12.3.11

Anfibi e rettili: leggende e realtà

Ieri, venerdì 11 marzo, si è svolto a Teramo, presso il Centro di Documentazione Ambientale WWF “La Gramigna”, l’incontro pubblico “Anfibi e rettili, le ricerche in Abruzzo”, nell’ambito della rassegna “Venerdì della natura” organizzata dal WWF Teramo.
I due relatori, Nicoletta Di Francesco, interprete naturalistico e presidente dell’Associazione WWF Chieti, e Luciano Di Tizio, giornalista professionista, erpetologo e Coordinatore della sezione Abruzzo-Molise della Societas Herpetologica Italica, hanno fatto il punto sulle ricerche e sulle condizioni di anfibi e rettili nella nostra regione presentando il volume “Atti VIII Congresso Nazionale Societas Herpetologica Italica”.
Nel corso dell’interessante incontro si sono evidenziate le minacce agli habitat degli anfibi e sono state contestate alcune “leggende metropolitane” che da sempre circolano intorno ai serpenti.
Ai relatori è stato anche chiesto di commentare la notizia, pubblicata su alcuni organi di stampa il 9 marzo scorso, secondo la quale sulla spiaggia di Giulianova sarebbero comparse delle vipere trascinate a valle dall’alluvione.
“Fenomeni del genere – ha risposto Luciano Di Tizio – sono certamente possibili, perché l’acqua nel suo viaggio verso valle può trasportare di tutto, compresi eventuali serpenti sorpresi nel sito di letargo dove spesso sono presenti numerosi esemplari insieme. Nel caso specifico di Giulianova, però, i serpenti dei quali abbiamo visto la foto sul giornale sono delle innocue bisce dal collare, Natrix natrix è la corretta denominazione scientifica, e non delle vipere. Tra l’altro queste ultime non amano troppo i luoghi umidi ed è molto improbabile che trascorrano il letargo così vicine a un fiume da poter essere travolte da una piena. Al di là della confusione tra bisce e vipere, comunque, nel testo dell’articolo si parla fantasiosamente di “vipere cornute originarie del Sahara, ma che sono ormai da tempo in Europa”: si tratta di una notizia non vera e che può creare un inutile allarme”.