Questa mattina presso la sede del WWF di Teramo si è svolta una conferenza stampa sul Piano di Assetto Naturalistico della Riserva regionale del Borsacchio, con la partecipazione di Fabio Celomi, Presidente del Comitato cittadino per la Riserva regionale del Borsacchio, Antonio Mutoschi, Presidente della Sezione di Atri di Italia Nostra, e Dante Caserta, Presidente del WWF Abruzzo.
Giovedì 2 ottobre è stato presentato in un incontro pubblico il progetto di Piano di Assetto Naturalistico (PAN) della Riserva Naturale Regionale Guidata del Borsacchio che sarà portato all’ordine del giorno del Consiglio Comunale di Roseto degli Abruzzi, nella seduta pubblica straordinaria del prossimo 8 ottobre alle ore 15,30 per la sua eventuale adozione.
La proposta di PAN prevede la realizzazione di nuovi edifici per una superficie di oltre 5 ettari, nel cuore della Riserva naturale, tanto da far richiedere da parte della Regione Abruzzo una procedura di Valutazione Ambientale Strategica, oltre ad opere varie di urbanizzazione tra cui una strada carrabile, posta alla base della prima quinta collinare e parallela alla Strada Statale n. 16, che collegherebbe, in aggiunta a quella esistente, l’abitato del centro di Roseto degli Abruzzi con quello della frazione Cologna Spiaggia.
Il carico antropico, potenzialmente prodotto da tali previsioni urbanistiche, si aggirerebbe sui 3.000/5.000 abitanti.
Se queste previsioni fossero effettivamente mantenute, il PAN di naturalistico conserverebbe soltanto il nome, perché trasformerebbe l’area naturale in un nuovo agglomerato urbano (magari dall’accattivante denominazione di Frazione “La Riserva”, a perenne ricordo delle sue origini storiche).
Ma non erano questi gli impegni della coalizione di maggioranza, formalmente e solennemente assunti con la redazione del suo programma elettorale: non era questo che si aspettava la collettività cittadina quando, in occasione delle ultime elezioni amministrative, scelse questo programma con un plebiscito di quasi l’80% dei voti, né ciò che si aspettava la collettività regionale quando istituì la Riserva Naturale, mettendo a disposizione, per la realizzazione di tale progetto, anche cospicue risorse finanziarie pubbliche.
Il progetto di PAN, costato oltre 200.000 euro, dovrebbe servire a tutelare e valorizzare uno dei pochissimi tratti di costa rimasti libera su tutto il litorale abruzzese.
A giustificazione di queste previsioni, nel corso dell’incontro pubblico del 2 ottobre scorso, l’Amministrazione Comunale di Roseto degli Abruzzi ha sostenuto che vi sarebbero diritti edificatori ormai acquisiti all’interno dell’area.
Tale tesi non è condivisibile: è risaputo, infatti, che in urbanistica non esistono diritti edificatori perenni, da conservare o perequare. Altrettanto risaputo è che i poteri pianificatori della Pubblica Amministrazione sono poteri conformativi e non espropriativi che, se legittimamente e ragionevolmente esercitati, non danno luogo a diritti risarcitori o ad indennizzi di sorta.
Appare poi pretestuosa anche la ventilata necessità di reperire risorse finanziarie, per eseguire gli espropri, perché, per realizzare un Parco o una Riserva Naturale, come avviene in tutte le aree protette del mondo, non bisogna espropriare nulla poiché la proprietà privata non viene intaccata: se così non fosse, i costi per istituire un parco nazionale come quello del Gran Sasso e Monti della Laga, esteso per oltre 150.000 ettari, sarebbero stati proibitivi.
Infine, poiché è stato sostenuto che in questo modo si troverebbero anche fondi per la realizzazione delle finalità dell’area protetta (come la rinaturalizzazione o la piantumazione di vegetazione), è evidente che esistono meccanismi certamente più efficaci e meno onerosi, come la predisposizioni di incentivi finanziari, in favore dei coltivatori, per provvedere alle riconversioni colturali. Senza poi dimenticare che gli oneri finanziari della realizzazione della Riserva (che è regionale) sono a carico della Regione Abruzzo che l’ha istituita e non a carico dei Comuni che la devono solo gestire: tutte le Riserve regionali godono infatti di un finanziamento ordinario annuale e di finanziamenti straordinari per sostenere gli interventi specifici.
In tutte le aree protette le opere di rinaturalizzazione si realizzano con i programmi economici dell’organismo di gestione e non con i Piani di Assetto che devono prevedere solo i vincoli, tra cui la inedificabilità già prevista da leggi nazionali e regionali, ed eventualmente qualche deroga per casi particolari.
Il Comitato cittadino per la Riserva regionale del Borsacchio, Italia Nostra e WWF chiedono al Consiglio Comunale di Roseto degli Abruzzi di non adottare il progetto di Piano di Assetto Naturalistico così come è stato presentato e di chiederne la revisione finalizzata all’eliminazione di qualsiasi nuova costruzione all’interno della riserva.
Il Comitato e le Associazioni sono disponibili ad un confronto tecnico-giuridico sugli aspetti di criticità sollevati e saranno presenti al prossimo Consiglio comunale di Roseto degli Abruzzi dell’8 ottobre per illustrare le proprie ragioni.
Comitato, Italia Nostra e WWF – che sono stati i promotori dell’istituzione e della salvaguardia della Riserva regionale del Borsacchio – evidenziano che, qualora al termine dell’iter istitutivo, il PAN dovesse mantenere la previsione edificatoria esistente, si faranno promotori di una campagna a tutti i livelli per eliminare il territorio del Borsacchio dall’elenco delle riserve regionali poiché sarebbe impensabile riconoscere lo status ed i vantaggi di un’area naturale protetta ad un territorio dove è possibile realizzare una attività edilizia molto vicina alle peggiori forme di speculazione.
Giovedì 2 ottobre è stato presentato in un incontro pubblico il progetto di Piano di Assetto Naturalistico (PAN) della Riserva Naturale Regionale Guidata del Borsacchio che sarà portato all’ordine del giorno del Consiglio Comunale di Roseto degli Abruzzi, nella seduta pubblica straordinaria del prossimo 8 ottobre alle ore 15,30 per la sua eventuale adozione.
La proposta di PAN prevede la realizzazione di nuovi edifici per una superficie di oltre 5 ettari, nel cuore della Riserva naturale, tanto da far richiedere da parte della Regione Abruzzo una procedura di Valutazione Ambientale Strategica, oltre ad opere varie di urbanizzazione tra cui una strada carrabile, posta alla base della prima quinta collinare e parallela alla Strada Statale n. 16, che collegherebbe, in aggiunta a quella esistente, l’abitato del centro di Roseto degli Abruzzi con quello della frazione Cologna Spiaggia.
Il carico antropico, potenzialmente prodotto da tali previsioni urbanistiche, si aggirerebbe sui 3.000/5.000 abitanti.
Se queste previsioni fossero effettivamente mantenute, il PAN di naturalistico conserverebbe soltanto il nome, perché trasformerebbe l’area naturale in un nuovo agglomerato urbano (magari dall’accattivante denominazione di Frazione “La Riserva”, a perenne ricordo delle sue origini storiche).
Ma non erano questi gli impegni della coalizione di maggioranza, formalmente e solennemente assunti con la redazione del suo programma elettorale: non era questo che si aspettava la collettività cittadina quando, in occasione delle ultime elezioni amministrative, scelse questo programma con un plebiscito di quasi l’80% dei voti, né ciò che si aspettava la collettività regionale quando istituì la Riserva Naturale, mettendo a disposizione, per la realizzazione di tale progetto, anche cospicue risorse finanziarie pubbliche.
Il progetto di PAN, costato oltre 200.000 euro, dovrebbe servire a tutelare e valorizzare uno dei pochissimi tratti di costa rimasti libera su tutto il litorale abruzzese.
A giustificazione di queste previsioni, nel corso dell’incontro pubblico del 2 ottobre scorso, l’Amministrazione Comunale di Roseto degli Abruzzi ha sostenuto che vi sarebbero diritti edificatori ormai acquisiti all’interno dell’area.
Tale tesi non è condivisibile: è risaputo, infatti, che in urbanistica non esistono diritti edificatori perenni, da conservare o perequare. Altrettanto risaputo è che i poteri pianificatori della Pubblica Amministrazione sono poteri conformativi e non espropriativi che, se legittimamente e ragionevolmente esercitati, non danno luogo a diritti risarcitori o ad indennizzi di sorta.
Appare poi pretestuosa anche la ventilata necessità di reperire risorse finanziarie, per eseguire gli espropri, perché, per realizzare un Parco o una Riserva Naturale, come avviene in tutte le aree protette del mondo, non bisogna espropriare nulla poiché la proprietà privata non viene intaccata: se così non fosse, i costi per istituire un parco nazionale come quello del Gran Sasso e Monti della Laga, esteso per oltre 150.000 ettari, sarebbero stati proibitivi.
Infine, poiché è stato sostenuto che in questo modo si troverebbero anche fondi per la realizzazione delle finalità dell’area protetta (come la rinaturalizzazione o la piantumazione di vegetazione), è evidente che esistono meccanismi certamente più efficaci e meno onerosi, come la predisposizioni di incentivi finanziari, in favore dei coltivatori, per provvedere alle riconversioni colturali. Senza poi dimenticare che gli oneri finanziari della realizzazione della Riserva (che è regionale) sono a carico della Regione Abruzzo che l’ha istituita e non a carico dei Comuni che la devono solo gestire: tutte le Riserve regionali godono infatti di un finanziamento ordinario annuale e di finanziamenti straordinari per sostenere gli interventi specifici.
In tutte le aree protette le opere di rinaturalizzazione si realizzano con i programmi economici dell’organismo di gestione e non con i Piani di Assetto che devono prevedere solo i vincoli, tra cui la inedificabilità già prevista da leggi nazionali e regionali, ed eventualmente qualche deroga per casi particolari.
Il Comitato cittadino per la Riserva regionale del Borsacchio, Italia Nostra e WWF chiedono al Consiglio Comunale di Roseto degli Abruzzi di non adottare il progetto di Piano di Assetto Naturalistico così come è stato presentato e di chiederne la revisione finalizzata all’eliminazione di qualsiasi nuova costruzione all’interno della riserva.
Il Comitato e le Associazioni sono disponibili ad un confronto tecnico-giuridico sugli aspetti di criticità sollevati e saranno presenti al prossimo Consiglio comunale di Roseto degli Abruzzi dell’8 ottobre per illustrare le proprie ragioni.
Comitato, Italia Nostra e WWF – che sono stati i promotori dell’istituzione e della salvaguardia della Riserva regionale del Borsacchio – evidenziano che, qualora al termine dell’iter istitutivo, il PAN dovesse mantenere la previsione edificatoria esistente, si faranno promotori di una campagna a tutti i livelli per eliminare il territorio del Borsacchio dall’elenco delle riserve regionali poiché sarebbe impensabile riconoscere lo status ed i vantaggi di un’area naturale protetta ad un territorio dove è possibile realizzare una attività edilizia molto vicina alle peggiori forme di speculazione.