Il prossimo martedì 5 febbraio la Direzione dei Lavori Pubblici della Giunta Regionale ha convocato presso il Servizio Opere Marittime e Qualità delle Acque Marine a Pescara una riunione per discutere sugli interventi riguardanti il rafforzamento dei dispositivi di difesa costiera.
In occasione di questo nuovo incontro il WWF torna ad avanzare le richieste che porta avanti da anni perché l’Abruzzo si doti finalmente di strumenti per la gestione costiera che siano in grado di garantire la tutela del nostro litorale troppo spesso sacrificato agli interessi di pochi.
“Purtroppo si continuano a proporre rimedi e non soluzioni”, dichiara Dante Caserta, Presidente WWF Abruzzo. “I problemi della costa vanno affrontati non in maniera isolata, ma con un approccio ecologico all’interno dei bacini idrografici. L’erosione costiera nasce dalla cattiva gestione dei nostri fiumi che non trasportano più sedimenti e dalla continua invasione di nuove costruzioni a ridosso del mare. Lo scorso 10 gennaio a Bruxelles la Commissione Europea ha comunicato che, a breve, uscirà una direttiva europea sulla Strategia Marina con la quale la Unione Europea obbligherà gli Stati membri ad avere un approccio ecologico alla gestione degli usi delle risorse naturali marine e costiere, assegnando a questi usi pari dignità e puntando all’arretramento dell’urbanizzato ed in generale delle attività dell’uomo dalla linea di costa”.
L’Abruzzo si era dotato, negli anni passati di uno strumento molto interessante e per certi versi innovatore, il progetto RICAMA, finanziato con fondi LIFE dell’Unione Europea. Purtroppo le conclusioni di questo progetto non sono mai state applicate nella loro totalità: la rigenerazione e riqualificazione costiera sono rimaste inapplicate, così come l’arretramento dell’urbanizzato.
Al contrario la nostra Regione vede continue nuove minacce alla sua costa come il Centro Oli dell’ENI ad Ortona o l’ampliamento del porto e dello Stabilimento della Fox petroli a Vasto.
Dichiara Andrea Natale, responsabile Gruppo Mare del WWF Abruzzo: “Alla Regione Abruzzo rinnoviamo le richieste fatte in passato, un vero e proprio decalogo per la gestione costiera:
1) Elaborare una legge regionale sulla gestione sostenibile ed integrata della costa e del mare che applichi i principi e le linee guida per la gestione integrata della zona costiera, e che completi finalmente le indicazioni del Progetto RICAMA.
2) Istituire un Osservatorio regionale sulla sostenibilità costiera che preveda un forum permanente di tutti i portatori di interesse e che aiuti i comuni a redigere piani di gestione costiera integrati tra loro.
3) Rinaturalizzare e rifunzionalizzare i fiumi, aumentando anche il carico dei sedimenti trasportati a mare, obbligando i gestori degli impianti con dighe e sbarramenti, oltre a rilasciare acqua sufficiente per il minimo deflusso vitale, anche a prevedere sistemi di rilascio dei sedimenti intrappolati da dette opere.
4) Normare le attività estrattive con un piano regionale di gestione sostenibile delle attività estrattive.
5) Vietare la costruzione di nuove opere di regimazione e controllo delle portate dei fiumi (briglie, sbarramenti, dighe).
6) Inserire nel calcolo della vulnerabilità costiera le previsioni degli scenari di innalzamento del livello medio marino derivante dai cambiamenti climatici (Progetto ICRAM - CNR), predisponendo un conseguente piano regionale di arretramento degli insediamenti costieri.
7) Realizzare opere di difesa costiera solo nelle aree prospicienti le zone già antropizzate, escludendo le zone prospicienti aree naturali protette e Siti Natura 2000.
8) Realizzare un sistema integrato di opere di difesa costiera che preveda la rinaturalizzazione ed il recupero della dinamiche e della funzionalità ecologica naturale, tramite opere di ingegneria naturalistica ed interventi di ripascimento morbidi.
9) Applicare la parte sull’ambiente marino-costiero della Direttiva quadro sulle acque del 2000, sul modello di quanto fatto da altri Stati europei.Far in modo che eventuali nuovi stabilimenti balneari siano realizzati secondo canoni di temporaneità e sostenibilità reale”.
10) Far in modo che eventuali nuovi stabilimenti balneari siano realizzati secondo canoni di temporaneità e sostenibilità reale”.
In occasione di questo nuovo incontro il WWF torna ad avanzare le richieste che porta avanti da anni perché l’Abruzzo si doti finalmente di strumenti per la gestione costiera che siano in grado di garantire la tutela del nostro litorale troppo spesso sacrificato agli interessi di pochi.
“Purtroppo si continuano a proporre rimedi e non soluzioni”, dichiara Dante Caserta, Presidente WWF Abruzzo. “I problemi della costa vanno affrontati non in maniera isolata, ma con un approccio ecologico all’interno dei bacini idrografici. L’erosione costiera nasce dalla cattiva gestione dei nostri fiumi che non trasportano più sedimenti e dalla continua invasione di nuove costruzioni a ridosso del mare. Lo scorso 10 gennaio a Bruxelles la Commissione Europea ha comunicato che, a breve, uscirà una direttiva europea sulla Strategia Marina con la quale la Unione Europea obbligherà gli Stati membri ad avere un approccio ecologico alla gestione degli usi delle risorse naturali marine e costiere, assegnando a questi usi pari dignità e puntando all’arretramento dell’urbanizzato ed in generale delle attività dell’uomo dalla linea di costa”.
L’Abruzzo si era dotato, negli anni passati di uno strumento molto interessante e per certi versi innovatore, il progetto RICAMA, finanziato con fondi LIFE dell’Unione Europea. Purtroppo le conclusioni di questo progetto non sono mai state applicate nella loro totalità: la rigenerazione e riqualificazione costiera sono rimaste inapplicate, così come l’arretramento dell’urbanizzato.
Al contrario la nostra Regione vede continue nuove minacce alla sua costa come il Centro Oli dell’ENI ad Ortona o l’ampliamento del porto e dello Stabilimento della Fox petroli a Vasto.
Dichiara Andrea Natale, responsabile Gruppo Mare del WWF Abruzzo: “Alla Regione Abruzzo rinnoviamo le richieste fatte in passato, un vero e proprio decalogo per la gestione costiera:
1) Elaborare una legge regionale sulla gestione sostenibile ed integrata della costa e del mare che applichi i principi e le linee guida per la gestione integrata della zona costiera, e che completi finalmente le indicazioni del Progetto RICAMA.
2) Istituire un Osservatorio regionale sulla sostenibilità costiera che preveda un forum permanente di tutti i portatori di interesse e che aiuti i comuni a redigere piani di gestione costiera integrati tra loro.
3) Rinaturalizzare e rifunzionalizzare i fiumi, aumentando anche il carico dei sedimenti trasportati a mare, obbligando i gestori degli impianti con dighe e sbarramenti, oltre a rilasciare acqua sufficiente per il minimo deflusso vitale, anche a prevedere sistemi di rilascio dei sedimenti intrappolati da dette opere.
4) Normare le attività estrattive con un piano regionale di gestione sostenibile delle attività estrattive.
5) Vietare la costruzione di nuove opere di regimazione e controllo delle portate dei fiumi (briglie, sbarramenti, dighe).
6) Inserire nel calcolo della vulnerabilità costiera le previsioni degli scenari di innalzamento del livello medio marino derivante dai cambiamenti climatici (Progetto ICRAM - CNR), predisponendo un conseguente piano regionale di arretramento degli insediamenti costieri.
7) Realizzare opere di difesa costiera solo nelle aree prospicienti le zone già antropizzate, escludendo le zone prospicienti aree naturali protette e Siti Natura 2000.
8) Realizzare un sistema integrato di opere di difesa costiera che preveda la rinaturalizzazione ed il recupero della dinamiche e della funzionalità ecologica naturale, tramite opere di ingegneria naturalistica ed interventi di ripascimento morbidi.
9) Applicare la parte sull’ambiente marino-costiero della Direttiva quadro sulle acque del 2000, sul modello di quanto fatto da altri Stati europei.Far in modo che eventuali nuovi stabilimenti balneari siano realizzati secondo canoni di temporaneità e sostenibilità reale”.
10) Far in modo che eventuali nuovi stabilimenti balneari siano realizzati secondo canoni di temporaneità e sostenibilità reale”.