Domani un consulto di entomologi di fama internazionale darà avvio ad un innovativo progetto sull'impatto degli incendi boschivi all'interno dell'Oasi WWF Calanchi di Atri (TE) nell'ambito delle iniziative della Riserva per l'Anno Mondiale della Biodiversità
Il Prof. Augusto Vigna Taglianti dell'Università La Sapienza di Roma, il Prof. Marzio Zapparoli dell'Università della Tuscia e il Prof. Stefano De Felici dell'Università di Tor Vergata, daranno avvio alla ricerca con la predisposizione di particolari trappole per catturare e studiare alcuni gruppi di artropodi, i Chilopodi (volgarmente chiamati centopiedi) e i Coleotteri carabidi.
Dichiara il Prof. Marzio Zapparoli: “Questi animali che vivono al suolo possono essere degli ottimi indicatori sull'impatto ambientale derivante dagli incendi boschivi e, soprattutto, sulle modalità di ricolonizzazione della fauna nei terreni percorsi dal fuoco. In particolare, l'obiettivo dello studio sarà l'identificazione delle migliori modalità di gestione delle aree circostanti i boschi per aumentare la capacità di resilienza dell'ambiente nei confronti degli incendi. In ecologia il termine resilienza indica la capacità di un ambiente di autoripararsi dopo un danno: lo stato di partenza delle comunità di artropodi è uno dei parametri importanti, così come l'uso del suolo attorno alle aree incendiate. Domani posizioneremo alcune decine di trappole per artropodi del suolo all'interno dell'area incendiata, lungo il perimetro e in quercete non toccate dal fuoco, ma simili a quelle colpite. L'area sarà monitorata periodicamente per identificare le specie presenti nei diversi punti e per stimarne l'abbondanza. Un primo importante risultato sarà quindi conoscere le specie presenti per gruppi solitamente poco studiati. Successivamente un'approfondita analisi statistica ci darà conto degli effetti degli incendi sulla biodiversità dell'oasi e della velocità e capacità delle comunità di artropodi ricolonizzare aree così impattate”.
L'Oasi WWF dei Calanchi di Atri è stata colpita da violenti incendi per tre anni consecutivi, dal 2006 al 2008. L'anno scorso il WWF ha rafforzato l'attività di prevenzione degli incendi sia con l'aumento delle ore destinate alla sorveglianza da parte del personale sia con la predisposizione di un sistema di videosorveglianza.
Il Prof. Augusto Vigna Taglianti dell'Università La Sapienza di Roma, il Prof. Marzio Zapparoli dell'Università della Tuscia e il Prof. Stefano De Felici dell'Università di Tor Vergata, daranno avvio alla ricerca con la predisposizione di particolari trappole per catturare e studiare alcuni gruppi di artropodi, i Chilopodi (volgarmente chiamati centopiedi) e i Coleotteri carabidi.
Dichiara il Prof. Marzio Zapparoli: “Questi animali che vivono al suolo possono essere degli ottimi indicatori sull'impatto ambientale derivante dagli incendi boschivi e, soprattutto, sulle modalità di ricolonizzazione della fauna nei terreni percorsi dal fuoco. In particolare, l'obiettivo dello studio sarà l'identificazione delle migliori modalità di gestione delle aree circostanti i boschi per aumentare la capacità di resilienza dell'ambiente nei confronti degli incendi. In ecologia il termine resilienza indica la capacità di un ambiente di autoripararsi dopo un danno: lo stato di partenza delle comunità di artropodi è uno dei parametri importanti, così come l'uso del suolo attorno alle aree incendiate. Domani posizioneremo alcune decine di trappole per artropodi del suolo all'interno dell'area incendiata, lungo il perimetro e in quercete non toccate dal fuoco, ma simili a quelle colpite. L'area sarà monitorata periodicamente per identificare le specie presenti nei diversi punti e per stimarne l'abbondanza. Un primo importante risultato sarà quindi conoscere le specie presenti per gruppi solitamente poco studiati. Successivamente un'approfondita analisi statistica ci darà conto degli effetti degli incendi sulla biodiversità dell'oasi e della velocità e capacità delle comunità di artropodi ricolonizzare aree così impattate”.
L'Oasi WWF dei Calanchi di Atri è stata colpita da violenti incendi per tre anni consecutivi, dal 2006 al 2008. L'anno scorso il WWF ha rafforzato l'attività di prevenzione degli incendi sia con l'aumento delle ore destinate alla sorveglianza da parte del personale sia con la predisposizione di un sistema di videosorveglianza.
Finanziando questo progetto di ricerca si vuole invece quantificare il danno alla biodiversità derivante dagli incendi, ma soprattutto le modalità di gestione del suolo da attivare e incentivare nella riserva affinchè la fauna ricolonizzi velocemente aree eventualmente incendiate.