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Questa mattina l’Assessore regionale alla caccia Mauro Febbo ha emesso il seguente comunicato.
L’Assessore regionale replica alla campagna denigratoria e alle notizie infondate sulle politiche venatorie
CHIETI 06/10/2012 – “Il consigliere Acerbo, supportato da WWF e animalisti, continua nella sua opera di mistificazione dei fatti rappresentando agli organi di stampa situazioni assolutamente false, peraltro contraddette chiaramente da leggi e regolamenti esistenti. L’Assessore regionale alla Caccia, Mauro Febbo torna a replicare alle critiche mosse alla politica venatoria abruzzese per fare alcune doverose precisazioni ma soprattutto per sgomberare il campo da ogni possibile dubbio.
“Gli “Indirizzi generali per la gestione delle popolazioni di cinghiale e principi generali per la gestione delle popolazioni di cervo e caprioli” – prosegue Febbo - approvati con delibera di G.R. n. 605 del 1/9/2011, come è chiaro anche dal titolo, non costituiscono regolamento, pertanto non devono essere sottoposti al vaglio del consiglio regionale.
L’articolo 2 della Legge Regionale 10/2004, Normativa organica per l'esercizio dell'attività venatoria, la protezione della fauna selvatica omeoterma e la tutela dell'ambiente, elenca chiaramente le funzioni amministrative degli organi regionali e precisa che il Consiglio regionale esercita le funzioni amministrative di programmazione e di coordinamento ai fini della pianificazione faunistico-venatoria, la Giunta regionale esercita le funzioni amministrative concernenti il controllo, i compiti d'indirizzo, di promozione, di divulgazione, di regolamentazione e coordinamento delle attività venatorie nonché il potere sostitutivo nei casi previsti dalla legge.
Trattandosi pertanto di indirizzi, l’organo competente alla loro adozione era ed è la Giunta Regionale, per cui non sussiste nessun problema relativo alla conformità all’articolo 13 dello Statuto, come denuncia Acerbo (il WWF e gli animalisti), creando un allarmismo ingiustificato circa la legittimità dell’operato della Giunta regionale e del sottoscritto.
Inoltre – sottolinea l’Assessore regionale - se il Consigliere Acerbo (il WWF e gli animalisti) avesse letto con attenzione gli Indirizzi, avrebbe ben compreso che gli stessi riguardano la gestione degli ungulati e non solo il prelievo. L’attività di gestione, che consiste principalmente nella rilevazione della distribuzione della popolazione e nei censimenti, com’è ovvio, va svolta su territori omogenei dove la specie vive, perché gli animali selvatici non conoscono confini amministrativi: è quindi necessaria un’azione congiunta di Regione, Province ed Enti gestori delle aree protette, come gli Indirizzi chiaramente prevedono.
Che poi la conservazione delle specie si realizzi all’interno delle aree protette, ove è vietata la caccia, mentre all’esterno si può esercitare il prelievo venatorio è già stabilito dalla normativa in vigore (la L. 394/91 per le aree protette e la L. 157/92 per la protezione della fauna ed il prelievo venatorio) a cui gli Indirizzi sono conformi. Inoltre, in relazione alla presunta azione di reintroduzione e ripopolamento della specie cinghiale che sarebbe “sottintesa” negli Indirizzi, anche in questo caso è la stessa L.R. 10/04 che esclude tale possibilità, come peraltro ricorda lo stesso Acerbo.
Mi chiedo allora, quando il consigliere Acerbo (il WWF e gli animalisti) afferma che di fatto sarà aperta la caccia anche a cervi e caprioli e sarà affidato alle Province di autorizzare l’ingresso dei cacciatori in aree protette (sic!!!!!), se lo fa perché non ha assolutamente compreso la materia o perché volutamente manipola i fatti?
Mi meraviglio anche di come Acerbo e gli altri sottoscrittori dell’istanza al Presidente del Collegio delle Garanzie Statutarie non siano a conoscenza delle più elementari nozioni di gerarchia delle fonti e ritengano che degli Indirizzi possano modificare la normativa nazionale e regionale esistente, quando gli stessi Indirizzi sono stati invece adottati nel rispetto e in conformità della normativa vigente.
Infine, per quanto riguarda la mancata previsione di azioni di prevenzione dei danni alle colture e degli incidenti stradali negli Indirizzi, si ricorda che essi prevedono la predisposizione di un piano quinquennale di gestione, con il parere vincolante dell’ISPRA: l’adozione di misure idonee ed efficaci di gestione, comprese le azioni di prevenzione danni ed incidenti, non avviene con gli Indirizzi ma attraverso uno strumento operativo quale è il piano quinquennale.
È quindi evidente l’intento del Consigliere Acerbo (di WWF e animalisti) – conclude Febbo - di strumentalizzare qualsiasi atto provenga dall’Assessorato e dalla Direzione all’Agricoltura e alla Caccia, l’operato dei quali viene costantemente e puntualmente contestato come se vi fosse un’unica cabina di regia, attraverso atti o comunicati stampa che spesso e volentieri danno informazioni false, errate o infondate, al punto che gli uffici competenti stanno valutando la possibilità di un’eventuale segnalazione alla Procura della Repubblica. Si tratta di una soluzione estrema, contraria alla mia visione della politica e dell’attività amministrativa, ma che si potrebbe rivelare necessaria per ristabilire la verità ed una corretta visione dei fatti”.
La risposta del WWF Abruzzo in un comunicato lanciato subito dopo le dichiarazioni dell’Assessore.
Il WWF: vada pure in Procura! Capiamo il nervosismo, difficile spiegare ai cittadini abruzzesi che si vuole aprire la caccia a cervo e capriolo entro il 31/12/2013.
Se Febbo non lo fa, ci pensa il WWF a divulgare un significativo estratto delle sue decisioni.
Il WWF è appena venuto a conoscenza di alcune dichiarazioni dell’Assessore Febbo che, sulla questione della caccia al Cervo e al Capriolo, afferma “che gli uffici competenti stanno valutando la possibilità di un’eventuale segnalazione alla Procura della Repubblica” per denunciare quello che sarebbe un complotto organizzato da una “cabina di regia” che vorrebbe screditare l’Assessorato.
Il WWF invita caldamente l’Assessore e i suoi uffici ad andare realmente in Procura auspicando che portino con loro le sentenze del TAR Abruzzo e della Corte Costituzionale che negli ultimi anni hanno sonoramente bocciato la gestione venatoria dell’Assessore, della Giunta regionale e della Regione. Così sarà più semplice per il giudice farsi un’idea dello stato della caccia in Abruzzo.
Il WWF certo non si fa intimidire da tali affermazioni e si chiede se il Governatore Chiodi e gli altri membri della Giunta condividono i toni, i contenuti ed i metodi di confronto usati dall’Assessore Febbo nella sua nota.
È evidente il tentativo di buttarla “in rissa” per far perdere di vista i reali contenuti della Delibera di Giunta Regionale che l'Assessore non riesce a rivendicare pubblicamente.
Febbo sostiene, tra l’altro, che l’attività di gestione da lui promossa consisterebbe principalmente “nella rilevazione della distribuzione della popolazione e nei censimenti”.
Visto che le parole scritte negli atti ufficiali sono spesso più chiare delle parole dettate ai giornali anche da autorevoli rappresentanti delle Istituzioni, pensiamo sia utile proporre un semplice estratto del provvedimento da cui si evince chiaramente che Febbo vuol far sparare a cervi e caprioli anche nelle aree protette con semplice autorizzazione delle province, il tutto entro il 31/12/2013. Per carità, sempre dopo i censimenti... Il WWF si opporrà a questa mattanza.
Riproduciamo significativi estratti del documento approvato dalla Giunta per permettere a tutti di farsi un'idea di quelle che sono le intenzioni dell'Assessore Febbo e della Giunta.
Il documento in forma completa può leggersi qui: http://bura.regione.abruzzo.it/singolodoc.aspx?link=2012/Ordinario_51_31.html
Art.3
Il prelievo venatorio degli ungulati può essere effettuato esclusivamente con le seguenti modalità:
- Cinghiale: in forma collettiva, braccata e girata, in forma individuale con tecniche selettive o con altre forme;
- Cervidi: esclusivamente in forma individuale con tecniche selettive, quali la cerca e l'aspetto, senza l'utilizzo dei cani, con esclusione di qualsiasi forma di battuta o braccata. È ammesso l'utilizzo dei cani da traccia esclusivamente per il recupero di capi feriti. A tale scopo i cani utilizzati devono essere in possesso di specifica abilitazione rilasciata dall’Ente Nazionale Cinofilia Italiana – ENCI - e il conduttore deve essere in possesso del requisito di cui al successivo art. 5 comma 1 lett. f).
Art.6 commi 3 e 4
3.Le Province adottano Piani di Prelievo Annuale per ciascuna delle specie di cervidi.
4. I Piani di Prelievo Annuale devono contenere:
a) i dati dei censimenti annuali;
b) l’individuazione delle “aree di prelievo”;
c) il numero dei capi oggetto di prelievo, suddiviso per specie, classi di sesso ed età;
d) l’indicazione delle modalità e dei tempi di prelievo definiti coerentemente alle linee guida ISPRA e alla normativa vigente;
e) le modalità di redazione della relazione finale sul risultato dei prelievi, che indichi: il numero dei capi abbattuti distinto per classi di età e sesso, la comparazione con il Piano di Prelievo Annuale
autorizzato, i dati biometrici dei capi abbattuti e lo stato sanitario della popolazione.
Art. 7
(Armi da impiegare per il prelievo in forma selettiva dei cervidi)
Il prelievo selettivo dei cervidi può essere effettuato utilizzando esclusivamente armi con canna ad anima rigata a caricamento singolo manuale, munite di cannocchiale di puntamento.
Art.18 comma 4
I cacciatori a singolo possono operare in regime di normale attività venatoria nei territori espressamente previsti dalle Province; essi, inoltre, previa specifica autorizzazione delle Province, possono essere utilizzati per interventi di controllo numerico della specie al di fuori del periodo cacciabile anche nelle aree vietate alla caccia quali Istituti Faunistici, Parchi Naturali e simili, nel rispetto delle linee guida dell'ISPRA.
Art. 21
(Norme finali)
1. Le Province predispongono o adeguano i propri regolamenti in materia di caccia alle presenti linee guida, entro il 31.12.2013.
Per chiudere (almeno per ora), pubblichiamo anche la risposta del Consigliere regionale del PRC Maurizio Acerbo all’Assessore Mauro Febbo.
L’assessore Febbo (ma la responsabilità è di Chiodi e di tutta la giunta che gli votano i provvedimenti) apre la caccia ai cervi e ai caprioli ma non vuole che si sappia in giro.
Colto col dito sul grilletto l’assessore Febbo ha una evidente crisi di nervi.
In due giorni l’assessore mi ha dato prima dell’ignorante poi addirittura minaccia di rivolgersi ai magistrati.
Finalmente un’esponente del PDL che annuncia di volersi recare spontaneamente in una Procura!
La cosa incredibile è che io presento un ricorso in cui contesto a Febbo che i suoi “indirizzi” contrastano con la normativa vigente e lui mi risponde invocando la gerarchia delle fonti. In pratica sostiene che ho ragione, ma non lo ha capito.
Si sa che il PDL è a caccia dei voti dei cacciatori, ma purtroppo l’ansia da clientelismo venatorio ha condotto Febbo in questi anni a collezionare più sconfitte nei tribunali del suo Mussolini durante la seconda guerra mondiale.