12.11.18

A un anno dalla Manifestazione per l’Acqua Trasparente, una riflessione del WWF Teramo

 
11 novembre 2017: circa 4.000 cittadine e cittadini, rispondendo all’appello dell’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso, marciano a Teramo per la Manifestazione per l’Acqua Trasparente, chiedendo trasparenza, partecipazione e sicurezza.
A distanza di un anno da quella manifestazione, le richieste di singoli cittadini, associazioni e istituzioni restano in larga parte senza risposta.
Su trasparenza e partecipazione, la Regione finora non ha concesso alle associazioni di protezione ambientale, promozione sociale e tutela dei consumatori, tutte portatrici di interessi tutelati dalla Costituzione, di far parte della “Commissione per la gestione del rischio nel sistema idrico del Gran Sasso”, nonostante la posizione favorevole presa al riguardo dalla Commissione Ambiente del Consiglio regionale a luglio scorso.
Sulla sicurezza, si attendavano per settembre le proposte progettuali dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e della Strada dei Parchi SpA per la messa in sicurezza definitiva dell’acquifero (a quasi un anno e mezzo dall’incidente dell’8/9 maggio), ma siamo a novembre e non vi è nessuna notizia al riguardo.
Nel frattempo un passo avanti verso l’accertamento della verità è venuto dalla Procura di Teramo con la conclusione delle indagini sull’incidente dell’8/9 maggio 2017.
Le indagini hanno visto il coinvolgimento di tre esperti che hanno ricostruito lo stato dell’arte delle interferenze tra laboratori, gallerie autostradali e acquifero: una ricostruzione, quindi, utile anche per definire gli interventi necessari per la messa in sicurezza. E un elemento di novità è stata la decisione della Procura teramana di inviare le conclusioni della consulenza dei tre esperti a tutte le istituzioni locali, regionali e nazionali, richiamando così ciascun ente alle proprie responsabilità. Perché, al di là degli aspetti processuali, esiste una situazione di potenziale pericolo su cui tutti gli amministratori, in base alle loro competenze, possono e devono intervenire fin da subito per rendere sicura l’acqua che arriva nelle nostre case, tutelando lo stato ambientale di un ampio territorio, a partire da quello del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, e la salute dei 700.000 abruzzesi che bevono l’acqua del Gran Sasso.
Le nostre richieste continuano ad essere le stesse di sempre: trasparenza, partecipazione e sicurezza, oggi più che mai necessarie!