Pino Furia, nato a Montorio al Vomano e residente a Teramo, è da tre anni Presidente del WWF Teramo. Lo abbiamo incontrato per farci spiegare cosa ha fatto il WWF nella nostra provincia nel 2011 e cosa vorrà fare nel 2012.
1) Si è da poco concluso il 2011. Che anno è stato per l’ambiente in provincia di Teramo?
Purtroppo il 2011 non fa eccezione rispetto agli anni precedenti: problemi legati allo smaltimento dei rifiuti, all’aggressione al territorio, bracconaggio, ecc..
Ci troviamo continuamente ad affrontare problematiche ambientali che ciclicamente si ripresentano anche dopo aver avuto l’illusione di averle per sempre superate. Un esempio per tutti, riguarda la gestione dei nostri fiumi con i conseguenti dissesti idrogeologici che aumentano esponenzialmente l’uso di risorse economiche ai fini del risanamento che altrimenti potrebbero essere utilizzate per la prevenzione, la sensibilizzazione e la valorizzazione ambientale.
Un grande lavoro lo abbiamo fatto anche in occasione dei referendum di giugno contro la privatizzazione dell’acqua e l’energia nucleare. Il WWF è stato il coordinatore provinciale della campagna referendaria ed abbiamo collaborato con decine e decine di associazioni, partiti, sindacati e comitati locali mettendo in piedi centinaia di iniziative che hanno consentito di convincere oltre 6 teramani su 10 ad andare a votare!
Purtroppo il 2011 non fa eccezione rispetto agli anni precedenti: problemi legati allo smaltimento dei rifiuti, all’aggressione al territorio, bracconaggio, ecc..
Ci troviamo continuamente ad affrontare problematiche ambientali che ciclicamente si ripresentano anche dopo aver avuto l’illusione di averle per sempre superate. Un esempio per tutti, riguarda la gestione dei nostri fiumi con i conseguenti dissesti idrogeologici che aumentano esponenzialmente l’uso di risorse economiche ai fini del risanamento che altrimenti potrebbero essere utilizzate per la prevenzione, la sensibilizzazione e la valorizzazione ambientale.
Un grande lavoro lo abbiamo fatto anche in occasione dei referendum di giugno contro la privatizzazione dell’acqua e l’energia nucleare. Il WWF è stato il coordinatore provinciale della campagna referendaria ed abbiamo collaborato con decine e decine di associazioni, partiti, sindacati e comitati locali mettendo in piedi centinaia di iniziative che hanno consentito di convincere oltre 6 teramani su 10 ad andare a votare!
2) Il WWF è molto impegnato contro la deriva petrolifera. Ma è veramente così preoccupante la situazione in provincia di Teramo?
Senza dubbio. Oltre il 66% del territorio della provincia di Teramo è interessato da richieste o concessioni di ricerca, estrazione o stoccaggio di idrocarburi. I comuni coinvolti sono 40 su 47 dove vive il 90% della popolazione provinciale.
Il tratto di mare prospiciente la nostra costa è anch’esso interessato dalla ricerca di idrocarburi.
L’attuale legge regionale non tutela concretamente il territorio e come associazione ci troviamo a dover fare sia azione di comunicazione per informare i cittadini, sia osservazioni a tutte le istanze di ricerca che vengono presentate.
Purtroppo il problema è stato avvertito con ritardo dalla opinione pubblica teramana rispetto ad esempio la costa teatina. In questo momento sta allarmando gli operatori turistici e amministratori soprattutto della costa, ma manca una strategia complessiva come quella che fu messa in campo per fermare il terzo traforo del Gran Sasso.
Senza dubbio. Oltre il 66% del territorio della provincia di Teramo è interessato da richieste o concessioni di ricerca, estrazione o stoccaggio di idrocarburi. I comuni coinvolti sono 40 su 47 dove vive il 90% della popolazione provinciale.
Il tratto di mare prospiciente la nostra costa è anch’esso interessato dalla ricerca di idrocarburi.
L’attuale legge regionale non tutela concretamente il territorio e come associazione ci troviamo a dover fare sia azione di comunicazione per informare i cittadini, sia osservazioni a tutte le istanze di ricerca che vengono presentate.
Purtroppo il problema è stato avvertito con ritardo dalla opinione pubblica teramana rispetto ad esempio la costa teatina. In questo momento sta allarmando gli operatori turistici e amministratori soprattutto della costa, ma manca una strategia complessiva come quella che fu messa in campo per fermare il terzo traforo del Gran Sasso.
3) Nonostante le scarse precipitazioni nevose si continua da più parti a richiedere infrastrutture, nuove piste da sci e nuovi impianti da risalita. Possibile che lo sviluppo delle nostre zone montane debba passare per la devastazione del territorio? Cosa pensa il WWF del progetto del “periplo”?
Un nuovo impianto di risalita o un progetto come il “periplo” riesumato dopo anni danno visibilità al politico di turno che soddisfa il cittadino curioso del vedere cosa “ha fatto”. Spesso l’incapacità di valorizzare il territorio, ad esempio, con un’accoglienza turistica professionale si coniuga con la “sindrome del giocattolo” per cui si desidera sempre una cosa nuova per combattere la noia che si trova sul territorio. In realtà le nostre zone montane, sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista infrastrutturale, sono ben dotate per poter avere uno sviluppo turistico duraturo e competere con località dove il concetto di sviluppo territoriale non passa necessariamente per infrastrutture sottoutilizzate, inutili e dannose per lo sviluppo del territorio nel lungo periodo.
Manca invece, dal punto di vista infrastrutturale, un rinnovo e una manutenzione dell’esistente sia in ambito pubblico che privato.
Ci vuole poi più coraggio: non si può pensare di risolvere i problemi dello spopolamento della montagna rincorrendo progetti vecchi di decenni che, laddove sono stati realizzati, non hanno portato benefici. Non è un caso che questi interventi non vengono pagati da imprenditori privati, ma vengono pagati con fondi pubblici: si sa che sono in perdita e nessuno ci vuole investire.
Un nuovo impianto di risalita o un progetto come il “periplo” riesumato dopo anni danno visibilità al politico di turno che soddisfa il cittadino curioso del vedere cosa “ha fatto”. Spesso l’incapacità di valorizzare il territorio, ad esempio, con un’accoglienza turistica professionale si coniuga con la “sindrome del giocattolo” per cui si desidera sempre una cosa nuova per combattere la noia che si trova sul territorio. In realtà le nostre zone montane, sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista infrastrutturale, sono ben dotate per poter avere uno sviluppo turistico duraturo e competere con località dove il concetto di sviluppo territoriale non passa necessariamente per infrastrutture sottoutilizzate, inutili e dannose per lo sviluppo del territorio nel lungo periodo.
Manca invece, dal punto di vista infrastrutturale, un rinnovo e una manutenzione dell’esistente sia in ambito pubblico che privato.
Ci vuole poi più coraggio: non si può pensare di risolvere i problemi dello spopolamento della montagna rincorrendo progetti vecchi di decenni che, laddove sono stati realizzati, non hanno portato benefici. Non è un caso che questi interventi non vengono pagati da imprenditori privati, ma vengono pagati con fondi pubblici: si sa che sono in perdita e nessuno ci vuole investire.
4) Il 2011 si è chiuso con la richiesta da parte del Comune di Roseto degli Abruzzi di ridurre il perimetro della Riserva regionale del Borsacchio. Anche gli ultimi tratti di litorale teramano sono sotto continuo attacco. Cosa si può fare?
Come associazione continueremo la forte azione di sensibilizzazione e di pressione in tutte le sedi - anche istituzionali - al fine di contrastare un’idea distorta di valorizzazione ambientale del territorio che inevitabilmente avrà ripercussioni negative su settori delicati come ad esempio il turismo o comunque sulla qualità della vita in generale.
La battaglia della Riserva del Borsacchio non è certo finita ed insieme al Comitato locale continueremo a lavorare per salvaguardare il perimetro della Riserva e fare in modo che quest’area protetta diventi realmente operativa.
Come associazione continueremo la forte azione di sensibilizzazione e di pressione in tutte le sedi - anche istituzionali - al fine di contrastare un’idea distorta di valorizzazione ambientale del territorio che inevitabilmente avrà ripercussioni negative su settori delicati come ad esempio il turismo o comunque sulla qualità della vita in generale.
La battaglia della Riserva del Borsacchio non è certo finita ed insieme al Comitato locale continueremo a lavorare per salvaguardare il perimetro della Riserva e fare in modo che quest’area protetta diventi realmente operativa.
5) Un parco nazionale, un’area marina protetta nazionale, tre riserve regionali e due parchi territoriali attrezzati. La provincia di Teramo è ricca di aree naturali protette. Il WWF è da sempre un’associazione che si batte per la nascita di parchi e riserve e, attraverso le sue Oasi, è anche impegnata nella gestione diretta di aree naturali. Ma quali sono i rapporti del WWF con le aree protette presenti in provincia di Teramo?
Il WWF è sicuramente l’associazione ambientalista che più di ogni altra ha promosso e continua a promuovere in Italia la creazione di aree naturali protette. Siamo anche gestori diretti di aree protette attraverso il sistema delle nostre oltre 100 Oasi, una delle quali è anche nella nostra provincia e protegge il territorio dei calanchi di Atri.
Siamo quindi convinti del ruolo centrale che le aree protette svolgono per la conservazione della biodiversità e lo sviluppo sostenibile e la valorizzazione di un territorio.
Questo naturalmente non fa venire meno la capacità del WWF di vigilare affinché coloro che sono chiamati a gestire le aree protette abbiano sempre come principale obiettivo la tutela del territorio.
In linea di massima, quindi, i rapporti sono buoni ed in alcuni casi collaboriamo su specifici progetti. A volte però l’interessamento a problematiche ambientali ricadenti all’interno delle aree protette, ad esempio un semplice accesso agli atti, viene visto immediatamente come una presa di posizione negativa da parte del WWF. Si dovrebbe capire, invece, che il WWF ha come obiettivo sempre la difesa della natura e quindi se qualche volta critica una determinata scelta di un ente gestore non lo fa perché vuole attaccare il parco o la riserva, ma semplicemente perché vuole contribuire a raggiungere gli obiettivi che la legge fissa per le aree protette.
Il WWF è sicuramente l’associazione ambientalista che più di ogni altra ha promosso e continua a promuovere in Italia la creazione di aree naturali protette. Siamo anche gestori diretti di aree protette attraverso il sistema delle nostre oltre 100 Oasi, una delle quali è anche nella nostra provincia e protegge il territorio dei calanchi di Atri.
Siamo quindi convinti del ruolo centrale che le aree protette svolgono per la conservazione della biodiversità e lo sviluppo sostenibile e la valorizzazione di un territorio.
Questo naturalmente non fa venire meno la capacità del WWF di vigilare affinché coloro che sono chiamati a gestire le aree protette abbiano sempre come principale obiettivo la tutela del territorio.
In linea di massima, quindi, i rapporti sono buoni ed in alcuni casi collaboriamo su specifici progetti. A volte però l’interessamento a problematiche ambientali ricadenti all’interno delle aree protette, ad esempio un semplice accesso agli atti, viene visto immediatamente come una presa di posizione negativa da parte del WWF. Si dovrebbe capire, invece, che il WWF ha come obiettivo sempre la difesa della natura e quindi se qualche volta critica una determinata scelta di un ente gestore non lo fa perché vuole attaccare il parco o la riserva, ma semplicemente perché vuole contribuire a raggiungere gli obiettivi che la legge fissa per le aree protette.
6) Su cosa sarà impegnato principalmente il WWF Teramo nel 2012?
Sicuramente continueremo a portare avanti le battaglie che ci hanno visto impegnati in questi anni: il lavoro non mancherà e non ci annoieremo!
Nel 2012, però, vogliamo dedicarci a due nostre strutture che ci stanno molto a cuore.
Il nostro Centro di Documentazione Ambientale “La Gramigna” a Teramo che ospita oltre 2.500 pubblicazioni di carattere ambientale. Qui intensificheremo gli incontri, collaborando anche con le scuole della provincia e, speriamo, con l’Università.
Inoltre il Centro di Educazione Ambientale “Monti della Laga” a Cortino nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: finalmente a primavera inaugureremo la nuova sede, recuperando un edificio mai entrato in funzione che rischiava di andare in rovina. Come WWF, trent’anni fa, ancora prima che arrivasse il Parco , creammo proprio nel Comune di Cortino, nella frazione di Elce, il primo Centro di Educazione Ambientale della nostra provincia, uno dei primi nel centro-sud d’Italia. Tra pochi mesi riprenderemo il nostro impegno su questo settore grazie al nuovo CEA che nasce dalla collaborazione tra WWF, Comune di Cortino ed Ente Parco.
Sicuramente continueremo a portare avanti le battaglie che ci hanno visto impegnati in questi anni: il lavoro non mancherà e non ci annoieremo!
Nel 2012, però, vogliamo dedicarci a due nostre strutture che ci stanno molto a cuore.
Il nostro Centro di Documentazione Ambientale “La Gramigna” a Teramo che ospita oltre 2.500 pubblicazioni di carattere ambientale. Qui intensificheremo gli incontri, collaborando anche con le scuole della provincia e, speriamo, con l’Università.
Inoltre il Centro di Educazione Ambientale “Monti della Laga” a Cortino nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: finalmente a primavera inaugureremo la nuova sede, recuperando un edificio mai entrato in funzione che rischiava di andare in rovina. Come WWF, trent’anni fa, ancora prima che arrivasse il Parco , creammo proprio nel Comune di Cortino, nella frazione di Elce, il primo Centro di Educazione Ambientale della nostra provincia, uno dei primi nel centro-sud d’Italia. Tra pochi mesi riprenderemo il nostro impegno su questo settore grazie al nuovo CEA che nasce dalla collaborazione tra WWF, Comune di Cortino ed Ente Parco.