14.10.17

Acquifero del Gran Sasso d’Italia: passano i mesi e i problemi aumentano. Sabato 11 novembre manifestazione a Teramo!


Questa mattina si è svolta a Teramo, presso il Centro di Documentazione Ambientale “La Gramigna”, una conferenza stampa dell’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso costituito da WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia, FIAB, CAI, Italia Nostra e FAI.
I rappresentanti dell’Osservatorio hanno ribadito la forte preoccupazione in merito alla gestione dell’acquifero del Gran Sasso: quanto è accaduto in quest’ultima settimana è la dimostrazione di come ci si trovi davanti ad una situazione fuori controllo.
È assurdo che si venga a conoscenza del trasporto di materiale radioattivo verso i Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso attraverso lo scoop di una testata giornalistica on-line e che a seguito di questa notizia emergano informazioni frammentarie e contraddittorie.
Come Osservatorio non siamo interessati a partecipare a questo “balletto” di mezze notizie e mezze smentite, né siamo interessati a calcolare il grado di pericolosità dei quantitativi di materiale in gioco. Se, come sappiamo da anni e come Regione, Strada dei Parchi, Ruzzo Reti e INFN hanno ammesso nel corso degli incontri organizzati dall’Osservatorio il 20 maggio e il 17 giugno a Teramo, esiste una situazione di interferenza tra l’acquifero e le gallerie autostradali e i Laboratori, è impensabile continuare ad aumentare il carico di materiale pericoloso o anche solo potenzialmente pericoloso fatto transitare, stoccato e utilizzato sotto il Gran Sasso. Si deve agire per ridurre il rischio e non per aumentarlo, adottando tutte le misure necessarie. Come abbiamo più volte ribadito sono gli altri usi del Gran Sasso che devono adeguarsi alle esigenze dell’acquifero e non viceversa!
È impensabile che la Regione, che gestisce un tavolo tecnico sulla sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso e che ha promosso un protocollo sulla trasparenza e sulla gestione degli interventi sotto la montagna, dichiari di non essere stata messa a conoscenza di attività nei Laboratori che riguardano materiale radioattivo. Non è pensabile che i soggetti chiamati a garantire la sicurezza e la corretta informazione della cittadinanza non siano a conoscenza di tali situazioni. E se invece queste informazioni sono state effettivamente comunicate alla Regione è grave che non si sia fatto nulla e che si sia atteso che la notizia venisse fatta circolare dalle associazioni di volontariato, prima di prendere una posizione.
Non è accettabile che, dal grave episodio dell’8 maggio (quando fu interrotta la distribuzione di acqua a metà della provincia di Teramo) ad oggi, l’unico passo avanti compiuto in termini di messa in sicurezza sia stata la redazione di un Protocollo che alla prima prova reale ha mostrato di non essere efficace. Come Osservatorio abbiamo giudicato positivamente la firma del Protocollo – ritenendo incredibile che si sia dovuto attendere l’ennesimo incidente prima di predisporlo – ma ci chiediamo quale sia la sua utilità se non riesce a risolvere neppure una situazione come quella che si è dovuto affrontare in questi giorni.
Trascorsi 6 mesi, la situazione è ancora la stessa. Secondo la relazione finale del Commissario Balducci (che l’Osservatorio ha potuto acquisire dall’INFN con un accesso agli atti), i lavori effettuati, costati oltre 80 milioni di euro, hanno riguardato solo una minima parte delle problematiche riscontrate nella sicurezza del Gran Sasso. Basti pensare che sono stati impermeabilizzati solo 1,2 Km di galleria contro circa 20 km esistenti e che nella stessa relazione si legge che le verifiche sull’efficacia degli interventi effettuati è stata possibile solo in parte a causa delle difficoltà di svolgerle per la complessità delle condizioni.
Non si ha notizia di cosa si stia effettivamente facendo per procedere versa una messa in sicurezza definitiva dell’acquifero. Non si sa se si intende seguire la strada indicata da Balducci nella sua relazione finale dove erano riportati gli ulteriori interventi da svolgere o se si vuole seguire un’altra strada come è stato ipotizzato dalla Regione in varie occasioni.
La mancanza di informazione e partecipazione in tutta questa vicenda è mortificante per i cittadini, ma anche per gli stessi Enti che si sono rifiutati, a partire dalla Regione, di aprire il tavolo tecnico sulla sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso alla partecipazione di Associazioni che sono riconosciute dalla legge italiana come portatrici di interessi collettivi e diffusi garantiti dalla Costituzione.
Informare preventivamente i cittadini e non costringerli a rincorrere le notizie sui social media e sui giornali è un atto dovuto, non è una concessione!
Alla luce di quanto sopra l’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso, continuando il percorso avviato a maggio, intende chiamare i cittadini, a partire dai consiglieri comunali di tutti i Comuni teramani e non solo, ad una presa di posizione netta che faccia capire a chi sta compiendo le scelte sul nostro territorio che non intendiamo essere semplici spettatori di quanto sta avvenendo.
Per questo chiederemo ai Sindaci, a partire dall’incontro organizzato dalla Regione mercoledì prossimo a Isola del Gran Sasso, di farsi carico di questa vicenda direttamente coinvolgendo i consigli comunali in una discussione aperta e adottando delle delibere in difesa dell’acquifero del Gran Sasso, così come fu fatto all’epoca della battaglia contro il terzo traforo.
Per questo chiederemo ai cittadini di far sentire la propria voce anche direttamente in una grande manifestazione da organizzarsi sabato 11 novembre a Teramo per l’acqua trasparente! Trasparente come deve essere l’acqua che arriva nelle nostre case e come deve essere l’agire di chi è chiamato a gestire un bene così prezioso.