7.5.11

No all'Adriatico petrolizzato

“Ad un anno dall’incidente del Golfo del Messico e alla luce degli ingentissimi danni che ha provocato sull’ambiente e l’economia del mare e delle coste coinvolte, è impensabile mettere a rischio altre aree marine di interesse ambientale internazionale, come le Isole Tremiti, oggetto dell’interesse di compagnie petrolifere nazionali e multinazionali.”

CTS, Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Touring Club Italiano, Vas-Verdi Ambiente e Società e WWF Italia in una nota congiunta fanno quadrato e ribadiscono un secco NO alle ricerche di petrolio al largo delle Isole Tremiti, aderendo alla manifestazione contro le trivellazioni in Adriatico che si tiene in queste ore a Termoli in Molise.
Sebbene al momento si tratti solo di un permesso di ricerca, la concessione rilasciata alla Petroceltic Elsa, la compagnia irlandese che ha presentato più di una richiesta in questo tratto di mare, apre la strada all’estrazione di petrolio in questo tratto del mar Adriatico. Una scelta che mette a repentaglio un patrimonio naturale dal valore inestimabile e soprattutto una risorsa economica inesauribile per le comunità locali, il turismo.
Dopo il disastro provocato sulle coste della Louisiana, l’Italia aveva lanciato un segnale importante per ridurre il rischio trivellazioni nel mare italiano con il decreto legislativo 128/2010, coerentemente al regime speciale di tutela del bacino del Mediterraneo stabilito dalla Convenzione ONU di Barcellona. Ora l’Italia non deve tornare indietro e per questo le associazioni non condividono la decisione presa dal Ministero dell’Ambiente del Territorio e del Mare dopo il via libera del Ministero dei Beni e Attività Culturali.
“Anche se il Ministro Prestigiacomo ha fornito tutte le rassicurazioni del caso - commentano CTS, Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Touring Club Italiano, Vas-Verdi Ambiente e Società e WWF Italia -, il provvedimento apre la strada all’estrazione di petrolio nel basso adriatico, con tutti i rischi che comporta non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico. Quanti e quali turisti sceglierebbero di passare le vacanze sulle Isole Tremiti sapendo di passare l’estate in un mare costellato di trivelle?”.
Il turismo è un’importante leva economica e il rischio più grande è, non solo quello di danneggiare un’area marina protetta di valore inestimabile, ma anche quello di vedere drasticamente ridotti gli arrivi di turisti che ogni anno giungono sulle isole per ammirare i fondali tra i più belli del Mediterraneo, ricchissimi di biodiversità.
“Con la stessa convinzione con cui abbiamo apprezzato la coerenza e la determinazione del Ministero dell’ambiente nel procedere concretamente per la tutela del mare italiano, istituendo zone di interdizione alle attività di ricerca, prospezione e coltivazione di petrolio in mare, - concludono le associazioni - chiediamo che il Ministro Prestigiacomo faccia presto un passo indietro. Per questo aderiamo alla manifestazione di Termoli, insieme a tutti quei cittadini che si oppongono con forza a questa scellerata decisione”.