Il futuro sull’acqua lo scegliamo noi, tutti insieme.
Dopo la vittoria sul referendum acqua, niente giochetti alle spalle dei cittadini.
Il WWF chiede che si riparta dalla proposta di legge di iniziativa popolare presentata nel 2007 dal Movimento dei Forum per l'acqua.
La grande vittoria ai due referendum sull’acqua è una vittoria di tutte le italiane e di tutti gli italiani che sono stati messi nelle condizioni di esprimersi sulla gestione di un bene comune grazie all’azione di un ampio movimento di associazioni, comitati, realtà locali, sindacati.
Questo movimento, indipendente dai partiti, ha raccolto 1.400.000 firme per arrivare ai referendum ed ha fatto una campagna referendaria dal basso, con pochissimi fondi raccolti attraverso donazioni e sottoscrizioni, organizzando migliaia e migliaia di iniziative in tutti i comuni italiani.
Questo movimento, indipendente dai partiti, ha raccolto 1.400.000 firme per arrivare ai referendum ed ha fatto una campagna referendaria dal basso, con pochissimi fondi raccolti attraverso donazioni e sottoscrizioni, organizzando migliaia e migliaia di iniziative in tutti i comuni italiani.
I cittadini si sono recati alle urne ed hanno votato sì: in questo modo è stata bloccata la privatizzazione dell’acqua e si sono gettate le basi per far uscire dal mercato un bene indispensabile per tutti gli esseri viventi. Ma dal referendum è uscito anche un altro messaggio con forza: mai più fuori dalle scelte per l’acqua, si a una partecipazione basata sulla corretta informazione, sulla consultazione preventiva dei cittadini e sul loro coinvolgimento per il futuro dell’acqua.
Ora la volontà espressa dal popolo va rispettata concretamente e per questo si deve obbligatoriamente ripartire dalla legge di iniziativa popolare presentata nel 2007 dal Forum dei Movimenti per l’acqua che è stata sottoscritta da 400.000 italiani e che una classe politica, sorda a quanto avviene fuori dal Palazzo, ha completamente e colpevolmente ignorato per tutti questi anni.