Quando, in primavera, enormi stormi di uccelli che hanno trascorso l’inverno in Africa, attraversando l’Italia volano verso nord per andare a riprodursi in Europa settentrionale, ad esempio nelle foreste della Scandinavia, i loro spostamenti sono così rapidi da portare un Luì grosso (che, nonostante il nome, pesa meno di 10 grammi) fino in Svezia in soli 3 giorni. Rotte misteriose ed invisibili nel cielo sono seguite ogni anno da milioni di uccelli nei loro lunghi spostamenti tra Europa ed Africa.
Nell’era di Internet, i dati relativi a singoli uccelli che si spostano da un Paese all’altro nel corso delle loro migrazioni vengono scambiati in tempo reale dalla rete dei Centri di inanellamento nazionali. Gli uccelli migratori "abitano" in Europa quanto in Africa; lavorare insieme a livello intercontinentale è l'unica speranza per proteggere i migratori e, con loro, la funzionalità dell'ambiente che ospita noi e deve continuare ad offrire condizioni di vita accettabili anche alle generazioni future.
I migratori sono particolarmente vulnerabili alle modificazioni che l'uomo causa all'ambiente, sia direttamente attraverso la distruzione degli habitat, sia indirettamente con il mutamento climatico globale. In questo contesto lo stato di salute delle popolazioni dei migratori è una misura efficace di quello dell'ambiente in cui noi viviamo. Conoscere e monitorare nel tempo le popolazioni dei migratori è quindi utile per il futuro nostro quanto loro.
Per discutere delle strategie di potenziamento della rete di monitoraggio - rappresentata in Europa da una comunità costituita da 100.000 ricercatori, tra cui 400 italiani - esponenti di diversi Centri di inanellamento europei, riuniti dall’ISPRA che è Centro Nazionale di Inanellamento Nazionale, terranno ad Anversa degli Abruzzi (AQ), ospiti dell'Amministrazione Comunale e della locale Oasi del WWF Gole del Sagittario l'Assemblea dell'EURING (http://www.euring.org/) dal 21 al 23 di settembre.
Nell’era di Internet, i dati relativi a singoli uccelli che si spostano da un Paese all’altro nel corso delle loro migrazioni vengono scambiati in tempo reale dalla rete dei Centri di inanellamento nazionali. Gli uccelli migratori "abitano" in Europa quanto in Africa; lavorare insieme a livello intercontinentale è l'unica speranza per proteggere i migratori e, con loro, la funzionalità dell'ambiente che ospita noi e deve continuare ad offrire condizioni di vita accettabili anche alle generazioni future.
I migratori sono particolarmente vulnerabili alle modificazioni che l'uomo causa all'ambiente, sia direttamente attraverso la distruzione degli habitat, sia indirettamente con il mutamento climatico globale. In questo contesto lo stato di salute delle popolazioni dei migratori è una misura efficace di quello dell'ambiente in cui noi viviamo. Conoscere e monitorare nel tempo le popolazioni dei migratori è quindi utile per il futuro nostro quanto loro.
Per discutere delle strategie di potenziamento della rete di monitoraggio - rappresentata in Europa da una comunità costituita da 100.000 ricercatori, tra cui 400 italiani - esponenti di diversi Centri di inanellamento europei, riuniti dall’ISPRA che è Centro Nazionale di Inanellamento Nazionale, terranno ad Anversa degli Abruzzi (AQ), ospiti dell'Amministrazione Comunale e della locale Oasi del WWF Gole del Sagittario l'Assemblea dell'EURING (http://www.euring.org/) dal 21 al 23 di settembre.
L'EURING è l'organismo scientifico di coordinamento delle attività di ricerca e monitoraggio basate sull'inanellamento: in Europa ogni anno sono marcati circa 5 milioni di uccelli appartenenti ad oltre 300 specie. In un secolo di attività l'EURING ha raccolto, in un'unica banca dati centralizzata europea, oltre tre milioni di segnalazioni di uccelli inanellati.
In occasione dell'Assemblea di Anversa verrà definito il progetto più ambizioso fino ad oggi pianificato relativamente allo studio delle rotte di migrazione: la produzione dell'Atlante europeo della Migrazione. I dati pubblicati nell’atlante si riferiscono ad oltre 165.000 segnalazioni di uccelli inanellati appartenenti a ben 280 specie diverse, a partire dal 1906. Questa massa di informazioni conferma come l’Italia sia risultata connessa, per tramite degli uccelli migratori, a tutti i Paesi europei, a ben 38 Paesi africani ed a 9 Paesi asiatici.
L'Atlante vedrà la partecipazione dei massimi esperti europei nello studio della migrazione basato sull'inanellamento ed offrirà una solida base scientifica all'applicazione di norme comunitarie, quali ad esempio la Direttiva Uccelli Selvatici, che spesso portano a gravi procedure di infrazione in numerosi Paesi, tra cui purtroppo l'Italia. L’Atlante rappresenta il primo esempio, mai realizzato finora, della migrazione su scala continentale; quello europeo fornirà un supporto di fondamentale importanza, anche per evidenziare le aree e gli ambienti più importanti per i nostri migratori quando questi si spingono in Africa a trascorrere l'inverno.
La Migration Mapping Tool, disponibile sul sito dell’EURING, è uno strumento che, attraverso le animazioni relative ai dati di cattura e ricottura per 21 specie come Germano reale, Alzavola, Cormorano, Pavoncella e Folaga, permette già da ora e a chiunque di connettersi e vedere le principali rotte di migrazione e le aree di svernamento e riproduzione.
Quest’ultima riunione si tiene nuovamente in Italia dopo 25 anni da quella organizzata a Bologna nel 1984 e dimostra gli sforzi concreti di monitoraggio e ricerca a lungo termine che il Centro di inanellamento dell’ISPRA porta avanti, grazie anche al sostegno sempre più importante offerto dai nostri inanellatori volontari che coprono ormai grandissima parte del territorio nazionale. Circa il 70% della comunità degli inanellatori, infatti, non sono professionisti; si tratta, infatti, di volontari che da tempo portano aventi la loro attività per pura passione: senza il loro apporto sarebbe impossibile mantenere attive tutte le stazioni di inanellamento.
La tecnica dell’inanellamento consente anche di ricostruire le “storie di vita” di questi straordinari viaggiatori, producendo dati indispensabili a comprendere anche, sulla base dei parametri demografici delle popolazioni di migratori, le ragioni della loro drammatica rarefazione in molte aree europee.
Strettamente legati come sono agli habitat per loro indispensabili quali aree di sosta ed alimentazione durante i lunghi voli, i migratori si affidano alla possibilità di poter sfruttare una rete di siti nei quali l’ambiente sia opportunamente preservato. Ecco quindi l’importanza della rete di aree protette, quali l’Oasi WWF delle Gole del Sagittario, che ha inaugurato ufficialmente il 23 settembre una stazione di inanellamento di eccellenza, proprio alla presenza dei rappresentanti dell’EURING, nell’ambito di un “educational tour” in cui è possibile assistere ad una sessione di inanellamento.
L’incontro di Anversa sottolinea la positiva realtà dell’inanellamento in Italia nel contesto europeo, il valore assoluto di aree protette quali l’Oasi WWF delle Gole del Sagittario, e la rilevanza scientifica e di conservazione del sistema di aree protette della Regione Abruzzo.
“In occasione di questo importante incontro di lavoro”, ha affermato Fernando Spina dell’ISPRA, “l’Istituto distribuisce ai delegati l’Atlante della Migrazione degli Uccelli in Italia, l’opera recentemente edita grazie al sostegno della Direzione Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. L’Atlante Italiano è il primo realizzato in tutta l’Europa centro-meridionale, a fronte di 4 finora pubblicati nel Regno Unito, in Svezia, Norvegia e Danimarca; ciò conferma l’impegno dell’ISPRA nel monitoraggio ambientale a lungo termine e su vasta scala geografica. Una conferma questa del ruolo cruciale di crocevia di rotte di migrazione rivestito dal nostro Paese; proseguendo e potenziando le attività di monitoraggio e ricerca condotte dall’ISPRA potremo contribuire fattivamente alla comprensione delle problematiche di conservazione che affliggono le popolazioni di migratori distribuite in aree geografiche enormi, e che si concentrano in Italia nel corso dei loro viaggi”.
“Le Oasi del WWF”, ha dichiarato Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF Italia “sono un laboratorio scientifico all’aperto: in particolare, l’Oasi delle Gole del Sagittario e le altre aree gestite dal WWF in Abruzzo, grazie allo studio delle ricatture, hanno dimostrato che in questa regione arrivano ogni anno specie rare soprattutto dall’Est Europa, dati di fondamentale importanza sia per evidenziare la nostra responsabilità per la conservazione di specie che arrivano da altri Paesi e che costituiscono un patrimonio ambientale comune, sia per il monitoraggio degli effetti dei cambiamenti climatici. Recenti studi hanno dimostrato come 12 specie di migratori su 24 studiate, hanno accorciato, nell’arco del novecento, la distanza tra le aree di svernamento e le aree di riproduzione. I migratori che svernano nel bacino del Mediterraneo per poi nidificare nel Nord Europa, stanno reagendo più velocemente rispetto ai migratori che svernano a Sud del Sahara. I cambiamenti climatici”, ha concluso Caserta, “pongono a rischio il 38% delle specie europee di uccelli e per questo bisogna ridurre il più possibile le emissioni di gas serra”.
L'Atlante vedrà la partecipazione dei massimi esperti europei nello studio della migrazione basato sull'inanellamento ed offrirà una solida base scientifica all'applicazione di norme comunitarie, quali ad esempio la Direttiva Uccelli Selvatici, che spesso portano a gravi procedure di infrazione in numerosi Paesi, tra cui purtroppo l'Italia. L’Atlante rappresenta il primo esempio, mai realizzato finora, della migrazione su scala continentale; quello europeo fornirà un supporto di fondamentale importanza, anche per evidenziare le aree e gli ambienti più importanti per i nostri migratori quando questi si spingono in Africa a trascorrere l'inverno.
La Migration Mapping Tool, disponibile sul sito dell’EURING, è uno strumento che, attraverso le animazioni relative ai dati di cattura e ricottura per 21 specie come Germano reale, Alzavola, Cormorano, Pavoncella e Folaga, permette già da ora e a chiunque di connettersi e vedere le principali rotte di migrazione e le aree di svernamento e riproduzione.
Quest’ultima riunione si tiene nuovamente in Italia dopo 25 anni da quella organizzata a Bologna nel 1984 e dimostra gli sforzi concreti di monitoraggio e ricerca a lungo termine che il Centro di inanellamento dell’ISPRA porta avanti, grazie anche al sostegno sempre più importante offerto dai nostri inanellatori volontari che coprono ormai grandissima parte del territorio nazionale. Circa il 70% della comunità degli inanellatori, infatti, non sono professionisti; si tratta, infatti, di volontari che da tempo portano aventi la loro attività per pura passione: senza il loro apporto sarebbe impossibile mantenere attive tutte le stazioni di inanellamento.
La tecnica dell’inanellamento consente anche di ricostruire le “storie di vita” di questi straordinari viaggiatori, producendo dati indispensabili a comprendere anche, sulla base dei parametri demografici delle popolazioni di migratori, le ragioni della loro drammatica rarefazione in molte aree europee.
Strettamente legati come sono agli habitat per loro indispensabili quali aree di sosta ed alimentazione durante i lunghi voli, i migratori si affidano alla possibilità di poter sfruttare una rete di siti nei quali l’ambiente sia opportunamente preservato. Ecco quindi l’importanza della rete di aree protette, quali l’Oasi WWF delle Gole del Sagittario, che ha inaugurato ufficialmente il 23 settembre una stazione di inanellamento di eccellenza, proprio alla presenza dei rappresentanti dell’EURING, nell’ambito di un “educational tour” in cui è possibile assistere ad una sessione di inanellamento.
L’incontro di Anversa sottolinea la positiva realtà dell’inanellamento in Italia nel contesto europeo, il valore assoluto di aree protette quali l’Oasi WWF delle Gole del Sagittario, e la rilevanza scientifica e di conservazione del sistema di aree protette della Regione Abruzzo.
“In occasione di questo importante incontro di lavoro”, ha affermato Fernando Spina dell’ISPRA, “l’Istituto distribuisce ai delegati l’Atlante della Migrazione degli Uccelli in Italia, l’opera recentemente edita grazie al sostegno della Direzione Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. L’Atlante Italiano è il primo realizzato in tutta l’Europa centro-meridionale, a fronte di 4 finora pubblicati nel Regno Unito, in Svezia, Norvegia e Danimarca; ciò conferma l’impegno dell’ISPRA nel monitoraggio ambientale a lungo termine e su vasta scala geografica. Una conferma questa del ruolo cruciale di crocevia di rotte di migrazione rivestito dal nostro Paese; proseguendo e potenziando le attività di monitoraggio e ricerca condotte dall’ISPRA potremo contribuire fattivamente alla comprensione delle problematiche di conservazione che affliggono le popolazioni di migratori distribuite in aree geografiche enormi, e che si concentrano in Italia nel corso dei loro viaggi”.
“Le Oasi del WWF”, ha dichiarato Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF Italia “sono un laboratorio scientifico all’aperto: in particolare, l’Oasi delle Gole del Sagittario e le altre aree gestite dal WWF in Abruzzo, grazie allo studio delle ricatture, hanno dimostrato che in questa regione arrivano ogni anno specie rare soprattutto dall’Est Europa, dati di fondamentale importanza sia per evidenziare la nostra responsabilità per la conservazione di specie che arrivano da altri Paesi e che costituiscono un patrimonio ambientale comune, sia per il monitoraggio degli effetti dei cambiamenti climatici. Recenti studi hanno dimostrato come 12 specie di migratori su 24 studiate, hanno accorciato, nell’arco del novecento, la distanza tra le aree di svernamento e le aree di riproduzione. I migratori che svernano nel bacino del Mediterraneo per poi nidificare nel Nord Europa, stanno reagendo più velocemente rispetto ai migratori che svernano a Sud del Sahara. I cambiamenti climatici”, ha concluso Caserta, “pongono a rischio il 38% delle specie europee di uccelli e per questo bisogna ridurre il più possibile le emissioni di gas serra”.