28.8.08

Acqua dai Pozzi del Vomano

Nelle scorse settimane il WWF è intervenuto sulla situazione di criticità relativa alla distribuzione di acqua nel territorio della Val Pescara e della costa ricordando i dati relativi alla enorme disponibilità pro-capite e stigmatizzando il ricorso all’uso dei Pozzi 2 e 5 Vomano 1 di Scerni di Pineto, già chiusi per inquinamento da nitrati e da solventi classificati quali probabili cancerogeni (tetracloroetilene).
Il WWF, dati della stessa ACA alla mano, ha fatto semplici calcoli sulla disponibilità idrica pro-capite, ancora prima della riapertura dei pozzi di Pineto.
Il Presidente dell’ACA ha più volte dichiarato che l’ACA immette in rete 3.111 litri al secondo (in un caso ha dichiarato 3.200 l/s), prima dell’apertura dei pozzi Vomano, che hanno aggiunto ulteriori 70 litri al secondo. Dal sito dell’ACA si può leggere che la popolazione servita in estate è di circa 650.000 persone. Moltiplicando i litri al secondo prima dell’apertura dei pozzi per i secondi che compongono un giorno e dividendo per il numero di persone servite, si giunge alla mostruosa cifra di 414 litri disponibili al giorno per ogni persona (la media dei consumi giornalieri pro-capite in Italia è di 220 litri mentre in nord-Europa oscilla tra 130 e 160 litri al giorno pro-capite).
Disponibilità idriche immense (sottratte alle sorgenti ed ai fiumi) vengono dilapidate senza sapere neanche bene come: è veramente incomprensibile, con questi dati e ad oltre un anno dalla crisi drammatica del 2007, il ripetersi di disservizi in tantissimi comuni.
In tale contesto non si capisce come possano esserci i presupposti per un utilizzo straordinario dei Pozzi Vomano, già chiusi nel passato per inquinamento da sostanze estremamente pericolose, le cui acque richiedono, quindi, un trattamento di filtraggio e potabilizzazione estremamente costoso (il Sindaco di Silvi ha parlato di 500.000 euro) che, peraltro, non riesce ad abbattere completamente l’inquinamento, ma semplicemente a riportarlo entro i limiti di legge fissati per la potabilità.
L’Istituto Superiore di Sanità in una sua nota del 10 aprile 2008 aveva chiarito come il quadro di inquinamento dei pozzi configurasse “una situazione di rischio per la salute umana anche per la non prevedibile contaminazione delle acque sotterranee in seguito al rilascio delle sostanze di che trattasi e alla “delicatezza” dei sistemi di trattamento adottati”.
La ASL di Teramo nella sua nota del 31 marzo 2008 prescriveva, tra l’altro, un piano di comunicazione adeguato ed il coinvolgimento dei portatori di interesse che sono stati entrambi disattesi. Sull’uso dei pozzi del Vomano il WWF è intenzionato ad andare avanti anche su quanto è accaduto negli anni passati: i cittadini, infatti, hanno il diritto di bere acqua sicura dal rubinetto affidandosi a un sistema di gestione efficace, trasparente e partecipato, senza dover ricorrere all’acqua imbottigliata la cui produzione e commercializzazione comportano costi ambientali elevatissimi.