Il 2013 è stato innanzitutto l’anno nel quale gli abruzzesi sono
scesi in piazza in massa per rivendicare il diritto a scegliersi da soli il
loro futuro. La manifestazione del 13 aprile a Pescara contro la
petrolizzazione del Mare Adriatico, nata per dire no a Ombrina Mare con i suoi
pozzi e l’annessa nave-raffineria per la desolforizzazione, è diventata infatti
in realtà un modo per dire sì a un diverso tipo di economia.
Non a caso hanno partecipato circa 40 mila persone con l’adesione
delle principali associazioni ambientaliste e del commercio, sindacati, movimenti,
comitati, diocesi, Province, Comuni, operatori turistici, organizzazioni del
mondo agricolo, consorzi di tutela, partiti e organizzazioni che da anni si
battono sul territorio perché la nostra regione abbia un futuro sostenibile,
basato sulla qualità della vita e su un'economia veramente responsabile e
durevole.
Una battaglia tutt’altro che conclusa, perché alla minaccia
rappresentata in mare da Ombrina si aggiungono numerosi altri progetti a terra
in varie parti della regione, nonostante la politica mondiale stia cercando
ormai ovunque strade alternative ai combustibili fossili.
"Quella del petrolio, al di là delle vaghe promesse per posti
di lavoro che altrove in analoghi impianti non sono mai arrivati, e certamente
non nei numeri promessi, è - sottolinea il presidente del WWF Abruzzo, Luciano
Di Tizio -
una scelta economica devastante per il territorio, che provoca danni cospicui a
fronte di pochi vantaggi che finiscono in gran parte altrove. Gli abruzzesi lo
hanno capito e lo hanno detto in forma chiarissima, anche se non tutti gli
esponenti politici regionali sembra l’abbiano ben capito, ma di questo i
cittadini terranno certamente conto nelle prossime scadenze elettorali.
Un importante successo gli ambientalisti lo hanno ottenuto
fermando, speriamo per sempre, lo sconcertante e pericoloso progetto della
Forest per l’estrazione di gas sotto il lago di Bomba, mentre resta nel limbo
il varo dell’atteso Parco Nazionale della Costa Teatina, nato sulla carta nel
2001 ma mai perimetrato. "Domani, a fine anno - evidenzia Di Tizio - scade
l’ennesima proroga concessa per definire in sede locale una perimetrazione. Ci
aspettiamo a questo punto che il ministro dell’Ambiente Andrea
Orlando, come promesso, dia già dal 2 gennaio avvio alla pratica
per la nomina di un commissario che proceda d’ufficio, superando
l’atteggiamento dilatorio che la Regione continua a portare avanti. Una
eventuale ulteriore proroga, oltre che irritare i cittadini, segnerebbe una
sconfitta per la politica tutta e anche una sconfitta personale del ministro
che verrebbe meno a un impegno pubblicamente preso ormai molti mesi fa".
Non solo
petrolio: negli ultimi anni il WWF e altre associazioni sono state costrette a
contrastare calendari venatori
decisamente inadeguati a quella che dovrebbe essere la regione verde d’Europa e
i successi ottenuti attraverso la magistratura amministrativa testimoniano come
le ragioni degli ambientalisti fossero largamente fondate.
La Regione Abruzzo, del resto, non sembra amare particolarmente le
aree protette come testimonia il fatto che ogni anno occorre una mobilitazione
per scongiurare rovinosi tagli nei finanziamenti destinati alla gestione delle riserve
e del parco regionali.
Impegni
di spesa produttivi anche sul piano puramente economico, visto che i finanziamenti
per l’ambiente, secondo tutte le stime, danno lavoro e muovono positivamente
l’economia, oltre a svolgere una importante funzione di tutela che spesso porta
anche stanziamenti europei altrimenti destinati altrove.
"Che certa politica sia lontanissima dagli interessi e dalle
aspettative della gente è testimoniato anche dal fatto che per ben due volte,
nel corso del 2013, la maggioranza che attualmente governa la Regione ha
cercato di 'riperimetrare', tagliando aree importanti, il Parco regionale
Sirente Velino, scelta sciagurata impedita da una mobilitazione anche in questo
caso senza precedenti, con oltre 200 mila firme raccolte in pochissimi giorni
in difesa dell’area protetta, fondamentale per la tutela di una specie simbolo
dell’Abruzzo, l’orso marsicano, sempre più in pericolo per le nostre scelte
scriteriate".
Nella impossibilità di inserire in un bilancio di poche pagine tutte le attività svolte dal WWF regionale e dalle quattro strutture territoriali (Chieti, Marsica, Teramo, Zona frentana e costa teatina) cui si aggiungono le Oasi del Lago di Penne, dei Calanchi di Atri, delle Gole del Sagittario, del Lago di Serranella, di cascate del Rio Verde e della Diga di Alanno, ci limitiamo ad alcuni, pochi, aspetti significativi.
In uno
dei settori tradizionalmente cari al WWF, la difesa del verde e degli alberi in
particolare, nel 2013 c’è stato il tristissimo episodio di Francavilla al Mare,
dove l’attuale giunta municipale, sindaco Antonio Luciani in testa, con una tenacia degna
di miglior causa, ha decretato la distruzione dello storico viale Alcione con
il taglio di numerosi tigli. A nulla è valsa la mobilitazione di cittadini,
associazioni e della politica con appelli bipartisan: nulla ha fermato il
taglio. Il WWF non ha potuto far altro che 'rispolverare' il premio 'Attila'
attribuendolo, a furor di popolo, proprio al sindaco di Francavilla al Mare.
Ben magra consolazione: quel bellissimo viale ora non esiste più.
Un altro tema tradizionalmente seguito dal WWF è il contrasto
all’eccessiva cementificazione del territorio, che oggi viene
significativamente definita 'consumo di suolo'.
Una
attenzione particolare è stata data alle costruzioni realizzate in zone
fragili: pendii franosi e aree fluviali.
La recente piccola alluvione
(in Abruzzo è scesa una quantità d’acqua pari a un quarto di quella precipitata
pochi giorni prima in Sardegna) ha messo in ginocchio buona parte della regione,
dimostrando come l’imprevidenza e le scelte sbagliate di ieri, ma purtroppo
anche di oggi, si possano facilmente ritorcere contro la collettività con
rischi enormi per l’incolumità delle persone e per l’economia dei territori,
con danni immensi spesso pagati con fondi pubblici nonostante le scelte
sbagliate abbiano invece portato quasi sempre vantaggi a singoli o a piccoli
gruppi. Gli allagamenti tra fine novembre e inizio dicembre non sembra
purtroppo che abbiano aperto gli occhi a sindaci e amministratori della cosa
pubblica, ma i cittadini hanno visto e sapranno valutare.
Ultima, ma non certo per ordine di importanza, la questione acqua, con tutte le sue sfaccettature,
dalla difesa dei fiumi ad una saggia gestione degli acquedotti. In Abruzzo il
tema riconduce direttamente alla discarica
dei veleni di Bussi che inquinò l’acqua potabile che arrivava nelle case
dei cittadini di Chieti, Pescara e di buona parte della vallata. Il processo
per inquinamento delle acque dopo un’interminabile fase preliminare, è
finalmente approdato, a fine anno, in Corte d’Assise e nel 2014 è attesa la
sentenza.
"Il WWF – conclude il Presidente Di Tizio – anche in questa
vicenda ha avuto un ruolo importante e ne siamo orgogliosi. Ma è grave che
della tutela degli interessi dei cittadini e persino della loro salute debba
interessarsi un’associazione di volontari, che vive solo grazie alle quote
sociali dei propri iscritti, piuttosto che le pubbliche istituzioni a questo
deputate per legge. Se mi si chiede che cosa auguro agli abruzzesi per il 2014,
rispondo con due auspici: di riuscire finalmente a scegliere, attraverso il
voto, amministratori pubblici capaci e attenti al bene comune prima di
qualsiasi altra cosa e di avere uffici pubblici in cui tutti facciano sempre il
proprio dovere. Dovrebbe essere la normalità, e spesso altrove è così. Per noi
purtroppo è soltanto una speranza".