In queste settimane sono state da più parti evidenziate una serie di problematiche ambientali nel territorio del Comune di Pineto.
Ci troviamo di fronte alla natura che presenta il suo conto: la gestione sconsiderata del bacino del Fiume Vomano da anni determina problemi non solo all’ambiente, ma alle stesse attività umane, mettendo a rischio il turismo, principale attività economica locale.
È noto che il fiume Vomano è interessato ogni giorno da due piene (che solitamente dovrebbero verificarsi con cadenza annuale) a causa del rilascio dell’acqua da parte dell’ENEL dai bacini utilizzati per la produzione idroelettrica.
Ciò ha comportato e continua a comportare una pesantissima erosione lungo il fiume, tanto che il basso corso del Vomano è oggi caratterizzato da canyon alti oltre 10 metri. È così scomparso lo strato di sabbia presente nell’alveo e l’acqua scorre ormai sullo strato argilloso.
La conseguenza è, da un lato una velocizzazione dell’acqua, e dall’altra la perdita di apporto solido dal fiume con successiva mancanza di ripascimento naturale della linea di costa.
Ma non solo. Attualmente le prime arcate, lato Roseto, del ponte ferroviario sono state occupate da depositi di inerti, mentre le protezioni per il porticciolo di Roseto degli Abruzzi realizzate alla foce del Vomano hanno occluso la foce e fanno “rimbalzare” le acque di piena verso sud, determinando così forti problemi di erosione ed inquinamento nel territorio di Pineto.
Come se tutto questo non bastasse, è stato progettato un muro in cemento sempre a protezione del porto che non farà altro che alterare il libero deflusso del fiume accelerando i fenomeni sopradescritti.
Allo stesso modo, la costruzione negli anni scorsi di pennelli nel tratto litorale tra Pineto e Scerne, realizzati allo scopo di fermare il trasporto di ghiaia, hanno di fatto ulteriormente ridotto l’apporto di materiale solido sulla spiaggia aumentando i fenomeni erosivi.
Il Fiume Vomano risulta poi essere molto inquinato: il corso d’acqua, infatti, attraversa nuclei industriali ed artigianali, centri abitati e campagne a coltivazione intensiva. Il tutto determina un carico inquinante fortissimo che si riversa in mare.
Il WWF da sempre sostiene la necessità di affrontare la questione del Vomano in termini complessivi a livello di bacino idrografico. Il procedere attraverso interventi episodici a spot ha determinato esclusivamente l’aggravamento della situazione.
È necessario un coordinamento generale (Autorità di bacino) che lavori per il ripristino naturale del bacino, per risolvere una volta per tutte il problema delle piene giornaliere, per aumentare i controlli e la repressione degli inquinamenti puntuali e diffusi e per rendere la foce del fiume libera attraverso la delocalizzazione del porticciolo.
Ci troviamo di fronte alla natura che presenta il suo conto: la gestione sconsiderata del bacino del Fiume Vomano da anni determina problemi non solo all’ambiente, ma alle stesse attività umane, mettendo a rischio il turismo, principale attività economica locale.
È noto che il fiume Vomano è interessato ogni giorno da due piene (che solitamente dovrebbero verificarsi con cadenza annuale) a causa del rilascio dell’acqua da parte dell’ENEL dai bacini utilizzati per la produzione idroelettrica.
Ciò ha comportato e continua a comportare una pesantissima erosione lungo il fiume, tanto che il basso corso del Vomano è oggi caratterizzato da canyon alti oltre 10 metri. È così scomparso lo strato di sabbia presente nell’alveo e l’acqua scorre ormai sullo strato argilloso.
La conseguenza è, da un lato una velocizzazione dell’acqua, e dall’altra la perdita di apporto solido dal fiume con successiva mancanza di ripascimento naturale della linea di costa.
Ma non solo. Attualmente le prime arcate, lato Roseto, del ponte ferroviario sono state occupate da depositi di inerti, mentre le protezioni per il porticciolo di Roseto degli Abruzzi realizzate alla foce del Vomano hanno occluso la foce e fanno “rimbalzare” le acque di piena verso sud, determinando così forti problemi di erosione ed inquinamento nel territorio di Pineto.
Come se tutto questo non bastasse, è stato progettato un muro in cemento sempre a protezione del porto che non farà altro che alterare il libero deflusso del fiume accelerando i fenomeni sopradescritti.
Allo stesso modo, la costruzione negli anni scorsi di pennelli nel tratto litorale tra Pineto e Scerne, realizzati allo scopo di fermare il trasporto di ghiaia, hanno di fatto ulteriormente ridotto l’apporto di materiale solido sulla spiaggia aumentando i fenomeni erosivi.
Il Fiume Vomano risulta poi essere molto inquinato: il corso d’acqua, infatti, attraversa nuclei industriali ed artigianali, centri abitati e campagne a coltivazione intensiva. Il tutto determina un carico inquinante fortissimo che si riversa in mare.
Il WWF da sempre sostiene la necessità di affrontare la questione del Vomano in termini complessivi a livello di bacino idrografico. Il procedere attraverso interventi episodici a spot ha determinato esclusivamente l’aggravamento della situazione.
È necessario un coordinamento generale (Autorità di bacino) che lavori per il ripristino naturale del bacino, per risolvere una volta per tutte il problema delle piene giornaliere, per aumentare i controlli e la repressione degli inquinamenti puntuali e diffusi e per rendere la foce del fiume libera attraverso la delocalizzazione del porticciolo.