Nella Legge di Stabilità 2012 si fotografa la debacle del Ministero dell’Ambiente sulle Aree Protette, fiore all’occhiello della protezione delle natura del nostro Paese. E questo avviene proprio nel 2011, anno del ventennale della legge quadro sulle aree protette (Legge n. 394/1991).
“Ci troviamo di fronte ad un cocktail micidiale che rischia di ammazzare le aree protette nazionali - denuncia Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia -, composto dal combinato disposto della riduzione della metà dei fondi destinati ad interventi dai parchi nazionali(dai 7 milioni di euro previsti per il 2012 dalla Legge di Stabilità 2011, ai 3,5 milioni di euro della Legge di Stabilità 2012), dalla riduzione di un terzo dei fondi previsti nel bilancio del Ministero per le aree marine protette (che nella Legge di Stabilità 2011 ammontavano a 5,5 milioni circa) che rischia di portare alla chiusura di 10 parchi marini nazionali su 29 e dalla mancata correzione della norma della manovra correttiva 2010 (art. 6, c. 2 del dl 78/2010, convertito nella legge 122/2010) nella quale si stabilisce che i presidenti (e quindi anche i commissari) dei parchi debbano svolgere un ruolo pubblico di alta responsabilità gratuitamente. Ciò avviene quando si doveva uscire dai numerosi commissariamenti in atto e quando sono in scadenza le nomine ministeriali, d’intesa con le Regioni, di numerosi presidenti di parco, carica per la quale, vista la gratuità, sarà difficile trovare persone competenti che si assumano delicate responsabilità amministrative. Ne esce un quadro desolante della capacità politica di influire sulle scelte del Governo da parte del Ministero dell’ambiente, ma anche della “sensibilità ambientale” del Governo dimissionario in carica. Solo i 25 parchi nazionali terrestri potranno vivacchiare senza però capacità di intervento, essendo garantiti solo i fondi per il loro funzionamento ordinario”.
A conferma della marginalità del tema ambiente il WWF rileva che la Legge di Stabilità 2012 destina ad interventi in campo ambientale la misera cifra di 43,697 milioni di euro (per pagare gli interventi sulla difesa del mare, sulle aree protette, sulla CITES convenzione internazionale per le specie in via di estinzione e le attività dell’ISPRA, l’istituto di ricerca del Ministero) equivalenti allo 0,7% del totale della manovra (da 5,653 miliardi di euro nel 2012), cifra che raggiunge quota 2,1% se si aggiungono, impropriamente, i 75,833 milioni di euro previsti in Tabella B quale accantonamento (come si sa puramente figurativo) per la difesa del suolo (v. punto 3).
Tanto per fare un paragone significativo, mentre si lasciano morire l’ambiente e il territorio, in assenza di una vera politica industriale, il Governo Berlusconi decide di continuare però a destinare cifre rilevantissime alle grandi opere (l’unica politica “di sviluppo” contenuta nella Legge di Stabilità 2012), ignorando quanto conferma lo stesso Centro Studi della Camera dei Deputati che nel suo VI Rapporto sull’attuazione della Legge Obiettivo (settembre 2011) sancisce il fallimento della politica sulle infrastrutture strategiche, denunciando che dal 2001 sono state completate opere del valore pari all’1% al valore dell’intero programma (4,4 miliardi di euro su un totale di 367 miliardi di euro per 390 opere). Alle infrastrutture strategiche, che tali non sono visto l’elevatissimo numero degli interventi previsti per soddisfare esigenze clientelari dei potentati locali, nel ddl sulla Legge di Stabilità 2012 vengono destinati complessivamente 1.543,920 miliardi di euro (opere della legge Obiettivo e linee ad AV ferroviaria) che equivalgono al 27,3% del valore complessivo della manovra!
Questo dimostra, sottolinea il WWF, come si perseguano ancora vecchie politiche economiche che non sono capaci di vedere il futuro del Paese, mentre nel contempo si continua a si dissipare il patrimonio naturale italiano, che costituisce parte della ricchezza della nazione.
A conferma della marginalità del tema ambiente il WWF rileva che la Legge di Stabilità 2012 destina ad interventi in campo ambientale la misera cifra di 43,697 milioni di euro (per pagare gli interventi sulla difesa del mare, sulle aree protette, sulla CITES convenzione internazionale per le specie in via di estinzione e le attività dell’ISPRA, l’istituto di ricerca del Ministero) equivalenti allo 0,7% del totale della manovra (da 5,653 miliardi di euro nel 2012), cifra che raggiunge quota 2,1% se si aggiungono, impropriamente, i 75,833 milioni di euro previsti in Tabella B quale accantonamento (come si sa puramente figurativo) per la difesa del suolo (v. punto 3).
Tanto per fare un paragone significativo, mentre si lasciano morire l’ambiente e il territorio, in assenza di una vera politica industriale, il Governo Berlusconi decide di continuare però a destinare cifre rilevantissime alle grandi opere (l’unica politica “di sviluppo” contenuta nella Legge di Stabilità 2012), ignorando quanto conferma lo stesso Centro Studi della Camera dei Deputati che nel suo VI Rapporto sull’attuazione della Legge Obiettivo (settembre 2011) sancisce il fallimento della politica sulle infrastrutture strategiche, denunciando che dal 2001 sono state completate opere del valore pari all’1% al valore dell’intero programma (4,4 miliardi di euro su un totale di 367 miliardi di euro per 390 opere). Alle infrastrutture strategiche, che tali non sono visto l’elevatissimo numero degli interventi previsti per soddisfare esigenze clientelari dei potentati locali, nel ddl sulla Legge di Stabilità 2012 vengono destinati complessivamente 1.543,920 miliardi di euro (opere della legge Obiettivo e linee ad AV ferroviaria) che equivalgono al 27,3% del valore complessivo della manovra!
Questo dimostra, sottolinea il WWF, come si perseguano ancora vecchie politiche economiche che non sono capaci di vedere il futuro del Paese, mentre nel contempo si continua a si dissipare il patrimonio naturale italiano, che costituisce parte della ricchezza della nazione.