La stagione balneare è alle porte e, mentre quasi tutti sono distratti da altre faccende, qualcuno inizia a preoccuparsi dello stato delle spiagge.
Come ormai accade da diversi anni, materiale di ogni tipo, quasi mai di origine naturale, si sta accumulando sulla battigia.
Ma chi è il colpevole delle montagne di rifiuti che invadono le nostre spiagge e, purtroppo, i nostri fondali? Non, come qualcuno arriva incredibilmente ad affermare, le associazioni ambientaliste che hanno solo un ruolo di denuncia e di collaborazione, non certo istituzionale; non la natura matrigna che restituisce semplicemente quello che noi buttiamo; non solo qualche criminale che sversa materiale inquinante nei nostri fiumi.
No, il vero colpevole è l’indifferenza. L’indifferenza delle nostre Istituzioni che, tra pianificazioni strategiche, contratti di fiume, patti ed accordi vari, si sono dimenticate che sulle sponde dei nostri fiumi giacciono, ben note, ma (colpevolmente o incoscientemente) dimenticate, delle autentiche bombe ecologiche che continuano, lentamente ed inesorabilmente, ad inquinare i nostri fiumi ed il nostro mare.
È il caso della discarica di Coste Lanciano sul Tordino nel Comune di Roseto degli Abruzzi, che ad ogni pioggia appena più copiosa del solito, viene erosa dal fiume che porta in mare plastica e rifiuti pericolosi di ogni genere, considerato che all’epoca in cui fu realizzata questa discarica, non esisteva la raccolta differenziata, e nei rifiuti finivano pile, vernici, materiali chimici, ecc..
Ma Coste Lanciano non è l’unica fonte di inquinamento. Altre discariche, anch’esse note alle Autorità, costellano i nostri territori, avvelenando terra e acqua.
Ma forse per qualcuno è meglio far finta di non vedere, non intervenire con azioni concrete, non individuare fondi adeguati per risolvere il problema una volta per tutte.
Intanto giugno si avvicina e quando andremo al mare assisteremo al solito balletto dei bollettini ARTA sull’inquinamento, si griderà allo scandalo con un rimpallo di responsabilità patetico e ipocrita. E se invece, almeno per una volta, si agisse in maniera più seria?
Del resto il problema è noto, la soluzione anche. Cosa aspettiamo?
Claudio Calisti
Presidente WWF Teramo