27.9.19

Le piazze abruzzesi si riempiono dei colori del Friday for Future

 
“Migliaia di ragazzi, organizzati nel movimento indipendente Friday for future, hanno riempito le piazze di città e paesi abruzzesi, per far sentire la propria voce contro il cambiamento climatico”, dichiara Filomena Ricci, Delegato WWF Abruzzo. “Una manifestazione pacifica e colorata con protagonisti così tanti giovani non può essere ignorata da chi partecipa ai tavoli decisionali. I cambiamenti globali passano attraverso movimenti diffusi tra la gente perché richiedono, da un lato, una modifica delle nostre abitudini rispetto al tema della sostenibilità, dall’altro, scelte politiche e modalità di produzione che abbiano come obiettivo la riduzione dell’impatto sul pianeta e non il solo aumento del profitto per una piccola parte dell’umanità”.
Il WWF Abruzzo ringrazia i tanti giovani che hanno animato le piazze abruzzesi e rilancia affinché questa giornata di mobilitazione sia solo un momento di un impegno complessivo che si protragga nel tempo fino a quando non si inizieranno a fare quei cambiamenti concreti che non sono più rinviabili.

26.9.19

Pubblicata l’ordinanza del TAR sul calendario venatorio: soddisfazione del WWF Abruzzo



“Siamo soddisfatti per l’ordinanza del TAR Abruzzo che di fatto accoglie alcune questioni importanti che avevamo sollevato nel ricorso amministrativo che il WWF Italia ha presentato insieme alla LNDC Animal Protection”, dichiara Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo. “Innanzitutto siamo riusciti a bloccare tutte le preaperture e anzi, grazie al nostro ricorso, la caccia è restata bloccata in Abruzzo fino ad oggi e non è iniziata neppure al momento dell’avvio nazionale fissato quest’anno per il 15 di settembre. Siamo anche molto soddisfatti del fatto che sono stati ridotti i periodi di caccia per 18 specie cui si potrà sparare solo dal 1° ottobre, non dal 15 settembre come voleva la Regione, e solo fino al 20 gennaio, invece che fino al 30 gennaio, com’era previsto dal calendario. Bene anche la riduzione di venti giorni del periodo di caccia per la beccaccia e di un mese per il beccaccino, nonché il divieto di caccia in forma vagante oltre il 31 dicembre. È sempre bene ricordare che riuscire a limitare i periodi di caccia vuol dire salvare dalla morte decine di migliaia di animali ed essere riusciti ad evitare più di un mese di caccia tra ritardato avvio e anticipo della chiusura è stato un grande risultato per il quale ringraziamo i nostri legali, Michele Pezone ed Herbet Simone, e tutti i nostri volontari che hanno lavorato al ricorso”.
Restano invece irrisolte dall’ordinanza del TAR alcune questioni pure importanti: la caccia all’allodola, alla coturnice, al moriglione e alla pavoncella che, stante le difficoltà delle specie, andrebbe vietata; la mancata limitazione alla caccia nelle zona contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ai soli residenti; alcuni aspetti sulle distanze dalle foci dei fiumi.
“Sugli aspetti che non sono stati accolti ci confronteremo con i nostri legali e valuteremo se è il caso di presentare ricorso al Consiglio di Stato o se sia più utile attendere il giudizio di merito nel quale sarà possibile argomentare con maggiore compiutezza le questioni”, conclude la Ricci. “Particolare attenzione sarà dedicata alla gestione della caccia nell’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che la Regione Abruzzo fa finta di non riconoscere, perché è qui che si gioca una parte importante della battaglia per la salvezza dell’Orso bruno marsicano”.

Domani il Friday for future. Il WWF aderisce e invita tutti a partecipare

 
Domani, venerdì 27 settembre, in tutta Italia sarà il Friday for future, terzo sciopero globale del clima. Le ragazze e i ragazzi, ma anche tutti gli adulti che lo vorranno, faranno sentire la loro voce per chiedere impegni concreti nella lotta ai cambiamenti climatici.
Il WWF aderisce alle manifestazioni e anche in Abruzzo sarà presente con i suoi volontari nelle piazze di Atri, Lanciano, Pescara, Sulmona, Teramo, Vasto… invitando tutti a partecipare.
“È evidente che il tempo non basta più, bisogna agire subito!”, dichiara Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo. “Bisogna ridurre in modo drastico le emissioni. Finora si è agito in modo troppo superficiale e con azioni sporadiche! Tutti dobbiamo fare la nostra parte. Gli organismi internazionali, i governi nazionali, le aziende, gli enti locali e anche noi cittadini. Dobbiamo manifestare domani, ma dobbiamo anche adottare stili di vita a più basso impatto ambientale. I giovani che domani manifesteranno chiedono azioni concrete e come associazione ambientalista che da anni denuncia i pericoli del cambiamento climatico ci uniamo alle loro richieste”.
 
Il nuovo Rapporto IPCC.
Il nuovo rapporto sugli effetti dei cambiamenti climatici sui mari, sulle calotte polari e sui ghiacciai diffuso in tutto il mondo ieri dall’IPCC, l’organizzazione scientifica dell’ONU che si occupa di clima, presenta un quadro drammatico: entro il 2050, il numero di persone che potrebbe essere coinvolto negativamente dal cambiamento climatico è impressionante, si stima in un miliardo!
’innalzamento del livello del mare dovuto al riscaldamento degli oceani e allo scioglimento del ghiaccio terrestre potrebbe subire un’accelerazione e colpire diverse zone del Pianeta. I cambiamenti provocheranno modifiche ad habitat ed ecosistemi, mettendo a rischio le specie dell’artico, ma anche specie che vivono nelle aree più in quota dei massicci appenninici.
Il riscaldamento degli oceani è poi dannoso per gli stock ittici, che rappresentano il sostentamento di moltissime comunità, mettendo a rischio le popolazioni delle zone costiere e provocando fenomeni migratori per sfuggire a inondazioni e alluvioni.
Dai ghiacciai montani dipende l’approvvigionamento idrico di molte popolazioni e il loro scioglimento comporta un minore accesso all’acqua potabile e una modifica importante di interi ecosistemi fluviali nonché forte stress per specie e habitat ad essi legati.
 
La situazione in Italia.
L’Italia non è certo esente dai rischi del cambiamento climatico, anzi. Il WWF Italia ha redatto il dossier "La crisi climatica nel Mediterraneo" che evidenzia come il bacino del Mediterraneo sia una delle regioni più a rischio. Si è registrato un aumento della temperatura superficiale dell’acqua fino a 1,8 gradi e nella stagione più calda si arriva a 30 gradi. Tutti i ghiacciai ad altitudini minori di 3500 m sono fortemente a rischio.
 
La situazione in Abruzzo.
Nella nostra regione l’attenzione è tutta sul Calderone. Il “nostro” ghiacciaio, il più meridionale d’Europa, presente sul massiccio del Gran Sasso, in forte riduzione, non viene neppure più considerato un vero e proprio ghiacciaio, visto che il ghiaccio superficiale è sottoposto a scioglimento e ne resiste solo uno strato sotto i detriti.
Ma sono molti gli ecosistemi e le specie che potrebbero risentire dei cambiamenti climatici come le mughete della Majella o il Fringuello alpino: le specie che vivono nelle zone sommitali delle nostre montagne sono a rischio e un innalzamento della temperatura, oltre a provocare modifiche alle condizioni degli ambienti, come ad esempio lo scioglimento delle macchie di neve che caratterizzano attualmente queste zone montane, provocherebbe uno spostamento verso l’alto degli ecosistemi, riducendo o facendo scomparire gli habitat idonei per queste specie così peculiari delle nostre montagne.
Anche la costa abruzzese risentirà dell’innalzamento dei mari. Secondo uno studio dell’ENEA del 2018, delle quattro località sull’Adriatico che potrebbero finire sott’acqua entro la fine del secolo ben tre sono abruzzesi: Martinsicuro (TE), Pescara (PE) e Fossacesia (CH).
Uno studio del CNR del 2019 ha indicato in circa il 30% la percentuale di territorio abruzzese a rischio desertificazione.
Sono infine sempre più frequenti i casi di fiumi e torrenti in secca che non portando più acqua finiscono per limitare anche il trasporto di materiale solido verso il mare con conseguenti fenomeni erosivi sulla costa.
 
“Il movimento globale è uno strumento importate per far sentire ai leader politici la voce della popolazione mondiale”, ricorda Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia. “Lunedì scorso a New York, si è tenuto il Summit sul clima al quale hanno partecipato i Paesi di tutto il mondo che hanno preso impegni per far fronte alla crisi climatica che minaccia la biodiversità globale, ma si deve fare di più. Come WWF chiediamo che sia sottoscritta entro il 2020 una “Dichiarazione di emergenza per la Natura e le Persone” che possa impegnare a scelte volte a garantire un futuro vivibile. Il 2020 sarà un anno di cruciale importanza per il nostro Pianeta, tutti dobbiamo assumerci una responsabilità individuale, oltre che richiedere un cambio di rotta a governi e ad aziende”.

19.9.19

I preoccupanti dati del consumo di suolo in Abruzzo: serve una legge

 
I dati pubblicati da ISPRA nei giorni scorsi sul consumo di suolo in Italia evidenziano come a livello nazionale in Abruzzo nel 2018 ci sia stato l’incremento maggiore rispetto all’anno precedente (+0,51%).
Un record negativo che vede, in particolare, alcuni territori, raggiungere una elevatissima occupazione di suolo da parte di edifici, infrastrutture e costruzioni varie. Se si osservano i dati della percentuale di territorio comunale occupato emerge un quadro preoccupante, specialmente sulla costa: Pescara ha il 51,3% di terreno interessato da costruzioni di vario genere, Montesilvano il 33,4%, Martinsicuro il 33,3%, San Salvo il 32,3% e Alba Adriatica il 30,9%. Anche il capoluogo di Regione, L’Aquila, dove la ricostruzione post sisma è avvenuta senza una reale pianificazione, con un Piano Regolatore Generale che risale agli Anni 70 del secolo scorso, mostra uno dei maggiori incrementi in valore assoluto, pari a 29 ettari solo nello scorso anno.
“Dati che - afferma il presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Teramo, Raffaele Di Marcello - devono far riflettere i decisori politici a tutti livelli e far comprendere la necessità di serie azioni, a livello legislativo e amministrativo, che riportino la pianificazione territoriale al centro delle politiche della Regione e degli altri Enti Locali. Oggi, dopo che la Corte Costituzionale con la sentenza n. 44 del 25 marzo 2015 ha dichiarato incostituzionale la Legge Regionale n. 24/2014 “Legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo”, peraltro mai realmente applicata, la nostra Regione è priva di una norma in materia e l’obsoleta Legge Regionale n. 18/83 non è più in grado di governare efficacemente le trasformazioni urbanistiche del territorio, né il vigente Piano Regionale Paesistico riesce a dare le risposte di tutela di cui l’Abruzzo avrebbe bisogno”.
Alle dichiarazione dei pianificatori fa eco il WWF, con il delegato regionale Filomena Ricci: “Nella pianificazione del territorio è l’impostazione che deve essere modificata. È arrivato il momento di sostituire il consumo di suolo con azioni volte al recupero del patrimonio edilizio, la vera programmazione deve puntare alla messa in sicurezza dell’esistente. Nelle nostre città e nei nostri paesi sono troppe le strutture non utilizzate, fatiscenti, non adeguate sismicamente, per continuare a pensare di voler realizzare nuove costruzioni”.
Se oltre all’espansione urbana si considerano le infrastrutture, infatti, la quota di territorio italiano che si può considerare completamente artificializzato raggiunge il 10%. Già nel 2017 con il dossier “Avere cura della natura dei territori” che ha visto il contributo di 27 docenti universitari, anche dell’Università di L’Aquila, il WWF aveva messo in luce come il consumo di suolo stia determinando la scomparsa della continuità naturale. Investire prevalentemente nella realizzazione di strade e autostrade sta favorendo la diffusione di una peculiare patologia nazionale: la polverizzazione dell’edificato, a bassa densità, in aree molto vaste, facilitata dallo squilibrio in favore della mobilità su gomma (l’Italia è ai vertici nella classifica europea della motorizzazione privata: oltre 600 veicoli per 1000 abitanti). Questa polverizzazione incide sulla rete ecologica e sugli ambienti naturali come hanno evidenziato anche i dati dell’ISPRA, contribuendo alla insularizzazione degli habitat naturali più preziosi del nostro Paese: nella fascia di 1 km in immediata adiacenza ai Siti di Interesse Comunitari, negli ultimi 50 anni, l’urbanizzazione è salita da 84mila ettari a 300mila ettari, con un incremento medio su scala nazionale del 260%, dilapidando così il nostro capitale naturale.
Architetti e WWF evidenziano inoltre che il suolo, oltre al valore ecosistemico fondamentale per la vita umana, ha anche un valore economico legato all’attività agricola, mai realmente considerata un’attività produttiva nelle politiche regionali, e al paesaggio, con le sue ripercussioni nel settore turistico.
“La Regione Abruzzo - concludono architetti e ambientalisti - da Regione Verde d’Europa rischia di diventare Regione Grigia d’Europa. Per alcuni territori è già tardi per rimediare, ma è ancora possibile invertire questa tendenza. Occorre però agire subito per non raggiungere il punto di non ritorno”.

18.9.19

Il Comitato VIA “boccia” il calendario venatorio della Regione


Ieri il Comitato VIA regionale ha di fatto “bocciato” il calendario venatorio regionale.
Il parere, di cui la Regione dovrà tenere conto, vieta in tutto l’Abruzzo la caccia a Moriglione e Pavoncella (come peraltro chiesto da tempo dal Ministero dell’Ambiente); sono stati inoltre limitati i territori di caccia per 6 specie (Canapiglia, Codone, Frullino, Mestolone, Tordo sassello e Tortora selvatica) che non potranno essere cacciate nei SIC e nelle ZPS, e sono stati inserite altre prescrizioni limitative anche per tutelare l’Orso Bruno Marsicano.
La Regione aveva presentato un calendario con indicazioni contrastanti, subordinate a un futuro pronunciamento del TAR. Bene hanno fatto sia l’ISPRA che il Comitato VIA regionale a esprimersi solo sulle parti certe, confermando così la chiusura della caccia all’allodola e alla coturnice e consentendo la caccia ai soli residenti nell’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo.
In pratica sono state accolte le obiezioni presentate dal WWF sia attraverso un ricorso al TAR (che, ricordiamo, ha bloccato la caccia almeno fino al 25 settembre), sia attraverso le osservazioni al calendario fatte in sede di Valutazione di Incidenza Ambientale.
“Quest’anno il calendario venatorio regionale sta raccogliendo solo censure”, dichiara Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo. “Si conferma la situazione di confusione che regna nella gestione regionale di questo settore. La volontà di accogliere le richieste delle frange più estremiste dei cacciatori, rappresentate dalle associazioni venatorie, ha portato a questa situazione. Ad oggi la caccia è sospesa fino ad un nuovo pronunciamento del TAR. Da un lato invitiamo la Regione a non continuare con assurdi tentativi di superare il dettato normativo rimediando solo brutte figure, dall’altro ribadiamo invece la nostra disponibilità a confrontarci nel merito per giungere a una gestione rispettosa della legge. Come WWF siamo contrari alla caccia, ma essendoci in Italia una legge che la consente, pretendiamo che questa legge sia rispettata e correttamente applicata nell’interesse di tutti i cittadini e non di una piccola minoranza”.

13.9.19

Il Comitato VIA rinvia: confermato stop alla caccia!

 
Ieri, 12 settembre 2019, il WWF Abruzzo è stato ascoltato, insieme ad altre associazioni, nel comitato VIA per la discussione sulla nuova versione del calendario venatorio dopo la sospensione del primo a seguito del ricorso del WWF e della LNDC. I rappresentanti dell’Associazione del Panda hanno avuto modo di esporre le criticità più volte segnalate in queste ultime settimane.
“Il rinvio della discussione sul calendario venatorio”, dichiara Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo, “conferma che l’iter seguito per l’approvazione presenta delle criticità, che abbiamo puntualmente segnalato. La Regione Abruzzo ha pubblicato la proposta di un nuovo calendario venatorio senza però sottoporlo a un nuovo parere ISPRA, organo deputato alla valutazione della sostenibilità dei prelievi venatori disposti dalle Regioni”.
Bene ha fatto il comitato a rimandare la decisione e ad aspettare per esprimersi le indicazioni che arriveranno dall’ISPRA.
Sempre più a ostacoli resta il percorso della chiusura del calendario venatorio, nonostante il tentativo di aggirare, con la pubblicazione della nuova proposta, la sospensiva data dal TAR fino alla discussione del 25 settembre. Il giudizio rinviato del comitato VIA, considerato che quindi non ci può essere l’approvazione del nuovo calendario da parte della Giunta, mantiene ferma ogni attività venatoria almeno fino al prossimo martedì: ciò vuol dire che domenica 15 settembre in Abruzzo non si aprirà la caccia!
Il WWF continuerà a vigilare perché, oltre alla mancanza del parere ISPRA, molte altre erano le criticità sollevate nella nuova proposta di calendario venatorio sia su aspetti procedurali sia su aspetti di gestione e tutela faunistica.

Processo acqua Gran Sasso: si apre e subito si rinvia


Questa mattina si è aperto al Tribunale di Teramo il processo penale a carico dei vertici di Strada dei Parchi SpA, INFN e Ruzzo Reti SpA a seguito dell’incidente dell’8 e 9 maggio 2017 che portò al divieto di consumo di acqua per quasi due giorni per il territorio della provincia di Teramo.
Dopo l'apertura vi è stato il deposito delle istanze per la costituzione di parte civile da parte di 14 soggetti (associazioni e enti) a cui è seguito quindi il rinvio al prossimo 7 ottobre per l'esame delle stesse.
Il WWF Italia è tra le associazioni che hanno deposito istanza di costituzione, insieme a Legambiente, CAI e Cittadinanzattiva (tutte presenti nell'Osservatorio Indipendente sull'Acqua del Gran Sasso).
"Al pari di altre associazioni, il WWF segue questa vicenda fin dall'inizio" ha dichiarato Dante Caserta, Vicepresidente del WWF Italia. "Fummo i primi a segnalare il problema della sicurezza dell'acquifero del Gran Sasso rispetto agli esperimenti dei Laboratori e al transito di autoveicoli nelle gallerie autostradali. Negli anni abbiamo prodotto decine di documenti sul tema, organizzato campagne di mobilitazione e sensibilizzazione. Siamo stati del resto già ammessi nel precedente processo che scaturì dall'incidente dell'agosto del 2002. Siamo quindi molto confidenti che la nostra costituzione possa essere accolta e che la nostra Associazione possa dare il proprio contributo anche in questa fase. Il nostro obiettivo rimane sempre lo stesso: accertamento della verità come elemento per giungere alla messa in sicurezza definitiva dell'acquifero".

12.9.19

Domani al via il processo sull’acqua del Gran Sasso

 
La conferenza stampa di Pescara
Questa mattina a Pescara i rappresentanti di WWF, Legambiente, Cittadinanzattiva e Club Alpino Italiano, tra i promotori dell’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso, hanno presentato in una conferenza stampa le loro attività in vista dell’avvio del procedimento penale davanti al Tribunale di Teramo a carico dei vertici di Strada dei Parchi SpA, INFN e Ruzzo Reti SpA a seguito dell’incidente dell’8 e 9 maggio 2017 che dimostrò, per l’ennesima volta, la situazione di pericolo in cui versa l’acquifero del Gran Sasso al cui interno trovano posto le gallerie autostradali dell’A24 e i Laboratori sotterranei dell’INFN.
All’udienza del 13 settembre le quattro associazioni si costituiranno in giudizio, patrocinate dall’Avv. Prof. Domenico Giordano: la costituzione sarebbe già avvenuta se, alla prima udienza del 10 aprile scorso, il Giudice dell’Udienza Preliminare non avesse dichiarato la propria “non competenza” rispetto alle ipotesi contestate agli indagati decidendo per il rinvio alla Procura.
Nel corso della conferenza i rappresentanti delle associazioni hanno ribadito come questo non sarà un “processo alla scienza”, ma un processo per l’accertamento di responsabilità rispetto a situazioni e fatti noti da anni e ben definiti nelle conclusioni della consulenza dei tre esperti incaricati dalla Procura di Teramo durante le indagini. La costituzione di parte civile delle Associazioni rappresenta la prosecuzione della ricerca della verità che da sempre queste perseguono con lo scopo finale di giungere alla messa in sicurezza permanente dell’acquifero e del territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga nato proprio per tutelare il Gran Sasso e il suo ecosistema. Negli anni sono stati numerosi, da parte di queste associazioni, gli atti di denuncia agli organi competenti e di sollecitazione dell’opinione pubblica affinché si superasse la situazione di rischio determinata dalla permeabilità delle due infrastrutture rispetto alla falda acquifera.
“Ci si augura - ha dichiarato l’Avv. Giordano - che il Tribunale di Teramo vorrà ammettere la costituzione delle associazioni ambientaliste e dei consumatori, permettendo in tal modo ai cittadini di partecipare al processo. Troppe volte nel nostro Paese il bene pubblico alla salute è stato posposto ad altri interessi; così ad esempio è accaduto per l’ILVA di Taranto o per il Petrolchimico di Porto Marghera. Per quanto riguarda l’Abruzzo bisognerà riflettere sul delicato equilibrio fra tutela della salute pubblica e determinate infrastrutture come i Laboratori dell’INFN e le gallerie autostradali”.
Le associazioni hanno anche evidenziato come, a distanza di mesi, non sia stato ancora nominato il commissario straordinario per la messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso. Secondo quanto previsto dalla legge di conversione del Decreto-legge n. 32/2019, cosiddetto Sbloccacantieri, il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e sentito il Presidente della Regione Abruzzo, avrebbe dovuto nominare il Commissario entro il 3 luglio scorso. È noto che solo a inizio agosto è stato individuato il soggetto da nominare, ma ad oggi non risulta che il procedimento di nomina sia stato effettivamente concluso. Nel frattempo c’è stata la crisi di governo e l’arrivo del Conte bis.
L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso, promosso dalle Associazioni WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia - GADIT, FIAB, CAI e Italia Nostra, pur non essendo pregiudizialmente contrario, ha più volte ribadito puntuali critiche all’emendamento governativo che ha introdotto la nomina di questo nuovo Commissario:
  • mancanza di garanzie su una reale partecipazione dei cittadini e delle associazioni ai processi decisionali;
  • fondi insufficienti (120 milioni di euro in tre anni) rispetto alle richieste contenute nella delibera della Giunta regionale n. 33/2019 “Gestione del rischio nel sistema idrico del Gran Sasso” (172 milioni di euro);
  • nessuna chiarezza circa gli interventi da fare;
  • nessun impegno concreto sull’allontanamento delle sostanze pericolose stoccate all’interno dei Laboratori dell’INFN;
  • introduzione di deroghe alle norme poste a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Una volta però che è stata scelta la strada del commissariamento non si capisce il perché di questi ritardi: i mesi passano e la situazione dell’acquifero che rifornisce 700.000 abruzzesi continua a non essere affrontata.

Caccia: Errare è umano, perseverare…

 
Una decisa volontà di insistere nell’errore, sia pure apportando qualche correttivo, con l’obiettivo evidente di accontentare quella parte del mondo venatorio interessata solo a premere il grilletto: questa l’impressione che si ricava osservando le scelte della Regione Abruzzo in tema di caccia.
Gli uffici regionali preposti avevano presentato infatti un calendario che non teneva in alcun conto le osservazioni presentate dal WWF e, quel che è peggio, ignorava in buona parte le indicazioni di ISPRA e le stesse sentenze emesse dal TAR negli scorsi anni, a seguito dei continui ricorsi che il WWF e il mondo ambientalista sono stati costretti a presentare.
Ebbene, a seguito del ricorso al TAR del WWF e della LNDC, anche quest’anno il calendario è stato sospeso, in attesa della discussione in Camera di Consiglio fissata per il 25 settembre: l’attività venatoria è quindi ferma, su disposizione del tribunale amministrativo fino alla data della discussione.
La Regione Abruzzo, per tutta risposta, il 5 settembre, ha emanato una seconda proposta di calendario, sottoponendola alla procedura di VINCA e costringendo i nostri attivisti a rincorrere le scadenze per poter presentare le osservazioni. Per inciso: il WWF Abruzzo ha comunque presentato questa mattina osservazioni in critica alla nuova versione.
Una procedura, quella scelta dalla Regione, a nostro avviso non corretta e comunque non rispettosa del ruolo della magistratura e penalizzante anche per gli stessi cacciatori, almeno per quelli che condizionano la loro passione al rispetto della natura e delle leggi. Il testo rinnovato è di fatto condizionato da una futura sentenza del TAR, che deve essere ancora espressa: vengono accolte infatti molte delle indicazioni ISPRA ignorate nella prima versione, ma poi si introducono "allargamenti", ad esempio nei periodi di caccia consentita, da definire in base all’esito della discussione del TAR.
Non si procede autonomamente con le indicazioni tecniche, ma ci si riserva di farlo solo a seguito di una pronuncia del giudice amministrativo: sarebbe stato più logico confrontarsi prima con tutti i portatori di interesse, non solo con il mondo venatorio, ed evitare l’ennesima battaglia giudiziaria. Che ovviamente non finirà qui: la nuova versione parte già con i crismi della illegittimità non rispettando, ad esempio, i tempi previsti per consentire osservazioni e permettere a tutti i portatori di interesse di partecipare al procedimento della VINCA: sarebbe necessario far decorrere 30 giorni e invece la pubblicazione è del 5 settembre e la discussione del 12!
Attenderemo quindi la pronuncia del Comitato regionale sulla VINCA, ma gli avvocati del WWF sono stati già allertati per eventuali successivi ricorsi. Un vero peccato che la Regione ci costringa a simili scelte spendendo denaro dei cittadini tutti (e non solo dei cacciatori) per difendere scelte bocciate dalla magistratura ormai in decine di sentenze che, stagione dopo stagione, si cerca di ignorare.
Entrando, invece, nel merito delle questioni più faunistiche, è palese che per un paio di specie, il Merlo e la Tortora, l’attività venatoria, se la proposta di calendario verrà confermata, inizierà di fatto prima del 25 settembre, data di discussione del ricorso fino alla quale il giudice aveva sospeso ogni attività. Coturnice e Allodola potrebbero tornare a essere cacciabili, mentre la caccia a Pavoncella e Moriglione è già prevista in difformità con quanto richiesto espressamente dal Ministero dell’Ambiente con la nota n. 16169 del 9 luglio 2019. Anche l’area contigua, in caso di bocciatura del ricorso, tornerà a scomparire dalla regolamentazione dell’attività venatoria della Regione Abruzzo, consentendo di fatto la caccia anche ai non residenti, in contrasto con quanto chiaramente afferma la Legge quadro sulle aree protette (Legge n. 394/91).
Sono tanti insomma i passaggi discutibili dell’iniziativa della Regione, che di fatto creano solo confusione intorno a una materia, quale quella dell’attività venatoria già di per sé abbastanza conflittuale.
Comprendiamo che la giunta regionale insediatasi a ridosso dell’approvazione del nuovo calendario si trovi ad affrontare anche i ritardi e le inadempienze delle giunte precedenti (manca da tanti anni il piano faunistico venatorio, mancano i monitoraggio e i censimenti, non è mai stato istituito l’Osservatorio faunistico) e come WWF ribadiamo la nostra disponibilità a instaurare un confronto a tutto campo sulla gestione faunistica regionale che non si limiti alla gestione venatoria.

8.9.19

Campi di volontariato WWF per l'Orso bruno marsicano


Conclusi in questi giorni i Campi Orso WWF 2019, organizzati nell’ambito della Campagna 2x50 del WWF, che ha come ambizioso obiettivo quello di puntare a raddoppiare la popolazione di Orso bruno marsicano entro il 2050. Soddisfazione per le azioni svolte: 7 le amministrazioni comunali che hanno ospitato le attività, migliaia le persone incontrate, diverse le associazioni coinvolte.
Ai campi hanno partecipato ragazzi volontari provenienti da tutta Italia, che hanno deciso di impiegare alcuni giorni delle proprie vacanze estive per svolgere azioni in favore dell’Orso, come ad esempio, osservazioni e raccolta segni di presenza, potatura meli, potatura arbusti, posizionamento di recinzioni elettriche, animazione e giochi per bambini.
“Sono stati realizzati 4 campi, patrocinati dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e guidati da Vanessa Ponziani, accompagnatore di Media montagna”, sottolinea Filomena Ricci, delegato regionale del WWF Abruzzo, “2 campi si sono svolti nel Comune di Anversa degli Abruzzi, nell’Oasi WWF Gole del Sagittario, di 8 giorni ciascuno, 1 nel Comune di Settefrati (Lazio) e un altro nel Comune di Castel San Vincenzo (Molise) di 4 giorni ciascuno. L’idea è stata quella di essere presenti nei 3 versanti del Parco, soprattutto in zone marginali e a confine dell’area protetta, dove però si registra un’espansione dell’Orso bruno marsicano e dove le popolazioni locali devono sperimentare azioni volte alla corretta e pacifica convivenza”.
Tra le attività svolte, molto importanti sono state quelle di comunicazione che hanno permesso di distribuire il materiale informativo del Parco e di trasmettere conoscenze e buone pratiche, ad adulti e bambini, in modo ludico grazie al GiocOrso.
“Abbiamo incontrato – continua Filomena Ricci - migliaia di persone nelle piazze dei paesi, tutte molto desiderose di conoscere e di sapere, abbiamo organizzato le iniziative in collaborazione con 7 amministrazioni comunali (Anversa degli Abruzzi, Villetta Barrea, Bisegna, Settefrati, Castel San Vincenzo, Villavallelonga, Pescasseroli), numerose associazioni (Orso and friends a Settefrati, Montagna Grande a Bisegna, associazione D.F.P. e Villavallelonga bike a Villavallelonga) e realtà commerciali (Ecotur di Pescasseroli, Campeggio Natura di Antonio Prospetto in Val Canneto a Settefrati, Campeggio “Oasi delle Mainarde” di Castel San Vincenzo, gestito dalla società Mainarde Turismo). Molte sono le persone da ringraziare, tutti i sindaci dei comuni, poi la direttrice della Riserva e Oasi WWF Gole del Sagittario Sefora Inzaghi e Andrea Gennai, del servizio tecnico del Parco, che hanno guidato i volontari in molte delle attività sul campo”.
“Questa estate abbiamo assistito a brutti episodi che minano la conservazione dell’Orso”, dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia, “un’orsa investita in Molise, un’altra inseguita fino a farla separare dai cuccioli, a Pescasseroli. Questo ci ricorda quanto la popolazione sia vulnerabile e a rischio, ma anche quanto siano importanti i comportamenti di ognuno di noi. I campi hanno avuto come obiettivo proprio quello di aumentare la consapevolezza dell’importanza di questo animale unico al mondo e della responsabilità che tutti abbiamo nella sua conservazione. Cogliamo quest’occasione anche per ringraziare il lavoro svolto dal servizio scientifico del Parco, che ha permesso il ricongiungimento di almeno uno dei cuccioli con la madre. Ricordiamo a tutti che osservare un orso è un’emozione grandissima, che i volontari partecipanti ai campi hanno avuto modo di provare, ma che è fondamentale adottare comportamenti responsabili, osservare da lontano, non rincorrere gli animali, non circondarli, moderare la velocità quando si è in macchina lungo le strade dove si può incontrare un Orso o un qualunque altro animale selvatico".
La campagna Orso del WWF continua e si aspettano altri volontari pronti a dedicare un po’ del loro tempo alla tutela di questa specie e dell’ambiente. 




3.9.19

Mangialonga 2019

Anche la seconda edizione della Mangialonga dei Borghi è stato un successo. Circa 100 partecipanti che dal CEA WWF "Monti della Laga"hanno attraversato i Monti della Laga passando per Fonte Spugna e per la vetta del Monte Bilanciere.
La Mangialonga 2019 è stata organizzata dal WWF Teramo con la collaborazione del Gruppo Alpini di Cortino, il patrocinio del Comune di Cortino e il finanziamento dell'Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga promosso nel programma Esploratori con gusto".
 



Calendario venatorio sospeso: il WWF diffida la Regione

 
Questa mattina il WWF Italia ha provveduto ad inviare una diffida al Presidente della Regione Abruzzo, alla Giunta regionale e ai Dirigenti regionali di riferimento in merito all’intenzione, anticipata a mezzo stampa dal vicepresidente Imprudente, di adottare un nuovo provvedimento teso a superare la decisione del TAR Abruzzo che ha sospeso l’avvio della stagione venatoria accogliendo il ricorso del WWF Italia e della LNDC Animal Protection.
Gli attuali rappresentanti regionali sono stati diffidati dall’approvare nuovi atti di Giunta e/o effettuare interventi legislativi nelle materie oggetto del calendario venatorio regionale 2019/2020 e del ricorso presentato dalle due associazioni per sovvertire la ratio delle decisioni statuite dal giudice amministrativo che, come è stato riportato nel dispositivo della decisione, mirano a far prevalere l’interesse pubblico generale della conservazione della fauna selvatica.
Peraltro nella diffida si ricorda che non è stato neppure concluso il procedimento in merito alla Valutazione di Incidenza Ambientale del calendario venatorio la cui approvazione, quindi, rappresenterebbe una grave e palese violazione di quanto stabilito dalla direttiva “Habitat” e dalla normativa italiana di recepimento.
“Siamo stati costretti a firmare questo nuovo atto nei confronti della giunta regionale per tutelare l’interesse primario della tutela della natura e, nello specifico, della fauna”, dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia. “Rinnoviamo l’invito al Presidente Marsilio, già formulato in fase di predisposizione del calendario e dopo l’annullamento del TAR, di aprire un tavolo di confronto per arrivare, stante l’attuale legge che consente la caccia in Italia, ad una gestione corretta dell’attività venatoria. Gestione corretta che vuol dire porre al centro la tutela di un patrimonio che appartiene a tutti i cittadini abruzzesi e non ad una piccola minoranza”.