Viene effettivamente da chiedersi cosa stia succedendo agli Enti che gestiscono i parchi naturali, regionali e nazionali, della nostra regione.
La legge sulle aree naturali protette prevede che ogni Ente Parco sia gestito attraverso un Presidente ed un consiglio direttivo, con un direttore, iscritto in un albo nazionale dei direttori e scelto dal Ministro dell’Ambiente su segnalazione di una terna di nomi da parte degli Enti. A questi organi si affianca la Comunità del Parco, costituita dai rappresentati degli Enti locali che ricadono nel perimetro dell’area protetta.
Ad oggi, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è l’unico parco a presentare una situazione corretta. Ha un Presidente, un Consiglio direttivo ed un direttore (anche se quest’ultimo ha recentemente presentato le proprie dimissioni).
Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è stato commissariato dal 2006 fino al 2010. In questo periodo si sono alternatiti ben 3 commissari! Il 7 luglio 2010 l’ultimo commissario, Arturo Diaconale, giornalista, anche lui senza alcuna competenza in materia di gestione di aree naturali protette, è stato nominato Presidente, ma da allora non è stato ancora nominato il Consiglio direttivo: permane quindi anche per questo Parco una forma gestionale anomala (volendo fare dei paragoni è come se un comune fosse gestito da un Sindaco senza Consiglio Comunale). Dal 2004 il Parco è privo di un direttore nominato secondo quanto prevede la legge: le funzioni di direttore vengono così svolte da un coordinatore tecnico-amministrativo con contratto a termine rinnovato annualmente non iscritto nell’albo nazionale dei direttori.
Il Parco Nazionale della Majella è privo del Consiglio direttivo dal 4 novembre 2007. Per quasi due anni è stato governato solo dal Presidente Giuliante il cui mandato è scaduto il 31 dicembre 2009. La norma non prevede che il Presidente assuma a sé anche le competenze proprie dei Consigli Direttivi. Giuliante è stato successivamente nominato Commissario, carica che ha conservato anche quando è stato eletto consigliere regionale. Oggi, dopo la sua nomina ad assessore regionale, è stato sostituito da un altro commissario, Franco Iezzi, direttore del Consorzio Industriale di Sulmona, che non risulta abbia mai avuto competenze su questioni ambientali e men che meno su conservazione della natura. Il direttore, nominato dal 1997, senza l’individuazione di una terna di nomi, è stato riconfermato con successive proroghe.
Il Parco Regionale del Sirente-Velino, privo di Presidente e di Consiglio direttivo, è commissariato dal febbraio del 2010 senza alcuna motivazione. L’attuale direttore non è iscritto all’Albo nazionale dei direttori degli Enti Parchi.
In tutti i parchi le Comunità del parco, non riescono neppure a riunirsi, figuriamoci ad elaborare una politica gestionale e programmatoria delle attività sul territorio.
La politica sembra che si sia impadronita degli Enti Parchi e non riesce neppure a nominare gli organi di gestione. Preferisce affidarli a singoli uomini, spesso senza alcun legame con il territorio e con le attività più caratteristiche delle aree protette, lasciandoli al comando di enti che richiederebbero invece gestioni democratiche e partecipate come prevede la legge.
In assenza di indicazioni politiche-gestionali che vadano nella direzione di un vero sviluppo sostenibile e con la carenza di professionalità adeguate a tutti i livelli, le aree protette non sono in grado di svolgere la loro funzione di crescita anche economica di un territorio. Per cui non è poi un caso che si ritirino fuori per le nostre montagne scellerati progetti per fantomatici sviluppi turistici legati ad impianti di risalita o campi da golf che non hanno prodotto alcun beneficio e che richiedono costantemente contribuiti pubblici per non fallire.
Dante Caserta, Consigliere nazionale WWF Italia
Mimì D’Aurora, Responsabile Ambiente CGIL Abruzzo
La legge sulle aree naturali protette prevede che ogni Ente Parco sia gestito attraverso un Presidente ed un consiglio direttivo, con un direttore, iscritto in un albo nazionale dei direttori e scelto dal Ministro dell’Ambiente su segnalazione di una terna di nomi da parte degli Enti. A questi organi si affianca la Comunità del Parco, costituita dai rappresentati degli Enti locali che ricadono nel perimetro dell’area protetta.
Ad oggi, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è l’unico parco a presentare una situazione corretta. Ha un Presidente, un Consiglio direttivo ed un direttore (anche se quest’ultimo ha recentemente presentato le proprie dimissioni).
Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è stato commissariato dal 2006 fino al 2010. In questo periodo si sono alternatiti ben 3 commissari! Il 7 luglio 2010 l’ultimo commissario, Arturo Diaconale, giornalista, anche lui senza alcuna competenza in materia di gestione di aree naturali protette, è stato nominato Presidente, ma da allora non è stato ancora nominato il Consiglio direttivo: permane quindi anche per questo Parco una forma gestionale anomala (volendo fare dei paragoni è come se un comune fosse gestito da un Sindaco senza Consiglio Comunale). Dal 2004 il Parco è privo di un direttore nominato secondo quanto prevede la legge: le funzioni di direttore vengono così svolte da un coordinatore tecnico-amministrativo con contratto a termine rinnovato annualmente non iscritto nell’albo nazionale dei direttori.
Il Parco Nazionale della Majella è privo del Consiglio direttivo dal 4 novembre 2007. Per quasi due anni è stato governato solo dal Presidente Giuliante il cui mandato è scaduto il 31 dicembre 2009. La norma non prevede che il Presidente assuma a sé anche le competenze proprie dei Consigli Direttivi. Giuliante è stato successivamente nominato Commissario, carica che ha conservato anche quando è stato eletto consigliere regionale. Oggi, dopo la sua nomina ad assessore regionale, è stato sostituito da un altro commissario, Franco Iezzi, direttore del Consorzio Industriale di Sulmona, che non risulta abbia mai avuto competenze su questioni ambientali e men che meno su conservazione della natura. Il direttore, nominato dal 1997, senza l’individuazione di una terna di nomi, è stato riconfermato con successive proroghe.
Il Parco Regionale del Sirente-Velino, privo di Presidente e di Consiglio direttivo, è commissariato dal febbraio del 2010 senza alcuna motivazione. L’attuale direttore non è iscritto all’Albo nazionale dei direttori degli Enti Parchi.
In tutti i parchi le Comunità del parco, non riescono neppure a riunirsi, figuriamoci ad elaborare una politica gestionale e programmatoria delle attività sul territorio.
La politica sembra che si sia impadronita degli Enti Parchi e non riesce neppure a nominare gli organi di gestione. Preferisce affidarli a singoli uomini, spesso senza alcun legame con il territorio e con le attività più caratteristiche delle aree protette, lasciandoli al comando di enti che richiederebbero invece gestioni democratiche e partecipate come prevede la legge.
In assenza di indicazioni politiche-gestionali che vadano nella direzione di un vero sviluppo sostenibile e con la carenza di professionalità adeguate a tutti i livelli, le aree protette non sono in grado di svolgere la loro funzione di crescita anche economica di un territorio. Per cui non è poi un caso che si ritirino fuori per le nostre montagne scellerati progetti per fantomatici sviluppi turistici legati ad impianti di risalita o campi da golf che non hanno prodotto alcun beneficio e che richiedono costantemente contribuiti pubblici per non fallire.
Dante Caserta, Consigliere nazionale WWF Italia
Mimì D’Aurora, Responsabile Ambiente CGIL Abruzzo