Dalla notte del 21 agosto fino al mattino seguente un grave incendio ha colpito un’importante superficie dell’Oasi WWF - Riserva Naturale Regionale dei Calanchi di Atri.
Alcune decine di ettari di rara vegetazione che vive in questi Calanchi è già andata persa per le fiamme che sono divampate verso le tre del mattino.
Purtroppo le aree interessate dall’incendio sono così impervie da impedire un’opera di spegnimento dal basso e solo l’impiego di elicotteri dei Vigili del Fuoco e della Regione Abruzzo sono riusciti a limitare i danni.
Il danno ambientale è ingente: sono stati persi una trentina di ettari di preziosa vegetazione calanchiva, adattata alle estreme condizioni ambientali di queste strane formazioni geologiche che costituiscono un paesaggio unico in Italia per la vastità dei fenomeni erosivi che portano alla formazione di spettacolari lame di terra. La particolare vegetazione che riesce a crescere nei calanchi è molto rara e rientra tra gli habitat tutelati dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea. Nella classificazione scientifica dell’Unione Europea sono denominati “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) – siti importanti per le orchidee” e “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea”.
Entrambi tipi vegetazionali costituiti da piante adattate a vivere su suoli estremamente poveri e ricchi di sale, per cui ricordano la vegetazione delle aree costiere.
Il WWF vuole ringraziare le forze impegnate nelle opere di spegnimento, ma deve stigmatizzare il fatto che paghiamo anche la situazione di continua precarietà in cui versano le aree protette regionali da alcuni anni per i tagli di fondi indispensabili per assicurare le normali attività gestionali e la continua incertezza nelle assegnazioni.
Alcune decine di ettari di rara vegetazione che vive in questi Calanchi è già andata persa per le fiamme che sono divampate verso le tre del mattino.
Purtroppo le aree interessate dall’incendio sono così impervie da impedire un’opera di spegnimento dal basso e solo l’impiego di elicotteri dei Vigili del Fuoco e della Regione Abruzzo sono riusciti a limitare i danni.
Il danno ambientale è ingente: sono stati persi una trentina di ettari di preziosa vegetazione calanchiva, adattata alle estreme condizioni ambientali di queste strane formazioni geologiche che costituiscono un paesaggio unico in Italia per la vastità dei fenomeni erosivi che portano alla formazione di spettacolari lame di terra. La particolare vegetazione che riesce a crescere nei calanchi è molto rara e rientra tra gli habitat tutelati dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea. Nella classificazione scientifica dell’Unione Europea sono denominati “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) – siti importanti per le orchidee” e “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea”.
Entrambi tipi vegetazionali costituiti da piante adattate a vivere su suoli estremamente poveri e ricchi di sale, per cui ricordano la vegetazione delle aree costiere.
Il WWF vuole ringraziare le forze impegnate nelle opere di spegnimento, ma deve stigmatizzare il fatto che paghiamo anche la situazione di continua precarietà in cui versano le aree protette regionali da alcuni anni per i tagli di fondi indispensabili per assicurare le normali attività gestionali e la continua incertezza nelle assegnazioni.