Per il WWF il calendario venatorio della Regione Abruzzo 2008/09, predisposto dal neo assessore Fabbiani, rappresenta un passo indietro rispetto a quanto si era fatto negli ultimi anni.
Innanzitutto la vergognosa preapertura per la domenica 7 settembre che, oltre che per le altre specie del passato, quest’anno viene estesa al colombaccio che quindi si potrà cacciare anche nei boschi delle zone montane altrimenti tranquilli in questa giornata. Poi la proroga alla caccia alla beccaccia al 25 di gennaio quando la legge prevede la chiusura al 31 dicembre e l’apertura al 21 settembre della caccia alla lepre che l’Istituto Nazionale di Fauna Selvatica prescrive da metà ottobre.
Ma è nel settore della caccia ai cinghiali che si registra la situazione peggiore, soprattutto per quanto riguarda l’incidenza che questa attività ha sull’orso.
Come è noto le battute di caccia al cinghiale sono estremamente problematiche per gli orsi che vengono fortemente disturbati dai cani utilizzati in questa modalità di caccia: non solo, vi sono stati in passato anche episodi di orsi uccisi per sbaglio durante battute di questo tipo al cinghiale svolte all’imbrunire.
Proprio per questo, tutti gli organismi scientifici richiedono il divieto di caccia al cinghiale con la battuta nelle zone dove è presente l’orso. In questo senso si è pronunciato anche il PATOM, il Patto per la Tutela dell’Orso Marsicano, organismo tecnico che riunisce tutte le Aree protette, le Regioni, le Province, le Università e tanti altri enti ed organismi che agiscono nell’areale dell’orso, oltre al Ministero dell’Ambiente ed il Corpo Forestale dello Stato.
Ad oggi, invece, non è stata ancora firmato il Protocollo d’intesa tra il Parco Nazionale d’Abruzzo e la Provincia di L’Aquila per vietare la pratica della battuta nella Zona di Protezione Esterna del Parco che dovrebbe rendere operativo tale divieto.
Il WWF chiede che si giunga al più presto ad una definizione della situazione sulla base di quanto stabilito dal PATOM e dallo stesso Comitato sulla Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Abruzzo che all’inizio di agosto si è pronunciato sul calendario venatorio: in particolare nella Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo deve essere assolutamente vietata la braccata durante la caccia al cinghiale, o proibendo la caccia o adottando le metodologie cautelative indicate dal PATOM.
“Se si vuole tutelare realmente l’orso”, dichiara Dante Caserta, Presidente WWF Abruzzo, “non è accettabile adottare una politica da gambero: 1 passo avanti e 2 indietro! Tutti sanno il rischio che si corre a consentire la caccia al cinghiale in battuta nei territorio dove è presente l’orso: la Regione, la Provincia di L’Aquila ed il Parco sono tutti rappresentati all’interno di quegli organismi scientifici che, ad iniziare dal PATOM, sostengono la necessità di vietare tale attività di caccia per non danneggiare la popolazione di orso rimasta. Sono tre anni che in Abruzzo si sta lavorando per adottare modalità di caccia al cinghiale che non determinino problemi all’orso, almeno nelle zone in cui è accertata la presenza di questa specie. Tornare ora indietro e peggiorare quello che è stato fatto fino ad oggi, è un azzardo che una Regione che negli ultimi due anni ha perso ben 7 orsi delle poche decine rimaste non può assolutamente permettersi”.
Innanzitutto la vergognosa preapertura per la domenica 7 settembre che, oltre che per le altre specie del passato, quest’anno viene estesa al colombaccio che quindi si potrà cacciare anche nei boschi delle zone montane altrimenti tranquilli in questa giornata. Poi la proroga alla caccia alla beccaccia al 25 di gennaio quando la legge prevede la chiusura al 31 dicembre e l’apertura al 21 settembre della caccia alla lepre che l’Istituto Nazionale di Fauna Selvatica prescrive da metà ottobre.
Ma è nel settore della caccia ai cinghiali che si registra la situazione peggiore, soprattutto per quanto riguarda l’incidenza che questa attività ha sull’orso.
Come è noto le battute di caccia al cinghiale sono estremamente problematiche per gli orsi che vengono fortemente disturbati dai cani utilizzati in questa modalità di caccia: non solo, vi sono stati in passato anche episodi di orsi uccisi per sbaglio durante battute di questo tipo al cinghiale svolte all’imbrunire.
Proprio per questo, tutti gli organismi scientifici richiedono il divieto di caccia al cinghiale con la battuta nelle zone dove è presente l’orso. In questo senso si è pronunciato anche il PATOM, il Patto per la Tutela dell’Orso Marsicano, organismo tecnico che riunisce tutte le Aree protette, le Regioni, le Province, le Università e tanti altri enti ed organismi che agiscono nell’areale dell’orso, oltre al Ministero dell’Ambiente ed il Corpo Forestale dello Stato.
Ad oggi, invece, non è stata ancora firmato il Protocollo d’intesa tra il Parco Nazionale d’Abruzzo e la Provincia di L’Aquila per vietare la pratica della battuta nella Zona di Protezione Esterna del Parco che dovrebbe rendere operativo tale divieto.
Il WWF chiede che si giunga al più presto ad una definizione della situazione sulla base di quanto stabilito dal PATOM e dallo stesso Comitato sulla Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Abruzzo che all’inizio di agosto si è pronunciato sul calendario venatorio: in particolare nella Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo deve essere assolutamente vietata la braccata durante la caccia al cinghiale, o proibendo la caccia o adottando le metodologie cautelative indicate dal PATOM.
“Se si vuole tutelare realmente l’orso”, dichiara Dante Caserta, Presidente WWF Abruzzo, “non è accettabile adottare una politica da gambero: 1 passo avanti e 2 indietro! Tutti sanno il rischio che si corre a consentire la caccia al cinghiale in battuta nei territorio dove è presente l’orso: la Regione, la Provincia di L’Aquila ed il Parco sono tutti rappresentati all’interno di quegli organismi scientifici che, ad iniziare dal PATOM, sostengono la necessità di vietare tale attività di caccia per non danneggiare la popolazione di orso rimasta. Sono tre anni che in Abruzzo si sta lavorando per adottare modalità di caccia al cinghiale che non determinino problemi all’orso, almeno nelle zone in cui è accertata la presenza di questa specie. Tornare ora indietro e peggiorare quello che è stato fatto fino ad oggi, è un azzardo che una Regione che negli ultimi due anni ha perso ben 7 orsi delle poche decine rimaste non può assolutamente permettersi”.