Il WWF di Teramo nei giorni scorsi ha preso visione del progetto preliminare dell’Autodromo Gran Sasso che dovrebbe essere realizzato in località San Mauro nel Comune di Montorio al Vomano.
L’impianto dovrebbe interessare un’area collinare di circa 514.300 metri quadri ad un paio di km dal centro di Montorio al Vomano, nelle immediate vicinanze della frazione di San Mauro.
Al di là delle osservazioni che saranno presentate nelle sedi opportune, riesce veramente difficile comprendere per quale motivo una fascia agricola collinare debba essere destinata ad un’opera così impattante che richiederà una profonda trasformazione del territorio: una colata di cemento ed asfalto ed enormi sbancamenti per costruire una pista larga circa 10 metri e lunga oltre 4 km. Un notevole consumo di territorio in un’area certo non vocata alla realizzazione di piste per fare corse in auto.
La provincia di Teramo è piena di zone industriali non più occupate: se proprio si vuole realizzare un autodromo sarebbe opportuno scegliere zone già compromesse, invece che continuare a consumare aree verdi.
Esiste poi un problema di partecipazione alle decisioni che fino ad oggi è stato completamente ignorato. Un’intera frazione sta manifestando il proprio dissenso rispetto a questo intervento tanto da arrivare a chiedere la realizzazione di una moschea sui terreni che la Curia ha venduto a coloro che propongono di realizzare l’opera (sulla stessa procedura di vendita, peraltro, sono stati sollevati dubbi che giungeranno nelle aule di tribunale): una così netta opposizione dovrebbe spingere gli amministratori di Montorio al Vomano ad una maggiore riflessione sulla loro adesione a questo tipo di intervento.
Oltretutto, per circa la metà dei terreni necessari alla realizzazione dell’opera, i proponenti chiedono al Comune di ricorrere alle procedure di esproprio: in pratica, il Comune di Montorio al Vomano dovrebbe espropriare oltre 250.000 metri quadri di terreno agricolo ai legittimi proprietari per darli poi ad una società che vi creerebbe un’attività economica privata.
Non solo: poiché tutta l’area è individuata dal Piano Regolatore Generale come area agricola sarà anche necessaria una variante a questo strumento di pianificazione al solo fine di assecondare l’interesse di privati.
Il WWF invita il Sindaco di Montorio, appena riconfermato, a farsi promotore di un necessario approfondimento ed un maggior confronto su questo progetto: sarà un bene per il Comune e per il territorio da lui amministrato.
L’impianto dovrebbe interessare un’area collinare di circa 514.300 metri quadri ad un paio di km dal centro di Montorio al Vomano, nelle immediate vicinanze della frazione di San Mauro.
Al di là delle osservazioni che saranno presentate nelle sedi opportune, riesce veramente difficile comprendere per quale motivo una fascia agricola collinare debba essere destinata ad un’opera così impattante che richiederà una profonda trasformazione del territorio: una colata di cemento ed asfalto ed enormi sbancamenti per costruire una pista larga circa 10 metri e lunga oltre 4 km. Un notevole consumo di territorio in un’area certo non vocata alla realizzazione di piste per fare corse in auto.
La provincia di Teramo è piena di zone industriali non più occupate: se proprio si vuole realizzare un autodromo sarebbe opportuno scegliere zone già compromesse, invece che continuare a consumare aree verdi.
Esiste poi un problema di partecipazione alle decisioni che fino ad oggi è stato completamente ignorato. Un’intera frazione sta manifestando il proprio dissenso rispetto a questo intervento tanto da arrivare a chiedere la realizzazione di una moschea sui terreni che la Curia ha venduto a coloro che propongono di realizzare l’opera (sulla stessa procedura di vendita, peraltro, sono stati sollevati dubbi che giungeranno nelle aule di tribunale): una così netta opposizione dovrebbe spingere gli amministratori di Montorio al Vomano ad una maggiore riflessione sulla loro adesione a questo tipo di intervento.
Oltretutto, per circa la metà dei terreni necessari alla realizzazione dell’opera, i proponenti chiedono al Comune di ricorrere alle procedure di esproprio: in pratica, il Comune di Montorio al Vomano dovrebbe espropriare oltre 250.000 metri quadri di terreno agricolo ai legittimi proprietari per darli poi ad una società che vi creerebbe un’attività economica privata.
Non solo: poiché tutta l’area è individuata dal Piano Regolatore Generale come area agricola sarà anche necessaria una variante a questo strumento di pianificazione al solo fine di assecondare l’interesse di privati.
Il WWF invita il Sindaco di Montorio, appena riconfermato, a farsi promotore di un necessario approfondimento ed un maggior confronto su questo progetto: sarà un bene per il Comune e per il territorio da lui amministrato.