Sembra quasi che in Abruzzo una parte della classe politica e dirigente sia formata da vampiri.
Come i vampiri, infatti, costoro temono la luce più di ogni cosa.
Portare alla luce del sole, far conoscere, far partecipare i cittadini è qualcosa che spaventa i nostri amministratori regionali.
Solo pochi giorni fa il Consiglio regionale ha introdotto nuove norme sulla Valutazione di Impatto Ambientale che mirano a garantire finalmente trasparenza, partecipazione ed efficienza nei processi valutativi: subito il capogruppo del PDL in consiglio, Lanfranco Venturoni, avanza la proposta di cancellare le tutte novità introdotte.
Ma perché un rappresentante del popolo ha paura di una newsletter digitale con cui informare costantemente cittadini, organi di stampa e gli stessi consiglieri regionali della presentazione dei progetti inviati per la Valutazione di Impatto Ambientale e con cui trasmettere l'ordine del giorno del Comitato VIA regionale? Perché ha paura che i cittadini possano accedere, come accade in Lombardia, a tutti gli elaborati progettuali via WEB? Perché ha paura dell’obbligo per il Comitato VIA di non decidere solo sulla carta e dalla sedia e di fare i dovuti sopralluoghi – che ora non si fanno - nei posti dove si vogliono fare cave, impianti di rifiuti, industrie ecc.? Perché ha paura dei controlli sulle opere per il rispetto delle prescrizioni a favore di ambiente e salute che sarebbero già obbligatori da 20 anni? Perché ha paura che le istruttorie siano affidate a personale specializzato (già presente e pagato!) negli uffici regionali?
In questi giorni tutte le principali associazioni ambientaliste ed i comitati di cittadini che in Abruzzo hanno a che fare con il Comitato VIA hanno assistito attoniti ed increduli al ricorrersi di dichiarazioni di esponenti politici di maggioranza e confindustriali contrari alle nuove norme appena varate sulla VIA. Eppure le norme approvate sono solo norme di buon senso e di garanzia per i cittadini e per le stesse aziende che vogliono lavorare seriamente.
In questi anni abbiamo assistito da parte del Comitati VIA ad approvazioni di progetti profondamente discutibili: dal Centro Oli di Ortona (poi smontato da uno studio del Mario Negri sud) alla Mare-Monti da Penne a Pescara (poi sequestrata dalla magistratura: ed il Comitato VIA non si era neppure accorto che l’opera entrava in una riserva naturale regionale!), dal Porto di Francavilla (il Comitato VIA non si era accorto che il porto era in un sito di bonifiche nazionali ed è dovuto intervenire il Ministero dell’Ambiente) alla centrale Powercrop ad Avezzano (il Comitato ha valutato l’impatto sulla qualità dell’aria della centrale utilizzando non i dati relativi alla conca del Fucino, ma quelli relativi ad Ovindoli a 1400 metri di quota!).
È questo il Comitato VIA che si vuole per una regione come l’Abruzzo che conserva alcuni degli ambienti più importanti dell’ecoregione mediterranea?
Senza considerare che quello che è stato oggi previsto in Abruzzo (e che Venturoni vorrebbe cancellare) è già prassi in molte altre regioni come la Lombardia, il Veneto, la Puglia o la Toscana ecc..
A contrastare questa volontà di mantenerci nell’oscurità si è mosso un grande cartello di associazioni e comitati che sono assolutamente intenzionati a mantenere uno strumento garantito dalla legge nazionale e dalle direttive europee.
COSA CAMBIA CON LA NUOVA LEGGE SULLA VIA
Trasparenza e informazione: chi ha paura di informare i cittadini?
Vengono introdotte nuove forme di pubblicità ed informazione: gli ordini del giorno del Comitato VIA devono essere inviati a tutti i consiglieri regionali e trasmessi attraverso una newsletter digitale. Oggi i cittadini devono consultare quotidianamente il B.U.R.A. per scoprire cosa “bolle in pentola” oppure consultare il sito WEB regionale dove i progetti vengono caricati senza nessun fili logico).
Viene introdotto anche il dovere di informazione per le procedure di Valutazione di Incidenza Ambientale che attengono agli importantissimi Siti di Interesse Comunitario individuati dall’Unione Europea e che coprono oltre il 30% del territorio in Abruzzo. Attualmente i cittadini e le associazioni non hanno alcun diritto di informazione sui procedimenti di Valutazione di Incidenza Ambientale e non hanno alcuna possibilità di venirne a conoscenza se non per puro caso (il parere non viene neanche pubblicato sul B.U.R.A. regionale!).
La Rete Natura 2000 è composta da decine di Siti di Interesse Comunitario che sono il cuore della biodiversità abruzzese, protetti a livello internazionale. La nuova legge approvata si occupa di sanare una clamorosa falla nelle competenze della Regione, assicurando che i Comuni segnalino per tempo alla Regione stessa l’avvio delle procedure sui progetti che riguardano questi siti.
Si prevede che la Regione ogni anno organizzi un semplice database delle procedure di valutazione effettuate con l’esito e l’eventuale adozione di misure di mitigazione e compensazione. La Regione avrebbe l’obbligo di fronte all’Unione Europea (ed ai cittadini) di monitorare lo stato di conservazione di specie ed habitat dentro questi siti. La Regione ha però delegato ai Comuni lo svolgimento delle Valutazioni di Incidenza Ambientale per alcune tipologie di progetti, senza prevedere neppure l’obbligo di informare la Regione dell’avvio di una procedura (ad esempio, i tagli boschivi).
Con la nuova norma si avrà almeno il quadro conoscitivo, con il numero di procedure effettuate, quali habitat e quali specie sono stati interessati ecc..
I controlli sul rispetto delle autorizzazioni: si ha paura della vigilanza?
Chi lavora bene non ha nulla da temere da eventuali controlli, anzi, li vuole. Le aziende oneste soffrono la concorrenza delle aziende disoneste perché rispettare le prescrizioni contenute nelle autorizzazioni comporta costi ed oneri.
D'altro lato sono provvedimenti che fanno bene all’ambiente ed ai cittadini (basti pensare alle limitazioni alle emissioni piuttosto che alle modalità di costruzione di una discarica). La nuova legge non fa altro che normare un’altra clamorosa inottemperanza della Regione il cui Comitato VIA, al contrario di quanto accade nelle altre regioni, non garantisce la vigilanza circa il rispetto delle prescrizioni. Il Testo Unico sull’Ambiente del 2006 prescrive tassativamente che sia l’organo competente al VIA ad assicurare il monitoraggio delle opere per cui le nuove norme prevedono che la Regione possa avvalersi dell’ARTA per i controlli che devono essere svolti su almeno il 20% delle opere a campione, scelte casualmente.
Il sopralluogo, questo sconosciuto: come decidere da una sedia il futuro dei territori e dei cittadini.
In Abruzzo il Comitato VIA non ha mai svolto sopralluoghi. Sembrerà incredibile, ma è così. Si è deciso il futuro di interi territori valutando, quando è andata bene, una foto scattata dai proponenti ed inserita negli elaborati. In altre regioni, se si ritiene indispensabile un sopralluogo per decidere, gli oneri delle spese sono a carico del proponente! Con il comma 11 si prevede che, su richiesta di almeno 100 cittadini o di almeno due Associazioni ambientaliste riconosciute, il Comitato VIA (o una sua sottocommissione) sia obbligato a svolgere un sopralluogo sul posto.
I membri del Comitato conoscono tutti gli elaborati progettuali?
Sembrerà pazzesco, ma ai membri del Comitato VIA non venivano trasmesse tutte le carte di ogni progetto e spesso si trovavano a dover decidere in pochi minuti sul futuro di un territorio basandosi esclusivamente sull’istruttoria del funzionario regionale.
La nuova norma prevede una cosa ovvia: i membri del Comitato devono ricevere per tempo tutte le carte, comprese le osservazioni delle Associazioni e dei cittadini in forma integrale.
Le competenze degli istruttori: la Regione non conosce il suo personale e non lo valorizza!
Qualcuno deve aver sparso una voce totalmente infondata: la Regione Abruzzo (ora con l’ARSSA), compresi gli enti strumentali ancora attivi come l’ARTA, non avrebbe il personale istruttorio con le competenze previste dalla nuova legge (esperienza nei settori come pubblicazioni scientifiche nazionali o internazionali); pertanto dovrebbe ricorrere a convenzioni onerose (addirittura 2 milioni di euro!) con altri enti pubblici (Università, ENEA ecc.).
È veramente incredibile che dei consiglieri regionali non sappiano che nella regione che guidano lavorano decine di funzionari che hanno all’attivo pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali proprio nei campi in cui opera il Comitato VIA. Evidentemente gli stessi consiglieri regionali che ora si oppongono alle nuove norme hanno una pessima considerazione dell’ente che devono governare. A questi consiglieri sembrerà forse strano, ma vi sono dipendenti regionali con all’attivo inviti a relazionare in convegni dell’Accademia dei Lincei oppure con pubblicazioni sulle più importanti riviste scientifiche internazionali.
La nuova normativa non solo non comporterà aggravi di spesa, ma servirà anche a premiare quei funzionari che contribuiscono al prestigio della Regione non solo in Italia, ma nel mondo. Questa è la meritocrazia tanto cara al Presidente Chiodi in campagna elettorale!
Come i vampiri, infatti, costoro temono la luce più di ogni cosa.
Portare alla luce del sole, far conoscere, far partecipare i cittadini è qualcosa che spaventa i nostri amministratori regionali.
Solo pochi giorni fa il Consiglio regionale ha introdotto nuove norme sulla Valutazione di Impatto Ambientale che mirano a garantire finalmente trasparenza, partecipazione ed efficienza nei processi valutativi: subito il capogruppo del PDL in consiglio, Lanfranco Venturoni, avanza la proposta di cancellare le tutte novità introdotte.
Ma perché un rappresentante del popolo ha paura di una newsletter digitale con cui informare costantemente cittadini, organi di stampa e gli stessi consiglieri regionali della presentazione dei progetti inviati per la Valutazione di Impatto Ambientale e con cui trasmettere l'ordine del giorno del Comitato VIA regionale? Perché ha paura che i cittadini possano accedere, come accade in Lombardia, a tutti gli elaborati progettuali via WEB? Perché ha paura dell’obbligo per il Comitato VIA di non decidere solo sulla carta e dalla sedia e di fare i dovuti sopralluoghi – che ora non si fanno - nei posti dove si vogliono fare cave, impianti di rifiuti, industrie ecc.? Perché ha paura dei controlli sulle opere per il rispetto delle prescrizioni a favore di ambiente e salute che sarebbero già obbligatori da 20 anni? Perché ha paura che le istruttorie siano affidate a personale specializzato (già presente e pagato!) negli uffici regionali?
In questi giorni tutte le principali associazioni ambientaliste ed i comitati di cittadini che in Abruzzo hanno a che fare con il Comitato VIA hanno assistito attoniti ed increduli al ricorrersi di dichiarazioni di esponenti politici di maggioranza e confindustriali contrari alle nuove norme appena varate sulla VIA. Eppure le norme approvate sono solo norme di buon senso e di garanzia per i cittadini e per le stesse aziende che vogliono lavorare seriamente.
In questi anni abbiamo assistito da parte del Comitati VIA ad approvazioni di progetti profondamente discutibili: dal Centro Oli di Ortona (poi smontato da uno studio del Mario Negri sud) alla Mare-Monti da Penne a Pescara (poi sequestrata dalla magistratura: ed il Comitato VIA non si era neppure accorto che l’opera entrava in una riserva naturale regionale!), dal Porto di Francavilla (il Comitato VIA non si era accorto che il porto era in un sito di bonifiche nazionali ed è dovuto intervenire il Ministero dell’Ambiente) alla centrale Powercrop ad Avezzano (il Comitato ha valutato l’impatto sulla qualità dell’aria della centrale utilizzando non i dati relativi alla conca del Fucino, ma quelli relativi ad Ovindoli a 1400 metri di quota!).
È questo il Comitato VIA che si vuole per una regione come l’Abruzzo che conserva alcuni degli ambienti più importanti dell’ecoregione mediterranea?
Senza considerare che quello che è stato oggi previsto in Abruzzo (e che Venturoni vorrebbe cancellare) è già prassi in molte altre regioni come la Lombardia, il Veneto, la Puglia o la Toscana ecc..
A contrastare questa volontà di mantenerci nell’oscurità si è mosso un grande cartello di associazioni e comitati che sono assolutamente intenzionati a mantenere uno strumento garantito dalla legge nazionale e dalle direttive europee.
COSA CAMBIA CON LA NUOVA LEGGE SULLA VIA
Trasparenza e informazione: chi ha paura di informare i cittadini?
Vengono introdotte nuove forme di pubblicità ed informazione: gli ordini del giorno del Comitato VIA devono essere inviati a tutti i consiglieri regionali e trasmessi attraverso una newsletter digitale. Oggi i cittadini devono consultare quotidianamente il B.U.R.A. per scoprire cosa “bolle in pentola” oppure consultare il sito WEB regionale dove i progetti vengono caricati senza nessun fili logico).
Viene introdotto anche il dovere di informazione per le procedure di Valutazione di Incidenza Ambientale che attengono agli importantissimi Siti di Interesse Comunitario individuati dall’Unione Europea e che coprono oltre il 30% del territorio in Abruzzo. Attualmente i cittadini e le associazioni non hanno alcun diritto di informazione sui procedimenti di Valutazione di Incidenza Ambientale e non hanno alcuna possibilità di venirne a conoscenza se non per puro caso (il parere non viene neanche pubblicato sul B.U.R.A. regionale!).
La Rete Natura 2000 è composta da decine di Siti di Interesse Comunitario che sono il cuore della biodiversità abruzzese, protetti a livello internazionale. La nuova legge approvata si occupa di sanare una clamorosa falla nelle competenze della Regione, assicurando che i Comuni segnalino per tempo alla Regione stessa l’avvio delle procedure sui progetti che riguardano questi siti.
Si prevede che la Regione ogni anno organizzi un semplice database delle procedure di valutazione effettuate con l’esito e l’eventuale adozione di misure di mitigazione e compensazione. La Regione avrebbe l’obbligo di fronte all’Unione Europea (ed ai cittadini) di monitorare lo stato di conservazione di specie ed habitat dentro questi siti. La Regione ha però delegato ai Comuni lo svolgimento delle Valutazioni di Incidenza Ambientale per alcune tipologie di progetti, senza prevedere neppure l’obbligo di informare la Regione dell’avvio di una procedura (ad esempio, i tagli boschivi).
Con la nuova norma si avrà almeno il quadro conoscitivo, con il numero di procedure effettuate, quali habitat e quali specie sono stati interessati ecc..
I controlli sul rispetto delle autorizzazioni: si ha paura della vigilanza?
Chi lavora bene non ha nulla da temere da eventuali controlli, anzi, li vuole. Le aziende oneste soffrono la concorrenza delle aziende disoneste perché rispettare le prescrizioni contenute nelle autorizzazioni comporta costi ed oneri.
D'altro lato sono provvedimenti che fanno bene all’ambiente ed ai cittadini (basti pensare alle limitazioni alle emissioni piuttosto che alle modalità di costruzione di una discarica). La nuova legge non fa altro che normare un’altra clamorosa inottemperanza della Regione il cui Comitato VIA, al contrario di quanto accade nelle altre regioni, non garantisce la vigilanza circa il rispetto delle prescrizioni. Il Testo Unico sull’Ambiente del 2006 prescrive tassativamente che sia l’organo competente al VIA ad assicurare il monitoraggio delle opere per cui le nuove norme prevedono che la Regione possa avvalersi dell’ARTA per i controlli che devono essere svolti su almeno il 20% delle opere a campione, scelte casualmente.
Il sopralluogo, questo sconosciuto: come decidere da una sedia il futuro dei territori e dei cittadini.
In Abruzzo il Comitato VIA non ha mai svolto sopralluoghi. Sembrerà incredibile, ma è così. Si è deciso il futuro di interi territori valutando, quando è andata bene, una foto scattata dai proponenti ed inserita negli elaborati. In altre regioni, se si ritiene indispensabile un sopralluogo per decidere, gli oneri delle spese sono a carico del proponente! Con il comma 11 si prevede che, su richiesta di almeno 100 cittadini o di almeno due Associazioni ambientaliste riconosciute, il Comitato VIA (o una sua sottocommissione) sia obbligato a svolgere un sopralluogo sul posto.
I membri del Comitato conoscono tutti gli elaborati progettuali?
Sembrerà pazzesco, ma ai membri del Comitato VIA non venivano trasmesse tutte le carte di ogni progetto e spesso si trovavano a dover decidere in pochi minuti sul futuro di un territorio basandosi esclusivamente sull’istruttoria del funzionario regionale.
La nuova norma prevede una cosa ovvia: i membri del Comitato devono ricevere per tempo tutte le carte, comprese le osservazioni delle Associazioni e dei cittadini in forma integrale.
Le competenze degli istruttori: la Regione non conosce il suo personale e non lo valorizza!
Qualcuno deve aver sparso una voce totalmente infondata: la Regione Abruzzo (ora con l’ARSSA), compresi gli enti strumentali ancora attivi come l’ARTA, non avrebbe il personale istruttorio con le competenze previste dalla nuova legge (esperienza nei settori come pubblicazioni scientifiche nazionali o internazionali); pertanto dovrebbe ricorrere a convenzioni onerose (addirittura 2 milioni di euro!) con altri enti pubblici (Università, ENEA ecc.).
È veramente incredibile che dei consiglieri regionali non sappiano che nella regione che guidano lavorano decine di funzionari che hanno all’attivo pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali proprio nei campi in cui opera il Comitato VIA. Evidentemente gli stessi consiglieri regionali che ora si oppongono alle nuove norme hanno una pessima considerazione dell’ente che devono governare. A questi consiglieri sembrerà forse strano, ma vi sono dipendenti regionali con all’attivo inviti a relazionare in convegni dell’Accademia dei Lincei oppure con pubblicazioni sulle più importanti riviste scientifiche internazionali.
La nuova normativa non solo non comporterà aggravi di spesa, ma servirà anche a premiare quei funzionari che contribuiscono al prestigio della Regione non solo in Italia, ma nel mondo. Questa è la meritocrazia tanto cara al Presidente Chiodi in campagna elettorale!