Il WWF Teramo interviene sulla centrale a ciclo combinato da 10 Mw elettrici che si vorrebbe realizzare nella frazione Faieto del Comune di Cortino sui Monti della Laga.
L’associazione ambientalista è da sempre particolarmente legata al territorio di Cortino dove da anni organizza le sue vacanze verdi di turismo responsabile, coinvolgendo centinaia e centinaia di bambini, ragazzi e famiglie, provenienti da tutta Italia, che trascorrono presso l’Ostello di Cortino periodi di vacanza di circa 1 settimana a turno. Un’offerta turistica che ha determinato un indotto economico reale e che sarà ancora potenziata con l’ormai prossima apertura del Centro di Educazione Ambientale che il WWF sta realizzando presso l’ex casa dei pastori del bivio di Casagreca.
Il WWF ribadisce quanto ha già espresso nel corso di una riunione pubblica di presentazione dell’impianto alcune settimane fa, quando ha evidenziato le forti criticità riscontrate nella documentazione progettuale fino ad oggi messa disposizione.
Il sito individuato per la localizzazione della centrale, il bivio della frazione di Faieto, essendo interessato da fenomeni franosi ed instabilità, è classificato dal Piano di Assetto Idrogeologico a pericolosità “P2”. L’opera, quindi, al di là di ogni altra considerazione, non può essere localizzata in quell’area.
La documentazione progettuale fornita non consente di calcolare correttamente il bilancio energetico della centrale: permangono dubbi sia sull’approvvigionamento del materiale che dovrà essere utilizzato come combustibile, sia sul compunto di tutta una serie di voci accessorie, quale, ad esempio il trasporto del materiale da utilizzare come combustibile. Solitamente impianti di questo genere vengono localizzati a ridosso di aree dove esistono attività produttive che utilizzano legname al fine di ottimizzare il ciclo produttivo impiegandone gli scarti. Attività di questo tipo non sono presenti a Cortino, né le aziende agricole e forestali dell’area producono sufficienti scarti agricoli o di potature e taglio.
Nell’ambito della produzione di energia da biomasse il WWF suggerisce la realizzazione di impianti di taglia più piccola, capaci di raccogliere gli scarti agricoli e forestali di aree limitrofe e di fornire energia nel comprensorio interessato. Ciò vale anche per le altre forme di energia rinnovabile, come il WWF sta cercando di dimostrare sperimentalmente nell'Oasi naturalistica di Penne, dove un impianto fotovoltaico ed uno eolico concorrono all'accumulo di energia sotto forma di idrogeno, poi utilizzato dal Centro di Educazione all’Ambiente per le sue attività.
Il progettista ha sostenuto che la centrale non produrrà inquinamento atmosferico. Sul punto è fondamentale poter verificare le analisi condotte su impianti con le medesime caratteristiche.
Deve essere approfondito tutto l’aspetto del consumo di acqua necessario per il funzionamento dell’impianto.
Deve essere approfondito l’aspetto della immissione nella rete generale dell’energia prodotta dalla centrale.
Permane poi un problema di fondo: la centrale non può essere inquadrata in una seria pianificazione che tenga conto del fabbisogno energetico regionale e delle risorse disponibili poiché la Regione Abruzzo non si è ancora dotata, nonostante l’obbligo normativo, di un Piano Energetico ed Ambientale. È pertanto necessario procedere almeno ad una verifica degli impianti dello stesso genere autorizzati e/o in fase di autorizzazione al fine di non sovradimensionare l’offerta di energia e di conseguenza la domanda di materia da avviare a combustione.
“Come WWF”, sottolinea Pino Furia, Presidente del WWF Teramo, “non siamo contrari pregiudizialmente alle centrali a biomasse. Un impianto di queste dimensioni in una località di montagna a ridosso di un parco nazionale non appare però la scelta più logica, anche per l’impatto paesaggistico che l’opera avrà su un’area non urbanizzata. I dubbi tecnici che abbiamo sollevato non hanno trovato risposta nell’unico incontro con il progettista della centrale al quale siamo stati invitati. Riteniamo pertanto che, qualora si voglia continuare su questa ipotesi, si dovrà avviare un confronto molto più approfondito sul progetto, nell’ottica di una concreta e reale partecipazione della collettività”.
L’associazione ambientalista è da sempre particolarmente legata al territorio di Cortino dove da anni organizza le sue vacanze verdi di turismo responsabile, coinvolgendo centinaia e centinaia di bambini, ragazzi e famiglie, provenienti da tutta Italia, che trascorrono presso l’Ostello di Cortino periodi di vacanza di circa 1 settimana a turno. Un’offerta turistica che ha determinato un indotto economico reale e che sarà ancora potenziata con l’ormai prossima apertura del Centro di Educazione Ambientale che il WWF sta realizzando presso l’ex casa dei pastori del bivio di Casagreca.
Il WWF ribadisce quanto ha già espresso nel corso di una riunione pubblica di presentazione dell’impianto alcune settimane fa, quando ha evidenziato le forti criticità riscontrate nella documentazione progettuale fino ad oggi messa disposizione.
Il sito individuato per la localizzazione della centrale, il bivio della frazione di Faieto, essendo interessato da fenomeni franosi ed instabilità, è classificato dal Piano di Assetto Idrogeologico a pericolosità “P2”. L’opera, quindi, al di là di ogni altra considerazione, non può essere localizzata in quell’area.
La documentazione progettuale fornita non consente di calcolare correttamente il bilancio energetico della centrale: permangono dubbi sia sull’approvvigionamento del materiale che dovrà essere utilizzato come combustibile, sia sul compunto di tutta una serie di voci accessorie, quale, ad esempio il trasporto del materiale da utilizzare come combustibile. Solitamente impianti di questo genere vengono localizzati a ridosso di aree dove esistono attività produttive che utilizzano legname al fine di ottimizzare il ciclo produttivo impiegandone gli scarti. Attività di questo tipo non sono presenti a Cortino, né le aziende agricole e forestali dell’area producono sufficienti scarti agricoli o di potature e taglio.
Nell’ambito della produzione di energia da biomasse il WWF suggerisce la realizzazione di impianti di taglia più piccola, capaci di raccogliere gli scarti agricoli e forestali di aree limitrofe e di fornire energia nel comprensorio interessato. Ciò vale anche per le altre forme di energia rinnovabile, come il WWF sta cercando di dimostrare sperimentalmente nell'Oasi naturalistica di Penne, dove un impianto fotovoltaico ed uno eolico concorrono all'accumulo di energia sotto forma di idrogeno, poi utilizzato dal Centro di Educazione all’Ambiente per le sue attività.
Il progettista ha sostenuto che la centrale non produrrà inquinamento atmosferico. Sul punto è fondamentale poter verificare le analisi condotte su impianti con le medesime caratteristiche.
Deve essere approfondito tutto l’aspetto del consumo di acqua necessario per il funzionamento dell’impianto.
Deve essere approfondito l’aspetto della immissione nella rete generale dell’energia prodotta dalla centrale.
Permane poi un problema di fondo: la centrale non può essere inquadrata in una seria pianificazione che tenga conto del fabbisogno energetico regionale e delle risorse disponibili poiché la Regione Abruzzo non si è ancora dotata, nonostante l’obbligo normativo, di un Piano Energetico ed Ambientale. È pertanto necessario procedere almeno ad una verifica degli impianti dello stesso genere autorizzati e/o in fase di autorizzazione al fine di non sovradimensionare l’offerta di energia e di conseguenza la domanda di materia da avviare a combustione.
“Come WWF”, sottolinea Pino Furia, Presidente del WWF Teramo, “non siamo contrari pregiudizialmente alle centrali a biomasse. Un impianto di queste dimensioni in una località di montagna a ridosso di un parco nazionale non appare però la scelta più logica, anche per l’impatto paesaggistico che l’opera avrà su un’area non urbanizzata. I dubbi tecnici che abbiamo sollevato non hanno trovato risposta nell’unico incontro con il progettista della centrale al quale siamo stati invitati. Riteniamo pertanto che, qualora si voglia continuare su questa ipotesi, si dovrà avviare un confronto molto più approfondito sul progetto, nell’ottica di una concreta e reale partecipazione della collettività”.