Il 25 gennaio in tutta Italia sono state organizzate quasi cento manifestazioni "La protesta dei pesci di fiume" contro l’idroelettrico selvaggio e per denunciare i troppi mali che affliggono i corsi d’acqua italiani e l’indifferenza della politica verso la crisi climatica in atto.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici potrebbero, nell’arco di poche decine di anni, stravolgere il Paese. Un recente studio dell’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha evidenziato come il problema dell’innalzamento dei mari e segnatamente dell’Adriatico avrà a breve conseguenze drammatiche per le città costiere. Eppure la politica continua a trattare l’ambiente con drammatica incompetenza.
Un esempio per tutti: il decreto Rinnovabili FER 1 che non ha eliminato gli incentivi agli impianti idroelettrici nei corsi d’acqua naturali, com’era invece previsto nella bozza originale, fissando però, in ossequio alle direttive europee, dei criteri da rispettare. Criteri che invece si sta cercando di aggirare nella loro concreta applicazione aprendo la strada a un idroelettrico selvaggio che, a fronte di una irrisoria produzione di energia, creerebbe danni incalcolabili a fiumi e torrenti.
Per questo 18 associazioni ambientaliste hanno chiesto al Ministro Costa di imporre una rigorosa applicazione delle norme, al fine di evitare che vengano concessi incentivi a centinaia di nuovi impianti che non rispettano la Direttiva Quadro Acque.
In Abruzzo Legambiente e WWF hanno indetto un flash-mob alla foce del fiume Pescara, il maggiore corso d’acqua della regione e uno dei più tartassati.
Sul tema dell’idroelettrico il delegato del WWF Abruzzo, Filomena Ricci, il presidente di Legambiente Abruzzo, Giuseppe Di Marco, e il presidente del WWF Chieti-Pescara, Nicoletta Di Francesco, hanno presentato una “letterona” per il ministro Costa, di cui si riporta qui di seguito il contenuto:
Gent.mo Ministro Costa,
dall’Abruzzo “regione verde d’Europa” le chiediamo di prescrivere la rigorosa applicazione delle Tabelle del Decreto Direttoriale 29 del Ministero dell’Ambiente, per evitare danni enormi agli ecosistemi fluviali.
Il Decreto Rinnovabili non ha infatti eliminato gli incentivi agli impianti idroelettrici nei corsi d’acqua naturali, benché questo fosse inizialmente previsto.
Per porre un argine al proliferare di progetti impattanti ha comunque condizionato le autorizzazioni al rispetto delle linee guida e delle Tabelle.
Il rispetto delle Tabelle metterebbe un argine a quelle pratiche nefaste che hanno dato via libera a più di un migliaio di progetti in contrasto con la Direttiva Acque.
La biodiversità acquatica rischia un danno immenso a fronte di un contributo di energia rinnovabile irrisorio.
Ministro, non ci deluda.