Questa campagna promossa dall'Associazione Comuni Virtuosi, con il patrocinio del WWF, è una campagna totalmente propositiva che vuole dimostrare come sia facile modificare stili di vita errati semplicemente diventandone completamente coscienti ed attuando semplici accorgimenti per poterli prevenire.
Stiamo parlando dell'uso o meglio dell'abuso della busta di plastica che è l'oggetto che più abbonda nelle nostre case (provate a contarle...), che riveste e trasporta ogni nostro acquisto, un oggetto usato per pochi minuti, ma che può durare anche 100 anni.
Spesso ci viene dato “gratuitamente”, ma il costo è nascosto in un pesante pedaggio che tutti paghiamo; in un inutile spreco di risorse energetiche non rinnovabili (deriva dal petrolio), ma soprattutto in termini di danno ambientale.
Purtroppo i sacchetti vengono spesso incivilmente abbandonati o finiscono comunque nell'ambiente per opera di agenti naturali come acqua e vento, intasando scarichi con conseguenti allagamenti e attraverso corsi d'acqua raggiungono mari e oceani.
Qui avvengono i maggiori danni poiché i sacchetti agiscono come serial killer per la fauna marina e per gli uccelli che vi rimangono imprigionati.
La plastica dopo la morte dell'animale torna libera di uccidere ancora e dopo un lentissimo processo di foto degradazione di centinaia di anni si scompone in particelle tossiche sempre più piccole che è dimostrato siano già entrate nella catena alimentare dell'uomo.
Questa campagna si è ispirata e si affianca a molteplici iniziative internazionali che associazioni di diversa composizione, su base volontaria, stanno attivando in ogni parte del mondo (ad esempio il movimento "Plasticbagfree cities" in Inghilterra) dimostrando che è possibile bandire questo oggetto dal nostro quotidiano utilizzando borse e altri contenitori riutilizzabili come si andrà a vedere.
Si è scelto la busta di plastica non perché questa da sola rappresenti il principale nemico per l'ambiente, ma perché il livello raggiunto nella sua diffusione e la sua presenza pervasiva ne hanno fatto l'icona di un consumismo selvaggio e fuori controllo.Vuoi maggiori informazioni? Visita il sito http://www.portalasporta.it/.
Stiamo parlando dell'uso o meglio dell'abuso della busta di plastica che è l'oggetto che più abbonda nelle nostre case (provate a contarle...), che riveste e trasporta ogni nostro acquisto, un oggetto usato per pochi minuti, ma che può durare anche 100 anni.
Spesso ci viene dato “gratuitamente”, ma il costo è nascosto in un pesante pedaggio che tutti paghiamo; in un inutile spreco di risorse energetiche non rinnovabili (deriva dal petrolio), ma soprattutto in termini di danno ambientale.
Purtroppo i sacchetti vengono spesso incivilmente abbandonati o finiscono comunque nell'ambiente per opera di agenti naturali come acqua e vento, intasando scarichi con conseguenti allagamenti e attraverso corsi d'acqua raggiungono mari e oceani.
Qui avvengono i maggiori danni poiché i sacchetti agiscono come serial killer per la fauna marina e per gli uccelli che vi rimangono imprigionati.
La plastica dopo la morte dell'animale torna libera di uccidere ancora e dopo un lentissimo processo di foto degradazione di centinaia di anni si scompone in particelle tossiche sempre più piccole che è dimostrato siano già entrate nella catena alimentare dell'uomo.
Questa campagna si è ispirata e si affianca a molteplici iniziative internazionali che associazioni di diversa composizione, su base volontaria, stanno attivando in ogni parte del mondo (ad esempio il movimento "Plasticbagfree cities" in Inghilterra) dimostrando che è possibile bandire questo oggetto dal nostro quotidiano utilizzando borse e altri contenitori riutilizzabili come si andrà a vedere.
Si è scelto la busta di plastica non perché questa da sola rappresenti il principale nemico per l'ambiente, ma perché il livello raggiunto nella sua diffusione e la sua presenza pervasiva ne hanno fatto l'icona di un consumismo selvaggio e fuori controllo.Vuoi maggiori informazioni? Visita il sito http://www.portalasporta.it/.