Parnassius apollo, Macaone, Cavolaia, Pieride del biancospino, Vanessa del carciofo: sono solo alcune delle farfalle associate ad ambienti agricoli ed ai pascoli del nostro Paese che indicano una gestione sostenibile. Saranno loro al centro dei monitoraggi che si avvieranno grazie alla convenzione siglata tra INEA Istituto Nazionale di Economia Agraria e WWF Italia per definire una metodologia che consenta di valutare l’apporto fornito dall’agricoltura alla tutela della biodiversità, servendosi delle farfalle come bioindicatori.
Le farfalle con il loro ciclo biologico caratterizzato dalla metamorfosi da bruco, che trova ospitalità su specifiche piante, ad esemplare adulto, che svolge un ruolo essenziale nel processo dell’impollinazione, rappresentano insieme agli uccelli il gruppo di animali più adatti a monitorare la sostenibilità ambientale delle pratiche agricole e zootecniche. Non era mai stato definito prima però un protocollo per il monitoraggio delle farfalle associato ai sistemi agricoli che caratterizzano le aree agricole ad elevato valore naturale e non è ancora attiva una rete di monitoraggio a livello nazionale che metta in relazione i dati raccolti dagli esperti del mondo accademico ed i numerosi appassionati.
L’alleanza tra INEA e WWF vuole proprio sopperire a questa mancanza, concentrandosi sulle aree agricole ad Alto Valore Naturale (AVN) in Italia e definendo un metodo per l’analisi della loro qualità ambientale. Le aree AVN sono quelle zone in cui l’agricoltura si lega alla presenza di un’elevata numerosità di specie, ad una diversità di habitat o alla presenza di specie di interesse per la conservazione.
Grazie all’analisi delle banche dati geografiche e tecniche disponibili saranno elaborate cartografie in ambiente GIS, destinate a mappare la distribuzione dei Lepidotteri e delle tipologie di habitat in relazione con l’uso del suolo agricolo, con particolare riferimento alle aree agricole AVN.Il progetto fornirà, inoltre, indicazioni su alcune pratiche necessarie per la conservazione delle farfalle a livello europeo e di specie e comunità particolarmente rare o minacciate e strettamente legate agli agro-ecosistemi. I risultati dello studio saranno messi a disposizione delle Regioni a supporto del processo di monitoraggio e valutazione della Politica di Sviluppo Rurale.
Le farfalle con il loro ciclo biologico caratterizzato dalla metamorfosi da bruco, che trova ospitalità su specifiche piante, ad esemplare adulto, che svolge un ruolo essenziale nel processo dell’impollinazione, rappresentano insieme agli uccelli il gruppo di animali più adatti a monitorare la sostenibilità ambientale delle pratiche agricole e zootecniche. Non era mai stato definito prima però un protocollo per il monitoraggio delle farfalle associato ai sistemi agricoli che caratterizzano le aree agricole ad elevato valore naturale e non è ancora attiva una rete di monitoraggio a livello nazionale che metta in relazione i dati raccolti dagli esperti del mondo accademico ed i numerosi appassionati.
L’alleanza tra INEA e WWF vuole proprio sopperire a questa mancanza, concentrandosi sulle aree agricole ad Alto Valore Naturale (AVN) in Italia e definendo un metodo per l’analisi della loro qualità ambientale. Le aree AVN sono quelle zone in cui l’agricoltura si lega alla presenza di un’elevata numerosità di specie, ad una diversità di habitat o alla presenza di specie di interesse per la conservazione.
Grazie all’analisi delle banche dati geografiche e tecniche disponibili saranno elaborate cartografie in ambiente GIS, destinate a mappare la distribuzione dei Lepidotteri e delle tipologie di habitat in relazione con l’uso del suolo agricolo, con particolare riferimento alle aree agricole AVN.Il progetto fornirà, inoltre, indicazioni su alcune pratiche necessarie per la conservazione delle farfalle a livello europeo e di specie e comunità particolarmente rare o minacciate e strettamente legate agli agro-ecosistemi. I risultati dello studio saranno messi a disposizione delle Regioni a supporto del processo di monitoraggio e valutazione della Politica di Sviluppo Rurale.