Sono passati poco più di 5 mesi e dopo il fiume di parole sembra che non sia rimasto niente.
Non vorremmo che la coltre nevosa che oggi ricopre le montagne del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sia anche un velo con il quale si copre la tragedia accaduta in Abruzzo solo alcuni mesi fa con l’uccisione premeditata di 3 orsi e decine di altri animali tra cui lupi, volpi, ecc. La primavera, che porta il risveglio degli orsi, è alle porte, e la paura del WWF è che il tempo trascorso facciano dimenticare ancora una volta questo crimine nei confronti della natura abruzzese. L’Associazione e tutta la società civile che si indignò per la morte dell’Orso Bernardo e degli altri animali, ancora oggi rimangono in attesa di conoscere a quali conclusioni siano giunte le indagini promosse dalla magistratura inquirente e cosa sia stato fatto per punire i colpevoli ed evitare che eventi del genere si ripetano. Dopo la morte dei 3 orsi, la Regione Abruzzo ed altri Enti hanno continuato a realizzare (e pagare…) altri convegni, altri stand e altre consulenze, ma non sembra che tali iniziative abbiano dato alcun risultato.
L’unica novità organizzativa riguarda l’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise che, nonostante alcune polemiche strumentali, finalmente da pochi giorni può contare su un Direttore, unico, tra quelli dei Parchi nazionali abruzzesi, nominato secondo le procedure previste dalla Legge Quadro sulle aree protette. Al neodirettore, Dott. Vittorio Ducoli, il WWF chiede un immediato impegno ed una azione concreta per smascherare i responsabili dell’eccidio degli orsi e per evitare il ripetersi di tali fatti. L’Associazione ha il timore che il tempo faccia dimenticare quanto accaduto e che a tutti i buoni propositi ed alle dichiarazioni fatte nelle settimane successive a quel tragico evento non seguano fatti concreti. Il pericolo è che non si riesca a dare un volto e un nome a chi ha compiuto un così efferato crimine e che niente venga fatto per rendere possibile un maggiore controllo sul mercato di tutte quelle sostanze che oggi vengono utilizzate in Italia per uccidere la nostra fauna. Il WWF torna a porre le domande ancora oggi senza risposta.
A che punto sono le indagini?
Come ci si è organizzati per aumentare il controllo del territorio?
Cosa si è fatto per migliorare la filiera del mercato dei veleni e dei prodotti nocivi?
Quali azioni sono state compiute per garantire un maggiore controllo della vendita e detenzione dei veleni? Si darà piena applicazione alla Direttiva 91/414/CEE, definendo anche un puntuale schema sanzionatorio al fine di garantire un uso legale controllato dei prodotti chimici utilizzati in agricoltura, evitando che ogni anno migliaia gli animali siano uccisi dall’uso illegale di micidiali cocktail velenosi fatti con prodotti fitosanitari?
Non vorremmo che la coltre nevosa che oggi ricopre le montagne del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sia anche un velo con il quale si copre la tragedia accaduta in Abruzzo solo alcuni mesi fa con l’uccisione premeditata di 3 orsi e decine di altri animali tra cui lupi, volpi, ecc. La primavera, che porta il risveglio degli orsi, è alle porte, e la paura del WWF è che il tempo trascorso facciano dimenticare ancora una volta questo crimine nei confronti della natura abruzzese. L’Associazione e tutta la società civile che si indignò per la morte dell’Orso Bernardo e degli altri animali, ancora oggi rimangono in attesa di conoscere a quali conclusioni siano giunte le indagini promosse dalla magistratura inquirente e cosa sia stato fatto per punire i colpevoli ed evitare che eventi del genere si ripetano. Dopo la morte dei 3 orsi, la Regione Abruzzo ed altri Enti hanno continuato a realizzare (e pagare…) altri convegni, altri stand e altre consulenze, ma non sembra che tali iniziative abbiano dato alcun risultato.
L’unica novità organizzativa riguarda l’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise che, nonostante alcune polemiche strumentali, finalmente da pochi giorni può contare su un Direttore, unico, tra quelli dei Parchi nazionali abruzzesi, nominato secondo le procedure previste dalla Legge Quadro sulle aree protette. Al neodirettore, Dott. Vittorio Ducoli, il WWF chiede un immediato impegno ed una azione concreta per smascherare i responsabili dell’eccidio degli orsi e per evitare il ripetersi di tali fatti. L’Associazione ha il timore che il tempo faccia dimenticare quanto accaduto e che a tutti i buoni propositi ed alle dichiarazioni fatte nelle settimane successive a quel tragico evento non seguano fatti concreti. Il pericolo è che non si riesca a dare un volto e un nome a chi ha compiuto un così efferato crimine e che niente venga fatto per rendere possibile un maggiore controllo sul mercato di tutte quelle sostanze che oggi vengono utilizzate in Italia per uccidere la nostra fauna. Il WWF torna a porre le domande ancora oggi senza risposta.
A che punto sono le indagini?
Come ci si è organizzati per aumentare il controllo del territorio?
Cosa si è fatto per migliorare la filiera del mercato dei veleni e dei prodotti nocivi?
Quali azioni sono state compiute per garantire un maggiore controllo della vendita e detenzione dei veleni? Si darà piena applicazione alla Direttiva 91/414/CEE, definendo anche un puntuale schema sanzionatorio al fine di garantire un uso legale controllato dei prodotti chimici utilizzati in agricoltura, evitando che ogni anno migliaia gli animali siano uccisi dall’uso illegale di micidiali cocktail velenosi fatti con prodotti fitosanitari?