Con l'arrivo della primavera torna, puntuale, la polemica sull'eventuale pedonalizzazione di via Nazario Sauro a Giulianova.
Il fatto che se ne parli da anni, senza che sia stato fatto nulla di concreto, è indice di scarsa attenzione sui temi della mobilità sostenibile in ambito urbano delle varie Amministrazioni che si sono succedute a Giulianova.
Ma l'elemento che lascia più perplessi è che, a fronte di un preciso impegno dell'attuale Amministrazione nel programma proposto ai cittadini in occasione delle elezioni comunali (dove si parlava di “modernizzare la rete infrastrutturale urbana e incrementare la mobilità ciclo-pedonale in un disegno che si prefigga la costruzione di una città a basso tasso di motorizzazione” e, in particolare, in “Piazza Dalmazia, pinetine circostanti, Nautico, Via Nazario Sauro e piazza Fosse Ardeatine: riqualificazione area nell’ambito del progetto elaborato dalla precedente Ammini- strazione”) poco o nulla in questi anni è stato fatto.
Eppure più di un anno fa erano state raccolte, da un comitato formato da Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano, Legambiente Giulianova, Italia Nostra Giulianova, WWF, Centro Educazione Ambientale Torresi ed Associazione Ambientiamoci, oltre 1.000 firme a favore della pedonalizzazione di via Nazario Sauro, firme che erano state consegnate all'assessore Forcellese che si era impegnato a procedere, in tempi brevi, alla pedonalizzazione del breve tratto stradale.
E tra i firmatari c'erano numerosi esercenti di attività commerciali che insistono sul corso, consapevoli, evidentemente, che la pedonalizzazione è un opportunità e non un problema.
È pur vero un’area pedonale nel cui ambito insistono funzioni economiche, servizi e consolidate abitudini di frequentazione e di lavoro non si improvvisa dall’oggi al domani.
Proviamo quindi a sostituirci all'Amministrazione comunale, finora inerte, per fare alcune utili considerazioni per convincere gli scettici e poter realizzare, nel modo migliore possibile, un'isola pedonale che sia un vantaggio per tutti i cittadini.
Perchè le isole pedonali?
I centri urbani consolidati sono nati con funzioni diverse da quelle odierne in un contesto di circolazione e spostamenti a misura d’uomo e non si può negare che, attualmente, tali ambiti non sono in grado di accogliere senza traumi più che evidenti il traffico che deriva dalla tendenza alla motorizzazione individuale che caratterizza i nostri giorni, anche per la mancanza di sistemi di trasporto pubblico efficienti.
Ed ecco perché, soprattutto in considerazione dell’inquinamento, del rumore, dell’invadenza dei veicoli e, come si dice, della qualità della vita, sempre più cittadini chiedono alle amministrazioni a limitare il traffico veicolare nei luoghi più pregiati e fragili delle città.
L’esperienza acquisita in questi anni, tuttavia, ha dimostrato che imporre tout court il divieto di circolazione dei veicoli può causare effetti deleteri, tra i quali, a volte, l’emarginazione economica e il degrado sociale di quelle aree urbane che ci si proponeva invece di valorizzare e restituire a una migliore fruibilità. L’isola pedonale calata dall’alto, senza un serio studio di pianificazione, rischia così dir diventare un’isola deserta. Nessuno la vive, nessuno la trova attraente e, quindi, ne risentono gli esercizi commerciali (che, in questo periodo, non vivono comunque un periodo felice e non sembrano, in ogni caso, essere favoriti dal traffico automobilistico a tutti i costi).
Non ha senso parlare semplicemente di isole pedonali o di “pedonalità riconquistata” senza collegare questo concetto a una pluralità di altri interventi coordinati senza i quali non solo essa non è realizzabile, ma è anche inutile e controproducente: si tratta di organizzare il traffico che comunque esiste e va disciplinato (e nel caso di Via Nazario Sauro il tutto sarebbe semplice, vista la presenza parallela alla strada da pedonalizzare di due strade carrabili a senso unico); si tratta di introdurre forme diversificate ed efficienti d’accessibilità, potenziando e qualificando il trasporto urbano pubblico (collettivo e individuale); si tratta di restituire alle porzioni di città così “salvate” dalla invadenza veicolare, anche sotto il profilo estetico, un volto il più possibile articolato e accogliente, poiché questi spazi costituiscono il salotto collettivo di tutta la cittadinanza.
Insomma non è vero che le isole pedonali diventerebbero dei deserti. Bisogna creare le condizioni affinché tali aree vengano riconsegnate alle attività sociali di tutti i cittadini. Insomma va creata un’area dove convivano pedoni, ciclisti, negozi, bar ristoranti e attività temporanee che animino la zona tutto l'anno.
Proposte per una progettazione efficace.
Un nuovo ambiente urbano, pedonale, razionale, efficiente, caratteristico, attraente e produttivo dovrebbe quindi articolarsi, a nostro avviso, secondo un iter progettuale che preveda i seguenti passaggi:
• ogni isola pedonale idealmente e materialmente deve essere collegabile con l’intero contesto cittadino, con gli altri percorsi pedonali e ciclabili della città (lungomare, viale Orsini, i parchi cittadini, ecc.);
• valorizzare al massimo l’area e, in particolare,riqualificare le quinte edilizie favorendo il recupero degli edifici e l’uso dei piani terra a scopo commerciale e ricreativo;
• dare vita a eventi di animazione e di richiamo (mercatini, eventi culturali, mostre, ecc.) durante tutto l’anno;
• riorganizzare il suolo urbano che accoglierà l'isola. In particolare dovranno essere eliminate eventuali barriere architettoniche e realizzate pavimentazioni sulle quali sia piacevole camminare;
• creare elementi di arredo urbano funzionali e decorativi (fioriere, fontane, sculture, ecc.);
• prevedere aree specializzate per varie funzioni: caffè all'aperto, mercati, mostre, spazi adeguati per rappresentazioni o trattenimenti vari, spazi per la sosta-gioco di bambini e anziani;
• studiare l'illuminazione in modo da soddisfare i movimenti o la sosta dei passanti e la sicurezza notturna dell'area. Non dimentichiamo che l'illuminazione che oggi prevale all'interno delle città è quella necessaria ai rapidi e massicci spostamenti veicolari non già a sereni e lenti percorsi pedonali;
• studiare le migliori possibilità di collegamento dell'area con i servizi di trasporto urbano;
• studiare la segnaletica, a cui va affidata anche la divulgazione delle attività che via via trovano posto nell'isola;
• tener conto che tra le cause capaci di esercitare un forte richiamo pedonale vengono per prime le attività commerciali, di ristoro e di servizi. Un’isola pedonale senza bar, ristoranti e negozi difficilmente presenta quella animazione che è indispensabile al successo della “scena”.
Questi semplici consigli, se applicati, potranno far sì che, finalmente, Giulianova si doti di aree di socializzazione utili per residenti, turisti e anche commercianti, che avrebbero solo vantaggi dall'essere ubicati in un'area piacevole, vivibile e frequentata tutto l'anno.