Da Franco Sbrolla riceviamo e pubblichiamo.
Dopo la scellerata riperimetrazione della Riserva naturale Borsacchio, progettata dal consigliere regionale “ballerino” Berardo Rabbuffo (Fli), il Comitato di VIA ha dato parere favorevole alle istanze Villa Mazzarosa e Villa Carbone, presentate dalla società Medoilgas Italia per effettuare le ricerche di idrocarburi.
In fase decisoria sono adesso tre istanze, denominate Corropoli, Colle dei Nidi e Cipressi.
E quando queste richieste avranno ottenuto il parere favorevole del Comitato di VIA, nella Provincia di Teramo saranno asserviti, alle società petrolifere, 418,4 Kmq. di territorio amministrato da 25 Comuni. Una vastissima area, costiera e collinare, da Pineto, Roseto e Giulianova fino a Martinsicuro, e dal fiume Tronto a Teramo ed Atri, e al confine con la Provincia di Pescara.
E accadrà, qui da noi, quel che è successo in Basilicata, dove, per soddisfare gli appetiti delle compagnie petrolifere, è stato riperimetrato lo stupendo Parco Nazionale della Val d’Agri - Lagonegrese.
Sono poi iniziate le ricerche di idrocarburi, e in quel territorio, i 60 pozzi petroliferi tuttora in attività, e il Centro Oli di Viggiano, con le sue esalazioni tossiche e i continui riversamenti inquinanti, hanno stravolto la qualità della vita dei cittadini lucani.
Per quanto riguarda l’istanza Villa Mazzarosa, che comprende un’area di 13,4 Kmq., da Cologna a Scerne e dalla battigia alla collina, la Medoilgas Italia assicura che si tratterà solo di ricerca di idrocarburi gassosi, e nel caso si scopra un giacimento petrolifero non si procederà all’estrazione.
Una dichiarazione confezionata ad arte, in quanto la società conosce bene gli obiettivi della nuova Strategia Energetica Nazionale, che ha già superato la fase della Consultazione Pubblica.
Ed ecco, qui di seguito, i tre punti focali della S.E.N.:
1) L’Italia, dal 2013 al 2020, raddoppierà la produzione di gas e petrolio.
2) L’Abruzzo, che offre un elevato potenziale energetico, diventerà distretto petrolifero e base logistica per lo sviluppo di nuove attività estrattive nel Sud Italia.
3) Il Titolo V della Costituzione sarà modificato per favorire lo sviluppo energetico e l’interesse nazionale, rispetto a quello di carattere locale.
Questi punti sono riportati nell’Agenda Monti, che parla, senza alcun pudore, di Sviluppo Sostenibile.
E oltre a non citare la conseguente perdita di tanti posti di lavoro nel turismo, nell’agricoltura, nella pesca e nei settori correlati, non accenna ai disastri causati, in terra e mare, dalle estrazioni di idrocarburi. Dimentica, inoltre, il rischio di contaminazione delle acque sotterranee e di superficie, la svalutazione di tutte le attività produttive e degli immobili, le ricadute dell’inquinamento atmosferico sulla salute dei residenti e la relazione tra i terremoti e le trivellazioni che destabilizzano le faglie, richiamata più volte da geologi e docenti universitari, come Maria Rita D’Orsogna, Franco Ortolani e Paolo Gonzales.
E come hanno reagito i politici e gli amministratori teramani all’incombente deriva petrolifera?
Silenzio assoluto, che si commenta da solo, ad eccezione del sindaco di Pineto, che ha protestato e ha chiesto l’accesso agli atti del Comitato di VIA, e della Giunta di Roseto, che per bocca dell’assessore all’Ambiente, ha espresso soddisfazione per il parere favorevole all’istanza Villa Mazzarosa.
Anziché ribaltare la politica della precedente Amministrazione, finalizzata alla riperimetrazione e alla cementificazione della Riserva naturale Borsacchio, gli attuali amministratori hanno adottato la stessa strategia, ed hanno tradito la fiducia della comunità rosetana.
E meritano, ampiamente, le parole finali pronunciate il 20 aprile 1653 da Oliver Cromwell, quando sciolse il Parlamento inglese: “… il popolo vi aveva scelto per riparare le ingiustizie, siete voi ora l’ingiustizia. Ora basta! Portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete la porta a chiave. In nome di Dio, andatevene!”.