Le forti mareggiate degli ultimi mesi hanno portato a più riprese sulla spiaggia dell’Area Marina Protetta Torre di Cerrano grandi quantità di rifiuti. Sul tratto di litorale ricompreso nel parco è arrivato, come del resto su tutta la costa teramana, materiale di ogni tipo: tronchi, rami e altro materiale legnoso, ma anche immondizia, tantissima plastica, materiale scartato durante le attività di pesca e acquacoltura e perfino rifiuti speciali e sanitari.
Correttamente le norme in vigore nel Parco impongono di non rimuovere il materiale legnoso che, come è scritto sui cartelli dell’Area Marina Protetta, deve essere considerato una “risorsa e non un rifiuto” perché svolge un’importante funzione ecologica sia contro l’erosione, sia come rifugio e fonte di nutrimento per larve e insetti alla base della catena alimentare dell’ecosistema dunale-litoraneo.
La quantità di materiale arrivato sulle spiagge nelle ultime settimane è stata enorme (sono stati ritrovati interi alberi sradicati sulla spiaggia). Questo ha posto un problema per quanto riguarda la pulizia della spiaggia che, in varie parti dell’Area Marina Protetta, deve essere fatta selettivamente senza l’utilizzo di mezzi meccanici per non danneggiare le dune o i nidi di fratino e non portare via anche il legno spiaggiato.
In alcune delle pulizie effettuate dopo le mareggiate della fine di maggio, ciò non è accaduto, contravvenendo a quanto stabilito dallo stesso Regolamento di Esecuzione e Organizzazione dell’Area Marina Protetta, in particolare dall’articolo 15 “Disciplina della pulizia degli arenili” dove si legge che nella zona B “sono consentite attività di pulizia delle spiagge esclusivamente a mano” e nella zona C1 la pulizia degli arenili deve essere effettuata “al di fuori delle concessioni balneari, rigorosamente a mano”.
È vero che l’incuria dei nostri corsi d’acqua (recentemente il WWF ha denunciato lo stato pietoso in cui versa il Fiume Vomano, costellato di decine e decine di discariche abusive, piccole e grandi) e i rilasci di acqua dagli sbarramenti posti lungo il Vomano fanno arrivare al mare ogni tipo di materiale che poi alla prima mareggiata viene depositato sulla spiaggia. Ma è altrettanto vero che proprio un’Area Marina Protetta e i Comuni che ne fanno parte devono essere i primi a tutelare il patrimonio naturale costiero rispettando quelle norme che si sono essi stessi dati. Non è possibile una simile mancanza di coordinamento per cui il Comune di Pineto fa effettuare la pulizia con mezzi meccanici e l’Area Marina Protetta non interviene per far rispettare il divieto.
Abbiamo appreso dalla stampa che l’Area Marina Protetta è intenzionata a promuovere un incontro al fine di trovare una soluzione a questo problema.
Apprezziamo l’iniziativa e riteniamo che il Parco e i comuni costieri non possono essere lasciati soli a gestire un’emergenza che in gran parte viene determinata al di fuori dell’area di loro competenza. Tale iniziativa, però, deve portare ad azioni concrete, mettendo tutti davanti alle proprie responsabilità almeno rispetto a quattro punti fondamentali:
- controllo del territorio rispetto all’abbandono dei rifiuti lungo i corsi d’acqua;
- bonifica delle discariche abusive e di quelle in stato di abbandono lungo i corsi d’acqua;
- regolamentazione dei rilasci di acqua nei corsi d’acqua per impedire di trasformare il mare in una discarica;
- rispetto delle regole per la pulizia della spiaggia.
L’Area Marina Protetta Torre di Cerrano e i Comuni di Pineto e Silvi possono farsi promotori di un incontro aperto al contributo di tutti per analizzare le cause del problema e trovare soluzioni concrete e durature. In questo modo si porranno le basi per evitare il ripetersi di quanto abbiamo visto nell’ultimo mese e negli anni passati.
Il WWF, che a livello nazionale porta avanti la campagna #plasticfree “Mare e spiagge senza plastica”, è pronto a dare il proprio contributo e a collaborare come ha sempre fatto anche partecipando e promuovendo le giornate di pulizia a mano del litorale fatte negli ultimi 20 anni sulla costa teramana.