Orso bruno marsicano sempre più in pericolo e non più per i bracconieri. Ha dell'incredibile la decisione della Giunta Regionale abruzzese riunitasi il 15 settembre scorso che ha approvato in via sostitutiva il disciplinare per la caccia nella Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.
Come WWF avevamo già denunciato le scelte retrograde compiute nel calendario venatorio 2008/09 e l’Assessore regionale Fabbiani aveva promesso querele!
Ora la situazione peggiora ulteriormente.
Con la delibera del 15 settembre si permette di far cacciare nella ZPE il doppio dei cacciatori, abbassando l'indice di densità venatoria da 1 cacciatore ogni 40 ettari a 1 cacciatore ogni 19 ettari al pari di qualsiasi altro territorio della regione.
La Regione Abruzzo è intervenuta ricorrendo al potere sostitutivo perché il Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise e la Provincia di L'Aquila non avevano sottoscritto per il terzo anno consecutivo l'intesa che permette di normare in maniera particolare l'attività venatoria nella Zona di Protezione Esterna.
La Giunta Regionale, invece di riproporre saggiamente le forme di attività venatoria decise per gli ultimi anni che prevedevano una densità venatoria più bassa rispetto al resto del territorio regionale, è entrata a gamba tesa privilegiando gli interessi dei cacciatori non residenti ed abbassando l'indice.
In questo modo gli Ambiti di Caccia dovranno far accedere un numero doppio di cacciatori. Una valanga che potrà entrare in aree delicatissime, molte delle quali tutelate dalle Direttive Comunitarie. Il WWF ricorda che il tavolo tecnico del PATOM, l'accordo per la tutela dell'Orso bruno a cui hanno aderito tutti gli enti coinvolti nella gestione della specie compresa la Regione, aveva chiarito che su due punti non si poteva transigere rispetto all'attività venatoria:
1) l'indice venatorio doveva essere almeno 1:40;
2) la caccia al cinghiale non doveva avvenire nella forma della braccata, ma secondo la caccia di selezione.
Ora entrambi i punti vengono meno, anche perchè non si è fatto nulla per garantire che le decisioni prese sulla carta vengano poi realmente applicate sul territorio. Ad esempio, mancano del tutto stime sulla presenza dei cinghiali, alla base di qualsiasi forma di caccia di selezione, e nella ZPE non sono stati fatti corsi per i cacciatori per il selecontrollo e per la caccia con la tecnica della girata. Per Dante Caserta, Presidente del WWF Abruzzo si tratta di “una decisione gravissima perchè viene dall'Istituzione che dovrebbe per prima cercare di tutelare il simbolo della Regione. Si trattano territori importantissimi e fragilissimi dal punto di vista naturalistico alla stregua di qualsiasi fondovalle della Regione. L'impatto di questa decisione sarà negativa non solo sull'Orso bruno, ma anche su altre specie particolarmente tutelate dall'Unione Europea come la Coturnice. L'Assessore Fabbiani aveva reagito alle nostre critiche al calendario venatorio in maniera del tutto scomposta, senza poter peraltro basare le sue posizioni su dati scientifici ed oggettivi. La Giunta Regionale di cui fa parte Fabbiani, a causa degli scandali, può prendere solo decisioni urgenti o di ordinaria amministrazione, ma rischia di essere ricordata per aver tentato di stravolgere quelle forme di tutela che tengono accesa per l'Orso la speranza di evitare l'estinzione che, ricordo, è per sempre. Faccio appello al Presidente della Giunta Regionale Paolini affinchè vi sia un immediato ripensamento da parte della Regione. In caso contrario il tanto sbandierato accordo PATOM per l'Orso sarà semplicemente carta straccia e, per evitare danni irreparabili, dovremo ricorrere a tutte le istituzioni che devono gestire questa specie, compreso il Ministero dell'Ambiente e l'Unione Europea che tanto denaro hanno speso per la tutela dell'Orso bruno”.
Sull’argomento è intervenuto anche il WWF Italia con la nota che segue a firma del Segretario generale Michele Candotti indirizzata al Presidente Paolini e a tutti gli Assessori regionali.
Gentile Presidente, gentili Assessori,
ci ha fortemente stupito la decisione da Voi assunta con la Delibera Regionale n. 805 con la quale si intende raddoppiare l’indice di densità venatorio in aree estremamente delicate del PNALM, mettendo a serio rischio la conservazione dell’orso bruno marsicano.
Ci ha colpito la scelta di adottare decisioni in materia venatoria fortemente in contrasto con la politica e le scelte finora promosse dalla stessa Regione in merito alle quali avevamo da poco sollecitato una vostra dovuta attenzione.
Con questo atto la Regione sconfessa se stessa e quanto aveva Lei stessa promosso con il Calendario Venatorio: l’unico atto ad essere stato sottoposto formalmente al vaglio del comitato regionale sulla valutazione d’incidenza. Pur consci della mancanza della promozione di un protocollo d’Intesa tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e la Provincia di l’Aquila, non riteniamo amministrativamente legittimo l’atto promosso. In merito allo stesso rifletteremo nei prossimi giorni su quali siano i passi legali più opportuni da avviare.
Quello che inoltre ci lascia ancora più stupiti è il fatto che questo atto sia ascrivibile ad una Regione che ha sempre manifestato grande interesse e responsabilità per la conservazione di un bene prezioso, un patrimonio del mondo intero, quale è appunto l’ultima popolazione di orso bruno marsicano e l’habitat appenninico che lo accoglie.
Da anni oramai la regione Abruzzo è internazionalmente nota non solo come la Regione dei Parchi, ma anche come la regione dell’orso, esattamente come nel mondo i Vulcani Virunga sono famosi per il gorilla di montagna e le montagne del Sichuan in Cina sono conosciute per la presenza del Panda.
Ciò detto ci sembra ancora più sconcertante che nel momento in cui a livello internazionale si plaude alla scelta operata da paesi come il Burundi ed il Rwanda per un impegno a tutelare centinaia di migliaia di ettari di foreste dove sopravvive animali rari ed in pericolo di estinzione, a livello nazionale si debba registrare la clamorosa scelta di fare un passo indietro nella promozione di quel complesso sistema di interventi ed attività che possano garantire e fare sperare per un futuro di una tra le specie più rare ed importanti del nostro paese, quale è proprio l’orso marsicano.
La sopravvivenza della specie simbolo di questo territorio e del più famoso “testimonial” dell’Abruzzo è collegata all’attivazione, nel minor tempo possibile, di azioni concrete di gestione del territorio, e l’adeguata gestione dell’attività venatoria rientra tra quelle misure che sono già state individuate dagli esperti del settore al fine di permettere la conservazione dell’Orso marsicano non solo all’interno dei territori protetti ma anche nelle aree altrettanto importanti per il plantigrado situate nelle zone limitrofe .
Tra le misure più urgenti identificate dallo stesso PATOM (Programma di Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano) alcune riguardano una più idonea regolamentazione della attività venatoria, almeno all’interno della Zona di Protezione Esterna (ZPE) del PNALM.
Ci auguriamo pertanto che la Regione Abruzzo, ritornando ai criteri di responsabilità e di attenzione alla conservazione dell’ambiente che le sono consoni, faccia le scelte giuste e non vanifichi incomprensibilmente tutti gli sforzi e le attività finora attivate con il PATOM per la sopravvivenza dell’orso.
Come WWF avevamo già denunciato le scelte retrograde compiute nel calendario venatorio 2008/09 e l’Assessore regionale Fabbiani aveva promesso querele!
Ora la situazione peggiora ulteriormente.
Con la delibera del 15 settembre si permette di far cacciare nella ZPE il doppio dei cacciatori, abbassando l'indice di densità venatoria da 1 cacciatore ogni 40 ettari a 1 cacciatore ogni 19 ettari al pari di qualsiasi altro territorio della regione.
La Regione Abruzzo è intervenuta ricorrendo al potere sostitutivo perché il Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise e la Provincia di L'Aquila non avevano sottoscritto per il terzo anno consecutivo l'intesa che permette di normare in maniera particolare l'attività venatoria nella Zona di Protezione Esterna.
La Giunta Regionale, invece di riproporre saggiamente le forme di attività venatoria decise per gli ultimi anni che prevedevano una densità venatoria più bassa rispetto al resto del territorio regionale, è entrata a gamba tesa privilegiando gli interessi dei cacciatori non residenti ed abbassando l'indice.
In questo modo gli Ambiti di Caccia dovranno far accedere un numero doppio di cacciatori. Una valanga che potrà entrare in aree delicatissime, molte delle quali tutelate dalle Direttive Comunitarie. Il WWF ricorda che il tavolo tecnico del PATOM, l'accordo per la tutela dell'Orso bruno a cui hanno aderito tutti gli enti coinvolti nella gestione della specie compresa la Regione, aveva chiarito che su due punti non si poteva transigere rispetto all'attività venatoria:
1) l'indice venatorio doveva essere almeno 1:40;
2) la caccia al cinghiale non doveva avvenire nella forma della braccata, ma secondo la caccia di selezione.
Ora entrambi i punti vengono meno, anche perchè non si è fatto nulla per garantire che le decisioni prese sulla carta vengano poi realmente applicate sul territorio. Ad esempio, mancano del tutto stime sulla presenza dei cinghiali, alla base di qualsiasi forma di caccia di selezione, e nella ZPE non sono stati fatti corsi per i cacciatori per il selecontrollo e per la caccia con la tecnica della girata. Per Dante Caserta, Presidente del WWF Abruzzo si tratta di “una decisione gravissima perchè viene dall'Istituzione che dovrebbe per prima cercare di tutelare il simbolo della Regione. Si trattano territori importantissimi e fragilissimi dal punto di vista naturalistico alla stregua di qualsiasi fondovalle della Regione. L'impatto di questa decisione sarà negativa non solo sull'Orso bruno, ma anche su altre specie particolarmente tutelate dall'Unione Europea come la Coturnice. L'Assessore Fabbiani aveva reagito alle nostre critiche al calendario venatorio in maniera del tutto scomposta, senza poter peraltro basare le sue posizioni su dati scientifici ed oggettivi. La Giunta Regionale di cui fa parte Fabbiani, a causa degli scandali, può prendere solo decisioni urgenti o di ordinaria amministrazione, ma rischia di essere ricordata per aver tentato di stravolgere quelle forme di tutela che tengono accesa per l'Orso la speranza di evitare l'estinzione che, ricordo, è per sempre. Faccio appello al Presidente della Giunta Regionale Paolini affinchè vi sia un immediato ripensamento da parte della Regione. In caso contrario il tanto sbandierato accordo PATOM per l'Orso sarà semplicemente carta straccia e, per evitare danni irreparabili, dovremo ricorrere a tutte le istituzioni che devono gestire questa specie, compreso il Ministero dell'Ambiente e l'Unione Europea che tanto denaro hanno speso per la tutela dell'Orso bruno”.
Sull’argomento è intervenuto anche il WWF Italia con la nota che segue a firma del Segretario generale Michele Candotti indirizzata al Presidente Paolini e a tutti gli Assessori regionali.
Gentile Presidente, gentili Assessori,
ci ha fortemente stupito la decisione da Voi assunta con la Delibera Regionale n. 805 con la quale si intende raddoppiare l’indice di densità venatorio in aree estremamente delicate del PNALM, mettendo a serio rischio la conservazione dell’orso bruno marsicano.
Ci ha colpito la scelta di adottare decisioni in materia venatoria fortemente in contrasto con la politica e le scelte finora promosse dalla stessa Regione in merito alle quali avevamo da poco sollecitato una vostra dovuta attenzione.
Con questo atto la Regione sconfessa se stessa e quanto aveva Lei stessa promosso con il Calendario Venatorio: l’unico atto ad essere stato sottoposto formalmente al vaglio del comitato regionale sulla valutazione d’incidenza. Pur consci della mancanza della promozione di un protocollo d’Intesa tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e la Provincia di l’Aquila, non riteniamo amministrativamente legittimo l’atto promosso. In merito allo stesso rifletteremo nei prossimi giorni su quali siano i passi legali più opportuni da avviare.
Quello che inoltre ci lascia ancora più stupiti è il fatto che questo atto sia ascrivibile ad una Regione che ha sempre manifestato grande interesse e responsabilità per la conservazione di un bene prezioso, un patrimonio del mondo intero, quale è appunto l’ultima popolazione di orso bruno marsicano e l’habitat appenninico che lo accoglie.
Da anni oramai la regione Abruzzo è internazionalmente nota non solo come la Regione dei Parchi, ma anche come la regione dell’orso, esattamente come nel mondo i Vulcani Virunga sono famosi per il gorilla di montagna e le montagne del Sichuan in Cina sono conosciute per la presenza del Panda.
Ciò detto ci sembra ancora più sconcertante che nel momento in cui a livello internazionale si plaude alla scelta operata da paesi come il Burundi ed il Rwanda per un impegno a tutelare centinaia di migliaia di ettari di foreste dove sopravvive animali rari ed in pericolo di estinzione, a livello nazionale si debba registrare la clamorosa scelta di fare un passo indietro nella promozione di quel complesso sistema di interventi ed attività che possano garantire e fare sperare per un futuro di una tra le specie più rare ed importanti del nostro paese, quale è proprio l’orso marsicano.
La sopravvivenza della specie simbolo di questo territorio e del più famoso “testimonial” dell’Abruzzo è collegata all’attivazione, nel minor tempo possibile, di azioni concrete di gestione del territorio, e l’adeguata gestione dell’attività venatoria rientra tra quelle misure che sono già state individuate dagli esperti del settore al fine di permettere la conservazione dell’Orso marsicano non solo all’interno dei territori protetti ma anche nelle aree altrettanto importanti per il plantigrado situate nelle zone limitrofe .
Tra le misure più urgenti identificate dallo stesso PATOM (Programma di Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano) alcune riguardano una più idonea regolamentazione della attività venatoria, almeno all’interno della Zona di Protezione Esterna (ZPE) del PNALM.
Ci auguriamo pertanto che la Regione Abruzzo, ritornando ai criteri di responsabilità e di attenzione alla conservazione dell’ambiente che le sono consoni, faccia le scelte giuste e non vanifichi incomprensibilmente tutti gli sforzi e le attività finora attivate con il PATOM per la sopravvivenza dell’orso.
Sicuri di un Vs. sollecito riscontro cogliamo l’occasione per porgere i nostri migliori saluti.
Michele Candotti
Direttore Generale
Michele Candotti
Direttore Generale