Da quanto si è appreso dalla stampa e dalle dichiarazioni della Ruzzo Reti SpA, l’emergenza idrica che sta attraversando la provincia di Teramo sarebbe imputabile ai temporali abbattutisi sul nostro territorio.
Alcuni pomeriggi di pioggia avrebbero determinato problemi alla sorgente del Mescatore (chiusa per 8 ore), al potabilizzatore di Casale San Nicola ed a quello di Piane di Collevecchio di Montorio al Vomano (TE).
Nessuno, però in effetti ha chiarito quali problemi tecnici si siano effettivamente verificati e sono molte le domande rimaste senza risposta
Perché si è dovuto ricorrere alla chiusura di una sorgente di alta quota come quella del Mescatore che non dovrebbe subire interferenze di sostanze inquinanti, men che meno a seguito di un temporale estivo (tra l’altro più violento lungo la costa che in montagna)?
Possibile che il sistema di approvvigionamento idrico di metà provincia venga messo in crisi da qualche temporale estivo, considerato anche che le presenze turistiche sono in calo?
In che condizioni versa la rete idrica teramana?
Perché le analisi alle acque potabili che vengono pubblicate sul sito istituzionale della Ruzzo Reti SpA risalgono al 2011?
Perché si riparla della realizzazione di nuove e costose opere idrauliche per il “superamento definitivo delle emergenze idriche” quando sono state recentemente realizzate opere costosissime (ad es. il potabilizzatore di Montorio al Vomano) che in fase progettuale furono giustificate come necessarie ai fini della risoluzione definitiva dell’annoso problema?
Le gravi carenze verificatesi che stanno determinando un notevole danno economico e di immagine al nostro territorio sono da addebitare alla sfortuna o alla incapacità gestionale?
Non sarebbe più utile che gli amministratori chiamati a ricoprire un ruolo nel consiglio di amministrazione della Ruzzo Reti SpA fossero scelti per capacità e competenza, piuttosto che in base a logiche di spartizione partitica?
I primi cittadini dei Comuni teramani che siedono nell’Assemblea dei Sindaci per il Servizio Idrico (ASSI) stanno facendo realmente gli interessi dei propri amministrati?
Non sarebbe il momento di avviare una profonda revisione del servizio idrico a Teramo che porti ad una gestione partecipata, così come hanno chiesto i cittadini italiani che, non più tardi di un anno fa hanno votato al referendum contro la privatizzazione dell’acqua, richiedendo una gestione del bene comune “acqua” trasparente, realmente pubblica e non spartitoria/partitocratica.