28.11.09

Presentato il nuovo concorso di educazione ambientale del WWF per le scuole di Teramo

Questa mattina, presso il Centro di Documentazione Ambientale del WWF, è stato presentato il concorso di educazione ambientale “Ecoreporter”, lanciato dal WWF di Teramo e dalla Coop. Pacha Mama, specializzata in educazione ambientale.
Il concorso si rivolge ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado della Provincia di Teramo. Coloro che vorranno partecipare, da soli o in gruppo, saranno chiamati a diventare dei veri e propri giornalisti dell’ambiente, scrivendo articoli e realizzando servizi video su argomenti attinenti alla tutela dell’ambiente e della natura della nostra regione.
I lavori migliori saranno premiati con vacanze verdi nelle aree naturali protette e saranno utilizzati per mostre, trasmissioni televisive e riviste.
Attraverso questi lavori i ragazzi potranno evidenziare gli aspetti positivi e negativi dell’ambiente che li circonda: un modo per conoscere il proprio territorio ed affrontare le problematiche ambientali, confrontandosi tra di loro e con insegnanti, esperti ed amministratori.
“Anche quest’anno abbiamo deciso di entrare nelle scuole della Provincia di Teramo con un concorso di educazione ambientale”, dichiara Pino Furia, Presidente del WWF Teramo. “Il WWF è da sempre molto impegnato in questo settore, perché siamo convinti che proprio dai ragazzi può partire una svolta nel modo di gestire l’ambiente. La scelta di chiedere ai ragazzi di trasformarsi in giornalisti alla ricerca di scoop sull’ambiente che li circonda è stata dettata dall’importanza che i mezzi di comunicazione hanno in questo, come in molti altri settori. Attraverso la stampa e la televisione, le grandi tematiche ambientali si sono potute affermare nel corso degli anni, raggiungendo così fasce di popolazione sempre più ampie”.
Al concorso si potrà partecipare con articoli o con video. “Abbiamo voluto lasciare ampia libertà ai ragazzi su come affrontare questo tema”, continua Pino Furia. “Gli argomenti che possono essere trattati sono tantissimi, così come tantissimi possono essere i modi in cui farlo: si potrà fare un’inchiesta giornalistica incontrando esperti o semplici cittadini, oppure interviste a persone che si occupano di ambiente, oppure dei reportage descrivendo o mostrando attraverso le immagini luoghi, ambienti, animali e piante, attività, iniziative…”.
Oltre al concorso, il WWF porta avanti un gran numero di iniziative sull’educazione ambientale. Innanzitutto è possibile l’iscrizione delle classi al WWF come Panda Club che permette di ricevere dei kit didattici con i quali portare avanti attività di educazione ambientale in classe durante tutto l’anno.
Poi è possibile usufruire delle strutture WWF presenti in provincia di Teramo ed appositamente dedicate all’educazione ambientale come il Centro di Documentazione Ambientale di Teramo che ospita oltre 2.000 pubblicazioni su natura e ambiente, il Centro di Educazione Ambientale nell’Oasi WWF dei Calanchi di Atri ed il Centro di Educazione Ambientale di Cortino, nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga che sarà inaugurato nella primavera del 2010.
Numerose sono le pubblicazioni di educazione ambientale predisposte dal WWF di Teramo e che possono essere messe a disposizione degli insegnanti, mentre i volontari del WWF sono poi sempre disponibili a svolgere lezioni in classe su tematiche ambientali.
Infine, la Coop. Pacha Mama, soggetto professionale esterno del WWF specializzato in educazione ambientale e turismo ambientale, sviluppa progetti specifici e vacanze verdi in tutte la aree naturali protette della nostra regione.

Un vero rosetano scrive al Consigliere regionale Berardo Rabbuffo

Dall'amico Franco Sbrolla, rosetano doc, riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta al consigliere regionale Berardo Rabbuffo, autore di una discussa proposta di legge volta a ridimensinare notevolmente la Riserva regionale naturale del Borsacchio.
Carissimo consigliere regionale,
la tua entrata in campo a fianco del Sindaco di Roseto, il quale, pur in conflitto d’interessi, aveva chiesto la riperimetrazione della Riserva naturale Borsacchio, ha sicuramente inaugurato un modo nuovo di fare politica, con evidenti implicazioni ed imprevedibili sviluppi bipartisan.
Nel tuo progetto di legge, che ridimensiona l’estensione della Riserva da 1187,67 a 314,81 ettari, non ci sono però gli essenziali riferimenti alle vicende che hanno interessato l’area protetta, e, siccome sto scrivendo un libro sull’argomento, ritengo doveroso aggiungere, qui di seguito, quelle notizie storiche ed ambientali che sono state del tutto ignorate.
Fino al 1805 il territorio che si estendeva dal fiume Tordino al torrente Borsacchio fu governato dall’Università di Giulia (l’attuale Giulianova).
Successivamente, con varie leggi emanate durante l’anno 1806, e con quella del 24 gennaio 1807, entrò in vigore la Riforma Amministrativa promossa dal re di Napoli Giuseppe Bonaparte, fratello del più famoso Napoleone, che assegnò l’intera area Tordino – Borsacchio all’Università di Monte Pagano.
La zona più bella è senz’altro la pineta chiamata Mazzarosa, già parco a mare di Giuseppe Devincenzi (1814 – 1903), agronomo versatile ed uomo politico, che operò unitamente a personaggi storici, quali Silvio Spaventa e Camillo Benso, conte di Cavour, e fu più volte ministro del regno d’Italia.
Lo stesso Devincenzi fece gli onori di casa quando passò Vittorio Emanuele II e lo accompagnò a Teano all’incontro con Giuseppe Garibaldi.
Nel tempo quel tratto di territorio, che va da Cologna Spiaggia al Borsacchio, è rimasto in buona parte inalterato, e nel 1963 il Ministro per la Pubblica Istruzione, di concerto con il Ministro della Marina Mercantile, riconobbe, con Decreto del 27 marzo (G.U. n. 98 dell’11.4.1963), “che la zona predetta ha notevole interesse pubblico perché, costituita da lussureggianti boschetti di pioppo, pini ed altre essenze, con alberi che arrivano in alcuni punti a pochi metri dalla linea di battigia, forma numerosi punti di belvedere aperti al pubblico, a chi percorre la strada n. 16 Adriatica o la ferrovia, dai quali possono godersi meravigliosi e talora estesissimi panorami sul mare, sugli arenili e sui frastagliati profili costieri, così da offrire inoltre un susseguirsi di incantevoli quadri naturali”.
In data 25 ottobre 1969 un nuovo Decreto (G.U. n. 291 del 18.11.1969), emanato dal Ministro per la Pubblica Istruzione di concerto con il Ministro per il Turismo, estese alla collina il vincolo già imposto, attestando che le due zone, fascia costiera e parte collinare, “formano un complesso di punti di belvedere pubblici e di quadri naturali di incomparabile bellezza, interdipendenti fra loro per il concorrere degli stessi punti di vista: dal mare e dalle strade in pianura verso i colli e le alture dell’interno, dalla strada statale e dalla ferrovia verso il mare e le alture suddette e infine da queste ultime e dai loro molti versanti verso la pianura, il mare e il vario andamento della costa e della spiaggia. Tutto concorrente a formare un eccezionale insieme di bellezze panoramiche”.
Carissimo consigliere Rabbuffo, sicuramente non hai letto nemmeno quel prestigioso volume “Roseto nella cultura italiana ed europea” che riporta gli scritti di quelli che sono stati nostri graditi ospiti, come Margaret Mazzantini, Federico Mola, Nerino Rossi, Michail Nicolaj Semenov, Beatrice Testa, Enzo Siciliano, ecc., i quali hanno contribuito a far conoscere il nostro paese dentro e fuori i confini nazionali.
E proprio Enzo Siciliano, scrittore e critico d’arte, quando è tornato fra noi dopo una lunga assenza, e non ha più ritrovato il Lido delle Rose e la Marina di Monte Pagano in quanto devastati dalla speculazione edilizia, si è sfogato sulla prima pagina di Repubblica e, pensando a quelli come te e come il Sindaco di Roseto, ha bollato con il termine “genieri dell’orrore, i responsabili che nelle coste d’Abruzzo hanno cancellato la grazia dell’architettura spontanea, specie negli angoli che sembravano isolati dalla storia, e che erano i più belli”.
In data 2 novembre 2009 hai dichiarato alla Stampa che la Riserva Borsacchio “è un area di interesse paesaggistico, non naturalistico” e questo denota l’assoluta mancanza di cognizioni sulla vegetazione e sulla fauna di quell’area protetta. Voglio quindi aggiornarti riportando i risultati di una ricerca commissionata dal Comune di Roseto al prof. Gianfranco Pirone, docente del Dipartimento Scienze Ambientali dell’Università dell’Aquila ed autore di oltre 50 lavori scientifici.
Le conclusioni dell’illustre professore sono le seguenti: “Si sottolinea la presenza di elementi floristici di particolare importanza fitogeografica, in relazione alla loro rarità a livello regionale, come Pancratium maritimum (Giglio di mare), Verbascum niveum subsp. Garganicum, Polygonum maritimum, Calystegia soldanella, ecc. Per quanto riguarda i popolamenti vegetali, quelli meritevoli di maggiore attenzione sono: vegetazione delle sabbie litoranee, nucleo di pineta e viale di lecci a Villa Mazzarosa, frammenti di olmo-frassino e di pioppeto a pioppo bianco lungo il torrente Borsacchio, nuclei e filari di roverella della fascia collinare, ecc. Tutti questi ambienti dovrebbero essere scrupolosamente conservati, anche come “serbatoi” di germoplasma per futuri, auspicabili interventi di rinaturazione di alvei e altri habitat del territorio comunale”.
In un successivo articolo del prof. Giovanni Pacioni, dello stesso Dipartimento Scienze Ambientali, si rileva: “Tra gli animali presenti stabilmente si annoverano diversi piccoli mammiferi roditori ed insettivori e sono molti gli uccelli nidificanti, fra i quali il Fratino (Charadrius alexandrinus) protetto dalla Direttiva 79/409 dell’Unione Europea, nonché il Coleottero Tenebrionide (Catomus rotundicollis). Pur nelle ridotte dimensioni l’area rappresenta quindi una importantissima riserva di biodiversità, unico ed ultimo rifugio per numerose specie vegetali, animali e fungine”.
Carissimo consigliere Rabbuffo, la presente dovrebbe farti capire che il tuo progetto è un corpo senz’anima e senza alcuna sensibilità nei riguardi di una Riserva “naturale”, lembo residuo del Lido delle Rose e della Marina di Monte Pagano, nella quale i rosetani di origine controllata ritrovano ancora oggi, in splendida simbiosi, la bellezza, il silenzio, la storia, le radici, l’identità, i grandi spazi e i dolci colori della memoria.
Il ritiro del progetto sarebbe quindi l’unica condizione per avviare un confronto sereno tra le Istituzioni, le parti politiche e le associazioni ambientaliste.

Franco Sbrolla, rosetano di nascita e residenza

27.11.09

Ecoreporter, il nuovo concorso di educazione ambientale del WWF di Teramo


Bando del concorso Ecoreporter.

Il WWF di Teramo organizza il concorso “Ecoreporter” rivolto alle scuole primarie e secondarie di primo grado della Provincia di Teramo.
La partecipazione al concorso è libera e gratuita.
I ragazzi delle classi partecipanti, sotto la guida di uno o più insegnanti, dovranno sviluppare una inchiesta giornalistica scegliendo di realizzare:
· 1 articolo di minimo 3.000 e massimo 10.000 battute (compresi spazi e segni di interpunzione), eventualmente accompagnato da una o più foto (massimo 5);
· o, in alternativa, 1 servizio video della durata massima di cinque minuti.
Gli articoli o i servizi video potranno essere realizzati da un solo alunno o da più alunni in gruppo.
I temi da affrontare negli articoli o nei servizi dovranno essere attinenti alla tutela dell’ambiente e della natura, sulla realtà abruzzese.
Possono partecipare anche più alunni o gruppi di alunni per la stessa classe.
La consegna dei lavori dovrà avvenire entro e non oltre il 20/12/2009
I lavori saranno esaminati da una giuria composta da rappresentanti del mondo della scuola, del giornalismo, del WWF e della Coop. Pacha Mama (soggetto professionale di fiducia del WWF per l’educazione ambientale).
I ragazzi partecipanti gareggeranno in tre categorie:
· alunni che frequentano dalla I alla III classe della scuola primaria;
· alunni che frequentano dalla IV alla V classe della scuola primaria;
· alunni che frequentano le classi della scuola secondaria di primo grado;
Alle classi di cui fanno parte gli alunni o il gruppo di alunni che hanno realizzato i lavori giudicati migliori per le categorie della scuola primaria sarà assegnato, quale premio, la partecipazione ad una Giornata verde in un’area naturale protetta Abruzzese; per la categoria della scuola secondaria di primo grado sarà assegnata una vacanza verde di tre giorni (due pernottamenti) nel parco Gran Sasso e Monti della Laga in località Cortino.
Le giornate sono offerte dalla Coop. Pacha Mama, si svolgeranno nel mese di aprile 2010.
Si intendono comprensive di trasporto, servizio di guida, pranzo al sacco ed animazione.
Sono previsti ulteriori premi minori (targhe, coppe ricordo, ecc.) per le classi che realizzeranno opere meritevoli di segnalazione.
Il materiale pervenuto potrà essere utilizzato per una mostra che il WWF di Teramo organizzerà nel mese di marzo 2010 in luogo da individuare.
Il materiale pervenuto, inoltre, potrà essere utilizzato per realizzare una rivista del WWF Teramo o in trasmissioni televisive curate dal WWF di Teramo.

25.11.09

Caccia: da oggi in discussione in Consiglio regionale una legge vergognosa!

La Regione Abruzzo vuole andare allo scontro istituzionale con gli altri organi dello Stato e con la Commissione Europea su un tema come la caccia?
Il WWF pone questa domanda ai consiglieri regionali che in queste ore stanno animatamente discutendo nella competente Commissione consiliare una proposta di legge, palesemente illegittima, con cui si vorrebbero superare, a favore dei cacciatori, le due recenti sentenze che hanno bocciato in parte il calendario venatorio regionale 2009/2010.
Il Consigliere Del Corvo ha infatti presentato una leggina che, se approvata, spazzerebbe via i pronunciamenti del TAR. Allo stesso tempo si aprirebbe una ferita istituzionale, costituendo questa procedura un pericoloso precedente che potrebbe essere applicato su qualsiasi tema. Infatti con questa proposta l'organo legislativo si approprierebbe delle prerogative amministrative ed esecutive previste dalle norme nazionali in vigore sulla caccia.
Si vuole modificare il calendario venatorio regionale, un provvedimento di carattere amministrativo, attraverso lo strumento della legge regionale, legge che poi decadrebbe con la fine della stagione venatoria (31 gennaio 2010): il tutto per allungare di un mese la stagione venatoria alla Beccaccia e modificare anche i periodi per Lepre e Fagiano.
Dichiara Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF: “Facciamo appello alla responsabilità di ogni singolo consigliere della Regione Abruzzo perchè questo scempio istituzionale non abbia luogo. Appare francamente incredibile che, con tutti i problemi che la Regione Abruzzo ha in questo momento, tra terremoto, problemi della sanità e disastri ambientali, il Consiglio Regionale possa perdere tempo per discutere un provvedimento del tutto illegittimo fatto su misura per pochi cacciatori. Basti pensare che il 31 dicembre scadrà il termine della legge blocca-Centro Oli e ad oggi la maggioranza non ha trovato il tempo di predisporre un atto che salvaguardi il territorio e l'economia di quell'area. Lo stesso Ufficio Legislativo Regionale ha bocciato su tutta la linea il provvedimento. I poteri dello Stato vanno rispettati da tutti, anche quando non si è d'accordo. Peraltro il TAR si era espresso sul calendario venatorio 2009-2010 dandoci ragione dopo che il massimo organo dello Stato in materia scientifica, l'ISPRA, aveva largamente criticato tecnicamente il calendario venatorio. Questa nuova legge, essendo a tempo, è fatta anche per evitare ricorsi amministrativi e presso il Governo affinchè si possa impugnarla. Abbiamo scritto al Presidente Pagano affinchè faccia ritirare questa proposta”.

20.11.09

La rabbuffonata...

Questa mattina nel corso della presentazione della decima edizione della manifestazione "+ BICI - SUV", prevista per sabato 21 e domenica 22 novembre a Roseto degli Abruzzi, WWF, Italia Nostra e Comitato per la tutela della Riserva del Borsacchio hanno avuto modo di chiarire la propria posizione sulla proposta del consigliere regionale del PdL, Berardo Rabuffo, sulla riperimetrazione della Riserva regionale del Borsacchio.
La discussione seguita a questa proposta è stata caratterizzata anche dalla diffusione di notizie non corrispondenti alla realtà, tra cui, ad esempio, che in origine la riserva presentasse un perimetro molto più limitato. Non è affatto vero! L’originale indicazione di un perimetro di 110 ettari (al posto di 1.100) è stata frutto di un mero errore di battitura come è possibile verificare controllando il perimetro della riserva allegato alla prima legge istitutiva sul Bollettino Ufficiale delle leggi della Regione Abruzzo.

Qui sopra la riproduzione del perimetro della Riserva da 1.100 ettari, così come pubblicata sul BURA nel febbraio del 2005.

In ogni caso, chiarissima è stata la posizione espressa dal Comitato e dalle Associazione ambientaliste in merito a questa "estemporanea" proposta.
1) Contrarietà assoluta a qualsiasi ipotesi di riperimetrazione della Riserva che comporterebbe ulteriori perdite di tempo (oltre che di territorio) nell’avvio delle attività dell’area naturale protetta istituita con una legge regionale dell’8 febbraio 2005. Eventuali problemi legati alla presenza di aree già fortemente antropizzate all’interno della riserva, possono essere risolti attraverso la pianificazione della riserva stessa da attuarsi, secondo quanto prevede la legge istitutiva, attraverso il Piano di Assetto Naturalistico che, come accade in qualsiasi altra area naturale protetta in Abruzzo, in Italia e nel mondo, può prevedere gradi di tutela più o meno intensa a seconda del valore e della naturalità dei luoghi.
2) Ennesima richiesta alla Provincia di Teramo di esercitare i poteri ad essa assegnati dalla Regione in ordine alla tabellazione dell’area ed alla nomina del Comitato di gestione della Riserva: atti che dovevano essere adottati per legge dal maggio del 2005. A seguito degli enormi ritardi accumulati dai Comuni territorialmente competenti (Giulianova e Roseto degli Abruzzi), il 27 novembre 2008 la Regione Abruzzo ha affidato la gestione della Riserva alla Provincia di Teramo che in un anno non è riuscita a fare nulla, caratterizzandosi per lo stesso immobilismo che ha contraddistinto i Comuni.
3) Adozione immediata del Piano di Assetto Naturalistico – costato 230.000 euro (cifra mai pagata per nessun altro Piano di nessuna altra riserva abruzzese) – dopo aver stralciato la parte relativa alla realizzazione: di nuovi insediamenti abitativi su complessivi 50.000 metri quadrati; di una nuova strada pedecollinare che taglierebbe la riserva in due parti; e della possibilità di spostamento dei volumi residenziali esistenti sui crinali delle colline. Stralci assolutamente necessari, trattandosi di previsioni contrarie alla normativa vigente.
4) Invito ai Comuni di Giulianova e di Roseto degli Abruzzi ad una maggiore vigilanza al fine di prevenire e reprimere (anche con ordinanze di demolizione e di acquisizione gratuita degli immobili abusivi al patrimonio comunale come per legge) gli interventi invasivi sul territorio della riserva come quelli denunciati in passato dal WWF e dal Comitato per la tutela della Riserva Naturale del Borsacchio, attualmente sotto indagine degli Uffici della Procura della Repubblica di Teramo che ha già adottato provvedimenti di sequestro di immobili abusivi realizzati all’interno dell’area protetta.

Tutti questi aspetti saranno affrontati nell’incontro pubblico di sabato 21 novembre a Roseto degli Abruzzi durante il quale si avanzeranno anche proposte per la realizzazione della pista ciclabile sul territorio di Roseto degli Abruzzi per consentire di aggiungere un ulteriore tratto del corridoio verde sulla costa adriatica.

Programma decima edizione di “+ BICI – SUV”:

- Sabato 21 novembre mattina: i Maestri di Mountain Bike di Teramo e i rappresentanti dell’Oasi WWF dei Calanchi di Atri animeranno varie attività in tutte le scuole primarie e secondarie di Roseto degli Abruzzi.
- Sabato 21 novembre pomeriggio: dalle ore 16,00 presso il Palazzo del Mare, lungomare sud: Convegno “Riserva Naturale del Borsacchio e mobilità ciclabile tra i comuni di Giulianova, Roseto degli Abruzzi e Pineto. Opportunità di qualificazione ambientale e sociale del territorio e di sviluppo dell’offerta turistica. Chimere o realtà?”. Nel corso dell’incontro si confronteranno tecnici, rappresentanti di associazioni e realtà locali, amministratori regionali, provinciali e dei tre comuni interessati.
- Domenica 22 novembre mattina: biciclettata dal centro di Roseto, con appuntamento alle ore 10,00 presso il Lido “La Lucciola”. La biciclettata si svilupperà sul lungomare fino ai campeggi a nord. Da lì si tornerà indietro o, per chi è attrezzato con mountain bike, si procederà lungo la battigia, all’interno della Riserva Naturale del Borsacchio, fino a Cologna Spiaggia e poi da lì fino a Giulianova da dove ci sarà la possibilità di rientrare anche in treno. I gruppi saranno accompagnati dai Maestri di Mountain Bike di Teramo.

Presentazione X edizione + BICI - SUV

Venerdì 20 novembre alle ore 11 presso il Centro di Documentazione Ambientale del WWF in via De Vincentiis (angolo viale Bovio presso edificio del Nuovo Comi) si terrà una conferenza stampa del Coordinamento ciclabili Abruzzo teramano per la presentazione della 10a edizione di “+ BICI – SUV”, l’ormai classica due giorni per la promozione della mobilità ciclabile nella provincia di Teramo.
La decima edizione si terrà a Roseto degli Abruzzi sabato 21 e domenica 22 novembre e avrà come tema la ciclabilità della costa adriatica e la Riserva naturale regionale del Borsacchio, in questi giorni al centro di numerose polemiche per la volontà di alcuni consiglieri regionali di procedere alla sua riperimetrazione.

La decima edizione di “+ BICI – SUV)” presenta un fitto programma:
- Nella mattinata di sabato 21 novembre i Maestri di Mountain Bike di Teramo e il direttore dell'Oasi WWF dei Calanchi di Atri animeranno varie attività in tutte le scuole di Roseto, primarie e secondarie.
- Nel pomeriggio di sabato 21 novembre a partire dalle ore 16,00 si terrà al Palazzo del Mare, sul lungomare sud, il Convegno dal titolo: “Riserva Naturale del Borsacchio e mobilità ciclabile tra i comuni di Giulianova, Roseto degli Abruzzi e Pineto” con l’esplicativo sottotitolo “Opportunità di qualificazione ambientale e sociale del territorio e di sviluppo dell’offerta turistica. Chimere o realtà?”. Parteciperanno gli amministratori regionali, provinciali e dei tre comuni interessati e il dibattito sarà animato sia da esperti di caratura internazionale e nazionale, come, tra gli altri, Marco Cestari della Time-Project e Sergio Trevisani del Comune di San Benedetto del Tronto, che potranno evidenziare esperienze ed opportunità che si stanno sviluppando altrove, sia anche da nomi del panorama locale come, tra gli altri, Adriano De Ascentiis, che presenterà la riuscita scommessa della Riserva Naturale dei Calanchi di Atri, e Lucio De Marcellis, che farà il punto sull’importanza del Corridoio Verde Adriatico come infrastruttura di mobilità integrata.
- La mattinata di domenica 22 novembre è invece dedicata alla biciclettata che partirà dal centro di Roseto, con appuntamento ore 10,00 al Lido “La Lucciola” e si svilupperà lungo il lungomare fino ai campeggi a nord. Da lì si tornerà indietro o, per chi è attrezzato con mountain bike, si procederà lungo la battigia, all’interno della Riserva Naturale del Borsacchio, fino a Cologna Spiaggia e poi da lì fino a Giulianova da dove ci sarà la possibilità di rientrare anche in treno. I gruppi saranno accompagnati dai Maestri di Mountain Bike di Teramo.

17.11.09

Problema randagismo a Teramo

Lo scorso 5 novembre le Associazioni Amici degli Animali, LAV, Lega del Cane, LIPU e WWF hanno incontrato il Sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, sul problema del randagismo di cani e gatti.
Nel corso dell’incontro le Associazioni hanno evidenziato le gravi condizioni in cui versano i cani che, a seguito dell’ordinanza del Sindaco di fine settembre, sono stati prelevati dalla zona di Colleparco e trasportati al canile di Castelbasso.
Gli animali sono attualmente posizionati in luoghi sovraffollati, angusti e carenti dal punto di vista igienico.
Su tale questione il Sindaco e l’Assessore Di Stefano si erano impegnati a procedere ad un controllo della situazione insieme ai rappresentanti delle Associazioni: ad oggi però le Associazioni non sono state coinvolte in alcun sopralluogo.
Nel frattempo la situazione sta peggiorando: alcuni dei cani portati da Colleparco sono già morti, mentre nel canile sono stati segnalati diversi casi di cimurro.La situazione riscontrata presso il canile di Castelbasso è stata anche segnalata con un esposto al Corpo Forestale dello Stato che ad oggi, però, non sembra aver ancora effettuato alcun controllo.
Nel corso dell’incontro le Associazioni hanno poi richiesto di dotare Teramo di strutture ricettive per cani e gatti che permettano di superare la situazione di emergenza che caratterizza da sempre la gestione del problema del randagismo.
Le Associazioni hanno avanzato proposte per rendere più efficace l’azione di prevenzione del randagismo sia attraverso una più capillare sterilizzazione di cani e gatti randagi, sia attraverso un maggior controllo sui cani padronali lasciati vaganti.
Le Associazioni hanno inoltre richiesto l’istituzione anche a Teramo di un Ufficio dei diritti degli animali, sul modello di quello creato in tanti altri comuni italiani.È stato poi affrontato il tema dell’eventuale trasferimento del gattile di Colleparco in altra struttura. Al riguardo le Associazioni hanno sottolineato la necessità di provvedere alla costituzione di un rifugio per l’assistenza di gatti malati o degenti dopo gli interventi di sterilizzazione.
Nelle foto: cani nel canile di Castelbasso.

14.11.09

Mancano 46 giorni alla scadenza della Legge che blocca il Centro Oli di Ortona


L'articolo sulla deriva petrolifera in Abruzzo comparso ieri su "Il Venerdì" di Repubblica.
I giorni passano e dalla Regione ancora nessun atto concreto.
Sentire l'Assessore Regionale all'Ambiente Daniela Stati parlare del petrolio in Abruzzo è senz'altro un avvenimento eccezionale per tutti coloro che, comitati,associazioni, semplici cittadini, dall'atto del suo insediamento, non hanno fatto altro che chiederle di dire qualcosa sull'argomento che preoccupa la popolazione abruzzese, ma che sembra esulare dalle sue competenze e perfino dai suoi pensieri.
I riflettori della stampa nazionale sono puntati sul progetto di petrolizzare metà della regione Abruzzo.
Ieri, sia il Corriere della Sera che La Repubblica hanno dedicato ampio spazio al tema, trasformando quella che sembrava una questione ortonese/abruzzese in un caso nazionale.
Il Corriere titola: "Battaglia biparistan contro le trivelle" e spiega al resto d'Italia che la popolazione è stata straordinariamente compatta ed attiva nel denunciare, nell'esigere risposte, e nello spronare il Ministero dell'Ambiente a bocciare progetti petroliferi presenti e futuri.
Di fronte a questa enorme partecipazione popolare, Emergenza Ambiente Abruzzo, rete di sessanta associazioni civili, ambientali e culturali, rinnova la propria richiesta a Gianni Chiodi ed a Daniela Stati di pronunciarsi in maniera chiara riguardo le iniziative concrete che la Giunta regionale vorrà intraprendere, quando mancano solo 46 giorni alla scadenza della moratoria regionale, fissata per il 31 dicembre 2009.
Emergenza Ambiente Abruzzo ricorda di aver richiesto al Presidente Chiodi un incontro da mesi senza mai essere ricevuta. È scandaloso che un Presidente eletto dai cittadini e pagato dai cittadini non trovi il tempo di confrontarsi con loro!
Daniela Stati riferisce al Corriere della Sera - ma non ai cittadini che invano la interrogano da dieci mesi – che: "Stiamo mettendo in piedi una serie di iniziative per portare avanti quello che il presidente Chiodi ha promesso in campagna elettorale". Ed aggiunge: "Ad oggi io le posso parlare di una volontà politica. E non mi sembra poco".
È invece molto poco! Emergenza Ambiente Abruzzo ritiene che sia antidemocratico non rendere partecipe la popolazione di queste iniziative e considera del tutto insufficiente una non meglio specificata volontà politica, peraltro disgiunta dai fatti.
Emergenza Ambiente Abruzzo rinnova la richiesta di incontro e chiede che venga immediatamente approvata una moratoria di trenta anni sulle operazioni di trivellamento e di estrazione di idrocarburi sul suolo regionale che, come ricorda l’Assessore, dovrebbe essere la terra dei parchi.Ricordiamo la legge Marzano, la 239 del 2004, stabilisce all’articolo 1 che “Lo Stato e le Regioni … garantiscono … l’adeguato equilibrio territoriale nella localizzazione delle infrastrutture energetiche, nei limiti consentiti dalle caratteristiche fisiche e geografiche delle singole regioni... nonché la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, e del paesaggio, in conformità alla normativa nazionale, comunitaria e agli accordi internazionali”.

Svincolo Lotto Zero alla Gammarana: non c'è limite al peggio!

Cartina tratta da: http://gammarana.blogspot.com

Il principio di fondo che guida il WWF nella valutazione delle opere pubbliche è sempre quello di un utilizzo del territorio che risponda alla reali esigenze della collettività e che non provochi un danno all’ambiente non sostenibile e comunque non strettamente necessario.
Come è noto, il WWF ha sempre ritenuto il Lotto Zero un’opera inutile e devastante. Inutile perché non risolverà i problemi della viabilità cittadina, devastante perché ha sostanzialmente determinato la distruzione del tratto urbano del fiume Tordino e del suo parco fluviale.
Oggi, però, il Lotto Zero sta andando avanti. Forse un giorno qualcuno riuscirà pure ad inaugurarlo e si tratta di limitare i danni, già enormi, ed i costi che questa tangenziale ha avuto ed avrà.
In attesa che il Tribunale Amministrativo Regionale valuti i condivisibili motivi oggetto dal ricorso proposto dal Comitato di quartiere della Gammarana inerenti il procedimento amministrativo relativo allo svincolo progettato all’altezza della zona della Gammarana, è necessario sottolineare che la discrezionalità delle scelte amministrative non dovrebbe mai perdere di vista l’obiettivo del minore impatto ambientale possibile.
Rispetto ad altre ipotesi proposte e praticabili, l’attuale soluzione di svincolo, oltre ad avere maggiori costi, crea dal punto di vista pratico pesanti problemi ad aree, quali il centro sportivo dell’Acquaviva ed il vivaio del Corpo Forestale, che andrebbero estese e salvaguardate piuttosto che assediate da rotonde e rampe.
Ma la più grande preoccupazione è l’inutile “consumo” di quel territorio che, già irrimediabilmente compromesso dal Lotto Zero, viene ora ancora gravato da uno svincolo che, anziché raccordare subito l’uscita della variante alla viabilità cittadina interna, va a tagliare le zone di cui si è detto dopo essersi affiancato al tracciato principale per diverse centinaia di metri: provenendo da Montorio al Vomano si dovrebbe quindi tornare indietro, mentre arrivando da Giulianova si percorrerebbe un’inutile terza corsia. Con la conseguenza negativa di parcellizzare ulteriormente un polmone verde a ridosso della città, farne diminuire la qualità ambientale e creare le condizioni per il suo possibile degrado.
La città di Teramo può e deve cambiare strategia urbanistica: un’Amministrazione non si valuta positivamente solo se costruisce di più della precedente.
Anche se è più facile adottare una variante urbanistica ad ogni cambio di consigliatura, permettendo alla giunta di turno di introitare risorse per chiudere i bilanci realizzando opere pubbliche che, in base a logiche ormai da cambiare, portano consenso e quindi rielezione, alla base di scelte urbanistiche realmente vantaggiose ci deve essere una programmazione basata sulla lungimiranza e sull’eco-compatibilità.
Pertanto, il WWF invita l’Amministrazione Comunale a rivedere il progetto, accettando il contributo della cittadinanza, dei comitati e delle associazioni e dotandosi del parere di adeguati organi tecnici: oltre all’effetto immediato di migliorare le attuali scelte, questo mutato atteggiamento sarebbe un importante passo verso una gestione del territorio improntata all’efficienza, ma nello stesso tempo alla tutela dell’ambiente che è un diritto inviolabile di tutti.

7.11.09

Quali interessi ci sono dietro il blocco della Riserva regionale del Borsacchio?

La Regione Abruzzo ha istituito la Riserva Naturale Regionale Guidata Borsacchio l’8 febbraio 2005. In quasi cinque anni le Amministrazioni Comunali di Giulianova e di Roseto degli Abruzzi, nel cui territorio ricade la riserva, nonostante precisi obblighi di legge lo imponessero dal maggio 2005, non sono riusciti:
- a nominare l’Organo di Gestione;
- ad elaborare il previsto progetto pilota di gestione finalizzato all’occupazione di disoccupati ed inoccupati;
- ad apporre cartelli segnaletici lungo il perimetro e lungo le strade di accesso alla Riserva.
Sono invece riusciti a far predisporre il Piano di Assetto Naturalistico (PAN) dell’area naturale pagandolo 230.000 euro (una cifra enorme, 5/6 volte quanto sono stati pagati questi strumenti pianificatori nelle altre aree protette abruzzesi!) che consentirebbe, all’interno della riserva, la realizzazione di un nuovo quartiere su un’area di circa 50.000 metri quadri. Una previsione talmente contraria alla legge che il Consiglio comunale di Roseto degli Abruzzi, grazie alle denunce del mondo ambientalista, non è mai riuscito ad approvare il PAN.
L’immobilismo dei Comuni di Giulianova e Roseto degli Abruzzi, ha fatto sì che la Giunta della Regione Abruzzo, il 27 novembre 2008, affidasse la gestione della Riserva Naturale Borsacchio alla Provincia di Teramo, al fine di realizzare le attività di programmazione ed attuazione della legge istitutiva della Riserva e per evitare che i ritardi pregiudicassero gli interessi ambientali protetti.
Ma l’inerzia dei due Comuni si è trasmessa anche alla Provincia di Teramo: prima del Presidente D’Agostino, oggi del Presidente Catarra, in disaccordo su tutto, ma non sull’impedire la nascita reale della Riserva del Borsacchio.
Di fronte a questo quadro desolante, fatto di incapacità e disinteresse, giunge la proposta di riperimetrare la Riserva da parte di alcuni consiglieri regionali del Partito Democratico.
Se tale proposta fosse accolta, il Consiglio regionale legifererebbe per la quinta volta su questa area! Un’attività legislativa degna certamente di miglior causa, visto che i continui interventi legislativi non hanno portato a nulla!
Per il WWF si tratta di una proposta inaccettabile, tenuto anche conto che proviene da chi ha espresso e continua ad esprimere ruoli chiave in Enti inadempienti da quasi 5 anni.
Amministratori seri capirebbero che è finito il tempo delle chiacchiere e che dovrebbe essere arrivato quello dei fatti!
Nel frattempo l’area del Borsacchio è stata oggetto di appetiti speculativi che sono stati bloccati grazie alla continua vigilanza delle associazioni ambientaliste e del Comitato cittadino che da sempre si batte per la Riserva.
Viene allora da chiedersi: a quali interessi risponde chi sta ritardando l’operatività della Riserva?

4.11.09

I Comuni di Pineto e Silvi uniti contro la petrolizzazione. E la Regione?

Una sala affollata ha partecipato al convegno contro il petrolio organizzato dall’Amministrazione comunale di Silvi e dal Comitato di difesa dei beni comuni alla presenza dei sindaci di Silvi, Gaetano Vallescura, e di Pineto, Luciano Monticelli.
A conclusione del dibattito il sindaco Vallescura ha fatto un appello finale e incisivo: “propongo di indire un referendum per far decidere agli abruzzesi, padroni del loro territorio, se vogliono un Abruzzo nero e un Abruzzo verde. Invito le associazioni e le istituzioni interessate a organizzare tutte le procedure necessarie per indire un referendum. Una iniziativa popolare, ma anche istituzionale per vedere cosa vogliono gli abruzzesi”.
Durante l’incontro sono stati riproposti dati e video diffusi negli ultimi tempi nei tanti incontri contro la petrolizzazione.
I due sindaci hanno assicurato che insieme intraprenderanno questa azione forte. Il primo ha parlato di “un’Abruzzo da difendere contro le lobby delle multinazionali che verrebbero qui a sfruttare il nostro territorio; per questo è necessario costituire un comitato unico di tutte le associazioni e di tutti gli enti locali per combattere le mire petrolifere e pesare nelle sedi opportune. Bisogna dunque organizzarsi e mobilitarsi immediatamente”; mentre Luciano Monticelli ha espresso “la preoccupazione per il ritardo della firma di costituzione del parco marino Torre del Cerrano vedendo in ciò una situazione ambigua che potrebbe far comodo alle multinazionali. Per questo è ora di passare dall’informazione ai fatti: bisogna andare nelle sedi opportune e cominciare a farci sentire in maniera incisiva”.
L?azione dei sindaci rende ancora più evidente il silenzio della Regione Abruzzo che ad oggi sembra essersi completamente dimenticata del pericolo che l'Abruzzo corre di vedere circa il 50% del suo territorio invaso da trivelle e pozzi petroliferi.
Ad oggi, il Presidente Chiodi, nonostante le molteplici richieste, non ha ancora trovato il tempo di incontrare i responsabili delle associazioni ambientaliste e dei comitati locali che si stanno battendo contro la deriva petriolifera.