Dopo oltre 20 mesi dall’incidente dell’8 e 9 maggio 2017, nella seduta del 21 dicembre 2018, la Regione Abruzzo ha depositato una bozza di delibera di giunta che dovrebbe definire le attività urgenti e indifferibili che l’INFN, la Strada dei Parchi SpA e l’ERSI dovrebbero adottare.
Se la bozza di delibera allegata al verbale della riunione dovesse essere confermata ed effettivamente votata ci si troverebbe di fronte ad alcune prese di posizione da parte della Regione che potrebbero aiutare a fare chiarezza.
Sicuramente è importante che la Regione ritenga “urgente ed indifferibile” che l’INFN proceda entro tre mesi dall’approvazione della delibera di giunta alla redazione di un piano per la dismissione degli esperimenti che comportano l’utilizzo di sostanze pericolose oltre la soglia del DLgs n. 105/2015 (Direttiva Seveso 3) e che detto piano debba poi essere realizzato entro e non oltre il 31 dicembre 2019.
È una indicazione importante, purtroppo arrivata con forte ritardo perché è dai primi anni 2000 che le associazioni ambientaliste chiedono di allontanare dai Laboratori quegli esperimenti inconciliabili (e contra legem!) con la presenza dell’acquifero del Gran Sasso. Questo fa apparire ancora più assurda la richiesta dell’INFN, riportata nel verbale, di postcipare la data alla fine del 2020: il 31 dicembre 2019 è già un termine fin troppo generoso e concedere un’ulteriore dilazione sarebbe estremamente grave e priva di qualsiasi fondamento tecnico-legale visto che la situazione è nota da anni.
Allo stesso modo è importante l’affermazione circa la necessità di procedere alla preventiva valutazione di incidenza ambientale per tutti gli interventi e gli esperimenti che si andranno a fare sotto il Gran Sasso. Anche in questo caso ci si chiede perché per anni si è consentito di non rispettare un preciso obbligo di legge.
Del tutto risibile la richiesta che, secondo il verbale sarebbe stata ribadita dalla Strada dei Parchi SpA e dal Ministero dei Trasporti, di realizzare una nuova galleria per le infrastrutture potabili. Gli abruzzesi hanno già rispedito al mittente qualsiasi ipotesi di “terza canna” e di nuova aggressione all’acquifero e chiunque continui ad avanzare simili idee dimostra di non conoscere né l’acquifero, né la storia della nostra regione!
Sullo specifico degli interventi prospettati per l’impermeabilizzazione dei Laboratori e delle conduttore, nonché per la sostituzione delle vecchie canaline di raccolta delle acque, l’Osservatorio si riserva di fare le proprie valutazioni tecniche una volta che la Giunta regionale avrà approvato realmente la bozza di delibera presentata, ma fin da ora ci si chiede perché alcuni interventi sono stati indicati come “urgenti ed indifferibili”, mentre su altri ci si sia limitati a chiedere una valutazione di fattibilità tecnica con specifica analisi costi-benefici senza indicare i tempi entro cui concluderla e soprattutto chi dovrà effettivamente procedere a tale valutazione.
Dubbi pesanti che sono l’ovvia conseguenza dell’atteggiamento avuto dalla Regione Abruzzo in questi due anni: la Giunta regionale, infatti, si è sempre rifiutata di far partecipare i rappresentanti dell’Osservatorio alla Commissione tecnica per la gestione del Rischio nel sistema idrico del Gran Sasso, dimostrando così uno scarso se non nullo rispetto versa i criteri di trasparenza e partecipazione che dovrebbero caratterizzare la gestione della cosa pubblica. E questo nonostante una precisa presa di posizione favorevole da parte della competente Commissione consiliare del Consiglio regionale.
Proprio per questo, l’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso, costituito dalle Associazioni WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia, FIAB, CAI, Italia Nostra e FAI, rivolge un appello ai candidati alla carica di Presidente della Regione Abruzzo che si confronteranno nelle prossime elezioni del 10 febbraio.
A tutti i candidati l’Osservatorio chiede di prendere un impegno concreto con gli abruzzesi: chiunque sarà eletto dovrà lavorare dal giorno dopo la sua proclamazione per risolvere subito e in maniera definitiva la grave situazione di pericolo dell’acquifero del Gran Sasso d’Italia che rifornisce di acqua oltre 700.000 abruzzesi.
Ma non solo: ai candidati l’Osservatorio chiede anche di impegnarsi a fare della trasparenza e della partecipazione elementi fondanti della loro azione di governo affinché le scelte su un tema come quello della tutela della principale risorsa idrica della nostra regione non sia nella mani di poche persone, ma possano essere condivise da tutte le cittadine e tutti i cittadini abruzzesi.