18.10.08

Area ex-stabilimento Monti: esposto del WWF

Questa mattina, presso la sede provinciale del WWF di Teramo, Dante Caserta, Presidente WWF Abruzzo, ed Augusto De Sanctis, della Segreteria regionale del WWF Abruzzo, hanno presentato i dati acquisiti al termine di una serie di accessi agli atti condotti presso l’ARTA ed il Comune di Roseto degli Abruzzi sull’inquinamento riscontrato nel corso di analisi effettuate dall’ARTA nell’area dell’ex-stabilimento Monti, in pieno centro a Roseto degli Abruzzi.
Su quest’area industriale dismessa, dove in passato era presente una ditta di confezioni, la Ditta Alfa Immobiliare sta realizzando una serie di immobili a scopo residenziale/direzionale/commerciale.
L’area, nonostante le aree delle ditte di confezioni siano notoriamente tra i siti potenzialmente inquinati a causa dell’utilizzo di solventi, non fu inclusa tra quelle del censimento delle aree industriali dismesse effettuato dalla Regione nel 2004 tramite segnalazione dei Comuni, mentre fu individuata dal Comune di Roseto degli Abruzzi fin dal 1999 come area di intervento per un PRUUST.
Verificando le analisi condotte dall’ARTA si è potuto riscontrare quanto segue.
Per quanto attiene ai suoli, le analisi hanno evidenziato 3 superamenti della Concentrazione Soglia di Contaminazione (CSC) fissata dalla legge (Testo unico ambientale contenuto nel Decreto Legislativo n. 152/2006) per il parametro degli Idrocarburi pesanti.
Infatti, posto che il limite per la CSC è fissato a 50 milligrammi/chilo per i terreni a destinazione residenziale, in un campione è stato riscontrata una contaminazione da idrocarburi pesanti pari a 125 milligrammi/chilo, in un altro 173 milligrammi/chilo ed in uno, addirittura, 1930 milligrammi/chilo (superiore anche al valore limite per le aree industriali).
Sempre per i suoli, sono state riscontrate presenze di cadmio e cobalto che, ancorché al di sotto dei limiti di legge, risultano ugualmente alti.
Questi dati furono evidenziati, ancorché in misura parziale (si faceva riferimento ad un solo superamento, invece dei tre effettivamente riscontrati) dall’ARTA Dipartimento di Teramo in una relazione dell’11 gennaio 2008.
A seguito di questa segnalazione, la Regione Abruzzo con la nota n. 7601/DN3 del 20 marzo 2008 richiedeva espressamente al Comune di Roseto degli Abruzzi di attivare le procedure di caratterizzazione del sito previste dal Testo Unico Ambientale.
Richiesta rimasta disattesa.
Ulteriori analisi sono state poi condotte il 14 maggio 2008 sulle acque della falda sottostante l’area. In questo caso si sono riscontrati ben 3 superamenti della CSC per il Triclorometano (Cloroformio) su 4 campioni (0,22 – 0,16 e 3,3 microgrammi/litro contro un limite di 0,15 microgrammi/litro).
Nei successivi campionamenti del 16 luglio 2008, effettuati alla presenza di tecnici dell’ARTA centrale, oltre a quelli dell’ARTA del Dipartimento di Teramo, la concentrazione del Triclorometano (Cloroformio) è risultata di molto superiore alla CSC in 4 campionamenti sui 4 effettuati (5,3 – 5,7 – 9,3 e 12 microgrammi/litro contro il limite di 0,15).
In queste analisi per la prima volta si sono riscontrate anche superamenti della CSC per il Ferro (in tre casi) ed il Manganese (anche per questa sostanza in tre casi).
Durante l’ultimo accesso agli atti condotto presso la sede di Teramo dell’ARTA, il giorno 10 ottobre 2008, il WWF ha potuto verificare che erano state prodotte ulteriori analisi sull’acqua di falda in cui si evidenziavano superamenti in 4 campioni su 4 per il parametro Manganese (370, 395, 340 e 76 microgrammi/litro rispetto al limite di 50).
Per comprendere quanto riscontrato nell’area dell’ex-stabilimento Monti, si è provveduto a confrontare i dati riscontrati nelle analisi condotte in quest’area con il quadro della presenza dei contaminanti in Provincia di Teramo, analizzando i dati dell’archivio ARTA relativi alle campagne di Monitoraggio dell’Inquinamento Diffuso effettuate dal 2004 al 2008.
In provincia di Teramo il Cloroformio è stato rintracciato in soli 42 campioni su 355 (12%) e solo in 32 di questi ha superato la CSC (9%).
Nell’area dell’ex-stabilimento Monti, invece, su 12 analisi sui piezometri ben 8 (66,7%) hanno mostrato la presenza dell'inquinante, con il superamento della CSC in 7 casi (58%).
È da notare poi che i quattro campioni più contaminati dell’ex-stabilimento Monti sono anche i primi quattro per concentrazione in un’ipotetica classifica che tenga conto degli oltre 350 campionamenti effettuati in provincia di Teramo.
Situazioni simili si sono potute verificare anche per quanto riguarda il Manganese: basti pensare che la media dei valori di Manganese nei punti d’acqua monitorati dall’ARTA a Roseto degli Abruzzi è di 38,5 microgrammi/litro contro una media nell’ex-stabilimento Monti di 154,16 microgrammi/litro.
L’esame dei referti delle indagini condotte ha poi evidenziato sostanziali discordanze tra le metodologie applicate nel corso delle analisi e le metodologie che dovrebbero essere eseguite. In particolare in diversi casi le analisi vere e proprie sono state condotte su campioni prelevati anche 7/8 mesi prima.
È evidente come il ritardo nell’effettuazione delle analisi possa aver comportato la perdita di quote dei composti più volatili, quali il cloroformio (triclorometano), il tricloroetilene e il percloroetilene (tetracloroetilene).
Non a caso, nel testo “Metodi analitici per le acque” (richiamato nei referti dell'ARTA di Teramo come metodologia di analisi utilizzata) si può leggere “Le analisi devono essere effettuate al più presto e in ogni caso non oltre 48 ore dal prelievo...”.
Ulteriori perplessità si sono evidenziate per come sono state condotte le operazioni di spurgo dei piezometri utilizzati per le analisi delle acqua di falda.
Alla luce di tutto questo il WWF, dopo aver inviato più note agli Organi competenti, ha chiesto di poter partecipare all’ultima conferenza di servizi tenutasi presso il Comune di Roseto degli Abruzzi lo scorso 13 ottobre, così da potersi confrontare con i soggetti impegnati nell’esame della situazione.
Inspiegabilmente tale richiesta è stata respinta, non consentendo così, ad un’Associazione portatrice di interessi collettivi riconosciuti dalla legge, di partecipare alla fase istruttoria del confronto tecnico sulla verifica dello stato ambientale di un’area posta al centro di una cittadina.
Il WWF ha così predisposto un dettagliato esposto che ha inviato alla Magistratura ed al Corpo Forestale dello Stato, oltre che all’ARTA ed alla Regione, evidenziando quanto riscontrato affinché si valuti la situazione esistente.
L’Associazione, inoltre, viste le risultanze fino ad oggi prodotte dalle analisi che hanno evidenziato un gran numero di superamenti dei limiti di legge, torna a chiedere che sull’area si attivi il piano di caratterizzazione ambientale previsto dal Testo Unico Ambientale, come peraltro richiesto dalla Regione Abruzzo fin dal marzo 2008, tenuto conto che attività fino ad oggi condotte si configurano come mere analisi ambientali e non certo come descritto dalla normativa vigente e dai manuali operativi degli Istituti scientifici nazionali.