Sabato 28 marzo torna l’Ora della Terra, la più grande mobilitazione globale per fermare il cambiamento climatico.
Le luci si spegneranno dalle ore 20.30 alle 21.30 e, attraverso tutti i fusi orari, dal Pacifico alle coste atlantiche, l’Ora della Terra attraverserà tutto il mondo. Si spegneranno monumenti, luoghi simbolo, sedi istituzionali, uffici, imprese ed abitazioni private e si svolgeranno migliaia di eventi ed iniziative speciali nelle numerosissime città coinvolte.
Dopo la prima edizione nel 2007 che coinvolse solo la città di Sidney, l’effetto domino dell’Ora della Terra nel 2014 ha spento la luce in 7.000 città di 163 Paesi del mondo, coinvolgendo oltre 2 miliardi di persone.
Quest’anno il messaggio punta al protagonismo delle persone che, tutte insieme, possono “Cambiare il Cambiamento Climatico” ed usare per questo la propria energia, come richiama lo slogan “Change Climate Change – Use your power”: una vera e propria sfida per il futuro di milioni di cittadini, aziende ed Amministrazioni, tutti chiamati ad attivarsi.
Il cambiamento climatico è una delle minacce più devastanti per gli ecosistemi, la biodiversità, la straordinaria ricchezza della vita sulla Terra da cui deriva il nostro benessere ed il nostro sviluppo.
I grandi centri di ricerca che registrano le temperature globali del Pianeta come il GISS della NASA, il NOAA, la Japan Metereological Agency ed il Met Office britannico hanno da tempo lanciato l’allarme ed il 2014 è stato registrato come l’anno più caldo sulla Terra a partire dal 1880: da allora la temperatura media della superficie terrestre è aumentata di 0,8°C. Sono stati così superati i record negativi precedenti (il 2005 ed il 2010) ed i dieci anni più caldi, con l’eccezione del 1998, sono stati tutti registrati nel periodo che va dal 2000 ad oggi.
Nello spot che lancia la nona edizione dell’Ora della Terra, il WWF contrappone al dramma degli impatti del cambiamento climatico l’energia delle tante persone che in tutto il mondo chiedono di agire in fretta.
E vengono anche rilanciate le parole del Presidente Barack Obama al Summit sul clima tenutosi a New York lo scorso dicembre, un richiamo a questa nostra generazione per un impegno concreto affinché le generazioni future possano vivere in un mondo così come lo abbiamo conosciuto: “Siamo la prima generazione che ha toccato con mano gli impatti del cambiamento climatico e la prima che è in grado di affrontarlo”. Parole importanti a cui però devono seguire atti concreti, proprio da un Paese ad altissimo impatto ambientale come gli USA.
Il WWF sottolinea che dobbiamo assolutamente rimanere ben al di sotto dei 2°C di aumento della temperatura media globale rispetto all’era preindustriale: questo è il punto centrale. Abbiamo pochi mesi per decidere tagli delle emissioni molto ambiziosi e per mettere a punto impegni finanziari per aiutare i Paesi più poveri e vulnerabili. Occorre puntare ad avere un accordo significativo ed efficace nel Summit sul Clima che si terrà a dicembre a Parigi: un accordo che segua le indicazioni della comunità scientifica e non i veti incrociati della politica. E la speranza per il clima viene anche dalla società civile, dai governi locali, dalle imprese che lavorano per affermare alternative ai combustibili fossili.