5.5.10

L’antico porto di Cerrano trova di nuovo un contatto con l’antica Aquileia

Era Plinio che parlava dei vini atriani e delle ottime anfore con cui veniva trasportato sia verso l’antica Grecia, a sud, sia verso il porto di Aquileia, allora principale punto di attracco nel nord Adriatico per le navi provenienti da tutto il Mediterraneo. Era dall’antico porto di Cerrano che probabilmente salpavano le navi romane dell’antica Hatria ed era sulle coste dove oggi sorge la città di Grado che attraccavano per i commerci che si tenevano nella vicina colonia di Aquileia.
Si tiene a Grado, in questi giorni, martedì 4 e mercoledì 5 maggio 2010, il convegno internazionale “Archeologia Subacquea del Mare Adriatico e del Mar Ionio. Ricerca, tutela e Valorizzazione”, organizzato dall’ Iniziativa Adriatica-Ionica Presidenza Italiana e dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Friuli Venezia Giulia - Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia
Nell’ambito della Conferenza ben due lavori di ricerca che si occupano dell’antico porto di Cerrano, i cui reperti sono ancora rilevabili sui fondali antistanti la Torre, saranno presentati dalle relatrici dell’Università di Roma che hanno operato le ricerche in collaborazione con l’associazione Archeosub Hatria. Questi i titoli dei due lavori che saranno presentati:
1. Di Pietrantonio G., Nuovo M., Patti G., Il connubio tra l’Archeosub Hatria e la didattica nella redazione di una carta delle presenze sottomarine lungo la costa abruzzese;
2. Migliorati L., Nuovo M., Patti G., Sannio e Piceno: evidenze costiere e relitti del medio Adriatico.
L’associazione non-profit “Archeosub Hatria” collabora con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo e con l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” nella realizzazione di campi-scuola di archeologia subacquea con lo scopo di completare il rilevamento delle antiche strutture portuali, probabilmente di epoca romana, antistanti la torre del Cerrano, presso Pineto (TE).
La scelta di questo sito per la creazione dei campi-scuola di archeologia subacquea non è stata casuale in quanto, al particolare interesse archeologico dato dalle strutture presenti ad una profondità relativamente bassa (tra 3 e 6 m), si aggiunge la possibilità di avere un’ampia fascia di mare dove è regolamentato il transito dei natanti, è vietato correre con acquascooter e motoscafi e si può operare nella ricerca in immersione non essendo consentita la pesca professionale e l‘uso di reti o turbo soffianti, grazie alla recente istituzione dell’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano”. In questo modo si garantisce la massima sicurezza durante le attività di immersione e una migliore condizione di visibilità dei fondali per il ridotto materiale in sospensione presente.
Il primo vero e proprio campo scuola di archeologia subacquea, si è volto dal 15 al 21 giugno 2009, dopo anni di preparazione per aprire le attività. L’obiettivo quello di permettere agli studenti di archeologia o a semplici volontari strettamente supervisionati dagli archeologi, di effettuare attività archeologica subacquea pratica in un cantiere didattico, con lo scopo di migliorarne le competenze e le abilità sia archeologiche che subacquee.
Si tratta di un’attività didattica di non poco conto, dal momento che, nonostante le enormi potenzialità delle coste italiane, l’offerta formativa universitaria, scarseggia da questo punto di vista. Allo stesso tempo si crea un indotto turistico fuori dal periodo di massima affluenza, dato che i mesi di migliore visibilità per i sub sono quelli primaverili ed autunnali; indotto sempre utile per le strutture ricettive che altrimenti sarebbero portate a chiudere le proprie attività nei periodi di bassa stagione. Un miglioramento per la cultura e per l’economia dell’area Atri-Pineto-Silvi.