27.9.07

Nuova escursione del WWF

Continua con successo “Dal verde al blu”, il calendario escursionistico 2007 del WWF.
Sabato 29 e domenica 30 è in programma un fine settimana nel Parco regionale dei Monti Aurunci nel Lazio.
Si tratta di un’escursione che permette di visitare ambienti diversi, ma tutti ugualmente affascinanti: montagna, corsi d’acqua, costa, paesi ricchi storia.
I Monti Aurunci ed i contigui Monti Ausoni prendono il nome dagli antichi popoli italici che, prima della sottomissione da parte di Roma, occupavano questi territori a ridosso del Mar Tirreno.
La catena montuosa ausonio-aurunca geograficamente viene definita come preappennino laziale e giunge fin presso la costa, dalla foce del fiume Amaseno alla foce del fiume Garigliano, dove, come a Terracina ed a Gaeta, forma promontori a picco sul mare.
L’altitudine non elevata (specie negli Ausoni) raggiunge la massima altitudine nel Monte Petrella (1533 m). Entrambi i gruppi sono costituiti prevalentemente da calcari dove sono frequenti i fenomeni carsici con circolazione idrica sotterranea che dà origine a copiose sorgenti ai piedi dei rilievi. Nella piana di Fondi, la scarsa pendenza e lo sbarramento offerto da un sistema dunale sul litorale impediscono un regolare deflusso di queste acque per cui anticamente si era formato un lago costiero oggi meno esteso: il Lago di Fondi.
Notevolissime e rilevanti le testimonianze storiche ed artistiche di tutte le città costiere.
Il calendario escursionistico del WWF è curato dalla Coop. Pacha Mama. Per ulteriori informazioni e prenotazioni si può chiamare al numero 0861.212715.

25.9.07

Verde urbano a Teramo

Cos’è il verde urbano? Uno spazio, anche un angolo tra due palazzi, con della vegetazione controllata. Il “verde” ha effetti positivi sul clima, sull’aria, sul territorio. In città gli spazi verdi dovrebbero essere dei rifugi dove i cittadini possono rilassarsi, senza allontanarsi troppo dalle proprie case.
Se si guarda Teramo dall’alto, ci appare come una città immersa nel verde delle colline che la circondano. Ma che tipi di verde troviamo al suo interno?
La Villa Comunale, nata come orto botanico, i platani di viale Bovio, i giardini di viale Mazzini (“i tigli”) e quelli di piazza Madonna delle Grazie, sono il nostro verde storico. Un verde che richiede particolari attenzioni, da tutelare e conservare. È quello che ci costa di più (basta pensare ai problemi di stabilità degli esemplari arborei secolari o alle fitopatologie, alle sostituzioni).
I parchi fluviali del Vezzola e del Tordino, verde attrezzato, erano la nostra vera risorsa verde. Subito dopo la loro apertura al pubblico sono emersi pesanti problemi di gestione: scelte progettuali sbagliate per quello del Vezzola, dove si è voluto spendere più in cemento ed asfalto, che in vegetazione, e l’impossibile convivenza con il Lotto Zero per quello del Tordino; come al solito fummo facili profeti a prevedere questi problemi, ma rimanemmo inascoltati.
Almeno però questi due spazi verdi ci legavano al verde “selvaggio” del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: due importanti corridoi ecologici inseriti in modo armonico e naturale nella città nata tra “i due fiumi”. Purtroppo oggi sono stati compromessi da “interventi di messa in sicurezza dell’alveo fluviale” voluti dal Genio Civile nella disattenzione di tutti gli altri enti locali, ad iniziare dal Comune che sembra proprio volersi disinteressare di questi due parchi. Soprattutto sul Vezzola è stata così completamente distrutta la vegetazione arborea ed arbustiva che creava un piccolo ma rigoglioso bosco “planiziale” ricco di naturale biodiversità, sia vegetale, sia animale.
Per le altre tipologie di verde pubblico, in città troviamo gli spazi verdi di quartiere, evidenti in particolare nelle frazioni che diventano sempre più grandi e popolate, il verde sportivo (Gammarana, Campo Scuola, Scapriano), il verde ospedaliero ed un po’ di verde scolastico.
Nei numerosi nuovi quartieri, il verde è continuamente sacrificato, considerato solo un costo aggiuntivo al già altissimo costo degli appartamenti.
All’interno degli spazi verdi, poi, si trovano falde inquinate e rifiuti abbandonati. Ma questo non può essere un alibi per non “costruire” il verde: il degrado chiama degrado.
Una città dignitosa dovrebbe avere un verde urbano di qualità e funzionale, capace di creare un buon rapporto tra fruitori e ambiente e di adeguarsi ai suoi rapidi cambiamenti, alla sua espansione verso la campagna, alla sua frammentazione. Ormai case e palazzi sono in continuità lungo le vie di comunicazione principali e non si capisce dove termina Teramo e dove iniziano gli altri comuni: una vera e propria città “allargata”.
Per il futuro nella nostra città gli spazi verdi devono aumentare in quantità e, soprattutto, in qualità: creare “verde” pubblico significa portare la natura in città.
È indispensabile che Teramo si doti finalmente di un regolamento per la gestione del verde pubblico, per affrontare gli effetti delle trasformazioni urbane e la crescente antropizzazione e la frammentazione dei corridoi biologici: un regolamento chiaro, di facile applicazione e condiviso da cittadini, Comune e gestore del verde, associazioni, ecc..
Dovrà trovare applicazione nei parchi e nei giardini del territorio comunale: sugli alberi secolari e storici (aumentare la tutela e la valorizzazione degli alberi esistenti); su prati e viali; aiuole e siepi; macchie a vegetazione arborea o arbustiva; sponde fluviali; nuove aree destinate a verde pubblico; aree da recuperare.
Dovrà contenere linee di gestione per il verde presente e per quello di nuova formazione; definirà le competenze e le responsabilità dei soggetti coinvolti nella manutenzione, gestione, controllo ed educazione.
Fondamentale l’affermazione del principio di compensazione: ogni volta che l’intervento dell’uomo comporterà una soppressione di spazi verdi, questi dovranno essere quantificati e reinseriti (ripiantumato) in aree vicine a quelle dell’intervento.
Progettazione, gestione e manutenzione dovranno basarsi sul rispetto delle specie vegetali e delle condizioni naturali del territorio, con indicazione puntuali delle specie arboree e arbustive da piantare, così da evitare la piantumazione di specie alloctone, estranee alla nostra tradizione.Scopo finale è far passare il concetto che il verde è un elemento di pregio all’interno della città e non fonte di problemi da comprimere o regalare ai privati.

19.9.07

Ecofesta a Giulianova


Il WWF sarà presente all'Ecofesta organizzata dal Centro di Educazione Ambientale di Giulianova che si terrà venerdì 21 e sabato 22 settembre.

Luogo della Festa è l'area ex golf bar in piazza Dalmazia.

Il programma prevede due dibattiti: il primo sulla gestione dei rifiuti (venerdì 21 settembre alle ore 17) ed il secondo sul fututro dell'acqua in Abruzzo (sabato 22 settembre ore 17).

Sono previsti anche concerti musicali, stand gastronomici, una mostra sulla tutela della biodiversità e la proiezione di documentari.



18.9.07

Aree protette e raccolta differenziata in provincia di Teramo

La provincia di Teramo si contraddistingue per la presenza di diverse aree naturali protette: una parte del grande Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, tre riserve regionali (Calanchi di Atri, Borsacchio e Castel Cerreto) e due parchi territoriali attrezzati (Fiume Fiumetto e Fiume Vomano).
I comuni che hanno una parte del loro territorio in un’area naturale protetta sono 19, sui 47 complessivi, per un totale di oltre 98.000 abitanti.
In tutto, nel 2006 in questi 19 comuni sono stati prodotte 55.042 tonnellate di rifiuti.
I comuni teramani il cui territorio è in parte ricompreso in aree naturali variano da centri piccoli come Pietracamela a centri più grandi come Giulianova. Ci si trova di fronte a centri abitati che si differenziano per localizzazione (montagna e costa, passando per le fasce collinari), numero di abitanti (dai 300 agli oltre 21.000), situazioni socioeconomiche (aree spopolate e aree fortemente abitate).

Quando si pensa alle aree naturali protette, si pensa ad un territorio dove la natura è protetta, ma anche dove la tutela dell’ambiente non è affidata esclusivamente ai pur fondamentali vincoli stabiliti dalla normativa, ma anche a comportamenti virtuosi da parte delle Amministrazioni comunali che dovrebbero attivarsi per una gestione delle risorse naturali del loro territorio improntata allo sviluppo sostenibile.
Eppure, a guardare un settore importantissimo come quello della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, i comuni della provincia di Teramo che hanno una parte del loro territorio ricompreso in un’area naturale protetta sono molti lontani dagli obiettivi minimi di raccolta differenziata fissati per tutto il territorio nazionale.
Secondo i dati sulla raccolta dei rifiuti del 2006 forniti dall’Osservatorio sui rifiuti della Provincia di Teramo, tutti i 19 comuni ricompresi in aree protette presentano percentuali di raccolta differenziata inferiori alla media della Provincia di Teramo, peraltro già di per se molto bassa perché ferma al 22,79% (lontanissima dall’obiettivo del 35% che si sarebbe dovuto raggiungere a dicembre del 2003).
Non è certo un bel risultato, tenuto conto che alcuni di questi comuni, in particolare quelli nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, hanno delle percentuali ridicole che vanno dal 3 al 7%!
Si segnala in negativo il caso del Comune di Montorio al Vomano il cui territorio è suddiviso tra due diverse aree naturali (il Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga ed il Parco territoriale attrezzato di Fiume Vomano), ma che a malapena supera il 10% di raccolta differenziata.
Peraltro i risultati migliori – sempre comunque bassi se si guardano le percentuali di comuni come Sant’Egidio alla Vibrata, Torano Nuovo o Colonnella (tra il 57% ed il 68%) – si registrano a Giulianova (15,41%) e Roseto degli Abruzzi (19,70%) che sono ricompresi nella Riserva regionale del Borsacchio che ad oggi è stata istituita solo sulla carta, mancando ancora di piano di assetto e di comitato di gestione.

È chiaro che la responsabilità di questi risultati molto poco lusinghieri non è imputabile alla presenza di parchi e riserve che non hanno nessuna competenza sulla gestione dei rifiuti.
D’altra parte, però, è veramente un pessimo segnale vedere che proprio nei territori dove l’ambiente è stato ritenuto così importante da istituirvi un’area protetta, la raccolta differenziata sia ferma a percentuali di al di sotto del 5%! Agli amministratori di questi Comuni chiediamo di attivarsi con convinzione per una raccolta differenziata efficiente, avviando servizi capaci di intercettare le tonnellate di rifiuti prodotti ed evitando che questi finiscano in discarica perché indifferenziati.

Come invertire questa tendenza? Istituendo servizi di raccolta porta a porta, l’unica in grado di garantire grosse quantità di materiale differenziato di buona qualità, ed organizzando la raccolta della frazione umida finalizzata alla produzione di compost di qualità da utilizzare per un’agricoltura priva di concimi chimici.

La ricetta è ormai nota e non servono più sperimentazioni. La raccolta differenziata deve diventare una priorità per tutte le amministrazioni comunali, ad iniziare da quelle all’interno di parchi e riserve. È questa l’unica strada per evitare l’emergenza rifiuti che, proprio in provincia di Teramo è costata moltissimo in termini ambientali e sta costando moltissimo in termini economici ai contribuenti.

Di seguito sono riportati i risultati comune per comune suddivisi per area protetta (Fonte: Rapporto 2006 Osservatorio provinciale dei Rifiuti).

Riserva regionale Borsacchio
Giulianova: 15,41% (nel 2005: 18,39%)
Roseto degli Abruzzi: 19,70% (nel 2005: 35,52%)

Riserva regionale Calanchi di Atri
Atri: 8,21% (nel 2005: 3%)

Riserva regionale Castel Cerreto
Penna Sant’Andrea: 6,03% (nel 2005: 6,68%)

Parco Territoriale Attrezzato Fiume Fiumetto
Colledara: 8,85% (nel 2005: 8,84%)

Parco Territoriale Attrezzato Fiume Vomano
Montorio al Vomano: 10,45% (nel 2005: 6,15%)

Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Arsita: 10,45% (nel 2005: 6,89%)
Campli: 5,86% (nel 2005: 4,62%)
Castelli: 3,04% (nel 2005: 5,81%)
Civitella del Tronto: 5,81% (nel 2005: 4,93%)
Cortino: 4,56% (nel 2005: 2,94%)
Crognaleto: 5,61% (nel 2005: 7,44%)
Fano Adriano: 7,48% (nel 2005: 7,77%)
Isola del Gran Sasso: 21,82% (nel 2005: 26,95%)
Montorio al Vomano: 10,45% (nel 2005: 6,15%)
Pietracamela: 8,30% (nel 2005: 1,40%)
Rocca Santa Maria: 4,56% (nel 2005: 2,94%)
Torricella Sicura: 4,71% (nel 2005: 2,94%)
Tossicia: 14,44% (nel 2005: 9,80%)
Valle Castellana: 4,56% (nel 2005: 2,94%)

La Gramigna sbarca sul web

La Gramigna è lo storico bollettino della Sezione provinciale del WWF di Teramo.
Viene pubblicato sin dal 1989 ed attualmente ne escono un paio di numeri l'anno per informare sulle attività del WWF a Teramo.
A questo indirizzo http://www.wwf.it/Abruzzo/storiewwf/782007_2789.asp trovate la versione in pdf dell'ultimo numero e se volete ricevere la versione cartacea potete richiederla a questo indirizzo: teramo@wwf.it.
Volendo lanciare un blog, abbiamo scelto questo titolo in onore di un bollettino che, tra mille difficoltà, continua a rappresentare un organo di informazione sulle battaglie ambientaliste nella provincia di Teramo.
Buona lettura a tutti.