Fano Adriano, uno dei cinque paesi del progetto Borghi Attivi |
Circa un migliaio tra cittadini e turisti coinvolti, centinaia di questionari distribuiti, decine di incontri ed iniziative, cinque pubblicazioni con le linee guida per lo sviluppo locale, il sito www.borghiattivi.it: sono questi i risultati di oltre un anno di lavoro del progetto “Borghi Attivi: statuto partecipato dei paesi d’Italia”.
Il progetto, finanziato dal bando per la Progettazione Sociale “Emergenza Abruzzo” dell’Associazione delle Casse di Risparmio Italiane, è stato promosso dal WWF Teramo ed è stato monitorato dall’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali attraverso il Centro Servizi Volontariato di Teramo.
Obiettivo dell’intervento è stato quello di coinvolgere le comunità locali di cinque paesi colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009 - Civitella Casanova, Fano Adriano, Fontecchio, Pescomaggiore (L’Aquila) e Santa Maria del Ponte (Tione) - in altrettanti percorsi di progettazione partecipata per elaborare uno “Statuto dei Luoghi” che riprende l’anglosassone “Village Design Statement” o VDS (in Italiano “Dichiarazione sul progetto del paese”), strumento nato ed applicato nel Regno Unito per far fronte a problemi ben noti: i cambiamenti economici e demografici e le nuove espansioni urbane, tendono ad inglobare le aree rurali, portando alla perdita delle identità locali e paesaggistiche, allo sfaldamento delle comunità rurali ed all’estinguersi della loro visione del futuro, esattamente come sta accadendo a tanti abitanti dei paesi colpiti dal terremoto che oggi sempre di più si sentono “stranieri in casa”. Nuovi iniziative economiche e nuovi insediamenti trascurano la necessità di rispettare le tipologie, i paesaggi e le “visioni” locali, finendo per minacciare l’unicità del carattere di ciascun luogo che si è andata formando in secoli di storia e di stratificazioni culturali e di usi del territorio.
Dichiara Alessio di Giulio del Centro di Educazione al Paesaggio “Torre del Cornone” di Fontecchio e coordinatore del progetto: “Le comunità dei piccoli centri colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009 si trovano oggi in un momento chiave della propria storia. Il sisma ha inferto un durissimo colpo alle già deboli comunità locali, alla loro economia, alla loro visione del futuro, mettendo definitivamente in luce fenomeni in corso da decenni: declino numerico ed invecchiamento della popolazione, svuotamento dei centri storici, spostamento degli abitanti in edifici nuovi, abbandono delle aree rurali. Le piccole comunità locali, depositarie di storie e di identità straordinarie, si pongono oggi una serie di domande: cosa fare dei centri storici? Quando si completerà la ricostruzione? Questi cambiamenti cancelleranno il paesaggio e l’identità locale? Cosa fare del territorio che circonda il paese? Cosa fare in futuro dei villaggi “provvisori” sorti a fianco ai paesi? Sono domande a cui non è facile dare una risposta, soprattutto in un momento in cui le Amministrazioni locali sono impegnate nel “post sisma” e poca attenzione viene data al coinvolgimento delle comunità locali. Per questo abbiamo messo in opera questo processo di progettazione partecipata che consenta loro di ri-disegnare un futuro”.
Attraverso il coinvolgimento di oltre dieci realtà locali tra associazioni, amministrazioni locali, centri di educazione ambientale e attraverso questionari nonché una miriade di incontri ed iniziative, il progetto ha chiesto a chi vive o frequenta durante le vacanze i 5 paesi coinvolti di disegnare e dichiarare un propria visione del futuro della propria realtà, provando anche a ristabilire legami sociali nella fase di raccolta e condivisione delle informazioni.
Sono stati così predisposte cinque serie di “Linee guida per lo sviluppo locale”, una per ognuno dei paesi coinvolti, che possono essere utilizzate dalle Amministrazioni locali per affrontare le scelte con una maggiore consapevolezza di quello che desiderano realmente i cittadini.
Oltre alle “Linee guida” che parlano alle amministrazioni locali, ciascuna comunità ha sviluppato anche un proprio decalogo di “estetica condivisa” per conservare e rafforzare la bellezza del paese e renderlo più coerente con la propria storia e con il proprio paesaggio. Una sorta di elenco illustrato con consigli rivolti ai cittadini su cosa fare o non fare in occasione di lavori di recupero delle case antiche, di nuove edificazioni e di interventi sul paesaggio. Un modo per dire a ciascuno che il futuro e la bellezza dei paesi non dipende solo dalle loro autorità amministrative, ma è soprattutto nelle mani dei cittadini li abitano e dei turisti che li frequentano.
Dichiara Dante Caserta, vicepresidente WWF Italia: “Lo sviluppo armonico di un territorio può avvenire solo attraverso una corretta pianificazione che tenga conto della sostenibilità ambientale delle scelte, delle valenze naturali e delle potenzialità dei luoghi su cui si interviene nonché delle esigenze delle comunità che li abitano. L’individuazione di queste esigenze può avvenire attraverso processi di partecipazione che consentano di operare scelte condivise, superare i conflitti tra i vari portatori di interesse e responsabilizzare cittadini, operatori economici ed istituzioni. La volontà di attivare un progetto come “Borghi attivi” in alcune realtà colpite dal terremoto dell’aprile 2009 è nata come reazione a quanto si è visto nella fase post emergenza, quando è prevalsa una volontà, calata dall’alto, che ha portato a creare nuovi nuclei abitativi (le famose “new town”), completamente sganciati dal contesto esistente. Si è così accelerato un processo, già in atto da anni, di perdita delle identità dei paesi e di coloro che li abitano, causato dallo stravolgimento dell’unicità dei luoghi. E così abbiamo tentato di dare la parola a chi questi luoghi li vive o vorrebbe tornare a vivere. Abbiamo cercato di dare a chi deve prendere le decisioni uno strumento per ascoltare chi quelle decisioni le vivrà in prima persona. È stata una vera e propria scommessa che per essere vinta necessita però di ulteriore impegno: il lavoro svolto avrà senso solo se si darà seguito alle idee, alle riflessioni ed alle proposte che si sono sviluppate in questo anno di confronto”.
Sarà compito delle Amministrazioni locali recepire le proposte contenute nelle Linee guida elaborate.
Ed in parte questo sta già accadendo: il Consiglio comunale di Fontecchio ha già recepito le Linee guida per il proprio territorio e lo stesso si appresta a fare il Comune di Fano Adriano.
Il WWF auspica che anche gli altri enti locali coinvolti facciano lo stesso al più presto.