Le centrali di Controguerra e Colonnella sono solo le ultime proposte di nuove centrali a biomasse in provincia di Teramo.
Si tratta di iniziative spesso calate dall’alto senza nessun coinvolgimento delle popolazioni locali che non vengono minimamente interpellate su quanto dovrà accadere sul loro territorio.
Sembra poi mancare una pianificazione generale che tenga conto della reale disponibilità di materia da utilizzare in questi impianti.
È emblematico leggere sulla stampa che gli stessi sindaci di questi comuni siano all’oscuro di quanto sta avvenendo, nonostante, almeno nel caso dell’impianto di Colonnella, l’iter sia ormai in fase avanzata.
Le notizie lette sugli organi di stampa destano particolare preoccupazione in merito alle dimensioni complessive degli impianti ed alle conseguenti quantità di materiale necessario per alimentarle.
Il WWF chiede che si avvii da subito un confronto sui progetti avanzati al fine di consentirne una approfondita valutazione.
Il WWF non è pregiudizialmente contrario agli impianti a biomasse, ma ritiene che, in un quadro generale che tenga conto dell’inquinamento complessivo, della limitatezza delle risorse e della disponibilità di territorio, tali impianti vadano realizzati solo a determinate condizioni.
Al riguardo è fondamentale il rispetto assoluto di alcuni punti:
- l’approvvigionamento deve essere sostenibile e deve avvenire da aree prossime a quelle di utilizzo su bacini molto limitati, affinché il trasporto non comprometta il bilancio energetico. No quindi a fonti di approvvigionamento lontane, a maggior ragione da quei Paesi del sud del mondo dove sono in atto fenomeni di deforestazione;
- ogni singola iniziativa deve essere sottoposta preventivamente ad un accurato bilancio energetico (conteggio dell’energia spesa e ricavata);
- le emissioni prodotte vanno calcolate relativamente all’intera filiera (coltivazione, lavorazione dei prodotti, trasporto, uso finale);
- la comunità locale dovrà essere informata tempestivamente e coinvolta nei processi decisionali;
- nessun progetto può essere accettato se genera rischi per la biodiversità: la salvaguardia delle specie animali e vegetali è un valore primario (a tal fine devono essere escluse da ogni progetto le aree ad elevato valore di biodiversità);
- il prelievo dei residui forestali a scopo energetico deve garantire il mantenimento delle funzionalità essenziali degli ecosistemi interessati (stabilità dei versanti, caratteristiche pedologiche, cicli idrologici, ecc.);
- la localizzazione degli impianti dovrà essere attentamente valutata e gli aspetti paesaggistici correttamente considerati.