9.7.09

G8 L'Aquila: seconda giornata

Permangono profonde divisioni e mancanza di fiducia tra le nazioni ricche e quelle povere: è questo il tratto comune degli incontri del G8 e del Forum delle Maggiori Economie (MEF) che si chiudono oggi pomeriggio.
Certo, qualche progresso è stato fatto, ma i leader delle nazioni industrializzate non hanno ancora fatto il passo sostanziale, quello che avrebbe e deve fare la differenza: stabilire con chiarezza l’obiettivo di riduzione delle emissioni a medio termine (2020), assieme a seri, inequivocabili impegni finanziari.
Il G8 e il MEF hanno tuttavia registrato alcuni sviluppi ed avanzamenti positivi, non ultimo la condivisione dell’obiettivo globale comune di mantenere l’aumento della temperatura media terrestre al di sotto dei 2°C, ritenuto il minimo indispensabile per evitare i peggiori impatti del riscaldamento globale.
“Fatta finalmente chiarezza su alcuni punti fondamentali, una sostanziale questione che rimane insoluta è quella dei soldi – ha detto Stefano Leoni, presidente del WWF Italia, presente a L’Aquila – I paesi ricchi dicono alle nazioni povere: ‘poveri voi’, siamo preoccupati, ma non si impegnano a dare o perlomeno a quantificare il loro sostegno concreto. Il tempo delle dichiarazioni rassicuranti da parte delle nazioni industrializzate è finito, bisogna cambiare marcia ed imboccare senza esitazioni la strada della solidarietà, dell’equità, della sincera empatia, di una convinta leadership e di concreti impegni finanziari. Il fatto che il MEF non abbia dichiarato esplicitamente l'intenzione di dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2050 è il segno di un “attendismo” e di una mancanza di fiducia reciproca tra i Paesi industrializzati e i Paesi emergenti che non può più essere accettata”.
Durante l’incontro delle maggiori economie (MEF), che ha riunito i Paesi responsabili per circa l’80% delle emissioni globali, alcune nazioni industrializzate hanno accusato le economie emergenti di non aver fatto progressi sufficienti. “Basta con lo scarica-barile. Per raggiungere un compromesso le nazioni industrializzate devono essere le prime a prendere impegni responsabili e credibili” - ha aggiunto Leoni.
Il WWF ha accolto favorevolmente le dichiarazioni del MEF sul limite dei 2°C all’aumento delle temperature globali e sul raddoppio dei fondi pubblici per la ricerca sulle tecnologie verdi. Questo dimostra che c’è ancora della buona volontà oltre che una possibilità di accordo a Copenhagen. “Ci sono dei segnali positivi che se portati avanti potrebbero trasformarsi in un accordo. Siamo convinti che un accordo a Copenhagen sia possibile, ci sono tutti gli elementi per ottenerlo, ma a condizione che vi sia una decisa volontà politica per raggiungerlo.” Ha concluso Leoni.