto alla richiesta di incremento del 15% in termini di conferimento rifiuti (circa 12.000 m3) si erano espressi con un parere contrario. In particolare la ASL aveva evidenziato come l’invaso “ ...non fornisce, sulla base dello stato attuale del sito, condizioni sufficienti per ciò che riguardano gli aspetti ambientali, igienico sanitari e di sicurezza...”. A fronte di un tale parere come si può pensare di procedere ad un ampliamento 30 volte maggiore?
“Siamo davvero stupiti di come si vogliano realizzare tali interventi”, conclude Calisti. “Ci piacerebbe vedere il Consorzio Piomba-Fino perseguire con la stessa determinazione la bonifica dei vecchi invasi attesa da anni. Chiediamo alla Regione Abruzzo di organizzare un immediato incontro con il Comune, il comitato dei cittadini impegnato da anni nella richiesta di una bonifica del sito e i gestori della Riserva naturale dei Calanchi di Atri.

14.4.19

Flash mob #stopesticidi a Teramo








In vista dell’approvazione del nuovo Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei fitofarmaci (PAN Pesticidi), in attuazione della Direttiva europea sui pesticidi 2009/128/CE, questa mattina anche a Teramo, come in altre 30 città italiane, il WWF ha organizzato il flash mob fotografico #stopesticidi per chiedere a Governo e Regioni un PAN Pesticidi che tuteli la salute di consumatori e agricoltori, salvaguardi la biodiversità nei siti Natura 2000 e nelle altre aree naturali protette e promuova l’agricoltura biologica.
L’evento, in collaborazione con Federbio e la Coalizione #StopGlifosato, ha visto gruppi di volontari WWF e cittadini interessati ritrovarsi nelle piazze italiane per comporre la frase “Stop Pesticidi”. Al flash mob sta seguendo per tutta la giornata un’azione coordinata sui social network (Twitter, Facebook e Istagram) rivolta ai tre Ministri competenti per l’approvazione del nuovo PAN Pesticidi (Gian Marco Centinaio Ministro dell’Agricoltura, Sergio Costa Ministro dell’Ambiente e Giulia Grillo Ministro della Salute) e alle Regioni che hanno il compito dell’attuazione del PAN Pesticidi nei territori, nella persona del Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.
Il WWF Italia, insieme alle Associazioni che aderiscono alla Campagna “Cambia la Terra” promossa da Federbio, chiede alcune modifiche sostanziali al vecchio PAN Pesticidi, scaduto lo scorso 12 febbraio, e in corso di aggiornamento da parte dei tre Ministeri competenti. Entro il mese di aprile la nuova versione del Piano dovrebbe essere sottoposta a consultazione pubblica e le Regioni, le Associazioni, i comitati, gli ordini professioni, le Associazioni di categoria, ma anche singoli cittadini, potranno presentare le loro osservazioni e proposte di emendamenti al Piano che dovrà poi essere approvato dalla Conferenza Stato-Regioni.
Attraverso la Campagna “Cambia la Terra” le Associazioni aderenti hanno definito le proposte di regole obbligatorie e vincolanti che il nuovo PAN Pesticidi deve prevedere a tutela della salute dei cittadini, della biodiversità e delle produzioni con metodi biologici:
  • 40% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) nazionale deve essere utilizzata con il metodo biologico entro il 2030;
  • distanze minime di sicurezza dalle abitazione, dalle aree pubbliche e dalle coltivazioni biologiche per i trattamenti fitosanitari;
  • misure regolamentari (obblighi e divieti) per l’utilizzo di principi attivi, di cui è stata accertata la pericolosità per habitat e specie selvatiche, nei siti Natura 2000 e nelle aree naturali protette;
  • adozione di tecniche biologiche per la manutenzione nelle aree non agricole (rete ferroviaria e viaria);
  • divieto di usare del glifosato in Italia entro il 2022;
  • definizione di criteri più rigorosi per la concessione delle deroghe per l’utilizzo di principi attivi vietati a causa della loro pericolosità per la salute umana e per gli ecosistemi;
  • aumento dei sistemi di monitoraggio e controllo sulla presenza di pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee, nel suolo e nel cibo;
  • maggiore formazione dei tecnici e degli agricoltori per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari, con l’obbligo di fornire sempre informazioni anche sulle tecniche e pratiche agroecologiche alternative all’utilizzo della chimica di sintesi.

11.4.19

In bici dal Gran Sasso a Capo Nord


“In bici dal Gran Sasso a capo Nord. Quando la natura diventa cammino”: è questo il titolo del quarto Aperitivo scientifico del WWF Teramo che si terrà domani, venerdì 12 aprile, alle ore 18 presso il locale “Stagioni” in circonvallazione Ragusa n. 20 a Teramo.
Ospite dell’incontro sarà Francesca Filippi, una vita dedicata allo sport nella continua ricerca dei propri limiti e di come superarli, ma anche una appassionata della natura che ha da sempre ispirato le sue imprese di viaggiatrice, protagonista di avventure cicloturistiche memorabili in Italia e in ogni parte del mondo: Cina, Irlanda, Ungheria, Austria, India e Lituania.
Una delle sue ultime sfide ha preso il via dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga del quale è ambasciatrice dal 2017. Grazie a lei, infatti, si è celebrato un “gemellaggio sportivo” tra il Calderone, il ghiacciaio più a sud d’Europa, e Capo Nord, dove si trova il ghiacciaio più a nord d’Europa, in prossimità della cittadina norvegese di Hammerfest. Un percorso in bicicletta, in solitaria, per la prima volta, di oltre 4000 km attraverso Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia percorsi in circa 40 giorni.
“Siamo contenti di ospitare Francesca nei nostri Aperitivi” dichiara Fausta Filippelli del WWF Teramo. “La sua storia è una storia di imprese sportive, ma anche di grande attenzione all’ambiente e alla natura. Aver collegato il ghiacciaio del Calderone con Capo Nord ci ricorda anche il tema dei cambiamenti climatici che proprio nel Calderone stanno mostrando tutti i loro effetti. Inoltre l’aver scelto la bicicletta per i suoi viaggi dimostra una particolare attenzione ai nostri stili di vita: il biciturismo è una pratica fortunatamente in crescita e merita anche una maggiore attenzione da parte dei nostri amministratori a cui da sempre come WWF chiediamo piste ciclabili e percorsi sicuri all’interno e all’esterno delle nostre città”.

10.4.19

A Roma il convegno del WWF “Insieme per il futuro dell’Orso bruno in Appennino”

 
Visto lo stato di conservazione ancora critico in cui versa l’Orso bruno marsicano, specie prioritaria oltre che simbolo della natura d’Italia, con poco più di 50 esemplari concentrati attorno al Parco Nazionale d’Abruzzo e zone limitrofe, il WWF Italia intende rilanciare un percorso condiviso con Istituzioni, Enti pubblici, Amministrazioni, portatori di interesse ed esperti che a vario titolo si occupano della gestione, conservazione e comunicazione sulla specie, per favorire un rilancio delle politiche di conservazione a lungo termine di questa sottospecie unica al mondo.
Per questo, il WWF Italia ha convocato il convegno “Insieme per il futuro dell’Orso bruno in Appennino” che si svolgerà domani, giovedì 11 aprile, dalle 9.30 alle 17.30 a Roma presso la “Sala dei Lecci” del Bioparco di Roma in viale del Giardino Zoologico 1 (ingresso pedonale di Villa Borghese).
Nel corso dell’incontro, a partire dalle conoscenze più aggiornate sul plantigrado e da ciò che è emerso da una serie di incontri preparatori che si sono svolti nelle scorse settimane, verrà dato ampio spazio alla presentazione delle best practices su diversi aspetti della gestione e conservazione del plantigrado che in differenti contesti, da quelli storici a quelli di più recente presenza, potranno fare la differenza per il futuro della specie.
L’evento sarà anche un’occasione per il pubblico per porre domande agli esperti sulla biologia e sulla presenza del plantigrado sul territorio. La giornata si concluderà con una tavola rotonda con i referenti istituzionali coinvolti nella gestione della specie a cui seguirà un momento conviviale organizzato da WWF Young.
Tra i relatori del convegno anche Sefora Inzaghi, direttrice dell’Oasi WWF – Riserva regionale Gole del Sagittario di Anversa degli Abruzzi in provincia de L’Aquila. “Grazie alle attività di monitoraggio e ricerca che da anni vengono condotte dal personale dedicato e ai dati raccolti, possiamo affermare non solo che l’Oasi WWF Riserva regionale Gole del Sagittario di Anversa degli Abruzzi è un’area di storica frequentazione da parte dell’Orso bruno marsicano al di fuori del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, ma anche che riveste ruolo di territorio strategico per l’espansione di questa specie. Consapevole di questa responsabilità, negli anni l’Area Protetta ha investito risorse ed energie in azioni concrete e misure preventive al fine di mitigare eventuali situazioni di criticità generate dalla presenza della fauna selvatica sul territorio, che si manifestano soprattutto come danni alle attività produttive, e pericolo per quanto riguarda la viabilità stradale. A questo si aggiungono anche i momenti di comunicazione, educazione e sensibilizzazione in merito al tema prioritario della tutela di questa specie. L’areale dell’Orso bruno marsicano è in espansione, questo è un dato di fatto, e per questo la nostra Oasi lavora ogni giorno consapevole che il compito di tutti noi è rendere i territori che l’orso sta lentamente tornando a frequentare più accoglienti e meno pericolosi per questo animale, gettando così le basi per una sana e condivisa cultura della coesistenza”. 

2.4.19

Nuovo svincolo stradale di Cartecchio: occasione per riflettere sulla città che vogliamo

 
Mentre l’Unione Europea bacchetta l’Italia per gli elevati valori inquinanti nell’aria dovuti anche al traffico veicolare; mentre in tante parti del mondo si lavora su nuovi modelli di mobilità urbana; mentre tutti applaudiamo i giovani che scendono in piazza per chiedere impegni concreti contro l’innalzamento delle temperature e i cambiamenti climatici dovuti all’utilizzo delle fonti fossili… a Teramo inauguriamo il nuovo svincolo stradale di Cartecchio, con il necessario sottopasso ferroviario, pensato unicamente per le auto.
E chi vuole o deve raggiungere quei posti a piedi? Si metta pure l’animo in pace e aspetti.
“È un problema inesistente” avranno pensato progettisti e responsabili della realizzazione dell’opera. “È un problema risolvibile” provano a rassicurare gli attuali amministratori promettendo un nuovo sottopasso esclusivamente pedonale e ciclabile.
Il problema però c’è. E non è neppure legato al singolo intervento.
A Teramo continua a mancare la percezione del tema “mobilità sostenibile”: non c’è un’idea di città che punti ad un reale sviluppo sostenibile, che metta al centro la salute delle persone a iniziare dalle fasce più deboli come bambini e anziani, che disincentivi fortemente l’utilizzo delle auto private spingendo verso i mezzi pubblici, che renda facile andare a lavoro o a scuola in bici.
Da sempre il tema della mobilità si affronta esclusivamente invertendo sensi unici e/o promuovendo la costruzione di nuovi parcheggi a ridosso del centro storico.
Dello slogan “città del pedone e della bicicletta” rimangono solo quattro bici arrugginite, un paio di progetti di ciclabili mai (o mal) realizzate e tante chiacchiere.
E invece sarebbe utile avviare una riflessione pubblica da cui far emergere immediatamente proposte concrete e credibili. Sarebbe ora di lanciare un confronto aperto a tutti i cittadini, ai portatori di interessi (diretti, ma soprattutto diffusi) e agli amministratori per fissare da subito le azioni da fare affinché Teramo faccia la sua parte nella lotta ai cambiamenti climatici, dotandosi di strumenti pianificatori (a partire dal piano regolatore, il piano energetico, il piano della mobilità) basati su obiettivi di risparmio di risorse e di conservazione del capitale naturale del nostro territorio.
Il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, intervenendo davanti ai ragazzi dello sciopero del clima del 15 marzo scorso, ha riconosciuto come giuste le richieste avanzate dalle nuove generazioni in quell’occasione di avviare azioni efficaci contro i cambiamenti climatici e di avviarle subito.
Ebbene, se, come hanno gridato le piazza di tutto il mondo del Friday for Future, il “momento è ora”, il sindaco D’Alberto oggi ricopre il ruolo giusto affinché anche a Teramo si possa provare tutti insieme a fare in modo che il momento sia veramente ora!

1.4.19

Grande successo e una sorpresa "internazionale" per l'Ora della Terra abruzzese

 
Una bella sorpresa: nel video ufficiale del WWF Internazionale che celebra l’edizione 2019 di Earth Hour è presente, appena dopo la Torre Eiffel e il Partenone, Anversa degli Abruzzi con lo spegnimento della splendida facciata della Chiesa di Santa Maria delle Grazie e del Municipio la cui scalinata, affollata dai tanti partecipanti, compare appunto nel video. Soddisfazione immensa per l’amministrazione municipale e per la locale Oasi WWF che hanno organizzato insieme gli eventi. Anversa tra l’altro ha “battuto” Matera, capitale europea della cultura 2019, sede dell’evento nazionale del WWF Italia. Il link del video:
Non solo Anversa e l’Oasi WWF delle Gole del Sagittario: Earth Hour ha avuto in Abruzzo oltre 60 eventi, in ogni angolo della Regione.
Eccezionale è stata definita dai presenti, ad esempio, ad Avezzano all'interno del Castello Orsini, alla luce solo di alcune candele, la performance degli attori della compagnia teatrale "Lanciavicchio" che hanno recitato un brano tratto da "Fontamara" accompagnati dal pianista Giuseppe Ippoliti.
Un castello, quello Ducale, protagonista anche a Casoli: l’antico maniero è stato illuminato da lanterne di carta con disegni e slogan legati alla sfida sui cambiamenti climatici realizzate dalle classi terze della primaria mentre sulla torre il Gruppo Astrofili Frentani ha guidato all’osservazione della volta celeste, com’è accaduto anche a Tollo con esperti dell’Istituto Nautico.
Luci spente anche al Castello Aragonese di Ortona, presenti quasi cento persone, molte delle quali hanno partecipato alla cena con la scienza, rigorosamente a lume di candela (come in tante altre parti d’Abruzzo): tra una portata e l’altra i commensali hanno potuto compiere un viaggio fra le ere geologiche e l’atmosfera grazie agli appassionati e appassionanti interventi dei docenti universitari Brozzetti, Di Carlo e Stoppa.
Osservazione del cielo anche a Teramo, in collaborazione con gli studiosi dell'Osservatorio astronomico di Collurania, mentre a Chieti si è sì parlato del cielo di aprile ma anche, nel prestigioso auditorium del Museo universitario, della fine della notte, cancellata dall’illuminazione artificiale, e dei problemi di salute connessi all’eccesso di luce.
A Teramo lo spegnimento del Duomo è stato accompagnato dall’esibizione del coro Gospel locale.
In ogni caso i capoluoghi di provincia hanno partecipato tutti, con siti prestigiosi: fontana luminosa a L’Aquila, casa comunale e torre civica a Pescara, due piazze nel cuore del centro storico (San Giustino e Vico) a Chieti.
Tantissimi anche gli altri comuni. Tra i primi ad aderire, con grande sollecitudine, quello di Montorio al Vomano, dove sono state spente le luci dell'illuminazione pubblica in diversi punti panoramici della città, con canti e balli e riflessioni sul tema dei cambiamenti climatici e del risparmio energetico. Lo citiamo a mo’ di esempio, nell’impossibilità di elencare di nuovo tutte le adesioni.
Un grande successo, insomma, che fa ben sperare per un futuro migliore. Quel che conta davvero tuttavia è continuare, con piccoli gesti quotidiani, a celebrare ogni giorno l’Ora della Terra…