Si è chiuso oggi il G8 a L'Aquila.
"In questo G8 abbiamo visto alcuni progressi, ma i leader delle nazioni benestanti non si sono assunti la responsabilità del cambiamento climatico. Le nazioni ricche e povere non sono state in grado di superare le divisioni e le diffidenze nel corso del Major Economies Forum (MEF) e del G8. E' stato come la cartolina di un amico ricco che scrive da un albergo a cinque stelle: vorrei che tu fossi qui! I Paesi ricchi stanno dando a quelli in via di sviluppo ogni cosa: il loro tempo, i loro pensieri e i loro cuori, ma non i loro soldi" sottolinea Kim Carsensten, leader della Global Climate Initiative del WWF. "I progressi non stanno avvenendo abbastanza rapidamente, ma i buoni passi avanti contenuti nella dichiarazione sulla tecnologia e la finanza del MEF così come l’accordo sui 2 gradi indicano che Copenhagen è ancora un traguardo raggiungibile".
"Alcune buone novità per la biodiversità, anche se dettate da una visione utilitaristica, funzionale alle necessità dell’uomo. Il G8 ha riconosciuto il ruolo dei servizi ecosistemici nella lotta alla povertà, ha richiamato la sempre sottovalutata Convenzione sulla Biodiversità e gli impegni assunti per il 2010, così come la necessità di tutelare le foreste per contrastare i cambiamenti climatici” ha detto Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia.
"Il G8 ha anche dato un segnale positivo sul fronte dello sviluppo, iniziando a integrare lotta alla povertà, crisi alimentare mondiale e cambiamenti climatici, che sono legati indissolubilmente tra loro", ha aggiunto Leoni. "Vanno in questo senso gli interventi per la crisi alimentare, l’impegno verso un partenariato Europa-Africa per l’acqua e la tutela delle foreste del Bacino del Congo. Ma è totalmente insufficiente la risposta dei grandi sulle politiche per la salute, l’aiuto allo sviluppo e la fame, che non danno speranze al miliardo di persone che vive ancora sotto la soglia di povertà".
"In questo G8 abbiamo visto alcuni progressi, ma i leader delle nazioni benestanti non si sono assunti la responsabilità del cambiamento climatico. Le nazioni ricche e povere non sono state in grado di superare le divisioni e le diffidenze nel corso del Major Economies Forum (MEF) e del G8. E' stato come la cartolina di un amico ricco che scrive da un albergo a cinque stelle: vorrei che tu fossi qui! I Paesi ricchi stanno dando a quelli in via di sviluppo ogni cosa: il loro tempo, i loro pensieri e i loro cuori, ma non i loro soldi" sottolinea Kim Carsensten, leader della Global Climate Initiative del WWF. "I progressi non stanno avvenendo abbastanza rapidamente, ma i buoni passi avanti contenuti nella dichiarazione sulla tecnologia e la finanza del MEF così come l’accordo sui 2 gradi indicano che Copenhagen è ancora un traguardo raggiungibile".
"Alcune buone novità per la biodiversità, anche se dettate da una visione utilitaristica, funzionale alle necessità dell’uomo. Il G8 ha riconosciuto il ruolo dei servizi ecosistemici nella lotta alla povertà, ha richiamato la sempre sottovalutata Convenzione sulla Biodiversità e gli impegni assunti per il 2010, così come la necessità di tutelare le foreste per contrastare i cambiamenti climatici” ha detto Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia.
"Il G8 ha anche dato un segnale positivo sul fronte dello sviluppo, iniziando a integrare lotta alla povertà, crisi alimentare mondiale e cambiamenti climatici, che sono legati indissolubilmente tra loro", ha aggiunto Leoni. "Vanno in questo senso gli interventi per la crisi alimentare, l’impegno verso un partenariato Europa-Africa per l’acqua e la tutela delle foreste del Bacino del Congo. Ma è totalmente insufficiente la risposta dei grandi sulle politiche per la salute, l’aiuto allo sviluppo e la fame, che non danno speranze al miliardo di persone che vive ancora sotto la soglia di povertà".