28.9.17

Discarica Santa Lucia di Atri: continua la mobilitazione contro il terzo ampliamento

Il giorno 27 settembre nei locali della Sezione di Italia Nostra ad Atri, un cospicuo numero di rappresentanti di associazioni e movimenti, singoli cittadini ed esponenti politici si sono riuniti per fare il punto sull’attuale gestione e sulle paventate prospettive di ampliamento della discarica “Santa Lucia”.
Il Consorzio Piomba-Fino, infatti, continua a ribadire l’intenzione di procedere con la realizzazione di un terzo lotto di discarica da 360.000 tonnellate.
Tutti i partecipanti, oltre a confermare l’assoluta contrarietà alla proposta di abnorme ampliamento della discarica, hanno deciso di avviare una campagna di sensibilizzare della cittadinanza sulle problematiche legate a questa vicenda, nonché di richiedere ai Sindaci del Consorzio di prendere una posizione chiara ed efficace in merito.
È noto che la discarica, pur essendo gestita da un Consorzio formato dai Comuni del comprensorio Piomba-Fino, non raccoglie esclusivamente i rifiuti di questi Comuni, ma viene utilizzata per ricevere i rifiuti provenienti da altre province e regioni.
Da un lato si chiede, giustamente, ai cittadini di fare una corretta raccolta differenziata, dall’altra, però, alla fine del ciclo dei rifiuti si è creata una discarica che raccoglie lo scarto proveniente da altri territori.
E si deve tenere presente che il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, di prossima adozione da parte della Giunta regionale, prevede l’ampliamento della discarica “Santa Lucia” per 360.000 tonnellate, recependo così la vecchia pianificazione provinciale fatta più di 10 anni fa. Dopo l’adozione della Giunta, il Piano andrà in discussione in Consiglio regionale e tutte le Amministrazioni Comunali contrarie dovranno far sentire la propria voce al fine di arrivare ad una modifica di questo strumento di pianificazione. Infatti, se il Piano dovesse confermare la previsione dell’ampliamento sarà molto difficile evitare che ad Atri arrivi questa terza discarica alle porte di un’area protetta regionale come l’Oasi WWF dei Calanchi di Atri.
È quindi il momento per avere dagli amministratori locali un impegno concreto!
Per questo, nel corso della riunione del 27 settembre, è stato creato un gruppo di lavoro per la definizione delle iniziative da intraprendere per portare alla luce i problemi legati all’ampliamento, ma anche a quelli già esistenti per la vecchia discarica, evidenziati in una serie di note che l’ARTA e la Regione Abruzzo hanno inviato alla locale Sezione di Italia Nostra.

27.9.17

A caccia nel SIC di Atri. Chi li ha autorizzati?

L'area interessata dalla battuta al cinghiale
Nella giornata del 19 settembre un gruppo di cacciatori ha effettuato una battuta di caccia all’interno del Sito di Interesse Comunitario “Calanchi di Atri” in violazione a quanto previsto dal Regolamento regionale “Organizzazione delle attività di controllo delle popolazioni di cinghiale” (delibera della Giunta regionale n. 224 del 28 aprile 2017 e relativo Allegato A).
Nel Regolamento, infatti, l’attività di caccia finalizzata al “presunto” controllo del cinghiale è comunque vietata sia nelle aree protette che nei Siti Natura2000 tra i quali rientra anche il SIC “Calanchi di Atri”.
I cacciatori, oltre ad essere entrati senza autorizzazione, hanno abbattuto, come peraltro evidenziato dagli stessi in un articolo di stampa uscito il 25 settembre, diversi cinghiali.
“Il fatto è di una gravità assoluta in quanto lascia presupporre che non vi sia alcun controllo degli enti e degli uffici preposti alla vigilanza, mostrando tutte le lacune del piano di controllo”, dichiara Luciano Di Tizio, Delegato del WWF Abruzzo. “Come WWF abbiamo contestato il Regolamento fin dall’inizio perché non è certo con i cacciatori, veri responsabili dell’introduzione massiccia di cinghiali nei nostri territori, che si potrà risolvere il problema dei danni alle colture. Ma in ogni caso, anche volendo applicare questo Regolamento, c’è bisogno di controlli durante le battute di caccia. Chi ha autorizzato questi cacciatori ad andare nel SIC? Chi li controllava? Come abbiamo denunciato più volte, ormai siamo nella più completa anarchia venatoria”.
E non è solo un problema faunistico, ma anche di sicurezza per le persone.
“I residenti della zona ci hanno chiamato, lamentando comportamenti molto pericolosi”, aggiunge Adriano De Ascentiis, direttore dell’Oasi WWF e Riserva naturale regionale dei Calanchi di Atri. “Cacciatori con fuoristrada e fucili si sono intrufolati su terreni privati addirittura anche nelle ore notturne, sparando a pochi metri dalle abitazioni senza preoccuparsi di segnalare la loro attività. Cosa gravissima tenuto conto che la gittata delle carabine è di oltre 1 km e risulta essere molto pericolosa per persone, cose e animali domestici presenti nell’area. È assurdo inoltre che, mentre come area protetta ci sforziamo di fare un turismo di qualità portando turisti a conoscere il nostro territorio, dobbiamo fare attenzione a chi va a caccia senza alcuna regola in periodi dell’anno in cui peraltro l’attività venatoria sarebbe vietata!”.
Nella stessa area in cui è avvenuta la battuta di caccia, che dista peraltro poche centinaia di metri dalla Riserva dei Calanchi di Atri, due giorni dopo l’illegittima incursione armata è stata rivenuta la carcassa di un capriolo. Il capriolo, segnalato dai residenti al personale della Riserva, è stato preso in carico dagli uomini del Comando Stazione dei Carabinieri-Forestali di Atri. Si è ora in attesa del risultato degli esami in corso presso l’Istituto Zooprofilattico di Teramo per chiarire la causa della morte.
In ogni caso, al di là di eventuali responsabilità dirette dell’uomo, la morte del capriolo evidenzia di per sé le carenze e le problematiche che questo tipo di attività causa alla fauna protetta nei SIC. Gli animali subiscono gravi ripercussioni dalle operazioni di caccia per il disturbo arrecato al loro naturale comportamento: spari e cani li costringono infatti a spostarsi dai luoghi di sosta e svernamento mettendo a rischio la loro sopravvivenza.
È paradossale che si istituiscano SIC e si approvino Piani di Gestione degli stessi giustamente restrittivi per molte attività e contestualmente si permetta di praticare la caccia in assoluta discordanza con quelli che dovrebbero essere i principi fondamentali di conservazione di queste aree di pregio naturalistico.

25.9.17

Con gli occhi della natura


L’Abruzzo, regione verde d’Europa: 3 parchi nazionali, un parco regionale, un'area marina protetta, più di 30 riserve naturali. Un sistema di aree protette che conserva un patrimonio di biodiversità tra i più importanti d’Europa. Una natura straordinaria, ma continuamente minacciata.
"Con gli occhi della natura" è un mini-documentario che racconta le meraviglie della natura abruzzese. 
Destinato ai social e al web è stato realizzato da Clouds Industry in collaborazione con il WWF Abruzzo. Il trailer, cui seguiranno gli 8 episodi, è già in rete sul canale youtube del WWF Italia e sul sito di Clouds Industry. 
Il documentario consentirà di scoprire un territorio ricco di calanchi e montagne, fiumi e laghi, ma anche di lupi e camosci, grifoni e fratini... e tanto altro ancora.
L’Abruzzo sta vivendo un anno veramente difficile: l’ennesimo terremoto, le pesanti nevicate dello scorso inverno fino agli incendi di questa estate. Vere e proprie emergenze ambientali i cui effetti negativi sono stati enormemente accresciuti da comportamenti criminali o scriteriati da parte dell’uomo. Ci sono state vittime e si è messo a rischio un patrimonio naturalistico tra i più importanti del nostro continente.
Gli 8 spot che compongono il mini-documentario vogliono essere un omaggio a questa straordinaria terra, ma anche un grido di allarme per ribadire l’importanza della conservazione della natura e della corretta gestione del territorio, unica strada oggi percorribile per sperare in un futuro migliore per l’ambiente e per l’umanità.

23.9.17

Prepariamoci: arriva Urban Nature!


Generare un modo di pensare gli spazi urbani dando più valore alla natura. Promuovere azioni virtuose da parte di amministratori, comunità, cittadini, imprese, università e scuole per proteggere e incrementare la biodiversità. Sono questi alcuni degli obiettivi di "Urban Nature", l’iniziativa su tutto il territorio nazionale dedicata dal WWF Italia alla natura urbana, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Musei Scientifici (ANMS) e con CSMON-LIFE.
Si tratta di uno stimolo a esplorare, conoscere e ‘ri-costruire’ (laddove sia assente o poco curata) la biodiversità delle metropoli. Dopo la tradizionale Giornata Oasi, che accoglie gratuitamente ogni anno migliaia di visitatori nelle oltre 100 aree protette gestite dall’Associazione, e Earth Hour-Ora della Terra dedicata al cambiamento climatico, il WWF quest’anno inaugura così un nuovo appuntamento pensato per le città: l’invito è rivolto a famiglie, bambini, giovani, studenti universitari, appassionati di natura, pubblico che frequenta i parchi, turisti e le tante comunità locali già attive da anni sul territorio in azioni concrete di difesa della natura. 
Il contatto con il verde urbano è, infatti, spesso l’unica occasione per vivere la natura nel quotidiano, per conoscere la biodiversità e per comprendere gli aspetti peculiari dei servizi della natura che rendono sostenibili i nostri spazi urbani. 
Il numero di persone che vive in città è in continuo aumento: nel 2009 la quota della popolazione mondiale residente nelle aree urbane ha superato la soglia del 50% e le previsioni indicano che entro il 2050 le città ospiteranno oltre il 70% della popolazione complessiva. 
In Europa, già oggi il 70% della popolazione vive nelle aree urbane ed entro il 2020 l’Unione Europea stima che la quota di popolazione che vivrà in aree urbanizzate salirà all’80%. 
Anche l’Italia non fa eccezione: la maggior parte dei suoi oltre 60,5 milioni di abitanti abita nelle (o intorno alle) grandi città. Secondo i più recenti dati Istat (2016) il verde urbano rappresentava nel 2014 il 2,7% del territorio dei capoluoghi di provincia. Ogni abitante ha a disposizione, in media, 31 metri quadrati di verde urbano, ma nella metà delle città italiane (per quasi 11 milioni di persone, il 60% della popolazione urbana) tale estensione è molto più contenuta (inferiore a 20 metri quadrati) e in 19 città (per 2,2 milioni di cittadini) non raggiunge la soglia dei 9 metri quadrati obbligatori per legge. 
Un ambiente urbano in ‘buona salute’ è capace di ‘regalare’ bellezza, benessere, protezione, aria e acqua pulita e perfino cibo. Per questo è stato coniato anche il termine ‘città generose’: un esempio fra tutti il proliferare di orti urbani e giardini condivisi tra comunità, a dimostrazione che le nostre città rappresentano anche una fonte di cibo e sussistenza e di spazi per la socialità, lo scambio e l’accoglienza. 
A poco meno di un mese dall’evento si prevedono già 30 iniziative in altrettante città piccole e grandi, ma il calendario è in continuo aggiornamento. 
Grazie all’impegno dei volontari e della Rete WWF sul territorio si prevede un programma ricchissimo: dalle visite guidate e passeggiate con esperti e ospiti d’eccezione alla scoperta delle specie nascoste, alle camminate che attraversano luoghi ricchi di biodiversità, dagli itinerari guidati dai ragazzi che hanno svolto con WWF percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro alle iniziative che coinvolgono i migranti. E poi corsi di disegno e fotografia naturalistici, laboratori per bambini. 
Il WWF con l’ANMS e CSMON-LIFE ha anche previsto una Caccia al tesoro ‘virtuale’ a squadre, un evento di Citizen Science con la ricerca di 10 specie comuni, specie rare e anche altri “simboli” come “animali e/o piante di pietra e nei dipinti” che fanno emergere quanto sia profondo, ancestrale e culturale il nostro rapporto con la natura. Verrà realizzata attraverso un’App gratuita sviluppata nell’ambito del progetto europeo CSMON-LIFE (con capofila l’Università di Trieste), partner dell’evento, uno strumento che permetterà di divulgare a fine evento una mappa nazionale della biodiversità in città rilevata direttamente dai cittadini. 
I vincitori delle “cacce al tesoro” organizzate nelle città italiane partecipanti riceveranno un bellissimo premio. Le iscrizioni sono gratuite e saranno aperte a breve su wwf.it.
A Roma l’evento centrale, che ha ricevuto il patrocinio dell’Assessorato alla Sostenibilità Ambientale di Roma Capitale, animerà Villa Borghese, il cuore ‘verde’ della Capitale: domenica 15 ottobre, dalle 10 fino alle 13.30 visite guidate con naturalisti, artisti e “Caccia al tesoro di biodiversità”, laboratori didattici e spettacoli dedicati a bambini e famiglie a cura del Teatro San Carlino (compagnia storica di burattini), mostre e corsi di disegno naturalistico proposti dal Progetto Ars et Natura, con la premiazione finale della squadra vincitrice della “Caccia al tesoro di biodiversità”. Grazie alla collaborazione dell’Arma dei Carabinieri, l’evento si concluderà nella suggestiva terrazza del Pincio con un concerto della Fanfara dei Carabinieri. Sempre nella Capitale, oltre all’evento centrale, vi sarà un’iniziativa per conoscere la biodiversità anche in altri luoghi organizzata dal WWF Roma Metropolitana, oltre ad altri eventi organizzati da soggetti attivi nel curare la natura con i cittadini, come ad esempio Zappata Romana e Hortus Urbis che proporranno laboratori per bambini e adulti.
Sono comunque tante le città dove si stanno organizzando eventi. L’iniziativa sarà promossa all’interno di parchi Urbani, Oasi Urbane e Periurbane, Giardini e Orti condivisi, quartieri con spazi verdi diffusi etc, anche in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei Musei Scientifici con la quale il WWF ha un Protocollo di intesa decennale e che sta promuovendo presso la sua rete di circa 200 Musei l’organizzazione di iniziative dedicate a scoprire la natura in città, dentro e fuori le strutture museali.
La natura negli spazi cittadini si nasconde ovunque, non solo nei parchi urbani, ma anche nelle piazze, nei giardini di scuola, sui ruderi o sui tetti delle stazioni, nei giardini condivisi fino al balcone di casa. La fauna degli spazi urbani è ricchissima: dai rondoni, grandi mangiatori di insetti, ai falchi come il gheppio o il falco pellegrino, e poi volpi, scoiattoli, ricci, pipistrelli, farfalle e coccinelle. Un vero e proprio caleidoscopio di animali cittadini che beneficiano di spazi verdi o di piccoli anfratti nascosti. Ma la biodiversità delle città è soprattutto legata alla vegetazione presente, alberi e arbusti, persino alberi monumentali, che rigenerano ogni giorno l’aria che respiriamo.

A cena con il WWF!


Sabato 14 ottobre si terrà la tradizionale cena di autofinanziamento del WWF Teramo. 
Alle ore 20.30 ci ritroveremo presso il locale Multiplo in via Cona n. 108 a Teramo per passare un paio d’ore in compagnia, mangiare bene grazie alla nostra cuoca Adelina e contribuire ai progetti della nostra Associazione.

11.9.17

Nel 2017 quasi 1 comune abruzzese su 2 colpito dagli incendi!

 
Questa mattina a Pescara il WWF ha presentato alla Regione l’elaborazione dei dati sugli incendi 2017, dal 1° gennaio al 31 agosto.
Aree boscate in fumo con un aumento di 46 volte rispetto all’intero 2016!
Interessati in tutto 136 Comuni su 305 con rischi ambientali e per la salute dei cittadini. L’estate rovente ha favorito i roghi ma dietro ogni focolaio c’è sempre la mano dell’uomo. Serve una unica “grande opera” pubblica: mettere in sicurezza il territorio favorendo la natura.

Nell’anno che stiamo vivendo in otto mesi (dal 1 gennaio al 31 agosto) sono scoppiati in Abruzzo oltre 210 incendi. L’anno scorso in dodici mesi erano stati 89. In media 7,4 roghi al mese nel 2016, addirittura 26 nel 2017! Quest’anno, sino alla fine del mese da poco concluso, la superficie boschiva devastata dalle fiamme è stata di circa 4000 ettari. Vale a dire una superficie 46 volte più grande di quella interessata nei dodici mesi del 2016 (87 ettari - fonte ex Corpo Forestale dello Stato, dato pubblicato sul sito della Regione Abruzzo). E si tratta, al momento, di stime provvisorie purtroppo destinate a essere ritoccate verso l’alto.
Una situazione tremenda che il WWF ha sintetizzato, grazie al certosino lavoro del presidente del WWF Abruzzo Montano Walter Delle Coste, con una animazione al computer. Mese dopo mese compaiono i nomi dei comuni interessati dai roghi e una simbolica fiammella va a depositarsi sulla cartina della regione che, a fine agosto, si presenta – com’è del resto accaduto nella realtà – in gran parte ricoperta dal fuoco.
"Abbiamo preso in considerazione – spiega Walter Delle Coste – soltanto gli incendi che hanno riguardato aree verdi e soltanto quelli che hanno interessato almeno un ettaro di terreno. Ebbene i risultati sono impressionanti. E certamente non basta, per spiegarli, il fatto che il 2017 sia stato sinora caratterizzato da lunghi periodi siccitosi e che l’estate che si va concludendo sia l’ennesima “più calda degli ultimi anni”. La situazione meteo può aver favorito il dilagare delle fiamme ma perché si scatenino gli incendi occorre sempre e comunque l’intervento umano: mozziconi di sigaretta lanciati a bordo strada, fuochi incautamente accessi, auto surriscaldate parcheggiate sull’erba secca… ma soprattutto il “disegno criminale” di cui ha parlato anche il Procuratore Capo di Sulmona Giuseppe Bellelli in relazione ai roghi del Morrone e quasi certamente non solo in quell’area".
I circa 4000 ettari di bosco bruciati erano parte dei 6000 ettari complessivamente devastati: sono andati infatti in fumo anche praterie e habitat di pregio di rilievo europeo. Le fiamme del resto hanno imperversato per giorni nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga (Campo Imperatore), ancora più a lungo nel Parco Nazionale della Majella (monte Morrone), hanno interessato il Parco Regionale Sirente Velino e hanno lambito il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. E l’emergenza, a dispetto del maltempo, non è tuttora conclusa, come ben si vede semplicemente seguendo le notizie di cronaca di questi giorni.
Un attacco criminoso che va contrastato sul piano giudiziario, ma anche con comportamenti e scelte politiche coerenti con l’immagine di regione verde d’Europa.
Riepiloghiamo: nel periodo 1 gennaio – 31 agosto gli incendi “verdi” sono stati oltre 210, i Comuni abruzzesi interessati dalle fiamme ben 136 (poco più del 44,5% dei 305 totali). La spesa per far fronte all’emergenza è stata calcolata intorno a 1 milione di euro. Il danno ambientale è enorme (e potrebbe essere aggravato da scelte sbagliate per il futuro), anche per le inevitabili e pesantissime ripercussioni sull’economia locale, per possibili futuri problemi idrogeologici e, soprattutto, per le conseguenze sulla salute dei residenti. Le fiamme hanno distrutto polmoni verdi generatori di ossigeno e preziosi assorbenti di gas climalteranti e hanno generato (come rilevato dall’ARTA) Monossido di carbonio (CO), Benzene, Toluene, Polveri PM10, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA). Inquinanti diffusi nell’aria, nel suolo, nelle acque… Senza dimenticare la biodiversità, vegetale e animale, impietosamente incenerita e i tanti animali terrorizzati e in fuga, facile bersaglio di bracconieri.
È giusto ora ringraziare quanti hanno speso energie contro le fiamme e in particolare i tanti volontari scesi in campo a tutela del proprio territorio, ma è pure fondamentale chiedere alla Regione, oggi rappresentata in conferenza stampa dal sottosegretario Mario Mazzocca, di rivedere i propri programmi di prevenzione e di attuare misure che scoraggino l’abbandono delle campagne e delle montagne; e ai Parchi di difendere le aree protette con maggiore convinzione. I cittadini, lo hanno dimostrato, vogliono e sanno essere custodi e difensori sempre e in ogni momento del proprio territorio. La politica deve aiutarli con scelte coerenti con i reali interessi della comunità. Lo abbiamo detto e scritto decine di volte e lo ribadiamo ancora: le uniche grandi opere pubbliche di cui l’Italia e l’Abruzzo hanno realmente bisogno non sono nuove cementificazioni dell’ambiente ma soltanto la messa in sicurezza del territorio cercando di rimediare ai tanti, troppi errori del passato restituendo alla natura il maltolto.  
 
Tutti i Comuni colpiti!
ABBATEGGIOPE
AIELLIAQ
ALANNOPE
ANVERSA ABRUZZIAQ
ARSITATE
ATESSACH
ATRITE
AVEZZANO AQ
BALSORANOAQ
BISENTITE
BOLOGNANOPE
BRITTOLIPE
BUSSI SUL TIRINOPE
CAGNANO AMITERNOAQ
CAMPLITE
CANISTROAQ
CAPISTRELLOAQ
CAPITIGNANOAQ
CARAMANICO TERMEPE
CARPINETO DELLA NORAPE
CARPINETO SINELLOCH
CARSOLIAQ
CARUNCHIOCH
CASACANDITELLACH
CASALBORDINOCH
CASTEL DEL MONTEAQ
CASTIGLIONE A CASAURIAPE
CASTIGLIONE MESSER MARINOCH
CASTIGLIONE MESSER RAIMONDOTE
CELANOAQ
CEPAGATTIPE
CERCHIOAQ
CERMIGNANOTE
CITTA SANT'ANGELOPE
CIVITALUPARELLACH
CIVITELLA DEL TRONTOTE
CIVITELLA ROVETOAQ
COCULLOAQ
COLLARMELEAQ
COLLEDARATE
COLLELONGOAQ
CORFINIOAQ
CORVARAPE
CRECCHIOCH
CROGNALETOTE
CUGNOLIPE
CUPELLOCH
ELICEPE
FARINDOLAPE
FRANCAVILLA AL MARECH
FRESAGRANDINARIACH
GIULIANOVATE
GUARDIAGRELECH
ISOLA DEL GRAN SASSO TE
LANCIANOCH
L'AQUILAAQ
LECCE DEI MARSIAQ
LENTELLACH
LETTOMANOPPELLOPE
LORETO APRUTINOPE
LUCO DEI MARSIAQ
MAGLIANO DE' MARSI AQ
MANOPPELLOPE
MARTINSICUROTE
MASSA D’ALBEAQ
MOLINA ATERNOAQ
MONTEODORISIOCH
MONTEREALEAQ
MONTESILVANOPE
MONTORIO AL VOMANOTE
MORINOAQ
OFENAAQ
ORICOLAAQ
ORTONACH
ORTONA DEI MARSIAQ
ORTUCCHIOAQ
PACENTROAQ
PAGLIETACH
PALMOLICH
PENNA SANT’ANDREATE
PENNADOMOCH
PENNEPE
PESCINAAQ
PESCOCOSTANZOAQ
PESCOSANSONESCOPE
PIANELLAPE
PIETRANICOPE
PINETOTE
PIZZOFERRATOCH
PIZZOLIAQ
POGGIO PICENZEAQ
POGGIOFIORITOCH
PRATOLA PELIGNAAQ
PREZZAAQ
RAIANOAQ
RAPINOCH
ROCCA DI BOTTEAQ
ROCCA PIAAQ
ROCCA SAN GIOVANNICH
ROCCARASOAQ
ROCCASCALEGNACH
ROSELLOCH
ROSETOTE
SALLEPE
SAN BENEDETTO DEI MARSIAQ
SAN BUONOCH
SAN GIOVANNI TEATINOCH
SAN SALVOCH
SAN VALENTINO IN ABRUZZO CITERIOREPE
SAN VINCENZO VALLE ROVETOAQ
SANT'ATTOTE
SANTE MARIEAQ
SANT'OMEROTE
SCAFAPE
SCANNO AQ
SCHIAVI D'ABRUZZOCH
SCOPPITOAQ
SCURCOLA MARSICANAAQ
SECINAROAQ
SILVITE
SPOLTOREPE
SULMONAAQ
TAGLIACOZZOAQ
TERAMOTE
TIONE DEGLI ABRUZZI AQ
TOCCO DA CASURIAPE
TOLLOCH
TORINO DI SANGROCH
TORNARECCIOCH
TORNIMPARTEAQ
TORRICELLA SICURATE
TORTORETOTE
TRASACCOAQ
TURRIVALLIGNANIPE
VALLE CASTELLANATE
VASTO  CH

8.9.17

Il Fratino, protagonista dell’estate ad Alba Adriatica

Quest’anno, per la prima volta, l’Amministrazione Comunale di Alba Adriatica ha promosso, in collaborazione con i volontari del WWF Teramo, un ciclo di attività didattiche dedicate alla “Spiaggia del Fratino e del Giglio di mare”, il tratto di costa naturale creato nel 2015 tra lo stabilimento Copacabana e lo stabilimento Marechiaro ad Alba Adriatica.
Nei mesi di luglio e agosto si sono svolti otto incontri dedicati ai più piccoli negli stabilimenti Copacabana, La Primula, Alba Beach e Marechiaro.
“Si è trattata di un’ottima occasione per parlare del Fratino e della vegetazione litoranea, nell’ambito della campagna nazionale del WWF GenerAzioneMare, nata per tutelare le coste e i mari italiani”, dichiara Fabiola Carusi, responsabile del Progetto Salvafratino per il WWF Abruzzo. “In particolar modo abbiamo illustrato le caratteristiche della costa albense dove si segnalano, oltre alla presenza del Fratino, numerose specie vegetali di particolare valore naturalistico quali il Giglio di Mare, il Verbasco del Gargano, l’Euforbia marittima, il Finocchio litoraneo spinoso e l’Euforbia delle spiagge: tutte piante molto rare, tanto che alcune di queste sono da anni protette dalla legislazione di settore”.
Alle attività di educazione ambientale hanno aderito bambini, in vacanza nel litorale albense, provenienti da diverse parti d’Italia. Vi sono stati anche numerosi genitori che hanno assistito con curiosità alle attività.
Il WWF, grazie a un contributo dell’Amministrazione Comunale, ha anche realizzato un depliant illustrativo, un poster e un piccola mostra sulla “Spiaggia del Fratino e del Giglio di mare”. Materiale che è stato molto apprezzato dai turisti e che è stato e sarà molto utile per pubblicizzare la prima spiaggia d’Abruzzo dedicata a due specie simbolo della natura litoranea abruzzese.
“Siamo sulla buona strada” continua Fabiola Carusi. “Come WWF ringraziamo l’Amministrazione Comunale, gli stabilimenti balneari che hanno aderito al progetto e soprattutto i bambini che hanno partecipato. Ovviamente bisogna fare ancora molto: soprattutto ci auguriamo che possa continuare la collaborazione con l’Amministrazione comunale. La “Spiaggia del Fratino e del Giglio di mare” purtroppo è stata oggetto di atti vandalici e necessita di interventi da parte del Comune per il ripristino della leggera recinzione posta a salvaguardia dell’area. Abbiamo tante idee per rendere questo tratto di costa ancora più attraente e speriamo che si possa a portare avanti questo piccolo, ma significativo progetto di conservazione e valorizzazione del territorio”. 

3.9.17

Una giornata di riflessione e denuncia per un attentato all’ambiente e alla collettività


209 incendi “significativi” nel periodo 1 luglio-30 agosto che hanno interessato complessivamente circa 5.570 ettari, 3.337 dei quali erano interamente coperti da boschi; 1 milione di euro spesi per far fronte all’emergenza e un danno ambientale al momento ancora difficile da quantificare ma che certamente dovrà essere calcolato con una cifra con molti zeri.
Questi gli impressionanti numeri emersi durante la manifestazione Facciamoci sentire! BASTA ROGHI svoltasi sabato mattina in piazza Sacro Cuore a Pescara. All’evento, lanciato da WWF e Legambiente, hanno aderito, citati in ordine sparso, CAI Abruzzo, Libera Abruzzo, Federparchi, Confesercenti Abruzzo, Comitato Cittadino di Chieti (cui aderiscono ben 80 associazioni e organizzazioni di categoria), FAI Abruzzo e Molise, Mountain Wilderness, Lega del Cane di Pescara,Acqua e Beni Comuni Chieti, “Gli amici di Peppino” di Moscufo (PE), C.P. Club per l’Unesco di Chieti, Noi del G.B.Vico, associazione turistica “Parco Majella Costa dei Trabocchi”, Sinistra Italiana, Associazione “Le Majellane”, Art. 1 MDP Abruzzo, Artisti per il Matta, Societas Herpetologica Italica Sezione Abruzzo e Molise, Movimento adulti scout cattolici MASCI, Società Botanica Italiana Sezione Abruzzo e Molise.
Ma il dato più confortante è dato dalla adesione personale di numerosi cittadini, abruzzesi e non solo, che hanno testimoniato con la propria presenza la vicinanza agli abitanti dei comuni interessati agli incendi, la gratitudine per chi sta concretamente operando contro le fiamme ma anche la richiesta perché si correggano gli errori e si rendano impossibili in futuro le repliche di un simile immane disastro. Gli abruzzesi tutti sono addolorati per quel che è accaduto e sta accadendo, e chi ha partecipato ha voluto dimostrarlo. Tra i tanti interventi particolarmente sentiti quelli di due signore di Sulmona che, pur ringraziando chi tanto si è speso contro le fiamme, hanno anche denunciato a chiare lettere i ritardi e le manchevolezze emerse in questi drammatici giorni. È anche emersa, sul piano generale, la ben precisa richiesta per un cambiamento di strategia con l’impiego dei fondi pubblici non su inutili grandi opere ma sulla prevenzione e sui reali interessi dei cittadini, a cominciare da tutela della salute e dell’ambiente nel quale viviamo.
Per le istituzioni ha parlato il sottosegretario con delega alla protezione civile Mario Mazzocca, che ha riconosciuto la validità delle posizioni espresse nel corso del sit-in e si è impegnato personalmente perché si operi nella direzione indicata. Il comandante dei vigili del fuoco di Teramo, Romeo Panzone, ha ricordato l’immane lavoro svolto e ha annunciato che in giornata il rogo del Morrone sarà spento dopo tanti, troppi giorni. Un annuncio che è stato accolto con un applauso così come era stata accolta con gioia la pioggia all’inizio della manifestazione: tutti hanno pensato che quelle gocce potevano contribuire alla lotta alle fiamme e ne sono stati felici.
Significativo l’intervento del giovane dottorando Michele Di Musciano che ha portato il contributo della Società Botanica sul delicato tema dei rimboschimenti e della gestione del patrimonio boschivo. Occorre ascoltare gli esperti e non chi ha interessi economici a vendere alberi o a metterli a dimora. Nelle conclusioni, affidate al vice presidente del WWF Italia Dante Caserta, le associazioni hanno ribadito il proprio impegno perché la questione non si esaurisca con la fine dell’emergenza. L’appuntamento di oggi è stato solo un inizio: i cittadini si sono stancati di solisti che salgono sul podio e pontificano su ogni cosa; chiedono invece di partecipare, di fare squadra per risolvere tutti insieme i problemi. Le associazioni ambientaliste come sempre saranno con loro.